Val
Torniamo alla LIRA
Se è vero......eh beh.....si cambia pelle......
Immaginazione per immaginazione, si può andare indietro al 2002 e al 2003 e in quelle date si troveranno anche i condoni tombali del tribuno che ha messo le mani nel verminaio della Seconda repubblica. Grillo infatti possiede il 99 per cento delle azioni della Gestimar, una società immobiliare di cui è amministratore unico il fratello Andrea. E la Gestimar, che ha in portafoglio una decina di proprietà fra Liguria e Sardegna, si è avvalsa non una ma due volte del condono. Quello firmato, per intenderci, dal nano di Arcore, come lui chiama con slancio amicale Silvio Berlusconi, e dall'allora superministro dell'Economia Giulio Tremonti.
Ma sì, il leader del Movimento 5 stelle ha utilizzato il tanto deprecabile condono, come prima e dopo di lui hanno fatto migliaia e migliaia di italiani. Connazionali cui va la sua compassione dall'alto di una fiammeggiante retorica. Lui, naturalmente, non ha tempo per aggiornare la propria biografia e raccontare come la Gestimar risolse i suoi problemi. E mise a posto la propria pozione fiscale. Dettagli. Scriveva il comico sul suo blog già il 27 luglio 2006: «L'italiano medio è abusivo e condonista». Poi, non contento, rincarava la dose: «L'italiano medio è un povero cristo che ruba a se stesso e al suo Paese e non lo sa». Grillo, a quanto sembra, rappresenta bene questa mediocrità tricolore perché pattina sopra i due condoni due dell'azienda di famiglia.
Non solo: nel suo palmares c'è anche un condono edilizio per via di un terrazzo da 100 metri quadri che impreziosisce la sua villa di Sant'Ilario a Genova e che il comico aveva fatto ricoprire.
Immaginazione per immaginazione, si può andare indietro al 2002 e al 2003 e in quelle date si troveranno anche i condoni tombali del tribuno che ha messo le mani nel verminaio della Seconda repubblica. Grillo infatti possiede il 99 per cento delle azioni della Gestimar, una società immobiliare di cui è amministratore unico il fratello Andrea. E la Gestimar, che ha in portafoglio una decina di proprietà fra Liguria e Sardegna, si è avvalsa non una ma due volte del condono. Quello firmato, per intenderci, dal nano di Arcore, come lui chiama con slancio amicale Silvio Berlusconi, e dall'allora superministro dell'Economia Giulio Tremonti.
Ma sì, il leader del Movimento 5 stelle ha utilizzato il tanto deprecabile condono, come prima e dopo di lui hanno fatto migliaia e migliaia di italiani. Connazionali cui va la sua compassione dall'alto di una fiammeggiante retorica. Lui, naturalmente, non ha tempo per aggiornare la propria biografia e raccontare come la Gestimar risolse i suoi problemi. E mise a posto la propria pozione fiscale. Dettagli. Scriveva il comico sul suo blog già il 27 luglio 2006: «L'italiano medio è abusivo e condonista». Poi, non contento, rincarava la dose: «L'italiano medio è un povero cristo che ruba a se stesso e al suo Paese e non lo sa». Grillo, a quanto sembra, rappresenta bene questa mediocrità tricolore perché pattina sopra i due condoni due dell'azienda di famiglia.
Non solo: nel suo palmares c'è anche un condono edilizio per via di un terrazzo da 100 metri quadri che impreziosisce la sua villa di Sant'Ilario a Genova e che il comico aveva fatto ricoprire.