Utopia o realtà ? La LIBERTA' di espressione va difesa ora, perchè domani sarà troppo tardi......e ce ne pentiremo.

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Un episodio particolarmente significativo si è verificato alcuni anni fa,
quando un demolitore di Lecco è riuscito a riportare in superficie una Bugatti d'epoca.

Questo recupero ha rivelato il potenziale valore economico nascosto nel cimitero sommerso:
l'auto, una volta restaurata, è stata messa all'asta per una cifra vicina ai dieci milioni di euro,
dimostrando come tra i fondali del lago possano celarsi veri e propri tesori dell'automobilismo storico.

Tuttavia, le operazioni di recupero si rivelano estremamente complesse e costose,
richiedendo attrezzature specializzate e personale altamente qualificato.

La profondità elevata, le condizioni del lago e la stabilità dei veicoli sui fondali
rendono queste operazioni rischiose e tecnicamente impegnative.
 
Nonostante il fascino innegabile di questo museo sommerso,
il cimitero delle auto del lago è avvolto da una reputazione sinistra
che scoraggia molti subacquei dall'avventurarsi in queste acque.

La zona di fronte al Moregallo - dove si trova una scuola per aspiranti sub -
è infatti tristemente nota per l'elevato numero di incidenti mortali che si sono verificati nel corso degli anni.

Troppi sub esperti, dotati di attrezzature professionali e con alle spalle anni di esperienza nelle immersioni,
si sono immersi in queste acque senza mai fare ritorno in superficie.

Questi tragici episodi hanno alimentato la leggenda di una maledizione
che colpirebbe chiunque osi disturbare il riposo eterno delle auto sommerse.

La concentrazione statistica degli incidenti in questa specifica area del lago
continua a mantenere viva la suggestione popolare legata alla presunta maledizione.

La recente esplorazione documentata dal canale YouTube Teo Urbex, che ha realizzato un video intitolato
"Il cimitero di auto abbandonate sommerso, esplorazione sul fondo del lago di Lecco al Moregallo",
ha riportato l'attenzione mediatica su questo sito straordinario,
mostrando al grande pubblico le meraviglie e i misteri che si celano nelle profondità del Lario.
 
Non sono i primi e non saranno nemmeno gli ultimi.

In diversi, con la Grignetta nel cuore, hanno già scelto e ancora sceglieranno
di raggiungere la vetta per il fatidico sì o comunque per farsi immortalare nel giorno del matrimonio lassù,
inerpicandosi fino alla cima gambe in spalla o più comodamente atterrandovi dopo un bel giro in elicottero.

sposigrignetta.jpg (82 KB)


A rendere particolare l'ascesa di sabato è stato però l'orario scelto.

Lui, lei e i loro amici, a piedi, si sono messi in cammino prima dell'alba.

In tenuta alpinistica.

Poi, raggiunti i 2.410 metri d'altezza, lo sposo ha indossato il suo abito migliore con tanto di panciotto
e la sua signora un candido vestito sbracciato con il fiocco sulla schiena e il velo a completare un outfit semplice ed elegante.

Immancabile anche il bouquet.

Attorno a loro amici e parenti più stretti, i profili delle montagne del territorio e... il cielo incendiato dai colori di una incredibile alba.
 

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