Sole 24 Ore di lunedì 14 marzo 2011, pagina 6
Dalla Bce agli emergenti la lunga risalita dei tassi
di Carlini Vittorio
Dalla Bce agli emergenti la lunga risalita dei tassi A Pechino e Mosca nuove strette dietro l'angolo L'aumento. Nei paesi meno industrializzati Capitali privati. I mercati in via di sviluppo i saggi sono cresciuti in generale dello 0,8% attireranno nel 2011 mille miliardi di dollari PAGINA A CURA DI Vittorio Carlini Di qui il costo del denaro che viaggia sull'i% o al disotto; di là alti tassi a breve, in alcuni casi oltre il io per cento. Da una parte il mondo industrializzato colpito dalla crisi, in particolare il capitalismo finanziario anglosassone; dall'al-tra i paesi emergenti, o meglio già "emersi", le cui economie crescono in media oltre i16% l'anno. Due mondi, due velocità; e, giocoforza, diverse politiche monetarie. Di qui in Occidente, polemiche sull'apertura di Jean Claude Trichet al semplice ritocco all'insù di *punti base del costo del denaro. Di là, poche parole sulla recente "ondata" di rialzi: dal Brasile (tassi all'u,75% dal precedente n,25%) alla Russia (balzo all'8%); dalla Colombia (stretta dello 0,25%) alla Thailandia (il saggio d'interesse è salito di25Puntibase) fino alla Corea del Sud (dal 2,75 al 3%). Insomma, una lunga marcia dei tassi «Dalla primavera dello scorso anno - dice Richard Walsh, esperto di reddito fisso per i mercati emergenti di Lombard Odfer - nell'universo degli emerging è scattata una graduale stretta ,monetaria, che vale l'incremento medio di 8o punti base. Un trend destinato a durare». «La distanza del costo del denaro tra Occidente e paesi in via di sviluppo - aggiunge Sylvain Broyer, head of economist di Natix is - resisterà per molto ancora. Rispecchia il differenziale di crescita e inflazione: negli ultimi dieci anni l'incremento medio del nostro Pilè stato de12,5%, a fronte di una crescita sopra il 5% negli emerging, i quali hanno "sofferto" un carovita del5%, contro il 2,5% degli stati industrializzati». Due mondi differenti, quindi, ma connessi dai commerci e, in particolare, dalla finanzaglobalizzata La liquidità immessa nei mercati, soprattutto dalla Fed, si sposta attraverso infiniti prodotti finanziari e mille piattaforme di trading, come in un immenso sistema & vasi comunicanti. Va a caccia di maggiore remunerazione, trovandola per l'appunto laddove crescita e tassi sono maggiori Secondo l'Institute of interna-tional finance, i soli flussi netti di capitali privati verso gli emerging market dovrebbero sfiorare nel zon il trillando di dollari (96o miliardi), per poi superarlo nel zoiz. Una piccola parte della liquidità globale che, unita alla "corsa" economica, già di per sé è in grado di surriscaldare queste economie. Ma che diventa insostenibile se le si aggiunge il caro-materie prime. II Brent oltre ino dollari e ilboom delle derrate alimentari (il Fao food index ha toccato in febbraio i. massimi dal 199o) fanno impazzire i prezzi al consumo. Soprattutto nei paesi invia di sviluppo, dove-la spesa famigliare è fortemente le- gaia al cibo e all'energia: per Morgan Stanley, l'incremento del to% dell'indice Fao causa (oltre alle rivolte del pane) un aumento dell'in-flazionede14,5%inindiaesolodel-lo 0,4% in Australia. Se le commodity rincarano, quindi, sono guai. Con il che le banche centrali si trovano a un bivio: o alzano i saggi d'interesse, favorendo cosl l'apprezzamento della moneta, oppure accettano ilrischio di iper-inflazione. Nel primo caso danneggiano le loro esportazioni, spesso essenziali; nel secondo, rendono instabile l'economia. «È la disfida dei tassi che caratterizza queste aree», afferma Michael Riddell, esperto .di reddito fisso nei mercati emergenti per M&G. Una "tenzone" che, però, è più articolata di quanto si pensa «I governi - sottolinea Riddell -sfruttano diverse strategie, non solo la politica monetaria. Vengono introdotte barriere ai capitalitransfrontalieri: il Brasile, per esempio, impone una tassa del 6% per le transazioni estere sui bond governativi». «Cui si aggiungono - spiega