Titoli di Stato paesi-emergenti VENEZUELA e Petroleos de Venezuela - Cap. 2 (32 lettori)

tommy271

Forumer storico
forse la faccio facile io, ma finché ci sono scambi economici con usa allora i carichi di oil verso usa sono aggregabili . chi sequestra un cargo di oil in cina , in russia o in india?

se ripudia la deuda fine ti scambi economici con usa, e solo scambi verso cina russia india iran.

gli aiuti umanitari non possono essere sequestrati.

Il problema fondamentale è che gli USA pagano cash, gli altri (a parte le quote obbligatorie per il debito) preferiscono la mercanzia. Però se bloccano la deuda externa, resta qualche problema in meno.

Altra questione, non secondaria, il trasporto.
Inviare in Asia costa di più e peggiora il flusso di cassa.

Però ci sarebbe quasi da scommettere che Trump non si opporrà al traffico Caracas/Texas.
 

biondorules

Forumer attivo
Il problema fondamentale è che gli USA pagano cash, gli altri (a parte le quote obbligatorie per il debito) preferiscono la mercanzia. Però se bloccano la deuda externa, resta qualche problema in meno.

Altra questione, non secondaria, il trasporto.
Inviare in Asia costa di più e peggiora il flusso di cassa.

Però ci sarebbe quasi da scommettere che Trump non si opporrà al traffico Caracas/Texas.


non di molto! tempo fa avevamo fatto due conti, che ora non ho sottomano... ma vuoi mettere confronto a tutto quello che si risparmierebbe col pago della deuda
 

tommy271

Forumer storico
maibort petit‏ @maibortpetit


Tanquero Morning Gloria no ha descargado el crudo en Curazao porque Pdvsa debe el flete al armador. Esto ocasionó paro de planta DC3


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tommy271

Forumer storico
non di molto! tempo fa avevamo fatto due conti, che ora non ho sottomano... ma vuoi mettere confronto a tutto quello che si risparmierebbe col pago della deuda

Per quel che penso ... a Rosneft non interessa l'oil venezolano, anzi gli è d'impiccio.
Ed infatti vuole le raffinerie di PDVSA per lavorarlo sul posto e poi vendere i prodotti all'80% all'estero e destinare solo il 20% al consumo domestico.

Chi può assorbire l'oil è Cina e India, ma al dato attuale non sono in grado (sempre IMHO) di lavorare le quote che vengono destinate agli USA.
Forse tra un annetto o due, quando saranno a regime gli impianti in costruzione.
 

Kygan

Nuovo forumer
"Crisi Venezuela: che succede con il default della PDVSA
Il default della PDVSA porterebbe ad una crisi ancor più profonda per il Venezuela. Non solo aprirebbe le porte a un lungo periodo di dispute legali con i creditori della compagnia petrolifera, ma la produzione ne risentirebbe e gli investitori fuggirebbero dal Venezuela a gambe levate.

Ulteriori prestiti dalla Cina al Venezuela in crisi appaiono ad oggi improbabili, mentre un crollo della produzione getterebbe il Paese nel baratro dato che il 95% delle esportazioni riguardano proprio il greggio. A ciò si aggiunga che, gli introiti da export servono al Venezuela per pagare le importazioni, dunque, una massiccia riduzione della produzione renderebbe cibo e beni di prima necessità ancor più scarsi. L’inflazione, già elevata, salirebbe fino a toccare le 4 cifre e la popolazione si troverebbe in condizioni di miseria ancora peggiori. Ecco fin dove arriverà la crisi del Venezuela con il default della compagnia petrolifera PDVSA."

Ripartirei da qua.....sappiamo tutti che una ristrutturazione del debito è necessaria. Maduro potrà anche decidere di fare default , vedremo... l'anomalia di questa situazione, e questa gioca a nostro favore, sono le immense riserve di petrolio ergo $$$ e cosa rappresentano per il Venezuela a livello di entrate. Sono proprio le riserve ($$) che dovrebbero in modo ragionevole farci rimanere positivi .
Comunque lo capiremo a breve quando Maduro scoprirà le sue carte.
Sperem
 

tommy271

Forumer storico
"Crisi Venezuela: che succede con il default della PDVSA
Il default della PDVSA porterebbe ad una crisi ancor più profonda per il Venezuela. Non solo aprirebbe le porte a un lungo periodo di dispute legali con i creditori della compagnia petrolifera, ma la produzione ne risentirebbe e gli investitori fuggirebbero dal Venezuela a gambe levate.

