Unicredit (UCG) Unicredit The Best (4 lettori)

Ganner

Forumer storico
SP500

Market Profile come si vede dal grafico intraday quando abbandona un'area il target successivo è l'altra.

Perfetto.


SP500 Intraday 19 Ottobre 2012.jpg
 

cris72

Forumer storico
oggi è stato un massacro, una carneficina per i longer

e gli shorter gioiscono

aspettiamo il minimo di prox settimana sperando che sia sui 15500 , poi bull di lungo


aaaaaaaannnnnnndddddddddiiiiiiaaaaaaaaaammmmmooooooooo
 

Ganner

Forumer storico
In questo caso Gann non ci ha in-gann-ati infatti il prezzo e' sempre una volonta' .....di chi lo muove.....:D:D

Hai detto molto bene difatti il Market Profile è l'espressione o volontà dell'investitore.

Adesso dove si trova UCG? All'interno di un'area 3,600-3,584 che è il prezzo stabilito da una certa quantità d'investitori ritenuto consono al loro investimento.

Cosa aspettarci la prossima settimana? La fuoriuscita da questa area determinerà il percorso futuro. ;)



UCG MP Intraday 19 Ottobre 2012 Area Valore 3,600-3,584.jpg
 

bufalobix

Nuovo forumer
oggi è andata anche bene rispetto a qualche anno fa, sempre in guardia pero!!!!


Dopo 25 anni, il lunedì nero della Borsa fa ancora paura
di Marino Masotti
Il 19 ottobre 1987 il Dow Jones precipitò del 23% in poche ore, il peggiore crollo della storia (nella foto un operatore di Wall Street schiantato dal ribasso). Da allora i regolamenti sono cambiati per evitare gli eccessi di volatilità, ma i rischi di avvitamento sono ancora presenti, come si è visto due anni fa...
Venticinque anni fa, lunedì 19 di ottobre 1987, i mercati azionari furono travolti da un crollo che ancora sgomenta: all’inizio fu il panico, di seguito la fuga, poi la disperazione ed infine la depressione. A Wall Street in poche ore il Dow Jones cadde a piombo e perse il 23%, la peggiore variazione negativa giornaliera della storia.

Alcuni trader hanno raccontato a Bloomberg che i telefoni iniziarono a suonare tutti insieme già un’ora prima dell’avvio delle negoziazioni e andarono avanti a suonare senza mai smettere. Dall’altra parte, immancabilmente, una voce strozzata che diceva: “Vendi”. Dopo 10 minuti richiamava e ti urlava: “Vendimi tutto, vendi, vendi”.

A metà giornata molta gente aveva abbandonato le sale operative e si era riversata nelle vie di New York, in tanti vagavano come zombie, chi non piangeva consolava chi era in lacrime. Per quattro giorni gli indici proseguirono nella discesa che portò a bruciare complessivamente 1000 miliardi di dollari. In quei giorni molti operatori non solo vissero momenti di tensione estrema, ma non riuscirono neanche ad andare a casa a dormire, tanto smisurata era la mole di transazioni da evadere: i computer non esistevano o erano dei mostri meccanici con capacità di calcolo infinitesimali rispetto a un portatile di oggi.

Ci volle complessivamente un anno alla Borsa per smaltire gli effetti di quel cataclisma, ma chi ebbe il coraggio di comprare subito dopo si trovò a godere del più lungo periodo di bull market della storia: nei dieci anni successivi il Dow Jones si quadruplicò.

Le successive inchieste stabilirono che il crollo del lunedì nero del 1987 fu sostanzialmente provocato da una carenza di liquidità nel sistema: i prezzi crollarono senza serie motivazioni di natura macroeconomica, ma semplicemente perché il meccanismo delle transazioni, messo sotto stress dal timore di una nuova tassa sulle acquisizioni dei fondi di private equity, collassò e travolse i prezzi. I regolamenti di allora non prevedevano sospensioni in grado di limitare gli eccessi di volatilità.

Nei decenni successivi le istituzioni di controllo sono corse ai ripari ed hanno imposto regole molto stringenti, soprattutto sul trading dei future, il mercato secondario dal quale si originano le tensioni più distruttive. Le contromisure non sono però riuscite a impedire la caduta a picco del 6 maggio del 2010, un crollo improvviso e violentissimo privo di sensate motivazioni macro economiche. Due anni fa i computer ultraveloci accelerarono in primo tempo la caduta contribuendo a bruciare in 20 minuti circa 900 miliardi di dollari, gli stessi però, furono in grado di fermare la mattanza e permisero al Dow Jones, arrivato a perdere quasi il 10%, di chiudere con calo del 3,7%, una variazione pesante ma non terrificante.

Del panic selling dei quei pazzi 20 minuti furono incolpate in un primo momento i sistemi di transazioni automatiche superveloci affidate ai computer. Un’inchiesta approfondita, però, portò in evidenza che dietro alla caduta non c’erano macchine impazzite, ma sistemi di gestione comandati da menti lucidissime. Timothy Ghriskey, un gestore passato per il 1987, per il terribile 2008 e per il 6 maggio 2010, mette in guardia sul fatto che nessun sistema di stabilizzazione o di contenimento può dare garanzie assolute: “In Borsa non ci sono pasti gratis, in teoria puoi proteggerti dalla discesa, ma poi, quando le cose cominciano a deragliare, nulla ti può proteggere”.

Websim
 

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