Il
risultato elettorale europeo ha messo in discussione tutte le certezze relative alla continuità politica dell’Eurozona nei prossimi cinquw anni e la probabile revisione di molte tematiche che sono state sconfitte nell’urna dagli elettori. In particolare l’impatto maggiore è arrivato dalla Francia, dove il presidente Macron ha sciolto il parlamento durante gli exit poll e quindi ancor prima dell’effettivo risultato elettorale che lo ha visto nettamente sconfitto. Con quest’ultima decisione in particolare,
il riflesso sui mercati è stato notevole e la volatilità è stata molto forte, sia sui mercati azionari che
soprattutto sulla parte obbligazionaria, dove i rendimenti sono impazziti con una prima forte accellerata, recuperata poi parzialmente.
Con questa situazione il fulcro economico della settimana,
dopo il taglio “hawkish” della Bce annunciato la settimana scorsa, doveva essere la due giorni della
Fed, passata quasi sotto silenzio e oscurata da altri eventi. Era
scontato che la banca centrale Usa lasciasse i tassi di interesse invariati, dopo
i dati forti sul mercato del lavoro giunti venerdì scorso che
hanno allontanato ulteriormente un possibile allentamento monetario da parte del Fomc quest’anno. Sebbene il tasso di disoccupazione sia salito inaspettatamente al 4% a maggio, dal precedente 3,9%, l’aumento oltre le attese dei nuovi payroll ha smentito le aspettative di un raffreddamento occupazionale che potrebbe aiutare l’istituto nella lotta a un’inflazione ancora palpabile.
Quindi ogni decisione in materia di riduzione dei tassi viene posticipata probabilmente a dicembre, con una serie di proiezioni che sembrano allontanare la prospettiva di una riduzione dei costi di finanziamento negli Stati Uniti prima delle elezioni presidenziali del 5 novembre. I funzionari della Fed si sono riposizionati dall’aspettativa di tre decrementi da un quarto di punto percentuale a uno solo nel 2024, nonostante il riconoscimento di “modesti ulteriori progressi” verso l’obiettivo di inflazione del 2%. Intervenuto in conferenza stampa al termine della riunione politica di due giorni, Jerome Powell ha affermato che tale combinazione riflette una prospettiva conservativa riguardo all’andamento dei prezzi al consumo da parte dei responsabili politici. Poco prima, dati del dipartimento del lavoro USA, avevano evidenziato che l’indice dei prezzi al consumo ha rallentato più del previsto il mese scorso. Per Powell, la possibilità di un soft landing per l’economia Usa è ancora possibile.
Reazione sul secondario praticamente nulla per i
rendimenti Usa con il
Treasury decennale al
4,3% ed il
Gilt inglese al
4,18%. Venendo invece all’Eurozona è stato un susseguirsi di fulmini e saette. Quasi in secondo piano passa il dato dello
spread Btp/Bund che si alza di 10 punti base da 130 a 140 circa, mentre ben più consistente è stato il movimento di spread tra Oat francese e
Bund. Nel giorno seguente alle elezioni di domenica era rimasta la sola Germania ad essere sotto il 3% mentre il nostro
Btp era volato oltre il 4% portandosi in avvicinamento molti altri Paesi. Per fortuna nelle ultime sedute la volatilità è rientrata ed a fare compagnia ai tedeschi sotto il 3% sono tornate Olanda ed Irlanda, mentre il nostro Btp è
ritornato sotto il 4%. Per gli
Oat decennali il
rendimento si è
avvicinato al 3,25% con rumors anche di un possibile downgrade del paese. Per i titolo EU il rendimento è vicino al 3,15 per cento.
Buone notizie in Eurozona sono arrivate da
Cipro, che ha ricevuto un upgrade con outlook positivo da parte dell’agenzia
Fitch che ha portato il rating a
BBB+. Il miglioramento dell’outlook, riflette la riduzione della vulnerabilità agli shock finanziari, la resilienza a negativi fattori esterni e il positivo trend fiscale nel medio termine, sostenuto da una politica fiscale improntata verso la prudenza e che dovrebbe continuare a portare miglioramenti strutturali nei paramentri di credito del Paese.
