Impressione mia, senza conoscere le vicende geopolitiche turche, è che Erdogan punti a un rallentamento dell'economia (in fase di surriscaldamento dalla seconda metà del 2017) che non sia direttamente riconducibile alla politica economica o monetaria, e che possa essere quindi rigirato come complotto esterno dei nemici del paese.
In questo modo otterrebbe il rientro dell'economia a ritmi di sviluppo più consoni alle sue possibilità di medio periodo (che il FMI stima intorno al 3.7% se non ricordo male) e ne uscirebbe politicamente pulito, magari rafforzato dal ragionamento vittimistico.
Ma, come avvertivo sopra, non conosco affatto la Turchia, quindi queste sono poco più che illazioni.