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翠鸟科
Governo dei fatti: "arrestato il pusher"
mitico guzzanti
da tenere per futuro riutilizzo
Governo dei fatti: "arrestato il pusher"
mitico guzzanti
corriere del ticino, ieri
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L'OPINIONE ■ GIUSEPPE LAPERCHIA*
L'ITALIA DISSESTATA DAL MORALISMO
* docente
se fosse di ebanisteria quel che ha scritto si trasforma in lapidario o cazzarolata ?
potremmo avere un tuo curriculum
per meglio valutare quel che scrivi ?
per oltreceneri intendi anche yverdon ???
quindi anche edimburgo, stratford on avon
john o`groats...
le orcadi...le gonadi
beh e non si frustra a cukkarne manco mezza ?
qui son stato io sciocco
ho sovravalutato
uno dei miei lettori piu`fettuosi
che si son ciucciati il dito di uno e poi han voluto sapere
che grado di docenza avesse
prima si chiede,se non sassi, poi si ciuccia
corriere del ticino, ieri
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L'OPINIONE ■ GIUSEPPE LAPERCHIA*
L'ITALIA DISSESTATA DAL MORALISMO
Aogni dissesto geologico dovuto ad alluvioni, come in queste settimane, un'ondata di moralismo si aggiunge a travolgere la vicina penisola. Lo stesso avviene al verificarsi di ogni altro tipo di calamità. Crolla un tratto dell'area archeologica di Pompei ed ecco tutti a strapparsi le vesti puntando il dito minaccioso contro la mancanza di sensibilità e di volontà che impedisce di conservare e preservare degnamente l'enorme patrimonio artistico-culturale che solo l'Italia può vantare. Non parliamo poi di emergenze come quella dei rifiuti di Napoli, della quale sembra impossibile venire a capo, proprio perché tutti non fanno altro che prendersela moralisticamente con tutti. Insomma ad ogni calamità non si sa reagire che con un moralismo il quale ha finito per condizionare a tal punto la vita pubblica italiana da rischiare di paralizzarla su molti piani: sul piano amministrativo, su quello politico, su quello energetico, su quello culturale. Certo, il moralismo oggi è molto redditizio per i mezzi di comunicazione di massa in tutto il mondo. Ma ciò che avviene sui canali televisivi italiani, soprattutto quelli del servizio pubblico, ha pochi riscontri altrove, fors'anche per il peso di un passato profondamente segnato dall'ideologia. Si sono moltiplicate lugubri trasmissioni, come quella condotta da Michele Santoro, intasate di sermoni tanto più moralistici quanto del tutto incapaci di partorire la benché minima idea politica (o politicamente praticabile). I discorsi più infuocati contro la criminalità organizzata si mostrano in genere più efficaci nel fomentare la faziosità politico-ideologica che nel contribuire a escogitare misure atte a colpire effettivamente le mafie: sembrano servire più che altro a solleticare la curiosità morbosa che incrementa gli ascolti. Più i mass media si affannano a sviscerare i casi giudiziari, più sembrano concorrere soltanto a renderli insolubili. Quanto più s'invoca la perfezione morale nei comportamenti (degli altri), tanto più s'impedisce di realizzare l'indispensabile.
Infatti questo conformismo moralistico rappresenta proprio la causa principale delle inadempienze di cui sollecita la correzione. Alimenta infatti quella pseudo-cultura che cerca nel moralismo una scorciatoia alla soluzione dei problemi. Ma, siccome nella cultura e nella politica benintese non si danno scorciatoie, il moralismo finisce per rivelarsi l'atteggiamento scaramantico di chi crede di poterli esorcizzare, senza mai veramente affrontarli. Porta cioè a trascurare la via realistica ed efficace nell'affrontare i problemi di oggi, che è la via della modernizzazione. La quale non ha nulla a che vedere con una scorciatoia, in quanto impone di programmare con largo anticipo e sull'arco di anni, e di investire notevoli risorse finanziarie.
Invece di procedere a modernizzare o rimodernizzare i settori a rischio di dissesto si pensa che la soluzione di questi e di altri problemi debba consistere nel dare la caccia a capri espiatori su cui accanirsi, raramente peraltro con autentico senso di giustizia. Ecco perché lo stesso Marx non faceva che irridere al moralismo, sostenendo fra i primi che l'Occidente ha potuto abbattere le barriere della miseria atavica solo quando ha imboccato la via della modernizzazione dei mezzi di produzione. Non meno irridente si mostra Marshall McLuhan in un suo famoso aforisma: «L'indignazione morale è una tecnica utilizzata per dotare l'idiota di dignità».
In Italia insomma il moralismo frena la modernizzazione più che altrove lasciando incancrenire i problemi. Impedisce, per esempio, la modernizzazione delle istituzioni a partire dalla riforma della Costituzione, per cui tuttora il Paese rischia una grave crisi politico-istituzionale. Ha impedito proprio con l'escamotage moralistico-legale del caso calciopoli di modernizzare le strutture del pianeta calcio, lasciando tutto come prima, se non peggio. Impedisce, ancora, di debellare, o almeno limitare il fenomeno del clientelismo, che ha ridotto al degrado tante zone soprattutto del Sud. Nella logica clientelare, infatti, appena si dispone di qualche risorsa finanziaria (magari come sovvenzione dello Stato o dell'UE), la si utilizza per operare nuove assunzioni che in definitiva gonfiano ulteriormente una massa impiegatizia già abnorme e come tale in tanta parte improduttiva e quindi parassitaria. Un mio amico lucano, impiegato in un ente statale, mi assicurava che basterebbe il 30% degli impiegati a espletare nel suo ufficio tutto il lavoro necessario. In questo modo non può rimanere la benché minima risorsa da investire per modernizzare l'assetto idro-geologico, il sistema delle infrastrutture, la gestione dei beni culturali e così via. Per prevenire i dissesti e contenere le forze devastanti della natura, che d'altra parte non saranno mai neutralizzabili al cento per cento.
Eppure non mancano coloro che vedono nel clientelismo un'alta forma di solidarietà. Fra di essi andrebbe annoverato il già citato presentatore televisivo Michele Santoro quando afferma che potremmo d'un colpo mettere fuori gioco non solo la crisi economica attuale ma la stessa possibilità di crisi future se ponessimo al centro l'uomo invece dell'economia. Sennonché, per ironico paradosso, proprio nel clientelismo si mette al centro l'uomo invece dell'economia. La quale viene saccheggiata. Con quale risultato però? Infatti, in un'economia parassitaria, improduttiva, asfittica, quindi sottosviluppata, che ne è dell'uomo? È la crescita economica a rendere possibile un saldo e dignitoso assetto occupazionale, non viceversa. Il malsano assetto dell'occupazione clientelare alimenta il sottosviluppo, di cui nulla si dimostra più insidioso per la dignità dell'uomo.
* docente
Condivisibile.
Purtroppo. Al netto della docenza, e della decenza che oramai nn sta + di casa da nessuna parte.
interessante infatti, come dissi dall'inizio
rilevavo però due difetti:
non di moralismo si parla, ma della sua degenerazione
e il tono dell'articolo è a sua volta moralistico, anche se non privo di spunti
Il malsano assetto dell'occupazione clientelare alimenta il sottosviluppo, di cui nulla si dimostra più insidioso per la dignità dell'uomo.
ma altre tesi son discutibili per dir poco
Infatti questo conformismo moralistico rappresenta proprio la causa principale delle inadempienze di cui sollecita la correzione.
E' il motivo ( la frase riportata in ultimo, il tono e qualcos' altro) per cui ho terminato con la decenza che nn sta di casa oramai da nessuna parte... ed allargando (per chiarire) nemmeno geograficamente.
Concordo anche con (e nn solo malsano/clientelare/ alimentante sottosviluppo .. etc.) con la visione strumentalmente fine a se stessa e della gestione delle rubriche cosiddette di informazione ed approfondimento che nulla aggiungono all' amor di giustizia ma che tanto tolgono, invece.