Ciao combattente .
Si è battuto fino all'ultimo Raffaele Pennacchio, nonostante la malattia. Con il gruppo di malati gravi ieri aveva ripetuto ai rappresentanti del governo: "Bisogna fare presto perché non abbiamo più tempo".
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Raffaele Pennacchio, aveva partecipato sia al presidio sotto il ministero dell'Economia, la notte precedente, sia all'incontro con il governo. "Raffaele - spiega Lamanna- si è battuto per accendere i riflettori sull'assistenza domiciliare ai disabili gravi e gravissimi che hanno diritto a restare a casa con dignità e a cure amorevoli.
Raffaele era un medico malato di Sla. Proveniva da Macerata Campania, in provincia di Caserta. Da uomo e da medico credeva fermamente nel rispetto della dignità del malato e nella possibilità di assistere i malati gravi e gravissimi nelle loro abitazioni. Per questo si era speso senza riserve e con enorme dispendio di energie per sostenere il progetto 'Restare a casa' del Comitato 16 novembre onlus. Il suo ultimo tweet sul suo profilo è del 21 ottobre scorso, giorno della partenza per Roma dei malati di Sla per partecipare al presidio indetto dalla Onlus. In pensione, sposato (anche la moglie è medico) e con due figli di 20 e 19 anni, aveva lavorato alla Asl di Caserta ed era specializzato in tecniche semeiologiche speciali chirurgiche.
Ieri sera al rientro in albergo, Pennacchio era provato ma contento perchè il Comitato era riuscito a strappare al governo l'impegno per l'aumento del fondo per la non autosufficienza e per l'assistenza domiciliare ai disabili gravi e gravissimi. "Rideva e scherzava- riferisce Lamanna - poi all'improvviso si é accasciato sulla sedia tra il nostro sgomento"."Questa morte ce l'hanno sulla coscienza il governo precedente e quello attuale, che ci hanno costretto a fare nove presidi in un anno e mezzo". "Raffaele era un grande combattente- conclude - e la notte prima aveva voluto essere davanti al ministero, dormendo in ambulanza: al chiuso, protetto, ma aveva voluto esserci".