Broyer-politiche restrittive nel credito, come in Cina, dove si chiede alle banche di accantonare sempre più riserve» a fronte dell'aumentare dei prestiti. Insomma, è battaglia tra Occidente e resto del mondo? «Il tema è più complesso - risponde Riddell -. Si parla sempre di dollaro contro renminbi cinese. Certo, gli attriti esistono. Ma i contrasti veri sono tra gli emerging stessi: la Corea del Sud interviene spesso contro l'apprezzamento del won sulla divisa di Pechino», per non svantaggiare l'export sul continente asiatico. Se questo, a grandi linee; è lo scenario globale, quali gli sviluppi nelle diverse singole aree? «Nell'Est Europa-risponde Walsh-la Polonia è in pole position per la prossima stretta sui tassi Quest'anno la differenza tra Pil reale e potenziale dovrebbe tornare positiva e l'inflazione si farà sentire. La stessa Russia, lacuibilanciadeipagamenti sfrutta l'alto prezzo del petrolio, continuerà a sostenere la forza del rublo. Non mi aspetto nuove mosse, invece, in Ungheria». Dall'Europa all 'America latina. Qui i riflettori sono spesso accesi sul Brasile: quinta potenza mondiale, alcuni temono problemi nel mercato del credito. «Paure infondate - ribatte Riddell -. Il debito privato è basso: il rapporto credito/Pil è di 46, mentre negli Usa è 165. Inoltre, i requisiti di capitale bancari sono tra i più alti, ben sopra quelli americani Infine, la parte di popolazione che ha accesso a grandi consumi è ancora bassa». Proprio l'opposto della Cina, dove la formazione di una nuova middle class ha spinto la domanda aggregata. La People's Bank of China, che anche a causa del boom delle commodity è stata "costretta" ad alzare il target obiettivo sull'inflazione dal 3 al 4%, deve affrontare un carovita salito in febbraio a14,9 per cento. Inevitabile, adesso, «attendersi ulterioristrette sia sul fronte dei prestiti bancari, sia su quello dei tassi» dice Walsh. Insomma, la lunga marcia dei tassi continua. LE MOSSE DEI GOVERNI Il Brasile tassa le transazioni estere sui bond governativi In Cina più capitale a riserva per gli istituti finanziari che aumentano il credito Le parole chiave 01 I IL REFI DELLA BCE E il tasso di rifinanziamento principale della Banca centrale europea. A questo saggio gli istituti primari ottengono la liquidità bisettimanale. Di solito, poi, più basso è il tasso di deposito marginale, cui sono remunerati i depositi *** overnight delle banche presso l'Eurotower. Più alto del Refi, infine, il saggio di rifinanziamento marginale, cui gli istituti in difficoltà possono ottenere liquidità con scadenza overnight.
02 I IL CARRY TRADE Tipica operàzione realizzata dagli istituzionali, che sfruttano un differenziale: nelle valute sono i tassi d'interesse a breve. L'operatore si indebita in una divisa con saggio inferiore e investe la somma in un'altra con tasso superiore. Così, può "lucrare" la differenza tra i due costi del denaro. Si parla di carry trading anche quando una banca può acquistare la liquidità praticamente a costo zero, come negli Usa, per comprare poi bond a lunga scadenza, con rendimenti maggiori. Di nuovo si sfrutta un differenziale.
03 I FLUSSI TRANSFRONTALIERI Sono gli investimenti che entrano ed escono dai confini di un determinato paese. Nell'attuale periodo di crescita dell'inflazione, questa parte della liquidità globale crea problemi agli stati emergenti. Tanto che i governi impongono delle barriere al loro ingresso. L'Argentina, per esempio, su determinati investimenti esteri chiede una durata minima di 12 mesi.
In cima alla scala c'è il Vietnam I tassi di interesse in alcuni paesi del mondo Oltre 6,0% Vietnam 12,00% Brasile 11,75% Egitto 8,25% Russia 8,00% Turchia 6,25% Cina 6,06% da 3,1 a 6,0% C—, ) Ungheria 6,00 6 CSudafrica 5,50% Australia 4,75% Messico 4,5096. Islanda 4,25% Polonia 3,75% Nuova Zelanda 2,50% daOa3,0% Thailandia 2,50% n Norvegia 2,00% O Svezia 1,50% (1 Canada 1,00% O Unione europea 1,00%- - (, Repubblica Ceca 0,75% C Gran Bretagna 0,50% o Svizzera 0,25% o Stati Uniti 0-0,25% io Giappone 0-0,1% I Fonte:Iw Partners ***