UN BEL GIORNO TUTTO AVRA' UN SENSO. QUINDi, PER IL MOMENTO, NON FARTI DEPRIMERE DALLA

Buongiorno.
.«A leggere il profluvio di dichiarazioni dei parlamentari del Partito democratico, innescati come spesso succede dal membro della commissione di Vigilanza Michele Anzaldi, non so se ridere o piangere» attacca Giannini. «Anzaldi mi accusa di aver offeso il ministro Boschi, perché durante l'ultima puntata di questa trasmissione ho usato la formula «rapporti incestuosi» per definire il pasticcio che si è creato, tra management, politica, massoneria e finanza, intorno a Banca Etruria. Per questo dice Anzaldi - la Rai mi dovrebbe «licenziare». Altri esponenti del Pd, generosi, mi offrono almeno una scappatoia: «Giannini chieda scusa».


Qualcuno lo fa a scoppio ritardato. Ernesto Carbone era qui in studio a Ballarò, martedì scorso, magari ve lo ricorderete, e proprio a lui mi rivolgevo con la formula «incriminata», sintetizzando quanto avevano appena sostenuto il collega Antonio Padellaro e l'onorevole Mara Carfagna a proposito del presunto conflitto di interessi di Maria Elena Boschi e di suo padre Pierluigi. In quel momento, durante la diretta, Carbone non ha battuto ciglio, né obiettato alcunché (non essendoci evidentemente nulla da obiettare, tanto era chiaro e «innocente» il senso delle mie parole). Ma ventiquattrore dopo deve aver cambiato idea, forse folgorato dall'accusa postuma di Anzaldi».



«Allora, in mezzo alla bufera, mi preme sottolineare due cose. È penoso che, per contestare un programma evidentemente considerato fuori linea, si usi un argomento così strumentale. E si trasformi in un'offesa personale al ministro Boschi una frase che, per il significato e il contesto in cui è stata pronunciata, non poteva e non può prestarsi ad alcun genere di equivoco. Ma nel partito di maggioranza c'è chi fa finta di non capire, e utilizza questo episodio come una «clava» contro Ballarò (vezzo non nuovo, per altro). La cosa mi indigna. E mi dispiace molto. Ma non capisco proprio di cosa dovrei «chiedere scusa», pubblicamente, dal momento che, come si direbbe nel gergo dei tribunali, «il fatto non sussiste».


Quello che sussiste, viceversa, è l'ennesimo paradosso di un Palazzo che, di fronte ai tanti problemi in cui si dibatte l'Italia e ai tanti interrogativi che assillano il mondo, perde tempo a sollevare polveroni del genere. Ma quello che sussiste è anche l'ennesimo attacco a chi cerca di fare solo informazione. È l'ennesima torsione del concetto di «servizio pubblico», utile se serve a chi governa, più che a chi guarda la tv». Di certo «non spetta ai partiti decidere chi può lavorare nella prima azienda culturale del Paese. A meno che non si debba dar ragione a Roberto Saviano, quando scrive «ciò che sotto Berlusconi era inaccettabile, adesso è grammatica del potere. La Rai mi può licenziare. Il Pd, con tutto il rispetto, proprio no».



E intanto si compone il puzzle renziano in Rai. il corrispondente da Parigi ed ex direttore del Tg3 dal 2001 al 2009 Antonio Di Bella sarà il prossimo direttore di Rainews24.
 
Io non sono in grado di dire chi abbia ragione, ma ........da quanto vedevo ed ho appreso nel passato meno recente, questa si chiama "dittatura stalinista".

