Vi racconto pure io una storia di vita vissuta....

"No no, non si tratta di una sessione di gioco alla playstation, ma di qualcosa ben più reale, ma frutto della fantasia di uno che stava completamente fuori, fatto di pasticche che Dio solo sa la composizione. Eh si, a volte, nonostante il chiasso, la compagnia, le fighe e tutto il resto, poteva succedere di assentarsi qualche istante e nel frattempo fare dei viaggi allucinanti in posti e situazioni che non c’entravano nulla; cose a volte senza senso, a volte divertenti e a volte angoscianti; ma l’importante era sempre saperle gestire e riuscire ad entrare nella realtà senza dar l’impressione di stare in una fase di delirio.

Ebbene, una sera stavo chiacchierando col principe, ma non un principe immaginario frutto della fattanza, ma un principe vero, o almeno, in carne ed ossa e come tale me lo avevano presentato.

Si chiamava Sergey, era russo e quando me lo presentarono, ancor prima di conoscerlo, mi avevano avvisato che si trattava di un principe…….vabbé, interessante pensai….chissà principe di che.

Un bravo ragazzo: non molto alto, anzi piuttosto tracagnotto, biondo coi capelli corti e gli occhi chiari e munito della classica espressione da russo. Va a capire perché, mi trovò subito simpatico e da quella prima volta, ogni volta che ci incontravamo erano baci ed abbracci. Poi col tempo seppi anche meglio chi fosse davvero e cosa facesse a Madrid. Devo ammettere che era diverso da molti altri: innanzi tutto beveva solo, non si drogava mai, aveva un fare davvero nobile ed elegante e nella città spagnola ci stava per completare degli studi universitari.

Studi universitari: quando me lo disse la prima volta capii subito che c’era qualcosa che non andava. Avevo imparato a non credere mai a quello che mi veniva detto dalle persone di notte la prima volta; se poi quello che veniva detto era la solita e banale occupazione/studio, beh, allora era più che lecito sospettare che la vera occupazione fosse tutt’altra. E infatti pure Sergey fu sgamato poco tempo dopo averlo conosciuto: eh si, non era ne principe, ne studente, ne nobile……però era davvero russo, un bandito, e si occupava di contrabbando di auto rubate tra la Spagna e i paesi dell’est europeo: come avevo detto, un bravo ragazzo. Un bossetto seppi poi che, nonostante fosse gradevole di notte con gli amici, sul lavoro era una jena senza pietà che nessuno osava fare fesso.

Bene, questo personaggio, una sera qualsiasi si decise di presentarmi la sua futura sposa. Quando meno me lo aspettavo, una sera in cui ero bello schizzato, mi si presenta Sergey con al fianco una delle più belle sventole che abbia mai visto, e con il suo solito fare allegro mi presentò questo figone il cui nome ora mi sfugge.

  • Riki, ti presento la mia futura moglie……ti prego di stare un po’ con lei che è un po’ spaesata. È appena arrivata dalla Russia e sa parlare solo un po’ di italiano."
 
