Merrill: da Est Europa impatti limitati su banche italiane
27 ottobre 2008
Una crisi delle economie dei Paesi dell'Est colpirebbe in modo relativamente modesto Unicredit, Intesa SanPaolo e SocGen. È l'esito di uno stress test di Merrill Lynch, consultato dall'agenzia Il Sole 24 Ore Radiocor, che considera il possibile impatto sui gruppi bancari dell'Europa occidentale di una forte crisi nell'Est Europa, arrivando a una stima complessiva di ipotetiche perdite totali per 43 miliardi.
Il report fissa come obiettivo di prezzo 3,3 euro per Unicredit, 3,7 euro per Intesa SanPaolo e 56 euro per SocGen. Si tratta di uno stress test, non di uno scenario-base, ed è calcolato prima dell'impatto di qualsiasi concessione normativa che potrebbe ridurre le eventuali perdite delle banche.
Il test evidenzia per Unicredit, Intesa e SocGen un effetto negativo sul Net asset value 2008 nell'ordine del 4-6% e un impatto a livello di Core Tier 1 di circa 40-50 punti base. In particolare per Unicredit le stime circa le possibili perdite sull'esercizio 2008 in tutti i paesi dell'Europa Centro-Orientale dove è presente arrivano a un totale di 6,44 miliardi, contro i 3,06 miliardi di Intesa SanPaolo e i 3,05 miliardi di SocGen.
L'impatto sul capitale al netto delle imposte cala però a 2,77 miliardi per Unicredit, a 1,64 miliardi per Intesa SanPaolo e a 1,29 miliardi per SocGen, con un effetto sul Core Tier 1 ratio di 50 punti base per Unicredit (da 6,5% a 6%) e di 40 punti base sia per Intesa SanPaolo sia per SocGen (da 6,7% a 6,3% per entrambe). Il gruppo più colpito a livello di Core Tier 1 ratio risulta Otp (-5,9%), seguito da Swedbank (-2,2%).
I 43 miliardi cumulativi di perdite possibili per le banche occidentali europee, mette in guardia Merrill Lynch, probabilmente sottostimano il rischio eventuale perché catturano solo la metà dell'esposizione evidenziata dalla Bri (vengono considerati i 732 miliardi di attivi delle filiali di banche occidentali nei Paesi dell'Est, contro i 1.650 miliardi di esposizione di tutte le banche occidentali segnalati dalla Bri a fine giugno 2008) e non tengono conto in modo esplicito delle implicazioni valutarie.
Per il suo stress test, Merrill Lynch ha considerato come paesi più a rischio crisi Ungheria, Ucraina, Lettonia e Estonia (sofferenze al 33%), un rischio credit crunch per Russia, Serbia, Slovenia, Romania, Albania, Bielorussia, Bosnia, Bulgaria, Croazia, Kazakistan, Kossovo, Lituania (sofferenze al 20%), un rischio di «atterraggio duro» per Turchia e Polonia (sofferenze all'11%), e il rischio di un rallentamento macroeconomico per Repubblica Ceca e Slovacchia (sofferenze al 7%).