Distribuiscono coperte ai senzatetto. Consegnano vestiario alle famiglie in difficoltà economica. Regalano pacchi di pasta ai 136 lavoratori della Solland Silicon di Bolzano che non ricevono lo stipendio da 4 mesi. Organizzano doposcuola gratuiti per i bambini bisognosi di Ostia. Raccolgono rifiuti per riqualificare le aree verdi degradate nel segno di un ambientalismo militante che da anni, oramai, alla sinistra non interessa più. Intervengono dopo le calamità naturali per portare viveri e aiuti alla popolazione, come in Abruzzo dove furono impegnati per mesi dopo l’emergenza terremoto del 2009. Promuovono il mutuo sociale tutelando famiglie sfrattate e in difficoltà. Aprono sportelli di consulenza gratuita per i cittadini disoccupati. Si interfacciano con le amministrazioni locali per richiedere l’assegnazione di immobili alle famiglie indigenti.
Ma per il Pd e la sinistra italiana sono pericolosissimi delinquenti da perseguire e arrestare a tutti i costi. Poco importa che i tecnici e gli analisti del Viminale, cioè della Direzione centrale della polizia di prevenzione, la vecchia Ucigos, sollecitati dal giudice civile di Roma, Daniela Bianchini, definiscano, in una relazione, i militanti di Casapound impegnati in decine e decine di progetti sociali, costretti spesso a difendersi dalle violenze dell’antifascismo militante, fatti segno di aggressioni feroci che ne limitano l’agibilità.
Pd http://www.partitodemocratico.ite Sinistra italiana irritati dalla relazione tentano di mettere le mani non solo sul Viminale ma perfino sulla polizia per eterodirigerla in maniera tale da perseguire gli avversari politici e da ridurli al silenzio. La vecchia tentazione antidemocratica di una certa sinistra che vorrebbe applicare alla lettera il credo gramsciano dell’occupazione dei gangli nevralgici dello Stato torna dunque a titillare i cervelli di ex-vendoliani ed esponenti della sinistra più radicale che chiedono con un’interrogazione ad Alfano http://www.interno.gov.it/it/angelino-alfanodi intervenire sull’Ucigos per correggere le analisi su Casapound.https://it-it.facebook.com/casapounditalia
 
E così non si fa ....

Ci risiamo. Un’altra ex terrorista rossa in cattedra, come già in passato i vari Curcio, Franceschini e Morucci. Stavolta è l’invito rivolto ad Adriana Faranda a partecipare nella sede della Scuola della magistratura a un corso di formazione per i giudici sulla giustizia riparativa, che si aprirà domani a Scandicci, a provocare una polemica tra le toghe. E sulla mailing list delle correnti di sinistra della magistratura si apre un dibattito acceso tra chi difende l’iniziativa e chi invece la ritiene “assurda” . È “attonita”, prima ancora che “amareggiata”, Alessandra Galli, figlia del giudice Guido ucciso da Prima Linea, che esprime il suo “sconcerto” non per l’argomento dell’incontro,”ma per la decisione di invitarvi Adriana Faranda. È inaccettabile il dialogo in una sede istituzionale come questa con chi ha ucciso per sovvertire lo Stato e la Costituzione alla quale noi, come magistrati abbiamo giurato fedeltà”. Analoghe le riserve del procuratore di Torino Armando Spataro, che fu tra i più importanti collaboratori del generale Dalla Chiesa nella lotta al terrorismo, insieme a tanti altri eroi dimenticati, come si ricorda in questo libro: “Le mie perplessità non sono affatto collegate all’oggetto del corso, ma alla presenza di ex terroristi in una Scuola di Formazione per Magistrati”, dice Spataro.
 
:lol::lol::lol:
“Aboliremo le supplenze”. Quella frase, pronunciata da Stefania Giannini a fine agosto 2014 poco prima della presentazione della riforma della scuola, è stata la stella polare dell’operato di governo e Ministero nell’ultimo anno e mezzo: con la stabilizzazione di migliaia di docenti, gli organici funzionali e l’autonomia scolastica, “La buona scuola” avrebbe dovuto cancellare il precariato. A distanza di mesi, dopo l’approvazione della Legge 107 e la realizzazione del piano straordinario, la situazione, però, non è cambiata. Almeno per il momento: nel 2015/2016 i contratti a tempo determinato sono diminuiti impercettibilmente, sfiorando quota 100mila. Anzi – fanno notare i sindacati – “in proporzione sono aumentati, se consideriamo che nel frattempo sono stati assunti quasi 90mila insegnanti”. Per sconfiggere la “supplentite” non è bastato il piano ambizioso del governo Renzi, per cui era stato stanziato un miliardo di euro solo nel 2015, con “riferimento prioritario” proprio alle assunzioni. Colpa della mancanza dei docenti richiesti per alcune classi di concorso. Ma soprattutto delle immissioni in ruolo a scoppio ritardato e dei soliti problemi con le graduatorie, che hanno trasformato l’anno scolastico in corso in un calvario: andirivieni continuo nelle classi, centinaia di convocazioni per trovare i sostituti, e a volte anche i sostituti dei sostituti. “È stato un anno complicato, come e forse più degli altri”, spiega Ezio Delfino, presidente dell’Associazione dei dirigenti scolastici (Disal).
 