I nuovi collocamenti governativi sotto la lente
Molto difficile trovare anche l’equilibrio per i nuovi titoli collocati sul mercato; tra i campioni della settimana in primo piano il deal dell’
EU con un
nuovo benchmark a 15 anni, Isin EU000A3LZ0X9, collocato per sei miliardi con ordini arrivati ai lead dell’operazione via sindacato per oltre 37 miliardi. Alla fine la quadra si è trovata con la
cedola fissata al 3,375% mentre il prezzo d’emissione a 98,818 porta il
rendimento a scadenza al 3,47%. Buona la performance in grey market con il prezzo che si è portato a ridosso di quota 100 nel giro di un paio di sedute. Taglio retail con minimo trattabile da mille euro con multipli di mille.
Per la Gran Bretagna, record di richieste al sindacato incaricato dell’emissione del nuovo
Gilt decennale, arrivate a superare i 110 miliardi di sterline a fronte di un’offerta di 11 miliardi. Nello specifico il
nuovo Gilt ha cedola del 4,25%, Isin GB00BQC82C90 ed un taglio minimo super retail con 1 sterlina negoziabile. Prezzo d’emissione a 99,233 con salita verso quota 99,70 fin dai primi scambi di grey market.
Sul
dollaro ha puntato la
Serbia con un nuovo deal a 1,5 miliardi con
scadenza 2034 e
cedola del
6%. In realtà il
rendimento del titolo è più alto, il
6,3% circa in quanto il prezzo d’emissione è stato fissato a 97,864 che si è poi leggermente indebolito sul grey market successivo. Il taglio minimo è istituzionale da 200mila dollari con multipli di mille e il rating assegnato è
Ba2/BB+/BB+.
Tra gli emergenti. il
Senegal del nuovo corso supera il test dei mercati con l’emissione di un
bond in dollari che ha raccolto capitali per 500 milioni ed il giorno successo ha collocato una seconda tranche da 250 milioni. L’operazione è andata in porto e così lo stato dell’Africa occidentale si ritrova nelle casse 750 milioni. Il bond del Senegal ha scadenza nel 2031, per cui presenta una durata iniziale di sette anni. La
cedola annua lorda è stata fissata al
7,75%, un tasso non così elevato per un emittente “non investment grade” Isin XS2838363476 e taglio minimo da 200mila dollari con ultipli di mille. La reazione del mercato sembra essere stata positiva, se è vero che i prezzi delle altre scadenze sono saliti leggermente dopo l’emissione del nuovo bond, infatti nel grey market il prezzo è salito da 94,099 di emissione fino quasi a quota 96.
Le nuove emissioni corporate sotto i riflettori
Uno dei deal di maggior successo della settimana è quello della società francese di energia,
Edf, che ha proposto al mercato un triplo green deal su
scadenze a sette, 12 e 20 anni. Nello specifico il bond più breve, Isin FR001400QR62 è stato collocato per un miliardo con cedola del 4,125% e prezzo d’emissione a 99.839; il bond a 12 anni con Isin FR001400QR70 è stato collocato per 750 milioni con cedola del 4,375% al prezzo di 99,369; mentre il più lungo a 20 anni è stato emesso per 1,25 miliardi con cedola del 4,75%, Isin FR001400QR88 e prezzo d’emissione a 97,177. Rating assegnato è
BBB mentre il taglio minimo è stato fissato a 100mila eueo con multipli di 100mila; perfromance ottima su tutte e tre le scadenze nel grey market, con aumento nell’ordine di mezzo punto per il più breve ed oltre 1,5 punti per il lungo con rendimento sceso dal 4,81% del prezzo d’emissione al 4,68 per cento.
Webuild, società di costruzioni ha organizzato un roadshow con investitori, sia italiani sia internazionali, per valutare le condizioni di mercato in vista dell’emissione di obbligazioni senior non garantite a tasso fisso. I fondi raccolti saranno destinati al rimborso dell’indebitamento esistente e l’operazione permetterà di allungare le scadenze del debito del gruppo e di ridurre i fabbisogni finanziari del 2024 e 2025. La società ha collocato successivamente un nuovo bond senior con
scadenza cinque anni, 20 giugno 2029, e ammontare 500 milioni di euro. Nel dettaglio:
cedola fissa annua 5,375%, prezzo 100, lotto minimo 100mila euro con multipli di mille. Rating
BB e Isin XS2830945452.
