Renzi atterrato in segreto a casa di Draghi, siamo vicini a un’emergenza Troika?
Pubblicato il 13 agosto 2014, ore 14:03.
Vertice segreto tra Matteo Renzi e Mario Draghi ieri. Un elicottero di Palazzo Chigi atterrato a casa del governatore della BCE. Si proietta un'ombra lunga sul contenuto dell'incontro.
Matteo Renzi è atterrato ieri mattina in elicottero presso la tenuta di campagna del governatore della BCE, Mario Draghi, a Città della Pieve, vicino a Perugia. Secondo alcuni testimoni, l’elicottero della presidenza del consiglio sarebbe, poi, ripartito intorno alle 11.30. Interpellato dall’Ansa, Palazzo Chigi non ha voluto commentare la notizia. Già l’assenza di una smentita implicherebbe una conferma.
Dunque, il premier e il governatore della BCE si sono visti ieri in gran segreto. Che i due possano avere dei faccia a faccia sarebbe un fatto sin troppo ordinario, se non fosse avvenuto nei tempi e nei modi sopra citati.
Lo scorso giovedì, alla conferenza stampa post-board dell’istituto, Draghi aveva invitato i governi a cedere quote di sovranità all’Europa per fare le riforme e aveva stigmatizzato la lentezza nel vararle da parte dell’Italia. Renzi aveva risposto che gli effetti delle riforme non sono immediati come con una bacchetta magica e che l’Italia non avrà bisogno di nessuno per farle, anzi sarà l’Europa a dovere accettare i consigli dei governi sul rilancio della ripresa dell’economia.
Tuttavia, le parole di Draghi erano state considerate unanimemente dalla stampa e dagli analisti un avvertimento a Renzi su un possibile commissariamento dell’Italia ad opera della Troika (UE, BCE e FMI), una dichiarazione di quasi sfiducia – ed è stata la terza in un mese – verso l’operato del governo italiano.
Cosa si saranno detti i due nel faccia a faccia di ieri? Perché tanta fretta da parte del premier nel volere incontrare il numero uno di Francoforte? Non sarebbe stata possibile anche una semplice telefonata?
L’atterraggio in elicottero a casa di Draghi sembra la rappresentazione plastica del momento di estrema difficoltà del nostro paese sul fronte dei conti pubblici, dell’economia e della credibilità internazionale. Il governatore è considerato molto attento ai movimenti sui mercati finanziari e durante l’incontro di ieri avrebbe potuto avvertire il premier che il tempo della fiducia per l’Italia sembra scaduto, che l’Italia non potrà permettersi di chiedere un allentamento del rigore fiscale, che servirà una manovra correttiva per l’anno in corso e che alcune riforme vanno attuate subito. Di certo, non sarà stato un vertice rituale nei toni e nei contenuti. Siamo davvero alla vigilia di un commissariamento dell’Italia da parte della Troika?