Vaccino

AMNESIA SELETTIVA

La prestigiosa rivista Science pubblica uno studio statunitense estremamente sofisticato che, tramite l'uso di organoidi retinici umani (riproduzioni in laboratorio di organi complessi, in questo caso la retina dell'occhio) ottenuti da cellule staminali con mutazioni associate alla malattia di Alzheimer, mostrano come la proteina Spike di SARS-CoV-2 aumenti la deposizione di beta-amiloide, la proteina responsabile delle placche tipiche di questa malattia neurodegenerativa.

Lo studio si completa con l'identificazione in tessuti retinici post mortem di persone con Alzheimer e malate di covid, di deposizioni di beta-amiloide inseme a proteina Spike.

Concludono gli autori: "Questi dati suggeriscono che l'infezione da COVID-19, attraverso la proteina Spike 1 di SARS-CoV-2, porta a patologie correlate alla malattia di Alzheimer. ... Queste ricerche potrebbero fornire spunti su approcci per prevenire l'accumulo di amiloide-β associato alle infezioni virali. Studi futuri saranno mirati a identificare terapie per promuovere la clearance residua o ridurre l'eccessiva deposizione di amiloide-β dopo l'infezione da COVID-19. Infine, questi studi suggeriscono un potenziale approccio per definire clinicamente le sindromi da Covid prolungato del sistema nervoso centrale misurando la funzionalità retinica e il carico di amiloide-β."

Nulla ovviamente sui vaccini, parola che nemmeno mai ricorre nel testo, malgrado i vaccini covid indicano nell'organismo la medesima proteina Spike studiata da questi autori, che tuttavia la associano unicamente al virus e scordano del tutto la sua possibile origine vaccinale.

Così, scriviamo noi qui di seguito la conclusione che ci sarebbe piaciuto leggere di seguito aquanto gli autori dello studio hanno effettivamente scritto.

"Dal momento che la proteina Spike 1 di SARS-CoV-2 viene prodotta anche a seguito di vaccinazione anti-covid, i nostri risultati suggeriscono che anche questa vaccinazione possa associarsi a patologie correlate alla malattia di Alzheimer. ... Queste ricerche potrebbero fornire spunti su approcci per prevenire l'accumulo di amiloide-β associato non solo alle infezioni virali bensì anche alle vaccinazioni. Studi futuri saranno mirati a identificare terapie per promuovere la clearance residua o ridurre l'eccessiva deposizione di amiloide-β anche dopo la vaccinazione. Infine, questi studi suggeriscono un potenziale approccio per definire clinicamente le sindromi da vaccinazione Covid del sistema nervoso centrale misurando la funzionalità retinica e il carico di amiloide-β."

That's all, folks!

 
STANFORD MEDICINE
Stanford è una delle più prestigiose università statunitensi. Fondata alla fine del diciannovesimo secolo, annovera tra i suoi docenti decine di premi nobel e turing. La sua scuola di medicina, in particolare, è tra le più ambite e selettive al mondo, con un tasso di ammissione di poco più di uno su 100 candidati, ed è costantemente ai primi posti per i risultati conseguiti nella ricerca scientifica.
Colpisce dunque scoprire che ancora nel 2023 l'ufficio per la comunicazione di una tale autorevole istituzione accademica cerchi di propinare la storiella della proteina Spike vaccinale che resta nella cellula che la ha prodotta.
Ora, anche se questo fosse vero, e non lo è, non basterebbe a mettere al riparo dalla tossicità del prodotto, dal momento che se le cellule che la producono appartengono a un tessuto o a un organo delicato e vitale, esse ne possono risultare danneggiate determinando dunque la compromissione dell'organo medesimo (da qui ad esempio miocarditi ed epatiti). Quello poi che nel testo stanfordiano viene definito un semplice riconoscimento da parte del sistema immunitario, è in realtà una reazione autoimmune contro la cellula che esprime la proteina virale estranea. Da qui le molteplici e sempre possibili reazioni autoimmuni e infiammatorie.
Nel 2023, tuttavia, già esistevano molteplici credibili e coerenti evidenze riguardo alla capacità della proteina Spike vaccinale di diffondersi nell'organismo liberamente, disciolta nel sangue e nei liquidi extracellulari oppure trasportata tramite vescicole extracellulari quali gli esosomi, al punto da finire anche nel latte materno e perfino nella placenta.
La nostra revisione della letteratura che documenta tutti questi fenomeni discutendone i rischi risale al 2022:
e alcuni ulteriori appunti per un suo aggiornamento sono stati successivamente pubblicati sul nostro blog:
Nel frattempo, pagine come questa di Stanford Medicine vengono linkate in punta di piedi sotto i post altrui da anime belle probabilmente ben intenzionate, desiderose di proteggere e promuovere la narrazione istituzionale che, purtroppo per loro, a ogni giorno che passa perde pezzi. Grazie comunque allo sconosciuto commentatore che, forse inquietato dal mio recente post sulla relazione tra proteina Spike e beta-amiloide della malattia di Alzheimer, ha ritenuto di ricorrere alla sua personalissima coperta di Linus incollandomi in un commento questo link. Diversamente difficilmente avrei potuto scoprire le scemenze di Stanford e compagnia, non perché non sappia che ancora le sfornano a ciclo continuo, ma semplicemente perché non mi verrebbe mai in mente di perder tempo ad andare a cercarle.