K+S, quinto produttore mondiale di potassio e fertilizzanti, ha collocato un senior bond da 500 milioni di euro con
scadenza cinque anni, rivolto ad investitori istituzionali. L’emissione è avvenuta in seguito a un processo di book building che ha raccolto domande per circa 2,1 miliardi di euro. Il livello inizialmente comunicato al mercato di circa 190/200 punti base sopra il tasso mid-swap è stato pertanto rivisto e fissato a 155 punti base. In conseguenza di questo la
cedola annuale è stata determinata al
4,25%, con prezzo di emissione/re-offer di 99,147 e rendimento finale 4,444%. Lotto minimo negoziabile 100mila euro con multipli di 100mila, rating
BBB- e Isin XS2844398482.
Reckitt Benckiser Treasury Services, produttore e distributore di prodotti per la cura personale e assitenza sanitaria, ha collocato un
bond dual tranche in euro e sterline. La
tranche in euro ha
scadenza cinque anni, il 20 giugno 2029, e prime indicazioni di rendimeto in area +110 puntibase. Isin XS2842083235. La
tranche in sterline ha
scadenza otto anni, il 20 dicembre 2032, e prime indicazioni in area +120 punti base sul gilt di pari durata. Isin XS2842083318. Rating
A e lotto minimo di negoziazione 100mila euro con multipli di milla.
Powszechna Kasa Oszczędności Bank Polski ha collocato un’obbligazione 5NC4 senior non preferred, ammontare 500 milioni di euro. L’obbligazione (Isin XS2842080488) verrà rimborsata a 100 alla
scadenza finale fissata il
18 giugno 2029, l’emittente ha la facoltà di richiamare il bond alla scadenza del quarto anno. Prime indicazioni di rendimento in area +180 punti sopra il tasso midswap, abbassate a +155 a fine collocamento. Nel dettaglio:
cedola 4,50%, prezzo 99.628 e rendimento 4,604% Lotto minimo di negoziazione 100mila euro con multipli di mille e rating
Baa3.
Unicredit guarda nuovamente all’investitore retail e colloca una nuova obbligazione della durata di
dieci anni, con un
tasso variabile legato all’Euribor a tre mesi. Le
cedole trimestrali sono legate all’andamento del tasso Euribor 3 mesi, +160 ed un
cap annuo posto al 5,45%. Si tratta della quinta emissione da gennaio 2024 a oggi. L’obbligazione è acquistabile fino al 28 giugno al prezzo di emissione di 100. Queste obbligazioni sono pensate in ottica di chi vuole continuare a investire a un tasso variabile nonostante il previsto calo dei tassi. Il codice Isin è IT0005599110 e l’investimento minimo è pari a 1.000 euro.
Anche
Goldman Sachs punta su un bond retail dal taglio minimo basso. Basteranno 100 euro per acquistare il nuovo titolo di debito della banca americana, un decennale in euro in
scadenza l’11
giugno 2034 che renderà fino al 5%. Il bond che ha un ammontare di 50 milioni di euro (l’emittente può diminuirlo in ogni momento) e codice Isin XS2567562694, offre agli investitori un
flusso cedolare annuale lordo pari al 5% annuo per i primi tre anni.
Dal quarto anno in poi il meccanismo cambia, si passa a tassi condizionati lordi pari al 5% a partire dal quarto anno fino alla scadenza se, alle rispettive date di osservazione annuali, il tasso Euribor a 3 mesi registrerà un valore pari o superiore al 2,25%. Nel caso questo tasso non venisse osservato, la cedola di quell’anno non verrebbe corrisposta. A scadenza è previsto il rimborso integrale del valore nominale, cioè 100 euro per ogni obbligazione. L’obbligazione è acquistabile sul
Mot di
Borsa Italiana attraverso la propria banca, online banking o piattaforma di trading online.
Banca Popolare Alto Adige è pronta a collocare una nuova obbligazione OBG, scadenza sette anni, ammontare 300 milioni di euro.