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Vagabondo Silente

Forumer storico
buongiorno :)

ho portato a casa tutto ora

indice 14500 - 13800 700 punti (non male)
fiat 4,11 - 4,05 6 tick (minimo sindacale)
enel 2,54 - 2,45 9 tick (idem sopra)

rimango flat in attesa rimbalzello e poi rientro short :)

saluti
 

Vagabondo Silente

Forumer storico


questa idea è tornata attuale per una motivazione diversa che però richiama il raggiungimento degli stessi valori.... :eek:

in sostanza quando tutto faceva prevedere la continuazione del rialzo (14500) hanno provocato il ribasso , ora che dovrebbe continuare il ribasso fanno un'altra finta e rimbalzano nuovamente, pullbak, e discesa a terminare l'annuale come indicato in figura.... bellina come idea :D:D

14915 sarebbe un buon target.... vediamo gli sviluppi
 
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araldo attendente
vergessen Sie nicht! Gap

Un promemoria, il grafico parla da solo:
 

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araldo attendente
Pessimismo o facile previsione?

Roubini:

Banchieri avidi. Lo sono sempre stati. Nulla cambierà a meno di sanzioni legali.
"Dovrebbero esserci sanzioni penali. Nessuno è andato in prigione sin dalla crisi finanziaria globale. Le banche fanno cose che sono illegali e nel migliore dei casi vengono schiaffeggiate con una multa. Se alcune persone finiscono in carcere, forse sarà una lezione per qualcuno - o qualcuno verrà impiccato per le strade".

Banche troppo grandi per fallire

"Ci sono più conflitti di interesse oggi di quattro anni fa. Le banche erano già troppo grandi per fallire, ora sono ancora più grandi. Le cose vanno peggio - non migliorano".

Sul Summit Ue

"Il vertice è stato un fallimento. I mercati si aspettavano molto di più. O si ha una qualche sorta di debito comune (per ridurre lo spread), o si ha una monetizzazione del debito da parte della BCE, o il bazooka dei fondi EFSF / ESM deve essere quadruplicato - altrimenti gli spread su Italia e Spagna salterebbero in aria giorno dopo giorno. In caso contrario si avrà un'altra crisi più grande non in sei mesi da oggi, ma nelle prossime due settimane".

Sulla Bce che salva l'Europa

"Il solo ente capace di fermare questo è la BCE, che ha bisogno di fare una vera e propria monetizzazione non sterilizzata in quantità illimitata, che è politicamente scorretto da dire e costituzionalmente illegale da fare".
Il problema spread continuerà a intensificarsi. Necessaria una monetizzazione illimitata e non sterilizzata da parte della Banca centrale europea. Purtroppo impossibile.

Sul debito in comune

"Non è solo la Germania a dimostrarsi un paese forte, ma anche altri principali tra cui i Paesi Bassi, Austria e Finlandia. La Finlandia non vuole nemmeno accettare la mutualizzazione indiretta delle passività (fondi EFSF / ESM)".

Trascinarsi di problemi

"Entro il 2013 la capacità dei politici di rimandare le soluzioni ai problemi diminuirà, e nella zona euro il treno non deraglierà più a rilento, ma a grande velocità. Gli Stati Uniti sembrano vicini a una fase intermedia tra stallo della crescita e recessione economica. La Cina sembra prossima a quanto definito un atterraggio duro, mentre i grandi emergenti (BRIC: Brasile, Russia, India e Cina) registrano un forte calo della crescita. E infine c’è il pericolo di una possibile guerra tra Israele, Stati Uniti e Iran - che raddoppierebbe il prezzo del petrolio nel giro di una sola notte".

Il 2013 sarà peggio del 2008

"Peggio perché come nel 2008 ci sarà una crisi economica e finanziaria, ma a differenza del 2008 si è a corto di contromisure. Nel 2008 si potevano tagliare i tassi di interesse, fare QE1, QE2, varie misure di stimolo fiscale, e tanto altro. Oggi i QE stanno diventando sempre meno efficaci perché il problema è di solvibilità, non di liquidità. I disavanzi di bilancio sono già troppo grandi e non è possibile salvare le banche, perché 1) c'è una forte opposizione politica, e 2) i governi sono prossimi a essere insolventi - non possono salvarsi da soli, figuriamoci salvare le banche. Il problema è che siamo a corto di conigli da tirare fuori dal cappello".


Ecco che il 2013 sarà un altro anno difficile, con la possibilità che si abbatta una "tempesta perfetta globale": crollo dell’Eurozona, nuova recessione negli Stati Uniti, guerre in Medio Oriente, pesante crollo della crescita in Cina e nei grandi mercati emergenti.
 

Realtime

araldo attendente
Credito famiglie: maxi frenata -47% I°Trim 2012

Mutui, crollano le erogazioni (-47%). Prestiti -11% - La maxi-frenata del credito alle famiglie

Credit crunch a misura di famiglia. A partire dallo scorso anno il credito erogato alle famiglie ha segnato un decisiva contrazione. Nel primo trimestre 2012 il segmento mutui segna un -47% sul trimestre precedente e quello dei prestiti personali diminuisce dell'11% (era a -2,2% nel 2011 sul 2010). In un clima fortemente statico in cui l'orizzonte è ancora a tinte cupe, non consola il fatto che, rispetto al passato, il livello di rischiosità resta stabile.

Tradizionalmente caute nel ricorre al credito, le famiglie italiane in un contesto fortemente recessivo, di criticità del mercato del lavoro e di contrazione del reddito disponibile, lo sono ancor di più, soprattutto per l'acquisto di beni durevoli di valore elevato, e investimenti immobiliari. Sono queste le principali evidenze della 32esima edizione dell'Osservatorio sul credito realizzato da Assofin, Crif e Prometeia.

Una situazione ribadita anche da Mario Draghi, presidente della Bce: «Ci sono tre ragioni per cui la banche non fanno prestiti: per l'avversione al rischio, per l'insufficienza di capitale, per le difficoltà di raccolta. Abbiamo rimosso solo il terzo fattore» Draghi sottolinea anche la persistenza di una «domanda di credito debole».

La difficoltà di accesso al credito e il caro tassi dal 2010 a oggi sono progressivamente aumentati. Lo conferma il rapporto Assofin-Crif-Prometeia: «Abbiamo assistito a un trend crescente – spiega Daniela Bastianelli di Crif, da cinque anni curatrice del rapporto –.
Da parte delle banche c'è stata e c'è un'offerta sempre più selettiva, per le tensioni sul debito a livello internazionale che, grazie all'intervento della Bce, si sono allentate solo nel primo trimestre 2012, anche se l'atteggiamento delle banche non si è modificato».

I costi del credito si sono trasferiti dalle banche ai clienti: se lo spread medio a marzo 2011 per i mutui a tasso fisso era dello 0,95% e per i mutui a tasso variabile dello 1,20%, da gennaio a febbraio 2012 è salito per il tasso fisso al 3,60% e per quelli a tasso varibile al 3,30%. In sostanza, se dal lato dell'offerta c'è poca liquidità, selezione nell'erogazione dei credito e scarsa provvista, dal lato della domanda la convenienza ad accendere ai finanziamenti è notevolmente diminuita.

«Anche le previsioni per il 2012 sono pessime – aggiunge Bastianelli –: sul mercato ci sono segnali evidenti di una forte recessione, mentre il sistema deve fare i conti con le regole di Basilea III. Tutto questo comporta maggior controllo sia verso il mercato sia verso i clienti».
 

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