Un nuova strategia di trading system: "Bull flattener"

Mi (ci?) spiegheresti meglio come si differenziano "FairValueBest" da "FairValueWorst"?

Ovvero: devo introdurre una forte componente soggettiva per renderli differenti l'uno dall'altro oppure si usanno curve di sconto diverse?

In effetti l'ho riportato in modo criptico. Semplicemente, per best e worst si intendono i due scenari: il migliore rappresenta il fair value che dovrebbe avere oggi il titolo ipotizzando scadenza dicembre 2012, il secondo in caso di non richiamo e di scadenza al 2017.
 
In effetti l'ho riportato in modo criptico. Semplicemente, per best e worst si intendono i due scenari: il migliore rappresenta il fair value che dovrebbe avere oggi il titolo ipotizzando scadenza dicembre 2012, il secondo in caso di non richiamo e di scadenza al 2017.
Ok, adesso è più chiaro.

Quindi prendiamo lo "Yield To Next Call" e lo YTM "classico", calcoliamo il fair value dei due casi e diciamo che il valore atteso deve essere uguale al valore odierno di mercato.

Buona regola del pollice, perchè no?

Specifico che queste regole sono solo approssimazioni: infatti le call date sono molteplici, non esiste solo la prossima; i modelli teorici di pricing tengono perfettamente conto di questo aspetto perchè, in soldoni molto grezzi, replicano il ragionamento di cui sopra per tutti i possibili nodi di valutazione dell'albero degli scenari futuri.

Agendo come descritto, invece, in pratica si valuta solo il primo nodo.

Ai fini del trading di callable si può ignorare la mia precisazione, perchè interessa solo una valutazione spannometrica della probabilità "implicita" di call.

Resta la domanda cruciale: come possiamo stimare una probabilità di call più accurata di quella del mercato?
 
La frase che hai quotato:
Il "trick", a quanto pare, è questo: a non agire razionalmente sono gli investitori, i quali scambiano una rinuncia razionale per un'ammissione di colpevolezza; a sua volta, tuttavia, l'emittente è ostaggio degli investitori, perchè non vuole spaventarli, e quindi si adegua agendo in modo apparentemente non razionale.
si interpreta così:
  1. L'emittente rinuncia razionalmente alla call perchè il prezzo del titolo è inferiore a 100;
  2. gli investitori non interpretano la mossa dell'emittente da un punto di vista razionale, poichè quest'ultimo in passato ha quasi sempre richiamato;
  3. gli investitori interpretano la rinuncia alla call come un segnale di possibile dissesto finanziario;
  4. l'emittente conosce il punto 3. e quindi agisce di conseguenza, richiamando anche se non gli è conveniente (o facendo un a tender offer se il prezzo di mercato è troppo basso).
Un bel problema da teoria dei giochi, vero? :D

Si, il senso di colpa dell'emittente e' quindi attribuibile alla sensazione che gli investitori pensino che la societa' e' in difficolta' finanziaria (o dissesto) e quindi per ovviare a questo senso di colpa preferisce, come e' avvenuto in passato, pagare dazio, pur di evitare illazioni mal poste.
 
Specifico che queste regole sono solo approssimazioni: infatti le call date sono molteplici, non esiste solo la prossima; i modelli teorici di pricing tengono perfettamente conto di questo aspetto perchè, in soldoni molto grezzi, replicano il ragionamento di cui sopra per tutti i possibili nodi di valutazione dell'albero degli scenari futuri.

Agendo come descritto, invece, in pratica si valuta solo il primo nodo.

Ai fini del trading di callable si può ignorare la mia precisazione, perchè interessa solo una valutazione spannometrica della probabilità "implicita" di call.


Attenzione: e' vero che con i processi Hull si valutano tutti i nodi con lo stesso modello, ma la teoria mal si concilia con la pratica perche' nella questione reputazionale il primo nodo non puo' avere affatto lo stesso fair value degli altri nodi.

