Utopia o realtà ? La LIBERTA' di espressione va difesa ora, perchè domani sarà troppo tardi......e ce ne pentiremo.

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Una VERITA' dalla quale è impossibile fuggire.

"Il problema dell'Italia è questa magistratura
che si è trasformata in ultra casta onnipotente, prepotente e arrogante.

Un'ultra casta pagata in misura principesca,
perché gli stipendi dei magistrati italiani sono i più alti d'Europa
e che non risponde mai per i propri errori.

Questo schifo deve finire!"
 
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Tempo fa qualcuno sosteneva che per parlare di medicina bisognava aver sostenuto almeno un esame della materia...

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ma il nutrizionista ha fatto un esame di italiano? Oppure è il giornalista a non aver fatto nemmeno un esame di materia inerente la nutrizione?

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Questo che parla di ventri aveva fatto un esame di medicina? Di acustica? Era un militare? Un esperto di aeromobili?
 
Un altro che se ne va.

I Camaleonti, tra i protagonisti assoluti della stagione beat e pop italiana dagli anni Sessanta in poi,
oggi piangono la scomparsa del loro membro fondatore e storico bassista Livio Macchia.

La sua morte, avvenuta a Melendugno (LE) il 29 luglio 2025 all’età di 83 anni,
segna un punto di svolta definitivo nella lunga storia della band che ha attraversato oltre sessant’anni di carriera.

I Camaleonti, chi sono i componenti della band?​

Nati nel 1962 a Milano su iniziativa di Livio Macchia, Riki Maiocchi, Paolo De Ceglie
e con l’apporto successivo di Antonio “Tonino” Cripezzi,
i Camaleonti devono il loro nome alla versatilità con cui affrontavano generi diversi,
adattandosi alle mode e alla platea del periodo.

Vero simbolo del beat italiano, la band conobbe solidità e popolarità senza pari tra gli anni ’60 e ’70,
grazie a successi come “L’ora dell’amore”, “Applausi”, “Eternità”, “Viso d’angelo”, e “Perché ti amo”.

Nel corso dei decenni, la formazione ha subito diversi cambi, con arrivi e partenze di numerosi musicisti,
secondo la classica “regola” delle band longeve.

Tuttavia, alcune figure sono rimaste pilastri identificativi della storia Camaleonti.
 
Il lutto più recente e doloroso, aggiornamento al 29 luglio 2025,
è senza dubbio la morte del bassista e fondatore Livio Macchia.

Nato nel 1941, presente sin dal debutto, Macchia è stato per anni la voce, il volto e “l’anima” del gruppo.

Fino all’ultimo ha perseverato nella musica, celebrando i 60 anni della band con un concerto speciale appena un mese fa.

Altro passaggio decisivo è stata la morte di Antonio “Tonino” Cripezzi, tastierista, violinista e voce principale della formazione dagli albori:
Cripezzi si è spento il 3 luglio 2022 all’età di 76 anni. Figura amatissima, considerata la mente melodica e la memoria storica del gruppo.

Fra gli altri storici componenti, l’elenco dei decessi vede anche quelli di Riki Maiocchi e Paolo De Ceglie,
membri fondatori degli anni ’60 e protagonisti delle prime stagioni.
 
È morta Adriana Asti.
La grande attrice teatrale e cinematografica si è spenta all'età di 94 anni
nel sonno, serenamente, nella notte tra il 30 e il 31 luglio nella clinica romana Villa Salaria,
dove era ricoverata da una ventina di giorni.


Signora del teatro e musa del cinema d'autore, tra le presenze più originali e raffinate,
protagonista di un'arte fondata sulla misura, sull'intelligenza, sull'inquietudine, sulla libertà.


I funerali di Adriana Asti si terranno sabato 1 agosto, alle ore 11,
nella Chiesa degli Artisti in piazza del Popolo a Roma
.

La notizia della scomparsa è stata confermata all'Adnkronos dal cognato, il giornalista Giuliano Ferrara.
In seconde nozze, Asti era stata sposata dal 1982 con il regista Giorgio Ferrara, scomparso due anni fa, fratello di Giuliano.
 
Un'esplorazione subacquea rivela il destino di supercar, auto d'epoca e mezzi militari
finiti nelle profondità del lago più famoso della Lombardia.

Nelle acque cristalline del lago di Lecco, di fronte alla località di Moregallo sulla sponda occidentale del Lario,
si nasconde uno dei segreti più affascinanti e misteriosi del nostro territorio.

A decine di metri di profondità giace quello che i sub hanno soprannominato "il cimitero delle auto":
una straordinaria collezione di oltre cinquanta veicoli che hanno trovato la loro ultima dimora sui fondali lacustri,
trasformandosi in un parco subacqueo unico nel suo genere.

La società ROV Subacquei ha definito questo luogo "una vera Mecca delle immersioni",
attirando subacquei da tutta Italia e dall'estero.

Ma dietro la bellezza di questo museo sommerso si celano storie controverse
e una sinistra reputazione che ha alimentato leggende locali per decenni.
 
Il fascino del cimitero delle auto risiede nella varietà e nel valore storico dei veicoli che popolano i fondali.

Gli esploratori subacquei che si sono avventurati in queste profondità
raccontano di aver potuto ammirare una collezione impressionante
che spazia attraverso diverse epoche dell'automobilismo.

Tra i tesori sommersi si trovano modelli iconici come la Renault 4, simbolo della mobilità popolare francese,
affiancata dalla Mini Innocenti, rappresentante dell'eleganza italiana degli anni Sessanta.

Non mancano veicoli tedeschi come la Volkswagen Passat e il robusto Land Cruiser,
insieme a una coppia di Mercedes che testimoniano il lusso automobilistico d'oltralpe.

Particolare attenzione meritano le multiple Fiat 500 d'epoca, vere icone del design italiano,
e una Jaguar che rappresenta l'eccellenza britannica nel settore automotive.

La collezione si arricchisce anche di due minimoto Ducati e diversi mezzi militari,
creando un panorama variegato che attraversa la storia dei trasporti del Novecento.

Il sito sommerso non si limita ai soli veicoli: tra le curiosità rinvenute dai sub figurano
una gondola veneziana,
una statua del Cristo,
una cabina telefonica d'epoca e
perfino una scrivania completa di computer e telefono.

Un tocco surreale è dato dalla presenza di una statua di Biancaneve e i sette nani,
che aggiunge un elemento fiabesco a questo museo delle profondità.
 
La presenza di così tanti veicoli sui fondali del lago di Lecco solleva inevitabili interrogativi sulle loro origini.

L'ipotesi più accreditata dalle forze dell'ordine lega questi relitti alle attività della criminalità organizzata
che ha operato nella regione lombarda nel corso dei decenni passati.

Secondo questa ricostruzione, le auto sommerse sarebbero state utilizzate per compiere rapine, furti e altri crimini,
per poi essere deliberatamente gettate nelle acque del lago al termine delle operazioni illegali.

Questa pratica permetteva ai malviventi di eliminare le prove dei loro crimini,
sfruttando le profondità del Lario come una sorta di discarica naturale.
 

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