ieri ai lavori del finanza forum sono emerse alcune cose delle quali vi voglio notiziare perchè secondo me sono spunti e curiosità interessanti.
se poi a qualcuno non fregasse una cippa si fottesse in cul.o.
la prima, secondo un sedicente esperto consulente per il governo greco tra ottobre e novembre dovrebbe cadere l'attuale governo e questo dovrebbe portare nuova instabilità sui mercati per le ragione greche di cui abbiamo già sofferto. (mettiamo 5-6mila condizionali perchè tanto qui fanno che vogliono, lo sappiamo).
ocio dunque alla amministrative prossime in grecia, della serie meglio saperla sta scadenza che non saperla.
seconda cosa, è stato interessante il momento delle domande e risposte con gli esperti.
tra queste una domanda interessante è stata la seguente:
trading, dalla passione alla professione, si può vivere di trading?
molto spesso nei forum il tema è dibattuto, ebbene carissimi amici,
mi duole deludervi... ma secondo davide biocchi che è l'esperto che ha risposto alla domanda... non si può vivere di trading.
cerco di qualificare e riassumere al meglio la sua risposta.
in effetti la risposta di biocchi è stata molto equilibrata, lo stimavo prima e lo stimo ancor più alla luce di questa risposta in cui biocchi secondo me ha aperto un po' il suo cuore e mostrato il lato più umano che si potesse mostrare in quel contesto.
lui fa trading da dodici anni e se volete leggervi il suo curricula andate a googolare un po', e affermava che negli anni in cui ha vissuto di trading ha avuto grossi problemi in particolare nel 2003 e nel 2004(ha raccontato che nel 2003 riuscì a fare buoni risultati per tutto l'anno e alla fine convinto di poter migliorare ulteriormente i suoi buoni risultati e forte di questi speculò su parmalat distruggendo buona parte del lavoro fatto fino a quel momento, temo si fosse messo long su parmalat il biocchi
).
lui diceva che il condizionamento psicologico di chi deve acquistare il pane con il denaro del trading è fortissimo, pensare di dover provvedere ai bisogni di una famiglia con il trading ed i rischi da esso derivanti non è una scelta equilibrata e probabilmente possibile.
ha detto che il trading deve essere un'attività collaterale ad un'altra che deve invece garantire un reddito certo.
che all'interno di un nucleo familiare, se pure una persona si dedica esclusivamente al trading almeno un'altra deve produrre un reddito certo o devono esserci redditi da rendite immobiliari se non da lavoro ma non esclusivamente l'ipotetico reddito derivante dal trading.
personalmente ritengo sia stato molto onesto davvero biocchi, sono d'accordo con lui pienamente.
ha detto che nel trading non si può sempre operare, e quando si opera non saranno sempre plusvalenze, mantenere una famiglia con alti e bassi simili non è pensabile.
ed io ritengo questo sacrosanto.
altra domanda bella e interessante nella risposta è stata:
nel trading conta più la tecnica e le capacità tecniche o l'aspetto psicologico?
il relatore, vado a memoria forse un tale villa, prima di rispondere rivolgendosi al pubblico ha chiesto di alzare la mano a quanti pensassero che nel trading la psicologia conti più della tecnica e poi il contrario.
ebbene alla prima domanda hanno alzato la mano praticamente tutti, alla seconda domanda solo una persona.
villa ha proseguito quindi dicendo: vediamo di fare cambiare idea al nostro amico che ritiene la tecnica più importante del fattore psicologico.
questo ha raccontato di quando ai primi anni novanta lui e banca d'italia avessero acquistato da una software house americana un software basato su intelligenza artificiale pagato 30 milioni di lire all'epoca.
in italia ce lo avevano solo lui e banca d'italia in quel momento.
un software che tecnicamente a freesurfer manco lo pensava.
ebbene lui smise di impiegarlo dopo 2 settimane e banca d'italia registrò attraverso di esso le perdite più pesanti mai registrate sul mercato btp della sua storia.
questo piccolo esempio (ne ha fatto altri) per dire che se la tecnica fosse la cosa più importante basterebbe un computer a fare eseguire ogni cosa e saremmo tutti ricchi sfondati.
tutti i relatori presenti erano concordi nel ritenere che i fattori psicologici contassero nel trading in una misura che va dal 65 al 70%
anche io pensavo che contassero molto, ma non fino a questo punto.
e invece ripeto, tutti, erano ampiamente d'accordo su questa misura di importanza.
questo che cosa significa miei carissimi cuccioletti-cucciolotti... che siamo persone tutti,
che tutti stiamo dietro ad un monitor e che da supernino a davide biocchi le capacità psicologiche possono al limite sopperire ad una carenza tecnica.
ma che significa capacità psicologiche??
non significa solamente farsela addosso e uscire in loss ogni volta che facciamo un ingresso che dopo un minuto possa rivelarsi sbagliato.
capacità psicologiche significa essere capaci per mezzo delle abilità tecniche di individuare ad esempio un ingresso uno stop un take e poi... PERSEGUIRLO.
molto spesso, si cambia idea troppo in fretta e questo si rivela causa di grossi mali al portafoglio che non si sarebbero registrate se si fosse tenuto fede al progetto realizzato di operazione.
inoltre ha aggiunto che al trading non bisogna assolutamente dedicare il proprio intero capitale.
che i risparmi di lavoro sono il nostro futuro e della nostra famiglia e che solo una parte è saggio sia esposta al rischio del trading.
che lui ha imparato negli anni, ogni volta raggiunta una determinata cifra di guadagni, a metterla via per investirla in qualcosa di molto più solido e concreto per la famiglia.
CONCORDO COMPLETAMENTE.
mi direte... dove sta la novità... beh
fintanto che lo penso io, campisi lonjon e niniofin è un conto, sentire quanto sia così anche per trader professionisti con esperienzone serissime alle spalle è un altro conto.
poi vi racconterò qualche altra chicca, vi saluto.
ci becchiamo in questo weekend.
FORZA INTER!!!