Titoli di Stato paesi-emergenti VENEZUELA e Petroleos de Venezuela - Cap. 2

Tanti auguri di Buone Feste a tutti, siate voi speranzosi oppure scettici...
ma accumunati dal desiderio di far soldi...o per lo mano di non perderli.:)
 
In tempi diversi PDVSA a 14 avrebbe scatenato il pandemonio sul forum...

Ora si parla del Petro.

Intendi prima del novembre 2017? In quel caso son sicuro che una PDVSA a 14 l'avrei comprata anch'io, se andava bene con poco più di 2 anni di cedole avresti recuperato l'investimento ed il resto era tutto guadagno. Il rischio era quello di portarsi a casa un 1.000% di guadagno. Adesso sappiamo che il sogno sarebbe durato poco.

A proposito, per PDVSA sono arrivati nuovi pretendenti creditori

Médicos cubanos demandan a PDVSA por "explotación laboral"

Buone feste a tutti
 
L'accelerazione della 34, a mio parere, e' un segnale di qualche attivismo dei creditori, ma di per se non cambia granché': le due 2018.. si sono accelerate da sole, nel frattempo.
il fatto che la 34 quoti più della 18.. dovrebbe tacitare i residui superstiti della teoria "falso default sovrano": la realtà e' banale...non pagano, non ristrutturano, rubano auto-distruggono e blaterano.

Quanto durera' l'auto-distruzione.. questa e' la domanda senza risposta certa.
Chi compra 34 a 28,5... ovviamente, conta su un recovery di almeno 50, e in tempi ragionevoli.
Poi, ovviamente, puo' sbagliare.
 
Venezuela. Maduro incontra il nunzio apostolico Aldo Giordano a Miraflores
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redazione
-
22/12/2018

Il presidente della Repubblica, Nicolas Maduro, ha ricevuto ieri il nunzio apostolico in Venezuela, Aldo Giordano. L’incontro si è tenuto al Palazzo Miraflores di Caracas, e fa seguito al precedente che si era tenuto nello stesso luogo all’indomani delle elezioni presidenziali del 20 maggio.

Monsignor Giordano ha accompagnato i dialoghi tra il governo e i rappresentanti dell’opposizione nel corso del 2016 e nei giorni scorsi il presidente Maduro ha ribadito la sua richiesta di una ripresa del dialogo tra i due settori, domenica scorsa, durante una cerimonia di massa tenuta nella sede del palazzo presidenziale.

Monsignor Aldo Giordano è l’attuale nunzio apostolico in Venezuela da quando la sua nomina è stata annunciata il 26 ottobre 2013, in sostituzione del predecessore, il segretario di Stato cardinale Pietro Parolin.

Maduro ha anche ricevuto il rappresentante degli Stati Uniti Bob Corker, giunto a Palazzo Miraflores pochi minuti prima di monsignor Giordano. “Questi incontri – fanno sapere i collaboratori del presidente – cercano di rafforzare le relazioni bilaterali”. Allo stesso scopo, Maduro ha incontrato il presidente della Latin Development Bank.
 
nei prossimi giorni il Venezuela sarà chiamato a presiedere l’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (Opec). Scatta infatti a gennaio 2019 un mandato che, ha spiegato il ministro dell’Energia venezuelano, Manuel Quevedo, che il paese sfrutterà concentrandosi “sulla stabilizzazione e l’aumento del prezzo del greggio sui mercati internazionali”. Il ministro, che è anche presidente della compagnia energetica statale Pdvsa (Petroleos de Venezuela), ha detto che Caracas continuerà “a dare battaglia per la difesa dei prezzi del greggio e la stabilità del mercato petrolifero mondiale”.

Il Venezuela, che è uno dei paesi fondatori dell’organismo, porterà inoltre avanti la campagna per effettuare compravendita di idrocarburi con le monete virtuali, a partire dal “petro”, la divisa voluta dal presidente Nicolas Maduro. Un’azione utile anche “a contrastare le sanzioni commerciali internazionali”, ha segnalato il ministro. “Il petrolio deve essere usato come uno strumento per lo sviluppo dei popoli e non come un’arma per aggredire i paesi”, ha detto Quevedo in un messaggio rilanciato sul proprio profilo di Twitter. Già a inizio novembre Quevedo aveva annunciato che avrebbe portato in sede Opec la campagna per l’uso del “petro” come unità di scambio per la compravendita degli idrocarburi. “Useremo il petro all’interno dell’Opec come una moneta solida e affidabile per commercializzare il nostro greggio nel mondo”, ha detto Quevedo in un intervento alla “Venezolana de Television”.

Il valore di questa moneta virtuale, inserita dal governo di Nicolas Maduro in un piano di rilancio economico, è direttamente legato alle riserve di idrocarburi del paese. “Nel primo trimestre del 2019 porteremo il petro all’Opec come moneta per commercializzare il greggio, e per vendere tutti i nostri prodotti”, ha aggiunto il ministro invitando le imprese interessate ad acquistare petrolio ad accedere alla moneta virtuale.