PS: leggo che il motto di Stanford sarebbe "Die Luft der Freiheit weht", che in tedesco significa "Il vento della libertà soffia". Soffierà pure, ma certo dovrebbe fare qualcosa urgentemente per l'alito...
 
🧠 Un nuovo studio collega l’ADHD al microbiota intestinale, mostrando che le persone con ADHD possiedono più batteri intestinali capaci di influenzare la produzione di dopamina, sostanza chiave nei meccanismi di ricompensa del cervello.

🌱 L’asse intestino-cervello è al centro della ricerca, con prove che il microbioma intestinale può alterare l’attività cerebrale e viceversa.

🧪 I partecipanti sono stati sottoposti a test cognitivi e scansioni cerebrali per osservare come il cervello risponde alla ricompensa. Le persone con ADHD hanno mostrato una risposta più debole in queste aree cerebrali.

🧫 I batteri intestinali di questi soggetti producono sostanze precursori della dopamina. Questi composti, una volta arrivati al cervello, possono alterarne la funzione.

🔬 Lo studio ipotizza che una disbiosi intestinale possa contribuire alla sintomatologia dell’ADHD e invita a ulteriori ricerche per verificare un legame causale diretto.

💰 La ricerca è stata sostenuta da numerose istituzioni internazionali, tra cui il NIH, l’Unione Europea e università olandesi. In allegato, una raccolta bibliografica di studi sull'asse intestino-cervello: http://autoimmunityreactions.org/download/bibliografia-lavori-correlati a-quelli-di-aj-wakefield.pdf
Articolo su PubMed (riassunto dello studio): "Gut microbiome in ADHD and its relation to neural reward anticipation” di Aarts et al. (2017) sul microbioma e sistema di ricompensa cerebrale: Link: Gut microbiome in ADHD and its relation to neural reward anticipation - PubMed
Approfondimento su Medical Xpress: Una sintesi divulgativa con le principali scoperte: Link: Do intestinal bacteria affect ADHD?
 
Ennesima prova del flop vaccinale covid

In questo studio hanno usato un metodo con disegno “test-negativo”: i MALATI con sintomi “covid-like” si presentavano all’ospedale e venivano sottoposti a test PCR (il più sensibile).
Si formavano quindi due gruppi: positivi (cioè malati di Covid) e negativi al test, cioè persone con sintomi ma dovuti a altre malattie respiratorie.
Sapendo quanti erano gli inoculati (anche con “booster”) nei due gruppi, hanno calcolato la effettività del “vaccino”. Ovviamente, se un “vaccino” fosse stato efficace, ci sarebbero stati più vaccinati nel gruppo dei negativi al test rispetto al gruppo dei malati positivi al test.
Invece, i risultati hanno dimostrato che l’effettività dei “vaccini” Covid-19 sulla MALATTIA è stata NULLA. Una temporanea effettività vi è stata solo col Pfizer, ma solo nei primi 90 giorni, poi ZERO, o addirittura sotto zero.
Ormai le prove del fallimento degli anti-covid sono talmente tante e varie che si resta esterrefatti a vedere come le autorità sanitarie non lo vogliano riconoscere.
Bisogna proprio avere il cervello ottenebrato dall’ideologia vaccinista, o il portafoglio a rischio, o qualcos’altro da nascondere…

PS: ironia della sorte: lo studio è stato sponsorizzato dalla Fondazione Bill e Melinda Gates!
Chissà se lo hanno letto!

