Val
Torniamo alla LIRA
Torniamo all'inizio.
Tutto questo non può farci dimenticare "il governo dei migliori".
Offerta speciale: si distribuiscono nuove poltrone ai tecnici che in questi due anni
han fatto da foglia di fico ai deliri di Speranza e Draghi.
Contratti a tempo indeterminato per tutti, per essere stati zitti e buoni, assolutamente inascoltati e soprattutto inutili.
Si rilanci.
L’ultimo decreto prevede la sistemazione a tempo indeterminato degli esperti che hanno supportato il Governo durante questi due anni di pandemia.
Si occuperanno di lotta alle epidemie e approvvigionamento di farmaci e vaccini.
Le task force peseranno sul bilancio pubblico.
Rilanciamo dal sito www.IlParagone.it:
Si assegnano le poltrone
Il Governo procede con l’assegnazione delle poltrone per tutte quelle squadre di esperti che, fino ad oggi, hanno supportato la gestione pandemica.
Lo stato d’emergenza volge al termine e esso anche le strutture commissariali,
così il ministro della Salute Speranza si è subito premurato di far inserire nell’ultimo decreto un comma
che consentirà di costruire una task force permanente per l’ordinaria amministrazione.
Con essa, il suo ministero dovrà gestire una serie di compiti,
oggi temporaneamente assegnati ad un’Unità ministeriale della Difesa,
istituita sempre dall’ultimo DL.
Il Direttore di quest’ultima verrà nominato a breve, tramite apposito dpcm, su proposta di Lorenzo Guerini.
La bozza della norma
Dalla bozza della norma si apprende che
«al fine di rafforzare l’efficienza operativa delle proprie strutture
per garantire le azioni di supporto nel contrasto alle pandemie in favore dei sistemi sanitari regionali,
assicurando gli approvvigionamenti di farmaci e vaccini per la cura delle patologie epidemico-pandemiche emergenti
e di dispositivi di protezione individuale, anche in relazione agli obbiettivi e agli interventi connessi, nell’immediato,
all’attuazione del piano strategico nazionale dei vaccini […],
il ministero della Salute è autorizzato ad assumere, a decorrere dal primo ottobre 2022,
con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato,
in aggiunta alle vigenti facoltà assunzionali, un contingente di personale».
Questa la composizione:
«Quattro dirigenti di seconda fascia, sei dirigenti sanitari»,
più un numero imprecisato di «unità di personale non dirigenziale con professionalità anche tecnica».
Le cifre della spesa pubblica
Ovviamente nessuno di lor signori lavorerà gratis.
Sarà quindi necessario stanziare una certa somma per poi metterla a bilancio nelle casse pubbliche.
Proviamo a fare una stima.
I dirigenti di seconda fascia percepiscono tra gli 80.000 ed i 97.000 euro lordi l’anno.
I dirigenti sanitari 66.551,96 euro lordi l’anno.
Il personale non dirigenziale, con trattamento economico F1 (quello identificato dal decreto) riceve 19.584,14 euro annui.
Ne deriva che, tenendosi bassi, i dieci professionisti che sicuramente verranno reclutati dallo Stato dovrebbero costarci circa 720.000 euro l’anno.
Cifre non astronomiche ma che fanno storcere il naso se si pensa al fatto che dal 31 marzo in poi, salvo proroghe specifiche,
gli ospedali manderanno a casa il personale assunto in virtù dello stato d’emergenza.
Mentre nelle stanze dei Palazzi del potere si spartiscono le poltrone,
nessuno si occupa della cronica carenza di personale dei nosocomi italiani.
La nuova “normalità”
Roberto Speranza, dunque, allarga le proprie fila e predispone le basi per quella dovrà essere la “nuova normalità”.
Benché possa essere concettualmente passabile l’essere preparati a nuove emergenze, vista la gestione scellerata degli ultimi due anni
diventa lecito porsi delle domande sulla reale funzione di questa nuova squadra.
Il timore è che si diventi troppo disinvolti nell’utilizzare nuove ondate epidemiologiche come pretesto per dichiarare future emergenze,
attuando nuovamente le consolidate prassi restrittive che sono state adottate nei due anni di pandemia,
moltiplicando le strutture tecniche in deroga a quell’amministrazione ordinaria che uno Stato di diritto
dovrebbe essere in grado di assicurare alla propria cittadinanza.
Un’altra legittima preoccupazione è che le future “emergenze” possano essere trasformate in veri e propri assumifici.
Le strutture emergenziali diventano prassi
Dopo che il commissario, Generale Francesco Paolo Figliuolo, lascerà la sua di poltrona,
ecco che le prerogative della gestione delle crisi sanitarie verrà assegnata a due ministeri, Salute e Difesa.
Il primo si doterà della squadra di cui sopra, mentre il dicastero di Guerini, dal 2023, avrà a disposizione un
“nucleo iniziale di un’Unità di gestione delle emergenze”.
Ecco che allora il Governo legittima l’emergenza ordinaria,
introducendo una serie di squadre che saranno legittimate ad operare con poteri straordinari,
visto che i nostri impianti ordinari come la Protezione Civile, a questo punto, si occuperanno di altro.
D’altro lato molti dei nostri politici e lo stesso Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante vari interventi,
ci avevano messo in guardia su quella che sarebbe stata l’eredità del covid:
una “nuova normalità”, ovviamente a tempo indeterminato come i contratti degli esperti.