"Un raro pezzo di figa degno rappresentante di tutte le credenze popolari che narrano delle russe come le più belle donne al mondo: alta, capelli neri lisci e lunghi, occhi chiari da gatta, elegante e con un corpo da togliere il singhiozzo. Mi ricordo che rimasi inebetito, ma poi colsi la situazione di slancio ed assicurai al mio amico di non preoccuparsi e che stavo li apposta.
Iniziammo a chiacchierare scambiandoci i soliti convenevoli, come va, che fai, che ti sembra Madrid…..ma quel cane del palletta mi stava alle costole e non faceva altro che rifilarmi pasticche, ed anche in quella tenzone non mancò di farmi arrivare la mia dose di droga sintetizzata……e di conseguenza ne nacque una situazione che a ricordarla, a freddo, fa quasi inorridire….
Ad un certo punto ci sedemmo ad un tavolino: io su una specie di sgabello ovattato, la fata davanti a me, il suo futuro sposo alla sua sinistra che chiacchierava con altri amici seduti accanto a lui, e finalmente il palletta, alla mia sinistra il cui unico ruolo quella sera sembrava fosse proprio quello di continuare ad allungarmi discretamente un quartino dietro l’altro.
Il fatto di poter parlare l’italiano, e dunque una lingua che conosceva, sembrava fare particolarmente piacere a quell’angelo: iniziammo a parlare di un po’ di tutto, dal suo viaggio dalla Russia alle sue aspettative a Madrid, dalla mia “campagna” russa all’ambiente notturno che ci circondava e poi del marito e poi un po’ tutto quello che capitava.
Confesso che quando uscivo la notte tutto avevo in mente fuorché perdere tempo a chiacchierare con la fidanzata di qualcun altro sapendo di non poterci combinare nulla, ma inspiegabilmente con quella dea davanti non mi interessava più nulla e volevo solo continuare a star li, a parlarci, ad ascoltarla, ad analizzare i suoi movimenti. In realtà sentivo solo la metà di quello che diceva e probabilmente rispondevo solo con cretinate a quello che chiedeva: ero inebriato da cotanta bellezza ed a fatica riuscivo a trattenere l’istinto di avvicinarmi alle sue labbra e baciarla appassionatamente infischiandomene del fidanzato principe criminale e della brutta fine che avrei fatto se avessi compiuto quell’improbabile gesto. E poi quei piedi meravigliosi con attorno disegnati quei sandali pensati solo per lei……che culo il principe russo pensavo tra me e me cercando però di camuffare la faccia da pesce lesso che sicuramente avevo stampata in volto.
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"Filava tutto liscio, mi sembrava di conoscerla da una vita, andavamo d’accordo, si rideva….. il marito quasi del tutto assente che chiacchierava con gli amici. Eravamo io e lei, il resto non c’era: ad un certo punto mi raccontò delle sue paure e del suo timore che le cose a Madrid non sarebbero andate come sperava, mi parlò dei dubbi sul suo futuro matrimonio e le incertezze di lui, facendo nascere in me il dubbio, e la speranza, che il russo fosse scemo e che magari, con un colpo di fortuna, me la sarei potuta portare via…….ma sapevo che stavo vaneggiando. Sapevo che non ci sarebbero state speranze e che quella era solo una bella parentesi che si sarebbe chiusa da li a poco e di lei non mi sarebbe rimasto che il ricordo di quelle parole in penombra e stampata nel cervello l’immagine di quei piedi……..
La musica picchiava, io ero fuori di brutto: tanta era la chiacchiera che i Cuba Libre scendevano che era una bellezza; ero teso, e questo mi aveva portato a fumare il triplo; ma ero brillante, spumeggiante, non mi stavo rendendo conto di niente……..eh si, non mi stavo rendendo conto proprio di niente.
Quella canaglia del palletta durante tutto il tempo continuava a passarmi quarti di extasy; ogni tanto sparava qualche cazzata pure lui e poi silenzioso navigava in solitaria nelle sue di fantasie, ma senza mai toglierci gli occhi di dosso; ogni tanto però mi parlava velocemente all’orecchio ma io non facevo altro che annuire perché tanto, complice un po’ tutto, ormai non capivo più nulla, e forse non me ne fregava neanche tanto di sforzarmi a capire. C’era lei e mi bastava.
Però ad un certo punto il palletta iniziò a farsi un po’ più serio del solito per essere pesto come l’uva, ed anche i suoi messaggi sibilati a raffiche nel mio orecchio sinistro iniziarono a diventare sempre più costanti ed apparentemente allarmati: finalmente, alla trecentesima, riuscii a capire che cavolo stava dicendo: “la vuoi smettere di guardarle i piedi? Finirai col metterci nei guai”.