 

🚨 Lo studio peer-reviewed identifica 86 segnali di sicurezza neuropsichiatrica seri collegati a colpi di mRNA

Soglie di sicurezza CDC/FDA violate (PRR ≥ 2 rispetto al vaccino antinfluenzale) per:

• Psicosi – 440× più probabile

• Demenza – 140× più probabile

• Schizofrenia – 315× più probabile

• Pensieri suicidi – 150× più probabile

• Ideazione omicida – 25× più probabile

• Coaguli cerebrali – 3.000× più probabili

• Depressione – 530× più probabile

• Comportamento violento - 80× più probabile

• Declino cognitivo – 115× più probabile

• Deliri - 50× più probabile

Questo grave danno neurologico e psichiatrico è probabilmente causato dalla produzione tossica di proteine Spike nel cervello di individui iniettati con vaccini mRNA COVID-19.

Lo studio conclude che "è giustificata una moratoria globale immediata sulla vaccinazione anti COVID-19. "

Eh.... Hanno scritto tutto loro.
Io non ho fatto un esame di copia incolla, ma lo faccio lo stesso...
 
Non toccare chi ha più di cinquant’anni. Sul serio.
Non sono solo un’altra generazione: sono veri sopravvissuti.
Duri come pane raffermo, rapidi come la ciabatta di una nonna arrabbiata, quella che volava con precisione chirurgica.

A cinque anni capivano l’umore della madre dal rumore del coperchio sulla pentola.
A sette, avevano già le chiavi di casa e le istruzioni:
«C’è da mangiare in frigo. Scaldalo, ma non rovesciare niente.»

A nove preparavano la pastina per i fratelli.
A dieci sapevano chiudere il rubinetto dell’acqua e scappare dal cane del vicino con un secchio in testa.
Stavano fuori tutto il giorno, senza cellulare,
con un programma preciso: sbarra, campo, bicicletta, rientro a casa quando faceva buio.
Le ginocchia, coperte di croste e cicatrici, erano una mappa vivente delle loro avventure.

E sono sopravvissuti.
Le sbucciature si curavano con la saliva o con una foglia di piantaggine.
E quando si lamentavano, la risposta era:
«Se non c’è sangue, non è niente.»

Mangiavano pane e zucchero, oppure pane e olio.
Bevevano dal tubo dell’acqua del giardino,
un sistema immunitario che oggi farebbe scuola.
e se avevano allergie, nessuno ci badava.

Sanno come togliere le macchie di erba, di sugo, di biro o di ruggine,
perché “non si usciva di casa vestiti male”, neanche per andare a giocare.

E poi… hanno visto e vissuto cose che oggi sembrano preistoria:
– la radio col manopolone,
– la TV in bianco e nero,
– il giradischi con i vinili,
– il mangianastri, le cassette,
– il walkman e i CD…
e oggi ascoltano migliaia di canzoni dallo smartphone,
ma rimpiangono il suono della cassetta che frusciava e si riavvolgeva con una penna.

Con la patente appena presa attraversavano l’Italia con la 127,
senza aria condizionata, senza hotel, senza navigatore.
Solo una cartina stradale dell’ACI e un panino avvolto nella stagnola.
Eppure arrivavano sempre a destinazione.
Senza Google Translate. Con un sorriso e due parole in dialetto.

Sono l’ultima generazione cresciuta senza internet,
senza powerbank,
senza ansia da “batteria al 2%”.
Si ricordano il telefono a disco nel corridoio,
i quaderni di ricette scritte a mano,
e i compleanni segnati sul calendario della cucina.

Loro:
– aggiustano tutto con lo scotch, una graffetta o una molletta,
– avevano un solo canale TV (poi due), e non si annoiavano,
– “sfogliavano” l’elenco telefonico, non le notifiche,
– e una chiamata persa voleva dire solo: “Ti ho pensato.”

Sono diversi.
Hanno una specie di “amianto emotivo”,
un sistema immunitario forgiato tra freddo, strada e poco zucchero,
e riflessi da ninja metropolitano.

Non stuzzicare un cinquantenne o un sessantenne.
Ha visto più cose di te, ha vissuto più in profondità.
E in tasca ha ancora una caramella alla menta
rimasta lì “per ogni evenienza”.

È sopravvissuto a un’infanzia senza seggiolino, senza casco, senza crema solare.
Alla scuola senza LIM, senza computer, con il sussidiario in cartella.
Alla giovinezza senza social, senza filtri, senza selfie.

Non cerca risposte su Google: si fida del suo istinto.
E ha più ricordi di quante foto tu abbia nel tuo cloud.

- Dal web


IMG_20250706_112159.jpg
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto