Venezuela, Gramercy: finirà peggio che l’Argentina
La Redazione*Articolo pubblicato il 07/11/2017 18:00:46*
Robert Koenigsberger (Gramercy Funds Management, nell’immagine a seguire) non ha il minimo dubbio: tra le tante ristrutturazioni di debito sovrano a cui ha assistito durante la sua carriera, nessuna si avvicina a quella del Venezuela*
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Robert Koenigsberger*(Gramercy Funds Management, nell’immagine a seguire) non ha il minimo dubbio: tra le tante ristrutturazioni di debito sovrano a cui ha assistito durante la sua carriera, nessuna si avvicina a quella del*Venezuela.
Le*sanzioni applicate dagli Stati Uniti di Donald Trump al presidente Nicolas Maduro*e ad altri alti funzionari del governo venezuelano renderanno complicati, se non impossibili, i tentativi di rinegoziazione del debito ed il risultato di questo caos sarà peggiore di quello visto durante la crisi dell’Argentina*che, a suo tempo, venne considerata come la più complicata (e deleteria) tra quelle viste in*America Latina.
Le certezze di*Koenigsbergersembrano realmente granitiche e, peraltro, in essere da tempo: pensate che già un anno fa, certo di un inevitabile default, il gestore ha liquidato gli assets del fondo che vedevano in qualche modo coinvolto il Venezuela.
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“Durante la crisi dell’Argentina se avessi avuto le chiavi del ministero delle finanze avrei potuto risolvere la crisi in 60 giorni: se mi date le chiavi del ministero delle finanze del Venezuela ve le ridò indietro”*(R. Koenigsberger).
Per molti anni gli investitori hanno acquisito obbligazioni venezuelane a breve termine convinti del fatto che un default fosse inevitabile, ma convinti anche di un*Venezuela*che si sarebbe mosso molto lentamente nel suo percorso verso la “ristrutturazione finale”.**Koenigsberger*ha criticato aspramente questo modo di fare asserendo che denota una notevole “pigrizia intellettuale” in quanto il*Venezuela*non ha un problema di sovra indebitamento, ma bensì soffre di una tragica carenza di liquidità.* Probabilmente la posizione di*Caracassarà migliore una volta portata a termine la ristrutturazione, ma a breve termine i danni di cui saranno oggetto gli investitori saranno elevati.
“Oggi non si pensa al fatto che il Venezuela potrebbe essere oggetto di default, ma senza un vero e proprio cambio di regime: se la cricca di Maduro vuole rimanere al potere lo farà, a prescindere dal fatto che i debiti siano pagati o meno.* Ci vorrà molto tempo per trovare una soluzione perchè ci vorrà molto tempo prima che il Venezuela sia in grado di sostituire il regime di Maduro”*(R. Koenigsberger).
A seguire un botta e risposta tra i giornalisti di Bloomberg e*Koenigsberger
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Come influenzeranno la ristrutturazione le sanzioni USA?
“Dicono che vogliono intrattenere colloqui per la ristrutturazione quando il loro responsabile è sulla lista OFAC - sostanzialmente la lista delle persone oggetto di sanzioni - discutere con le controparti è un fattore fondamentale per le ristrutturazioni, ragion per cui, in questo caso, ristrutturazione ha lo stesso significato di default.* Ci sarà da subito qualcuno che dirà: “Noi vogliamo discutere, ma non possiamo a causa delle sanzioni, andate da Trump e quando lui eliminerà le sanzioni allora discuteremo”.
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Questo processo potrebbe essere indolore?
“L’unica soluzione indolore sarebbe una dichiarazione da parte dei venezuelani dove questi dichiarano apertamente che sino ad ora hanno scherzato e che ripagheranno il debito, ma nel nostro scenario base stiamo entrando in una fase di default la cui risoluzione richiederà molto tempo.* Non sarei sorpreso se tra ristrutturazione e cambio di regime dovessero passare tre anni e, dopo un cambio di regime, pagare gli obbligazionisti stranieri non è una priorità”.
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Se il Venezuela è in default, perchè PDVSA dovrebbe pagare?
“L’errore più grosso che un paese sul orlo del default può fare è effettuare l’ultimo pagamento prima del default stesso.* La speculazione parla di rimborsi andati essenzialmente a venezuelani e membri di lunga data del regime di Maduro, quindi il pagamento potrebbe anche essere stato un modo per spostare il denaro dove più faceva comodo”