Sono queste le sinfonie che hanno accompagnato l’uscita della bara del boss Vittorio Casamonica dalla Chiesa di San Giovanni Bosco, a Roma.
Il 65enne, appartenente all’omonimo clan criminale, composto da nomadi che dagli anni '70 si stabilirono a Roma, grazie anche alla collaborazione con la Banda della Magliana, ed occuparono le zone sud-est della Capitale, per poi estendersi a Castelli Romani e sul litorale con i loro traffici di droga, estorsioni, usura e racket.
Ma dal 2004 è emerso con una indagine della Dia che il clan dei Casamonica, nel tempo si è evoluto, affinando le capacità di gestire denaro e di farlo circolare dall’Italia all’estero e viceversa con metodi di alta finanza ed accumulando un patrimonio di oltre 200 milioni di euro.
Ma mantenendo quel timbro matriarcale che da sempre distingue il clan, infatti, il riciclaggio dei capitali e il loro trasferimento dall’Italia al Principato di Monaco e viceversa, era quasi interamente gestito dalle donne della famiglia.