Questo processo analitico come l'Hull o il Black 76 va bene per i floorlet, caplet, etc. ma non per un fail
 
Volevo dire con parole semplici che se l'emittente non richiama alla prima possibilita' il mercato prendera' atto che anche i richiami successivi non diventeranno possibili nel rapporto di interazione friendly tra emittente frequent issuer e mercato, a meno che le condizioni di mercato lo impongano con il prezzo sopra i 100. In tal caso la struttura diventa molto negativa per il prenditore, ed e' un effetto che va considerato matematicamente e che mi pare nessuno abbia ancora fatto.

Si tratta in sostanza di un cap al rendimento in presenza di un mancato richiamo alla prima scadenza utile che potrebbe pesare molto in un contesto di discesa dei tassi e salita dei corsi.
 
Capisco quello che vuoi dire.

Il modello Hull-White, e altri, sono tutti costruiti su ipotesi che non hanno nulla a che vedere con quella che sembra la pratica dei rapporti tra emittente e investitore nell'ambito delle callable, quindi direi di trascurarli del tutto.

Qui siamo in un campo più sottile, meno modellabile e basato su comportamenti non del tutto razionali.

Chiaccherando del tema con colleghi più ferrati di me sull'argomento, emerge che l'aspettativa di call per titoli come quelli è altissima; se il prezzo fosse troppo basso, vi sarebbe comunque l'aspettativa di una tender offer... quindi calcio di rigore (ovvero: titolo assolutamente cheap rispetto a quello che può offrire)?

Cerchiamo di ragionare sul punto centrale della questione:

  1. se l'emittente in un modo o nell'altro è costretto quasi sempre a chiamare o a fare una tender offer, significa che si finanzierà costantemente ad un costo ben più alto di quello che l'OAS lascia intendere;
  2. affinchè questa cosa sia accettata di buon grado dall'emittente, significa che il danno atteso in termini di aumento di costo di funding in caso di mancata call è maggiore o uguale dello scotto pagato al punto 1;
  3. vi sono anche delle evidenze che esercitare la Call riesca a ridurre il costo di funding dell'emittente (immagino in virtù del segnale positivo che si dà al mercato), quindi ci potrebbe essere un ulteriore vantaggio a esercitare la Call.
Qual è la sintesi, quindi?

In prima battuta dai punti evidenziati direi che stimare l'impatto di una call sulla yield curve è la chiave di volta per capire quanto è probabile che l'emittente richiami, perchè possiamo capire qual è la convenienza economica dell'operazione.
In prima battuta dai punti evidenziati direi che stimare l'impatto di una call sulla yield curve è la chiave di volta per capire quanto è probabile che l'emittente richiami, perchè possiamo capire qual è la convenienza economica dell'operazione.
Prendiamo il caso della IT0004345242: c'è in giro un flottante di €1,340,575,000 (di questo, parte sarà, in un modo o nell'altro, nel portafoglio della banca, quindi non c'è esborso totale in caso di call).

Il prezzo di emissione è stato di 100, quindi UniCredit ha raccolto €1,340,575,000 con l'obiettivo di pagarci sopra poco più dell'EURIBOR 3M, finanziarsi così le sue operazioni (acquisto di titoli di Stato? :D) e poi restituire il tutto.

Il titolo è stato emesso nel 2008.

Va da sè che richiamare @ 100 alla prossima call date significa semplicemente aver impiegato debito per €1,340,575,000 con una durata pari o inferiore a cinque anni e che abbia reso più dell'EURIBOR 3M: se queste condizioni sono soddisfatte, e UniCredit ritiene che non esercitare la Call comporti danni rilevanti sul costo di funding, può permettersi di non pagare questo rischio.

Per adesso vi sembra ragionevole o sto delirando?
 
Ultima modifica:
Per adesso vi sembra ragionevole o sto delirando?

Lascio in sospeso il tuo ragionamento anche per non monopolizzare la discussione in un dibattito a due. Riterro' di intervenire ulteriormente solo per rilievi tecnici e non di valutazione di strategie aziendali di funding, ad ogni modo gli elementi che ci interessavano sono stati sviscerati almeno per quanto riguarda gli indirizzi di approfondimento.
 

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