Tutto questo non può farci dimenticare "il governo dei migliori".
Offerta speciale: si distribuiscono nuove poltrone ai tecnici che in questi due anni
han fatto da foglia di fico ai deliri di Speranza e Draghi.
Contratti a tempo indeterminato per tutti, per essere stati zitti e buoni, assolutamente inascoltati e soprattutto inutili.
Si rilanci.
L’ultimo decreto prevede la sistemazione a tempo indeterminato degli esperti che hanno supportato il Governo durante questi due anni di pandemia.
Si occuperanno di lotta alle epidemie e approvvigionamento di farmaci e vaccini.
Le task force peseranno sul bilancio pubblico.
Rilanciamo dal sito www.IlParagone.it:
Si assegnano le poltrone
Il Governo procede con l’assegnazione delle poltrone per tutte quelle squadre di esperti che, fino ad oggi, hanno supportato la gestione pandemica.
Lo stato d’emergenza volge al termine e esso anche le strutture commissariali,
così il ministro della Salute Speranza si è subito premurato di far inserire nell’ultimo decreto un comma
che consentirà di costruire una task force permanente per l’ordinaria amministrazione.
Con essa, il suo ministero dovrà gestire una serie di compiti,
oggi temporaneamente assegnati ad un’Unità ministeriale della Difesa,
istituita sempre dall’ultimo DL.
Il Direttore di quest’ultima verrà nominato a breve, tramite apposito dpcm, su proposta di Lorenzo Guerini.
La bozza della norma
Dalla bozza della norma si apprende che
«al fine di rafforzare l’efficienza operativa delle proprie strutture
per garantire le azioni di supporto nel contrasto alle pandemie in favore dei sistemi sanitari regionali,
assicurando gli approvvigionamenti di farmaci e vaccini per la cura delle patologie epidemico-pandemiche emergenti
e di dispositivi di protezione individuale, anche in relazione agli obbiettivi e agli interventi connessi, nell’immediato,
all’attuazione del piano strategico nazionale dei vaccini […],
il ministero della Salute è autorizzato ad assumere, a decorrere dal primo ottobre 2022,
con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato,
in aggiunta alle vigenti facoltà assunzionali, un contingente di personale».
Questa la composizione:
«Quattro dirigenti di seconda fascia, sei dirigenti sanitari»,
più un numero imprecisato di «unità di personale non dirigenziale con professionalità anche tecnica».
Le cifre della spesa pubblica
Ovviamente nessuno di lor signori lavorerà gratis.
Sarà quindi necessario stanziare una certa somma per poi metterla a bilancio nelle casse pubbliche.
Proviamo a fare una stima.
I dirigenti di seconda fascia percepiscono tra gli 80.000 ed i 97.000 euro lordi l’anno.
I dirigenti sanitari 66.551,96 euro lordi l’anno.
Il personale non dirigenziale, con trattamento economico F1 (quello identificato dal decreto) riceve 19.584,14 euro annui.
Ne deriva che, tenendosi bassi, i dieci professionisti che sicuramente verranno reclutati dallo Stato dovrebbero costarci circa 720.000 euro l’anno.
Cifre non astronomiche ma che fanno storcere il naso se si pensa al fatto che dal 31 marzo in poi, salvo proroghe specifiche,
gli ospedali manderanno a casa il personale assunto in virtù dello stato d’emergenza.
Mentre nelle stanze dei Palazzi del potere si spartiscono le poltrone,
nessuno si occupa della cronica carenza di personale dei nosocomi italiani.
La nuova “normalità”
Roberto Speranza, dunque, allarga le proprie fila e predispone le basi per quella dovrà essere la “nuova normalità”.
Benché possa essere concettualmente passabile l’essere preparati a nuove emergenze, vista la gestione scellerata degli ultimi due anni
diventa lecito porsi delle domande sulla reale funzione di questa nuova squadra.
Il timore è che si diventi troppo disinvolti nell’utilizzare nuove ondate epidemiologiche come pretesto per dichiarare future emergenze,
attuando nuovamente le consolidate prassi restrittive che sono state adottate nei due anni di pandemia,
moltiplicando le strutture tecniche in deroga a quell’amministrazione ordinaria che uno Stato di diritto
dovrebbe essere in grado di assicurare alla propria cittadinanza.
Un’altra legittima preoccupazione è che le future “emergenze” possano essere trasformate in veri e propri assumifici.
Le strutture emergenziali diventano prassi
Dopo che il commissario, Generale Francesco Paolo Figliuolo, lascerà la sua di poltrona,
ecco che le prerogative della gestione delle crisi sanitarie verrà assegnata a due ministeri, Salute e Difesa.
Il primo si doterà della squadra di cui sopra, mentre il dicastero di Guerini, dal 2023, avrà a disposizione un
“nucleo iniziale di un’Unità di gestione delle emergenze”.
Ecco che allora il Governo legittima l’emergenza ordinaria,
introducendo una serie di squadre che saranno legittimate ad operare con poteri straordinari,
visto che i nostri impianti ordinari come la Protezione Civile, a questo punto, si occuperanno di altro.
D’altro lato molti dei nostri politici e lo stesso Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante vari interventi,
ci avevano messo in guardia su quella che sarebbe stata l’eredità del covid:
una “nuova normalità”, ovviamente a tempo indeterminato come i contratti degli esperti.