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"Fu la rivelazione dell’arcano segreto del mago di Arcella: quello che mi aveva detto non mi era sembrato del tutto insensato, ma credevo, forse inconsciamente, che nessuno si fosse accorto del fatto che ogni tanto, il mio occhio fosse caduto sui piedini della principessa. Fu in quel preciso istante che iniziai seriamente a sospettare che molte delle chiacchiere che credevo rivolte a lei erano in realtà fatte con me stesso e che quegli “istanti” persi a riflettere e fantasticare guardandole quelle belle forme fossero particolarmente lunghi……si, in effetti pochi minuti fa mi sono distratto parlando un po’ tra me e me…..eh si, effettivamente stavo guardando i piedi……ma per quanto tempo mi sono assentato a questa botta?
Mi aveva involontariamente buttato in un vortice con quelle sue gambe elegantemente accavallate, mi aveva offerto la meravigliosa visuale di quella stupenda cosa che erano i suoi piedi; quel sandalo di gran classe, sexy, malizioso, con un tacco fine, alto, imperiale che non faceva che dare a quei bei piedi quel profumo di frutto proibito. Le unghie curate con la precisione di un orologiaio svizzero, lo smalto applicato da un Picasso della pedicure: quella meraviglia mi aveva rapito la mente e la vista……..ed io, invece di guardare lei, mentre parlavo, guardavo solo i piedi e delirante immaginavo di accarezzarli e baciarli ed avevo mantenuto in pratica un lungo ragionamento……con loro.
Quando dunque il palletta me lo disse, mi resi conto che effettivamente era verosimile che stessi esagerando e lo sguardo corse subito a cercare quello dell’amico/marito per cercare di capire se potesse aver intuito qualcosa di strano o, peggio ancora, se fosse infastidito dalla situazione. Per fortuna quella sera anche lui ci aveva dato massicciamente con la vodka e non si era accorto di nulla di strano e dunque il peggio poteva essere evitato.
Ovviamente la situazione mi suggerì di iniziare a tirare i remi in barca e di trovare una scusa qualsiasi per tagliare la corda e tornarmene al mio tavolino e potermi finalmente fare gli affari miei senza dovermi troppo preoccupare della forma ed ai modi.
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"Quando le dissi che stavo andando ebbi la sensazione che ci rimase male; forse non le dispiaceva troppo il fatto che quello sconosciuto feticista passasse tutto quel tempo a raccontare tutte quelle balle rivolgendosi ai suoi piedi; chissà mai cosa può aver pensato; io so di aver pensato subito dopo di essermi comportato come un povero scemo che ha comunque anche rischiato di avere dei guai col mafioso russo: poi chi glielo sarebbe andato a spiegare che io in realtà non mi ero neanche accorto che il più del tempo avevo parlato con lei senza guardarla in faccia.
E vabbé.
Ovviamente la serata continuò, ma ad una certa distanza: ma stavo li a tiro, impasticcato, ma stranamente lucido; ogni tanto incontravo lo sguardo di lui che regolarmente alzava il bicchiere in segno di brindisi ed accompagnando il gesto da una fragorosa risata; e io ricambiavo col brindisi ed il sorriso. Ma incrociavo anche il di lei sguardo: mi guardava a tratti divertita, come se avesse saputo esattamente quello che stavo facendo, del mio viaggio, delle droghe, e conscia anche di quel mio strano comportamento riguardo alla nostra ambigua chiacchierata ed il fatto che avevo concentrato il mio interesse in una parte particolare del suo corpo; ma che Dio mi fulmini se non sembrava anche uno sguardo triste e malinconico, forse lo sguardo di chi era conscio di stare con la compagnia sbagliata……e chissà se non avrebbe davvero preferito la mia, nonostante tutto.
Il destino ha voluto che dopo quella sera non siamo mai più riusciti a scambiare altre 4 chiacchiere, magari lui si era davvero accorto di qualcosa di strano? Dopo poco tempo, a dire il vero, persi di vista anche lui; chissà, magari fu arrestato materializzando le paure ed i timori che mi aveva raccontato lei, la bella principessa.
"

FINE
:)
 
E allora ragazzi, visto che la cosa vi diverte, pubblico un altro racconto, l'ultimo......altrimenti non acquisterete il libro :rotfl:
Titolo: Una russa.....
 

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