La scommessa di Caracas sulla moneta virtuale, utilizzata nella legge di Bilancio del 2019 per la prima volta come unità di calcolo a tutti gli effetti, è sempre più forte. Da novembre la criptomoneta può essere comprata con altre divise internazionali, direttamente agli sportelli della Sovrintendenza nazionale di criptomonete e attività collegate (Sunacrip). Al tempo stesso, si potrà comprare il petro utilizzando altre divise virtuali utilizzando la pagina web apposita attivata per rispondere al blocco di queste transazioni deciso il 15 ottobre dalla piattaforma google. Il potenziale del petro è stato di recente illustrato a una delegazione di consiglieri economici e finanziari cinesi, e annunciato che verrà usata come unità di riferimento per un’alleanza strategica siglata con la compagnia aerea spagnola Air Europa.
 
È più che evidente che i problemi del Venezuela non saranno risolti a meno che e fino a quando non ci sarà un cambio di regime. Dopotutto, sia il regime che il collasso economico sono il risultato dell'eliminazione dei diritti fondamentali. I venezuelani non possono investire e produrre per soddisfare le loro esigenze, perché sono stati derubati dei loro diritti economici; Né possono cambiare le politiche imprudenti, perché anche i loro diritti politici sono stati portati via da loro. Una svolta richiede il reempoderamiento dei venezuelani .

Fortunatamente, c'è una fine a questo incubo, ma ciò richiederà un coordinamento tra le forze democratiche venezuelane e la comunità internazionale . Il 10 gennaio segna la fine del mandato del presidente Nicolás Maduro , che è iniziato con la sua elezione nel 2013. La sua elezione a un secondo mandato nel maggio di quest'anno è stata una farsa: i principali partiti dell'opposizione non hanno potuto partecipare e i suoi candidati, e gli Stati Uniti, il Canada, l'Unione europea, il Giappone e i paesi più importanti dell'America Latina, tra molti altri, hanno rifiutato di riconoscere il risultato di quelle elezioni. Ciò significa che non riconoscono la legittimità della presidenza di Maduro oltre il 10 gennaio.

La soluzione logica è per l'Assemblea Nazionale, eletta nel dicembre 2015 con la maggioranza dei due terzi dell'opposizione, per risolvere l'impasse costituzionale con la nomina di un nuovo governo provvisorio e di un nuovo comando militare, in grado di organizzare il ritorno al potere. democrazia e porre fine alla crisi. Tuttavia, i deputati stanno agendo con cautela in relazione a questo, poiché, nel migliore dei casi, temono di essere ignorati o, nel peggiore dei casi, di essere imprigionati, esiliati o torturati a morte e poi buttati fuori dalla finestra di un decimo piano, come è successo in ottobre a Fernando Albán, consigliere comunale della città di Caracas. A meno che le Forze Armate rispettino le decisioni dell'Assemblea Nazionale, sarà molto difficile farle rispettare.

Ecco perché questa soluzione richiede il coordinamento tra la comunità internazionale e le forze democratiche venezuelane. Non sanno con certezza quanto supporto internazionale riceveranno, e la comunità internazionale non sa con certezza quali sono i piani o il livello di coesione che queste forze hanno.

Come nel caso di tutti i problemi di coordinamento, ci sono buoni e cattivi risultati che si auto-avverano. Per ora, dato che la comunità internazionale non ha chiarito chi sarà riconosciuto come il legittimo sovrano del Venezuela dopo il 10 gennaio, le forze democratiche venezuelane non sono riuscite a unirsi attorno a una soluzione.

Ma i venezuelani hanno svolto i loro compiti e hanno gettato le basi organizzative per il cambiamento. I partiti politici, i sindacati, le università, le ONG e la Chiesa cattolica si sono uniti per formare un'iniziativa chiamata Venezuela libero. Hanno organizzato congressi nei 24 stati del paese, a cui hanno partecipato 12.000 delegati, e il 26 novembre hanno organizzato un evento nazionale per lanciare un manifesto che delinea la via per la democrazia . Inoltre, hanno sviluppato un piano economico dettagliato, di cui hanno discusso ampiamente con la comunità internazionale , per superare la crisi e ripristinare la crescita.

Questa è un'eccellente opportunità per la comunità internazionale di muoversi verso una soluzione coordinata: un rifiuto esplicito di riconoscere Maduro dopo il 10 gennaio, insieme al riconoscimento delle decisioni dell'Assemblea nazionale riguardo al governo di transizione e all'assistenza per implementarli. Inoltre, è necessario inviare un messaggio chiaro alle Forze armate venezuelane affinché le decisioni dell'Assemblea Nazionale debbano essere rispettate.

Una soluzione alla catastrofe venezuelana non è solo desiderabile, ma anche possibile. Il mondo non può perdere questa opportunità. Il 10 gennaio può diventare un nuovo inizio.
 

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