Come si vede, in questa impostazione i tetti della legge Fornero restano, tanto che è rispetto a loro che si calcola il piano di copertura finanziaria a carico del pre-pensionato.
Cosa del tutto diversa se invece, oltre ai soggetti “socialmente da tutelare” a cui il governo vuole estendere l’intervento, l’onere dello Stato sarà esteso anche per tutti coloro che non vi rientrano,
né perché disoccupati di lungo periodo vicino alla pensione, né perché a reddito bassissimo.
In quel caso sarebbe inutile far finta di non vedere la sostanza: è la breccia attraverso cui rimettiamo in discussione tutti i conti dell’INPS per decenni a venire.
E’ un falso problema, sostengono i fautori dello sfondamento.
Basta aggiungere ai 600 milioni a carico publico per i prepensionati “sociali” a cui pensa il governo,
altri 600 milioni che dall’anno prossimo le imprese non saranno più tenute a versare per il venir meno del contributo a loro carico dello 0,3% del salari lordo per finanziare la vecchia indennità di mobilità,
sostituita dai nuovi ammortizzatori previsti dal Jobs Act. Non è un ragionamento, però.
Primo non si capisce che senso abbia dire alle imprese che le si sgrava fiscalmente, se poi con la mano sinistra ci si riprende quel che la destra toglie.
Secondo: la decisione di pre-pensionarsi è del lavoratore, non dell’impresa.
Queste ricorrono a prepensionamenti anche co-finanziati quando vi sono accordi con il sindacato per stato di crisi o per esubero di personale. Ed è tutt’altro paio di maniche.
Ma chi obietta al governo ha un’altra carta in mano. Se prevedete davvero prepensionamenti onerosi a carico di chi li richiede con tagli all’assegno così elevati,
ammiccano al governo, la vostra ricetta sarà un flop perché pochissimi vi faranno ricorso. E quell’eventuale flop ci sarà chi lo userà politicamente con durezza.
Sui conti previdenziali bisogna ragionare con un’ottica di lungo periodo, non delle prossime eleziomi.
Speriamolo, in nome di chi è più giovane. Ma, allo stesso tempo, disperiamone dando un’occhiata alle dichiarazioni quotidiane.
La vera partita sui prepensionamenti: quando si dice una non-priorità
Oscar Giannino