ANCORA SULLE 217 DOSI
Anche
il blog di Anandamide commenta la vicenda di cui
ci siamo occupati qualche giorno fa, e lo fa sottolineando in maniera ancor più marcata il nostro stesso argomento, ovvero che costui - che afferma di aver ricevuto 217 dosi senza alcun effetto avverso - lo ha fatto in realtà con intento fraudolento e a scopo di lucro (vendeva i certificati di vaccinazione) e dunque già per questo solo fatto non risulta credibile. Anandamide va oltre e verifica nei dati del sequenziamento degli RNA nei linfociti di quest'uomo (analisi svolta dagli autori delo studio per studiare a fondo la biologia della risposta immunitaria) l'assenza dell'RNA vaccinale, ma qui a mio modo di vedere va troppo oltre e sbaglia, ritenendo di poter trovare ovunque un RNA che fino a oggi in realtà nei linfociti non è mai stato identificato (abbiamo fatto anche noi qualche analisi del genere in guariti e vaccinati e nei linfociti fino a oggi non abbiamo trovato nulla). Tuttavia Anandamide coglie un altro dettaglio meritevole di attenzione, ovvero che gli autori stessi dichiarano di non aver trovato nel sangue di questo soggetto tracce di anticorpi contro le nanoparticelle lipidiche utilizzate per veicolare gli RNA dei vaccini. In altri termini, l'unica evidenza (indiretta) che costui sia stato vaccinato sono
i livelli anticorpali che già noi evidenziammo, che tuttavia di per se stessi non sono particolarmente anomali e infatti differiscono in poco e nulla da quelli presenti in persone vaccinate "solamente" 3 volte (i controlli in questo studio). Non si può dunque non essere d'accordo con Anandamide quando osserva che in questa vicenda:
(i) si presta fede alle dichiarazioni di una persona che ha mentito più volte a scopo di lucro;
(ii) non si dispone in alcun modo di prove certe che costui si sia realmente vaccinato prima di entrare in contatto con i ricercatori che lo hanno studiato;
(iii) è curioso che i magistrati tedeschi siano orientati ad archiviare - così dicono le cronache - senza indagare oltre e soprattutto senza verificare se vi siano state complicità da parte di medici e infermieri dei centri vaccinali, se lui si sia davvero presentato di persona ai centro vaccinali e via dicendo;
(iv) colpisce infine che una rivista prestigiosa come The Lancet abbia accettato di pubblicare un singolo caso clinico, cosa di regola in disaccordo con la politica editoriale della rivista, oltre tutto così poco documentato negli aspetti fondamentali (il titolo strombazza la "ipervaccinazione" ma prove certe non ce ne sono).
Difficile dunque liberarsi dalla sgradevole sensazione che ci troviamo di fronte a un nuovo esempio del fenomeno di distorsione delle pubblicazioni scientifche che ci ha accompagnato fin dall'inizio in questa vicenda pandemica, distorsione a causa della quale - in tema di vaccini covid - gli studi favorevoli vengono pubblicati in fretta e su riviste prestigiose mentre quelli critici faticano a trovare posto in riviste anche di fascia media o bassa. Nel frattempo, i titoli dei media generalisti hanno strombazzato in maniera ben poco responsabile la sicurezza di 217 dosi di vaccino, quando da anni invece migliaia di persone solo el nostro paese lamentano di aver sofferto danni gravi post vaccinazione covid e vengono non solo ignorati bensì spesso anche discriminati. Torna in mente quel che accadde con
un altro articolo falso e manipolato pubblicato da The Lancet nel 2020, quello sull'idrossiclorochina inefficace e nociva. La falsità dell'articolo venne smascherata e The Lancet fu costretto a ritirarlo, ma nel frattempo l'idrossiclorochina, largamente impiegata nella prima fase dell'epidemia di covid, era stata messa al bando e malgrado
i molti studi favorevoli non venne più reintrodotta nella cura del covid.
Normale che nel mondo 4.0 si sia bevuto tutto senza il minimo sospetto.
Curioso poi il fatto che l'amministratore del mondo 4.0 non abbia evidenziato che è 1, UNO, contro molti che hanno avuto effetti collaterali anche gravi.
Evidentemente nella logica perversa di quel mondo, spetta all'amministratore decidere quando 1=0 e quando 1>1.
Tutte cose comprensibili solo tenendo presente che afferma che 1+1=3, mentre 1+1+1+1+1+...=1, ma sempre a sua discrezione.