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SE gli danno un incentivo, la persona la trovano.....

Il decreto «manovrina» dello scorso ottobre prevede che, su 1,6 miliardi di introiti per tenere il rapporto deficit/pil al 3% quest'anno, 500 milioni giungano dalla cessione di alcuni asset immobiliari alla Cdp.
Per deliberare questa «partita di giro» (la Cassa è controllata al 70% dal Tesoro) serve il via libera di un dirigente ministeriale.
Secondo quanto si apprende, un alto funzionario di Via XX Settembre ha finora evitato di «mettere la faccia» sul provvedimento, evidentemente ritenendo la materia suscettibile di critiche.
Occorre, perciò, individuare un altro direttore cui passare la patata bollente.
Il processo di selezione non è così rapido come si potrebbe prevedere e non c'è nessuno che scalpita per l'incarico.
 
Interessante questa iniziativa, prima della scissione :lol::lol::lol: forse già sapevano ? Boh :mumble::mumble::mumble:

La Cdu ha spalancato le porte a Magna Charta, fondazione di area Pdl, oggi nell'orbita del Ncd, visto che a presiederla è il ministro per le Riforme Gaetano Quagliariello, fondatore del nuovo partito.
La novità emerge da un fatto che di per sé non ha destato grande interesse.
Dal 14 al 16 novembre, la fondazione italiana ha annunciato la partecipazione al meeting del «German-Italian Young Group» della Fondazione Konrad Adenauer, diretta espressione dei popolari tedeschi.

L'appuntamento si è svolto a Berlino e ha avuto come tema: «L'impatto delle lobby e dei gruppi di interesse nei processi politici».

Niente di strano, se non fosse che la fondazione che prende il nome dallo statista tedesco, con Magna Charta versione berlusconiana, soprattutto negli ultimi tempi, non volesse avere niente a che fare.
Spiega un insider del centrodestra: la «Kas» ultimamente evitava di invitare alle sue iniziative chiunque fosse legato al Pdl di Silvio Berlusconi.

La prima volta a Berlino della fondazione del centrodestra è coincisa con la fase più acuta della crisi del Pdl, quando la scissione era inevitabile.
Se i popolari tedeschi non fossero stati sicuri che l'esito sarebbe stato questo, difficilmente avrebbero fatto partire gli inviti in Italia.
L'incontro di Berlino sarebbe solo la prima puntata di una serie di collaborazioni che il Nuovo centrodestra vuole avviare con i centristi tedeschi, perché l'intenzione della nuova formazione è quella di radicarsi in modo stabile nel Partito popolare europeo.
E a decidere dentro il Ppe sono principalmente i popolari tedeschi.
 
E' da ieri che circola questa notizia. Nessuno l'ha ancora smentita.

C'è una montagna di soldi per prevenire disastri ambientali, quando piove più del solito (può capitare, a novembre) e gli argini cedono, i ponti crollano, le montagne si squagliano.
1384848424-alluvione.jpg






Li versiamo noi, allo Stato, ogni volta che facciamo benzina, paghiamo il bollo, saldiamo la bolletta elettrica, immatricoliamo l'auto o lo scooter, e poi li assicuriamo.

Miliardi di euro in «tasse ambientali», che l'ambiente non lo vedranno mai, perché si fermano prima, inghiottite dallo stomaco onnivoro dello Stato per finanziare altre spese.
Tasse sulle emissioni di combustibili, sulla produzione di energia elettrica, sull'utilizzo di veicoli a motore, altre eco-tasse (sui sacchetti di plastica, pile, oli lubrificanti, imballaggi, materiale per costruzioni), imposte sui rifiuti, sulle fognature, sui biglietti aerei.
Che fanno tutte insieme 44 miliardi di euro, riscossi ogni anno dallo Stato, enti locali inclusi, con lo scopo (ma solo sulla carta) di proteggere l'ambiente e chi ci vive dentro.
Che fine fanno?
Soltanto l'1% delle imposte ecologiche, pari a 448 milioni euro, serve davvero all'ambiente, calcola la Cgia di Mestre su dati dell'Istat.

Significa che 43,4 miliardi circa, prelevati attraverso le imposte cosiddette «green», vengono presi e usati per fare altro (coperture finanziarie varie).
Con l'aggravante che quando c'è il disastro, la soluzione classica è aumentare le accise, com'è stato fatto nel 2011 dopo l'alluvione in Liguria e Toscana (più 0,89 centesimi di euro al litro di carburante).
 
E' da ieri che circola questa notizia. Nessuno l'ha ancora smentita.

C'è una montagna di soldi per prevenire disastri ambientali, quando piove più del solito (può capitare, a novembre) e gli argini cedono, i ponti crollano, le montagne si squagliano.
1384848424-alluvione.jpg






Li versiamo noi, allo Stato, ogni volta che facciamo benzina, paghiamo il bollo, saldiamo la bolletta elettrica, immatricoliamo l'auto o lo scooter, e poi li assicuriamo.

Miliardi di euro in «tasse ambientali», che l'ambiente non lo vedranno mai, perché si fermano prima, inghiottite dallo stomaco onnivoro dello Stato per finanziare altre spese.
Tasse sulle emissioni di combustibili, sulla produzione di energia elettrica, sull'utilizzo di veicoli a motore, altre eco-tasse (sui sacchetti di plastica, pile, oli lubrificanti, imballaggi, materiale per costruzioni), imposte sui rifiuti, sulle fognature, sui biglietti aerei.
Che fanno tutte insieme 44 miliardi di euro, riscossi ogni anno dallo Stato, enti locali inclusi, con lo scopo (ma solo sulla carta) di proteggere l'ambiente e chi ci vive dentro.
Che fine fanno?
Soltanto l'1% delle imposte ecologiche, pari a 448 milioni euro, serve davvero all'ambiente, calcola la Cgia di Mestre su dati dell'Istat.

Significa che 43,4 miliardi circa, prelevati attraverso le imposte cosiddette «green», vengono presi e usati per fare altro (coperture finanziarie varie).
Con l'aggravante che quando c'è il disastro, la soluzione classica è aumentare le accise, com'è stato fatto nel 2011 dopo l'alluvione in Liguria e Toscana (più 0,89 centesimi di euro al litro di carburante).

Colpa di grillo no?? Mi meraviglio che li votate ancora....
 
Gary è il Ministro non i politici che hanno eletto il Ministro e poi i funzionari, i dirigenti.
Sono più loro che comandano di chicchessia.

Ma secondo Te, perchè in America quando cambia il Presidente cambiano anche tutti i funzionari ?

E poi questo vizio di cercare una scusa, la scusa dei politici, invece che portare avanti il discorso con concretezza.

Soluzioni non parole.
 

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