Primo caso di contagio di virus Zika per via sessuale, e il primo avvenuto all’interno degli Stati Uniti. Il caso è stato registrato a Dallas, in Texas, e le autorità sanitarie locali – i Dallas County Health and Human Services – riferiscono che per la prima volta il contagio è avvenuto con un rapporto sessuale e non con il morso dell’insetto portatore del virus. Secondo quanto ha scritto su Twitter un funzionario sanitario della contea di Dallas, la persona contagiata avrebbe contratto il virus da un partner che era stato in viaggio in Venezuela.
I Dallas County Health and Human Services fanno sapere di avere ricevuto la conferma del caso di Zika a Dallas dai Centri Usa per la prevenzione e il controllo delle malattie (Cdc). Finora le autorità sanitarie internazionali avevano notato solo un caso di possibile trasmissione del virus Zika da persona a persona per via sessuale, ma l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) aveva affermato che erano necessarie più prove per confermare il contatto sessuale come mezzo di trasmissione.
Intanto i primi due casi sono stati registrati anche in Irlanda. Lo ha annunciato il sistema di sanità pubblica irlandese, lo Health Service Executive (Hse), spiegando che i due casi non sono in relazione fra loro e che nessuna delle due persone è incinta. Entrambe le persone avevano viaggiato in Paesi interessati dalla diffusione del virus.
 
Anche qui fanno pena ......

Il 2015 non è stato un anno brillante per le energie rinnovabili. Da una parte i dati sulla nuova potenza installata e sulla produzione sono in calo, dall’altra si è creato un vuoto normativo a causa del ritardo del governo nell’approvare il decreto con i nuovi incentivi alle fonti diverse dal fotovoltaico. Il provvedimento doveva essere pronto a fine 2014 ma ancora non vede la luce. Gli operatori lo aspettano da tempo, preoccupati degli effetti negativi che questo vuoto sta producendo al settore: rallentamento della crescita del numero degli impianti rinnovabili, aziende costrette a fuggire all’estero o a chiudere e drastico calo degli occupati.
Il lungo iter del decreto e lo stop di Bruxelles - I tre ministeri coinvolti – Sviluppo economico, Ambiente e Politiche Agricole – hanno trovato un accordo su una bozza solo a settembre 2015. Dunque quasi un anno dopo. Il testo è stato poi trasmesso all’Autorità per l’energia e alla Conferenza unificata che hanno dato i loro pareri, in base ai quali il governo ha apportato alcune modifiche. Ora è al vaglio della Commissione europea, che deve certificare la compatibilità delle norme con le linee guida in materia di aiuti di Stato. Indiscrezioni dicono però che Bruxelles sarebbe orientata a chiedere modifiche, eventualità che rallenterebbe ulteriormente l’iter del provvedimento. In generale, il fine del decreto nelle intenzioni dell’esecutivo è sostenere la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (non fotovoltaiche) attraverso la definizione di incentivi e di modalità di accesso semplici. Il tutto per promuovere l’efficacia, l’efficienza e la sostenibilità degli oneri di incentivazione nell’ambito degli obiettivi della Strategia energetica nazionale.
 
Un progetto con un portafogli da 80 milioni di euro per far nascere una

“foresteria dove formare l’elite della classe dirigente che governerà l’Europa nei prossimi decenni”.

Oggi è un rudere sull’isolotto di Santo Stefano, a poche miglia di mare da Ventotene. In passato è stato un carcere borbonico
 

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