La sola idea di andare nella regione di Emilano, dei notap, dei noilva, dei negazionisti della xylella, mi fa già sentire la mancanza di Fontana.
La Puglia del passato ci ha dato geni come Leone Di Lernia, Lino Banfi, Renzo Arbore e persino quel sant'uomo che s'è accattato e sopporta zia Claire, ma il panorama contemporaneo è inquietante.
Sono tornato.
Riassunto:
La mia "particolare sensibilità" (cfr. Paolo Conte, "Pittori della Domenica") fa sì che io possa assistere pressoché indifferente a varie stragi di umani ma, nel Salento, vedere chilometri e chilometri di nobili ulivi morti orrendamente mi ha davvero urtato.
E non temete: i complottisti esistono ancòra.
Felicità e tristezza: In un ristorante a Santa Maria di Leuca ho sentito un autore a me sconosciuto, dallo stile un po' paolocontiano; ho capìto che mi sarebbe piaciuto molto, e pochi click dopo ho appreso che è prematuramente morto pochi anni fa.
Per quanto riguarda il trekking da Lecce a Santa Maria di Leuca ("il cammino del Salento") e le relative vicissitudini, immagino che abbiate letto tutti i miei post su Twitter, per cui non aggiungo altro.
Sulla strada del ritorno ci siamo fermati a Pesaro, abbiamo omesso la visita al museo Benelli ma siamo diventati rossiniani e, dal web, abbiamo appreso una simpatica leggenda metropolitana - peraltro ritenuta credibile anche da Ezio Bosso - in base alla quale Mozart non sarebbe morto a 35 anni: per sfuggire ai creditori sarebbe fuggito in Italia, e lì sarebbe diventato il precettore nonché
ghost writer delle opere di Gioachino (o Gioacchino o Giovacchino) Rossini.
Augh.