Ulteriori prestiti dalla Cina al Venezuela in crisi appaiono ad oggi improbabili, mentre un crollo della produzione getterebbe il Paese nel baratro dato che il 95% delle esportazioni riguardano proprio il greggio. A ciò si aggiunga che, gli introiti da export servono al Venezuela per pagare le importazioni, dunque, una massiccia riduzione della produzione renderebbe cibo e beni di prima necessità ancor più scarsi. L’inflazione, già elevata, salirebbe fino a toccare le 4 cifre e la popolazione si troverebbe in condizioni di miseria ancora peggiori. Ecco fin dove arriverà la crisi del Venezuela con il default della compagnia petrolifera PDVSA."

Ripartirei da qua.....sappiamo tutti che una ristrutturazione del debito è necessaria. Maduro potrà anche decidere di fare default , vedremo... l'anomalia di questa situazione, e questa gioca a nostro favore, sono le immense riserve di petrolio ergo $$$ e cosa rappresentano per il Venezuela a livello di entrate. Sono proprio le riserve ($$) che dovrebbero in modo ragionevole farci rimanere positivi .
Comunque lo capiremo a breve quando Maduro scoprirà le sue carte.
Sperem


a) Non fugge nessuno dal Venezuela, perchè non è rimasto nessun investitore estero.

b) Il crollo della produzione è costante da anni.
E' dovuto alla mancanza di investimenti. Il flusso di cassa è stato sottratto a PDVSA.

c) L'inflazione si combatte facendo arrivare i $ sul mercato interno, non regalandoli al mercato finanziario.

Tutto si giocherà sulla continuità che potranno avere i flussi di denaro, rispetto alle pretese di un eventuale default.
 

tommy271

Forumer storico
Freddy Guevara ingresó a la embajada de Chile en Caracas y solicitó protección

Nov 4, 2017 10:09 pm





El diputado opositor Freddy Guevara, vicepresidente del Parlamento, pidió este sábado protección a la Embajada de Chile en Caracas luego que el Tribunal Supremo de Justicia (TSJ) anunció que sería enjuiciado por delitos cuyas penas llegan hasta los 10 años de prisión, reseñó AFP.

Guevara ingresó a la residencia del Embajador de Chile “ante lo que estima inminentes amenazas a su seguridad e integridad personal (por lo que) ha solicitado la protección de Chile”, indicó la cancillería chilena en un comunicado.

El TSJ anunció el viernes la suspensión de la inmunidad del diputado Guevara para ser juzgado por los delitos de “asociación, instigación pública continuada y uso de adolescente para delinquir”.

La oposición, con mayoría en el Parlamento, acusa al TSJ de servir al gobierno de Nicolás Maduro.

En tanto, la Asamblea Constituyente oficialista, que rige el país con poderes absolutos, investiga a Guevara por las manifestaciones de protesta contra el presidente Nicolás Maduro que dejaron unos 125 muertos entre abril y julio último.

Guevara, un comunicador social de 31 años, es un impetuoso dirigente del partido Voluntad Popular, liderado por Leopoldo López, actualmente bajo arresto domiciliario.

En un comunicado emitido el viernes tras conocer el juicio iniciado en su contra, Guevara advirtió que “activará todas las alarmas internacionales” para denunciar “este hecho violatorio de la Constitución”.

España manifestó su rechazo al proceso judicial en contra del legislador, mientras que el denominado grupo de Lima –conformado por 12 países de América y que rechaza la ruptura del orden democrático en Venezuela- calificó ese hecho como “un nuevo atentado contra el Estado de Derecho y la división de poderes en Venezuela”.

Por su parte, el canciller de Venezuela, Jorge Arreaza, respondió al gobierno español acusándolo de ser “cómplice de los violentos de la oposición venezolana”.

Guevara fue una de las caras visibles de las manifestaciones que exigían la salida de Maduro, a quien tilda de “dictador”, y en medio de las cuales llamó a marchar y bloquear vías.


Un nuevo refugiado


Guevara fue recibido en “calidad de huésped” en la residencia del embajador, convirtiéndose en el sexto venezolano en refugiarse en la sede diplomática chilena en Caracas en casi tres meses.

“Conforme a su tradición humanitaria, a los principios que inspiran nuestra política exterior y en coherencia con las decisiones adoptadas en similares situaciones, el Gobierno de Chile le ha otorgado la calidad de huésped de nuestra Embajada”, indicó el comunicado de la cancillería.

Cuatro magistrados opositores al gobierno de Maduro, que habían sido nombrados por el Parlamento, ingresaron desde agosto pasado a la legación diplomática de Chile en busca de protección.

