Sebbene l’esperienza di millenni ci indichi che l’uomo è sempre riuscito a convivere con i
virus respiratori
attraverso il meccanismo del co-adattamento
(mentre il nostro sistema immunitario si specializza nel contrastare il virus di turno,
quest’ultimo per sopravvivere muta in forme che non uccidano l’ospite),
i nostri principali organi di stampa continuano ad esaltare le sorti certe e progressive dei controversi
vaccini a mRNA,
che per alcuni studiosi, come il professor Mariano Bizzarri, rappresentano pure e semplici terapie geniche sperimentali.
Tant’è che la
Repubblica ha dedicato all’argomento un lungo approfondimento firmato da Antonio Cassone.
Approfondimento il quale, pur esaltando oltre misura l’efficacia degli stessi vaccini nella lotta ad un coronavirus a bassa letalità, contiene alcuni elementi da sottolineare.
Ma procediamo con ordine.
Alla domanda indiretta
“se e in quale misura i vaccini che abbiamo e stiamo usando siano stati in grado di
controllare la pandemia”,
buona parte dell’articolo non sembra mostrare alcun dubbio.
Non solo, si dice con totale assertività, che “la loro efficacia rimane, nonostante le varianti”,
ma addirittura, proprio in contrasto con quanto sempre accaduto nel rapporto tra specie umana e virus,
si sostiene che solo tali vaccini a mRNA – Pfizer e Moderna per intenderci –
sono in grado di garantire una duratura immunità.
Invece, sempre secondo l’autore, le stesse mutazioni del virus avrebbero
“pressoché annichilito l’efficacia della risposta anticorpale contro le varianti Omicron
e messo fuori gioco l’uso terapeutico o preventivo dei tanti e costosi anticorpi monoclonali.”
In soldoni ciò significa che l’immunità naturale, che si ottiene attraverso il contatto diretto con il Sars-Cov-2, non servirebbe quasi a nulla.
Inoltre, allo scopo di beatificare ulteriormente gli innovativi vaccini, si sostiene apoditticamente che
“il confronto con gli altri tipi di vaccini, in particolare quelli con virus inattivato adoperati in vari Paesi,
soprattutto in Cina, parla chiaramente a favore di quelli genici, come dimostrato da numerose ricerche cliniche
e, indirettamente, da quanto accaduto o sta ancora accadendo, giusto in Cina, in termini di ospedalizzazioni e decessi,
dopo la recente fuoriuscita dalla politica Zero Covid.”