Obbligazioni perpetue e subordinate Tutto quello che avreste sempre voluto sapere sulle obbligazioni perpetue... - Cap. 2 (5 lettori)

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fabriziof

Forumer storico
Sottile osservazione :up:, visto che la partecipazione di CDP è sotto forma di preferred shares.
E tuttavia sospetto che il pusher dipenda da come avverrà lo sganciamento di CDP: prima o dopo la vendita della partecipazione?
Visto l'appeal delle 2 T2 io mi metterei dalla parte della ragione. Ma per chi ama l'adrenalina e vuole a tutti i costi massimizzare il possibile gain...
mi prudono le mani sulla 414...
 

Zorba

Bos 4 Mod
Sottile osservazione :up:, visto che la partecipazione di CDP è sotto forma di preferred shares.
E tuttavia sospetto che il pusher dipenda da come avverrà lo sganciamento di CDP: prima o dopo la vendita della partecipazione?
Visto l'appeal delle 2 T2 io mi metterei dalla parte della ragione. Ma per chi ama l'adrenalina e vuole a tutti i costi massimizzare il possibile gain...

Sono d'accordo: io ho solo le 2 T2 di Groupama. A breve dovrei creare un po' di liquidità e meditavo di metterne una parte qui. Mi frena il fatto che sia già abbastanza esposto. Mi ingolosisce, invece, il fatto che Groupama potrebbe essere una buona scommessa, visto che sta procedendo seriamente con le dismissioni.
 

Rottweiler

Forumer storico
Sono d'accordo: io ho solo le 2 T2 di Groupama. A breve dovrei creare un po' di liquidità e meditavo di metterne una parte qui. Mi frena il fatto che sia già abbastanza esposto. Mi ingolosisce, invece, il fatto che Groupama potrebbe essere una buona scommessa, visto che sta procedendo seriamente con le dismissioni.

In perfetta sintonia :up:.
E' un dilemma classico: molti elementi oggettivi ci dicono che siamo ad un punto di svolta. Così il gusto della scommessa ci spinge ad esagerare (vero, Russia? :D). D'altronde siamo anche consapevoli che le 1000 incertezze, dentro e fuori Groupama, potrebbero riservare sorprese negative.

Come regolarsi?

Vale la pena di chiedersi: come quoterebbero le 3 sub, nelle odierne acque agitate, se Groupama recuperasse lo status di assicuratore di livello medio, senza particolari problemi?

Probabilmente la 464 sarebbe intorno a 85, la 751 e la 414 intorno a 65.

Allora chiediamoci: in caso di buone notizie, ci sarebbe il tempo per salire sul treno già in movimento? Probabilmente sì. Allora chi crede nella riscossa di Groupama forse può fare le sue puntate con gradualità e prudenza...
 

camaleonte

Forumer storico
In perfetta sintonia :up:.
E' un dilemma classico: molti elementi oggettivi ci dicono che siamo ad un punto di svolta. Così il gusto della scommessa ci spinge ad esagerare (vero, Russia? :D). D'altronde siamo anche consapevoli che le 1000 incertezze, dentro e fuori Groupama, potrebbero riservare sorprese negative.

Come regolarsi?

Vale la pena di chiedersi: come quoterebbero le 3 sub, nelle odierne acque agitate, se Groupama recuperasse lo status di assicuratore di livello medio, senza particolari problemi?

Probabilmente la 464 sarebbe intorno a 85, la 751 e la 414 intorno a 65.

Allora chiediamoci: in caso di buone notizie, ci sarebbe il tempo per salire sul treno già in movimento? Probabilmente sì. Allora chi crede nella riscossa di Groupama forse può fare le sue puntate con gradualità e prudenza...


Ciao Rott.
Io ci credo e, mi sento molto tranquillo, c'è solo un piccolo paerticolare:
la "gradualità" implica lotticini da 50000€ nominali!
 

fabriziof

Forumer storico
In perfetta sintonia :up:.
E' un dilemma classico: molti elementi oggettivi ci dicono che siamo ad un punto di svolta. Così il gusto della scommessa ci spinge ad esagerare (vero, Russia? :D). D'altronde siamo anche consapevoli che le 1000 incertezze, dentro e fuori Groupama, potrebbero riservare sorprese negative.

Come regolarsi?

Vale la pena di chiedersi: come quoterebbero le 3 sub, nelle odierne acque agitate, se Groupama recuperasse lo status di assicuratore di livello medio, senza particolari problemi?

Probabilmente la 464 sarebbe intorno a 85, la 751 e la 414 intorno a 65.

Allora chiediamoci: in caso di buone notizie, ci sarebbe il tempo per salire sul treno già in movimento? Probabilmente sì. Allora chi crede nella riscossa di Groupama forse può fare le sue puntate con gradualità e prudenza...

forse sbaglio ma io proprio non riesco a immaginare che group non paghi la t1 e paghi i t2:rolleyes:
 

ferdo

Utente Senior
Sono d'accordo: io ho solo le 2 T2 di Groupama. A breve dovrei creare un po' di liquidità e meditavo di metterne una parte qui. Mi frena il fatto che sia già abbastanza esposto. Mi ingolosisce, invece, il fatto che Groupama potrebbe essere una buona scommessa, visto che sta procedendo seriamente con le dismissioni.

pero' tanto fumo e carne al fuoco, ma l'arrosto non sta uscendo
 

ferdo

Utente Senior
In perfetta sintonia :up:.
E' un dilemma classico: molti elementi oggettivi ci dicono che siamo ad un punto di svolta. Così il gusto della scommessa ci spinge ad esagerare (vero, Russia? :D). D'altronde siamo anche consapevoli che le 1000 incertezze, dentro e fuori Groupama, potrebbero riservare sorprese negative.

Come regolarsi?

Vale la pena di chiedersi: come quoterebbero le 3 sub, nelle odierne acque agitate, se Groupama recuperasse lo status di assicuratore di livello medio, senza particolari problemi?

Probabilmente la 464 sarebbe intorno a 85, la 751 e la 414 intorno a 65.

Allora chiediamoci: in caso di buone notizie, ci sarebbe il tempo per salire sul treno già in movimento? Probabilmente sì. Allora chi crede nella riscossa di Groupama forse può fare le sue puntate con gradualità e prudenza...

assimilata a sns banca/assicurazione vedrei 10 punticini in meno circa ad oggi
 
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TheLondoner

Forumer storico
«Basta con i manager-finanzieri
E ora si cambi alle Generali»


Del Vecchio: le banche aiutino le imprese. Ma perché tutti quei fondi a Ligresti? Un miracolo l'impegno di Monti per il Paese




«Sono un po' a disagio. Sono azionista delle Generali con il 3%. Sono uscito dal consiglio perché non volevo litigare. Non con Geronzi. La sua uscita non contava e non è contata niente. Ma con il management. Il problema è che quando da assicuratori si vuole diventare finanzieri comprando partecipazioni le più disparate, non si fa un buon servizio alle Generali che restano una delle migliori aziende, se non la migliore, d'Italia. Purtroppo questo è un vizio nazionale. Tutti vogliono fare il mestiere di altri. Mentre questo è un periodo nel quale ognuno di noi dovrebbe pensare a fare bene il proprio dovere. Guardi cosa accade al governo. E' un miracolo che un uomo come Monti si stia impegnando per risanare il Paese. Eppure già c'è chi pensa di votare a ottobre, e sarebbe un disastro. O chi crede che lo spread sia ormai domato, mentre ci vuole un attimo che torni a 600». Leonardo Del Vecchio, classe 1935, ha creato dal niente una delle più belle aziende al mondo, la Luxottica. Studiata nelle università come caso imprenditoriale, ha sempre fatto lo stesso mestiere, costruire e distribuire occhiali.
«I miei investimenti nelle Generali o in Unicredit o in Foncière des Régions sono personali. Mi considero quindi un investitore e come tale credo che le Generali, uno dei fiori all'occhiello del Paese, abbiano bisogno di un cambio. L'amministratore delegato Perissinotto era il migliore assicuratore d'Italia e forse d'Europa».

Ma allora qual è il problema se Perissinotto è il migliore d'Europa?
«Il problema è quando si vuole fare finanza. Quando, usando i soldi dei risparmiatori che vorrebbero solo fossero ben gestiti, si comprano invece un pezzettino di Telecom e l'1% di una banca russa; si mettono a repentaglio oltre due miliardi con un altro finanziere come il ceco Kellner; oppure ci si impegna nell'operazione CityLife in una percentuale che nessun immobiliarista al mondo farebbe; e sui fondi greci sono stati persi 800 milioni. Penso quindi che oggi l'amministratore delegato, capo azienda unico, senza alibi di azionisti e presidenti, dovrebbe dare dignitosamente le dimissioni. Dovrebbe, sarebbe rispettoso verso gli investitori, gli azionisti e gli assicurati. So che in Italia questo non è uno sport nazionale, ma al suo posto non mi presenterei all'assemblea. Sono sicuro che ci sarebbe un'ovazione quasi scaligera».

Eppure la compagnia non soffre, i risultati operativi sono solidi anche in questa situazione...
«La parte assicurativa va bene, come le ho detto. Ma al mio amico Della Valle, che è così contento del management ma che non ha un'azione della compagnia, vorrei ricordare che in cinque anni il titolo ha perso i due terzi del suo valore. Dal primo gennaio è sotto del 12%, a confronto Allianz è sopra del 14%, in un anno il titolo ha perso il 34%. Dividendo quasi azzerato. Quello che mi dà fastidio è che i fondamentali sono buoni, l'attività assicurativa funziona. Ma voler fare i finanzieri è quello che rovina tutto. Stessa identica cosa accaduta in Unicredit. Una banca nella quale ho investito da oltre vent'anni».

Cosa c'entra Unicredit?
«E' lo stesso problema delle Generali. Fino a che ha fatto la banca è andata bene. Poi ha iniziato ad acquistare partecipazioni, ha voluto fare fusioni. Alessandro Profumo mi si è trasformato sotto gli occhi. Negli ultimi anni è cambiato. E' arrivata anche lì la finanza. Ed è andata come è andata. Io me le ricordo bene le banche che facevano il loro mestiere».
Ci sono allora istituti che aiutano le imprese...
«C'erano. Quando nel 1981 andai da Rondelli, all'epoca numero uno del Credito Italiano, per chiedergli di aiutarmi a crescere negli Stati Uniti comprando Avant Garde, non ebbe esitazioni. Esaminò il progetto, si fece illustrare i programmi e diede il via libera. Ma oggi nelle banche chi fa più questo mestiere? Lo chieda alle imprese, a una piccola azienda che vuole crescere, l'aiuto che riceve dalle banche».
Hanno ragione quindi a lamentare l'assenza di credito?
«Non si tratta di credito, si tratta di assistere le imprese. I primi anni che eravamo in America, appena ricevevamo un ordine la banca ci anticipava il 30-40% perché ovviamente passava del tempo prima di incassare. E il tutto avveniva a tassi decenti. Oggi c'è qualche istituto che lo fa? Guardate Fonsai come sta andando».

Sta andando che l'Antitrust ha bloccato l'operazione...
«Non conosco la vicenda, ma quello che mi chiedo è perché Mediobanca e Unicredit abbiano dato tutti quei soldi a Ligresti. Ma scusi, se fosse una buona azienda i francesi di Axa o Groupama si sarebbero fatti avanti per comprarla. E invece si procede a una fusione con due aumenti di capitale che mi fanno pensare che tra tre anni saranno ancora in difficoltà. E' questo che fa male all'Italia. Perché il nostro Paese funziona, funziona meglio di quanto si creda. Le imprese, le industrie girano».

Ma le statistiche raccontano un'altra Italia.
«Non sto dicendo che vada tutto bene, dico che il sistema produttivo funziona. Luxottica ha il 4% del fatturato che arriva dall'Italia. Ma sempre in Italia abbiamo il 60% della produzione, l'ingegneria, il design. Questo significa che qui si può produrre e si può essere competitivi. E come noi ci sono tante altre aziende, le faccio anche i nomi: Interpump, Brembo. Pensi a Tronchetti Provera».


Pirelli?
«Sì. Prima l'ha salvata. Poi, comprando Telecom, Pirelli s'è rovinata. Ma quando ha abbandonato le telecomunicazioni ed è tornato a fare solo pneumatici, l'ha nuovamente rilanciata. E guardi che con Tronchetti ho avuto parecchio da ridire. Ma il suo esempio vale per far capire che bisogna essere concentrati sul business, non farsi distrarre. In Italia siamo abilissimi a parlare d'altro. A quella povera ministro Fornero stanno facendo vedere l'inferno. E solo perché ha voluto ritoccare l'articolo 18 e fare le riforme delle quali questo Paese ha bisogno».

Sull'articolo 18 si sono messi a rischio persino dei governi.
«Ridicolo. Ne discutevo con il vicepresidente di Luxottica, Luigi Francavilla, che è con me dagli inizi. E' vero, a noi non interessa, dei nostri 62 mila dipendenti forse solo uno sarebbe stato licenziato. I partiti non se ne rendono conto, ma in Italia dobbiamo solo sperare che questo governo duri. E' un miracolo se ciò accade. Passera mi sembra già più politico, ma si capisce che le persone sono lì per governare».

Ma allora cos'è che non va?
«Quando le dicevo del credito, quella è una. Se vado in Francia con la mia società immobiliare i prestiti li ottengo con un differenziale dell'1,8%; in Italia, se mi va bene e se mi prestano dei soldi, siamo al 3,5%. Ripeto, se mi danno i soldi è perché mi chiamo Del Vecchio: pensi a una persona normale. Del resto abbiamo visto come funzionano le banche. I consigli d'amministrazione ratificano quello che decide il numero uno. Alle Generali l'amministratore delegato poteva disporre investimenti fino a 300 milioni, limite che ora hanno abbassato a 100, una cifra elevatissima comunque. Il nostro Andrea Guerra ha fatto crescere la Luxottica attraverso acquisizioni in tutto il mondo e gode della piena fiducia di tutti, in azienda e fuori. Eppure anche per spese di pochi milioni informa il consiglio, pretende che si discuta in più occasioni e che si sia convinti di ogni decisione».

Daniele Manca

Pronta risposta di Perissinotto;)
AGI.it - Generali: Perissinotto, soldi ben investiti; non facciamo occhiali
 
Stato
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