Tras varias semanas en la residencia, los jueces, tres mujeres y un hombre, decidieron escapar de Venezuela para llegar a Colombia, donde confirmaron que se asilarían en Chile.

Su fuga de Caracas se debió a que se cansaron de esperar a que el gobierno de Maduro les entregara salvoconductos que les permitieran salir de Venezuela.

El 19 de octubre pasado arribaron a Santiago y fueron ubicados en un hotel, recibieron la documentación necesaria para residir en el país y asistencia para que puedan solventarse económicamente, ya que sus cuentas bancarias fueron bloqueadas en Venezuela.

El dirigente opositor Roberto Enríquez, presidente del partido socialcristiano Copei, fue el primer venezolano en solicitar protección en la embajada chilena en abril y se mantiene aún en la legación en Caracas, también en calidad de huésped.


A continuación, el texto de la Cancillería de Chile:


El Gobierno de Chile informa que hace algunas horas ha ingresado a la Residencia del Embajador de Chile en Venezuela el Primer Vice Presidente de la Asamblea Nacional de Venezuela, Diputado Freddy Guevara, quien, ante lo que estima inminentes amenazas a su seguridad e integridad personal, ha solicitado la protección de Chile.

Conforme a su tradición humanitaria, a los principios que inspiran nuestra política exterior y en coherencia con las decisiones adoptadas en similares situaciones, el Gobierno de Chile le ha otorgado la calidad de huésped de nuestra Embajada.

(La Patilla)
 

tommy271

Forumer storico
Grupo de Lima considera que desafuero de Guevara es un atentado al Estado de Derecho (Comunicado)

Nov 4, 2017 5:16 pm





El denominado Grupo de Lima, conformado por 12 países americanos, lamentó este sábado la decisión del Tribunal Supremo de Justicia (TSJ) de pedir el retiro de la inmunidad parlamentaria al primer vicepresidente de la Asamblea Nacional, Freddy Guevara, a quien se le ha prohibido salir del país, reseñó EFE.

“La decisión adoptada por el TSJ constituye un nuevo atentado contra el Estado de Derecho y la división de poderes en Venezuela e impide el normal funcionamiento de la Asamblea Nacional legítimamente constituida a través del voto popular”, reza un comunicado remitido a Efe en Guatemala.

El grupo, que celebró el pasado mes de octubre en Canadá su tercera reunión ministerial, está formado por Argentina, Brasil, Canadá, Chile, Colombia, Costa Rica, Guatemala, Honduras, México, Panamá, Paraguay y Perú.

En el comunicado, reiteran que “no reconocen” ninguno de los actos de la Asamblea Constituyente y ratifican su “pleno apoyo” a la Asamblea Nacional, por lo que piden al Gobierno venezolano “respetar la Constitución y la integridad del poder legislativo”.

El Tribunal Supremo de Justicia allanó este viernes el camino para juzgar a Guevara, al declarar que presuntamente incurrió en instigación pública y otros delitos, luego de haber solicitado que se le levante su inmunidad parlamentaria.

El Poder Judicial hace esta petición a la plenipotenciaria Constituyente, una junta conformada únicamente por oficialistas cuya instalación ha sido rechazada y tildada de fraudulenta e ilegítima por la oposición venezolana y por parte de la comunidad internacional.


A continuación el texto del comunicado emitido por el Grupo de Lima:


Los Gobiernos de Argentina, Brasil, Canadá, Chile, Colombia, Costa Rica, Guatemala, Honduras, México, Panamá, Paraguay y el Perú expresamos nuestra enérgica condena a la decisión del Tribunal Supremo de Justicia (TSJ) de Venezuela de retirar la inmunidad parlamentaria del Primer Vicepresidente de la Asamblea Nacional, diputado Freddy Guevara, a quien adicionalmente se le ha prohibido salir de dicho país.

La decisión adoptada por el TSJ constituye un nuevo atentado contra el Estado de Derecho y la división de poderes en Venezuela, e impide el normal funcionamiento de la Asamblea Nacional legítimamente constituida, a través del voto popular.

El Grupo de Lima reitera que no reconoce ninguno de los actos de la Asamblea Nacional Constituyente.

Al ratificar nuestro pleno apoyo a la Asamblea Nacional, reiteramos al Gobierno de Venezuela su obligación de respetar la Constitución y la integridad del poder legislativo.

(La Patilla)
 

tommy271

Forumer storico
BCV dejó vencer el swap y perdió 90 toneladas de oro

Fuentes aseguraron que las sanciones financieras impiden renovar este tipo de operaciones con la banca internacional

Por BLANCA VERA AZAF
05 DE NOVIEMBRE DE 2017 12:11 AM





El Banco Central de Venezuela no renovó el swap (empeño) de 90 toneladas de oro monetario de las reservas internacionales que firmó el año pasado con el Deutsche Bank y que implicó un préstamo de 1,2 millardos de dólares en efectivo, por lo que el banco alemán decidió ejecutar la fianza y quedarse con todo el metal.

La transacción original implicó una valoración de 1,7 millardos de dólares del oro monetario, la cual incluía una garantía para Venezuela de 400 millones de dólares que el BCV recibió al vencerse el canje y que, según fuentes ligadas al instituto emisor, están siendo utilizadas para la amortización de los compromisos de deuda externa cuyos vencimientos se registran en este momento.

Entre octubre y noviembre de este año los compromisos de pago entre las obligaciones de Petróleos de Venezuela y la República sumaban 3,5 millardos de dólares. La semana pasada se pagaron con retraso 842 millones de dólares de capital del bono Pdvsa 2020 y 41 millones de dólares del cupón (tasa de interés) del Pdvsa 2037.

Los restantes 2,6 millardos de dólares incluyen la cancelación de 1,12 millardos de dólares del vencimiento del bono de la petrolera estatal 2017, que fue la parte que no pudo canjearse en la operación impulsada por el ex presidente de Pdvsa Eulogio del Pino, con los tenedores de este papel en 2016.

Las primeras negociaciones para empeñar oro monetario de las reservas internacionales las impulsó el Banco Central de Venezuela a finales de 2015, entonces Nelson Merentes era su presidente, pero fue en el primer trimestre de 2016 cuando se cristalizaron las primeras negociaciones con bancos internacionales. A estas instituciones financieras se les ofreció oro monetario de las reservas para ser utilizado como garantía de préstamos en efectivo y así poder recibir dinero en efectivo para financiar las importaciones de alimentos.

Cuando se conoció la noticia de la negociación con Deutsche Bank analistas señalaron que el empeño en sí no implicaba un deterioro del patrimonio de la nación. Sin embargo, alertaron que el peligro estaría en que ese empeño no se cancelara a tiempo y se perdiera el oro.

Una fuente cercana al instituto emisor señaló que el hecho de que el banco alemán ejecutara la garantía del swap no ha sido motivo de preocupación en el directorio del BCV, pues ante la escasez de recursos para la cancelación de los compromisos de deuda vieron como un “respiro, poder contar con la garantía de 400 millones de dólares en efectivo que devolvería el banco alemán”.

Otra fuente ligada al Ministerio de Economía y Finanzas aseguró que hace varias semanas personas vinculadas al entorno del titular de ese despacho, Simón Zerpa, hicieron especial hincapié en que la renovación de este y otros swaps sería muy complicada, debido a la aplicación de las sanciones económicas por las que atraviesa el país. De allí que dentro del petite comité que constituye el entorno de Zerpa existiera el convencimiento desde hace un tiempo de que ese oro era irrecuperable ante las actuales circunstancias financieras.

La fuente añadió que es muy probable que los restantes empeños de oro monetario también se venzan sin renovación y las instituciones financieras con las que se firmaron los acuerdos ejecuten la garantía e incluyan en sus activos este oro.

Hay que recordar que el oro monetario de las reservas internacionales se resguardó por décadas en el Banco de Inglaterra, pero en 2011 el presidente Hugo Chávez, asesorado por el entonces ministro de Planificación Jorge Giordani, decidió repatriar el oro monetario en una operación que se llamó “Oro Patrio”. En las arcas del banco inglés solo quedó un remanente del metal.

En el punto de cuenta que entregaron al entonces presidente de la República, Giordani y Merentes para solicitar la repatriación del oro, se informaba que las reservas en oro ascendían a 365 toneladas y agregaba que en el exterior había 211,35 toneladas (que representaba 11 millardos de dólares a la cotización de la época) y en las bóvedas del BCV 154,47 toneladas (7,2 millardos de dólares al valor del momento).


LAS CIFRAS

1,7

millardos de dólares del oro monetario implicó la transacción original con el Deutsche Bank, que incluía una garantía para Venezuela de 400 millones de dólares que el BCV recibió al vencerse el canje

365

tonelada eran las reservas de oro para 2011, cuando el entonces presidente Hugo Chávez decidió repatriar parte de las que se encontraban en el Banco de Inglaterra en una operación que se llamó “Oro Patrio”. En el exterior había 211,35 toneladas y en las bóvedas del BCV 154,47 toneladas

(El Nacional)

***
Da leggere.
 

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