VOLEVO DIRE ALLE COSE BELLE, CHE ARRIVANO QUANDO MENO TE LO ASPETTI, CHE IO NON LE STO ASPETTANDO. (1 Viewer)

Val

Torniamo alla LIRA
Ci sono persone che credono, suppongono, di essere stati unti dal Signore.
Di essere al di sopra del volgo, perchè "loro" sono "giornalisti".
Eccone un esempio......145 azioni civili per diffamazione credo.

Che cosa è successo fra la sacerdotessa laica degli sdraiati di Capalbio è il “fascista” Stefano Andrini?

Nell’estate del 2009, Andrini che, all’epoca, era dipendente Ama, viene nominato, dal sindaco Alemanno, amministratore delegato di Ama-Servizi Ambientali.

La sinistra, che ha appena perso, malamente, il governo della Capitale, dopo anni di dominio e di potere vischioso,
insorge come un sol uomo tirando fuori dalla polvere una vecchia vicenda giudiziaria di vent’anni prima, oramai definitivamente conclusa,
per la quale Andrini ha scontato una condanna per concorso in lesioni, a causa di una rissa esplosa nel 1989, fuori da un cinema romano,
il Capranica, dopo che alcuni estremisti di sinistra avevano provocato, incautamente, un gruppo di ragazzi di destra.

L’Unità – ma anche gli altri giornali di sinistra – iniziano, dunque, nell’agosto del 2009, vent’anni dopo il fatto,
un martellamento contro Andrini “colpevole” di essere stato nominato da Alemanno all’Ama, definendolo fascista, naziskin, etc. etc.

Il giornale guidato con piglio battagliero da Concita De Gregorio sgomita per farsi largo
tra le aggettivazioni nella sassaiola mediatica che si scatena contro Andrini e rovescia quanti più epiteti possibili.
E qui, inevitabilmente, succede il patatrac.

«Alemanno nomina un ex naziskin al vertice Ama»,titola l'Unità ululando indignata il 31 agosto del 2009.
E, poi, nel pezzo che gronda sdegno “sinceramente democratico” come solo la sinistra sa fingere di fare:
«Il nuovo amministratore delegato della società Ama che si occupa dei rifiuti a Roma è Stefano Andrini.
Perché il sindaco Alemanno ha scelto proprio lui? – si chiede retoricamente il giornale guidato dalla De Gregorio
Evidentemente per il suo curriculum: una condanna a 4 anni e otto mesi per tentato omicidio,
una militanza ventennale tra i naziskin romani, una aggressione (in compagnia di suo fratello) a colpi di spranga
ai danni di due ragazzi finiti in ospedale e in coma, la convinta celebrazione nella città di Wunsiedel del delfino di Hitler Rudolf Hess, ecc…».

Purtroppo per l’Unità e per la sua allora direttrice Concita De Gregorio – che omette di controllare il pezzo – le cose non stanno proprio così.

Nella foga della lapidazione dialettica il giornalista estensore dell’articolo, la direttrice e l’editore dell’Unità non si peritano di controllare se,
veramente, Andrini sia mai stato un naziskin e, soprattutto, se, effettivamente, sia mai stato condannato per tentato omicidio.

Così Andrini, seppellito dagli insulti gratuiti di una certa sinistra che non sa perdere ma solo insultare e gridare al fascista,
si mette da parte gli articoli dell’Unità che lo massacrano mediaticamente.
E poi porta tutto alla magistratura lamentando le falsità diffamatorie scritte contro di lui dal quotidiano.

In primo grado il magistrato non reputa diffamatoria la selva di insulti.
E condanna Andrini a pagare 10.000 euro di spese legali e di giustizia.

Ma, in appello, la vicenda si ribalta.
E, a febbraio 2018, il giudice condanna – con sentenza immediatamente esecutiva –
l’Unità a risarcire Andrini dei danni subiti dalla diffamazione.
Il giudice imputa all’Unità il fatto di non essersi correttamente informata su un dato di agevole verifica.
Cioè che Andrini non è mai stato condannato per tentato omicidio come ha scritto l’Unità.

Nel frattempo l’allora editore dell’Unità è cessato attraverso un «concordato – spiega l’ex-direttrice – fra vecchi e nuovi editori, che poi sarebbero gli stessi».
E il cerino acceso resta in mano alla Madonna pagana del popolo radical chic di Capalbio, Concita De Gregorio.

Si arriva così ai giorni nostri: tre-quattro mesi fa, ottenuta la sentenza, Andrini passa all’incasso dei 37.000 euro di danni che gli hanno riconosciuto i giudici sventolando il precetto.

Che, evidentemente arriva a segno se, alla fine di ottobre, la De Gregorio si presenta al seminario .....
piagnucolando di dover pagare 5 milioni di euro di danni per 145 azioni civili
in quanto direttore, «responsabile in solido con l’editore e con l’autore di ogni articolo».

L’elenco dei diffamati a cui i giudici hanno riconosciuto i danni che l’Unità, ovvero Concita De Gregorio, quale direttore, responsabile in solido, devono pagare è lungo.
Fra questi altri c’è, appunto Andrini.

«Voi, fascisti, mi potete anche sequestrare i conti correnti, impedirmi di pagare l’acqua e la luce, ma non è così che avrete la mia testa e mia voce, poveri illusi. Che ne sapete voi della libertà».

La sfuriata della giornalista non passa inosservata al popolo dei Social.

Qualcuno le fa notare che è un giudice ad averla condannata, non Andrini. E che le sentenze dei magistrati si rispettano.
« Ma chi sò ‘sti fascisti che ti impediscono di pagare le bollette? Fanno i picchetti davanti alla Posta?
«Se avessi lavorato con correttezza non saresti nei guai. Ti è piaciuto infamare insultare disonorare calunniare tutti quelli che non sono comunisti come te?
Ora paga. Il fascismo non centra un cazzo! hai perso la cause xchè i giudici ti han dato torto, non il Duce! Siete malati!».
«Che le lascino almeno l’argent de poche per comprare uno straccetto al mercato», «…e due ricci di mare al volo».
 

Val

Torniamo alla LIRA
Messi male. Male male. Per colpa di incompetenti che si riempiono la bocca di aria....e di "nero"
.........come al solito, si predica bene ma si razzola male. E' l'evidenza.

Cos'è in definitiva la TAV. E' sì una ferrovia ad alta velocità, ma è una ferrovia "quasi in piano"
che collega Torino a Lione, by passando la vecchia linea ferroviaria che attraversa "in quota alta" il Frejus.

Perchè questa distinzione ? Perchè oggi gran parte del traffico merci non può passare sulla vecchia linea.
Oggi i treni hanno una portata ridotta. Perchè hanno un limite di portata per raggiungere la quota del Frejus.

Il 5% del traffico merci con la Francia viaggia su ferrovia.
Il 75% del traffico merci con l'Austria viaggia su ferrovia.
Il 95% del traffico merci con la Svizzera viaggia su ferrovia.

Non è che una lampadina potrebbe illuminare il Vs. cervello ?
Come mai il traffico merci su ferrovia con la Francia è così basso ?
Una delle ultime stime - 40 milioni di tonnellate di traffico.

Quanto costa la parte trans-frontaliera Tav ? 9,6 miliardi, dei quali 3,4 miliardi in carico all'Italia.

Mi chiedo come si fa ad essere contrari ad un progetto che porta il traffico in galleria, togliendolo dalle strade ?
Adesso non esiste più l'ambiente ? Non siete più ecologisti ? Oppure c'è un altro interesse ?

“Hanno rotto co sta TAV da 30anni !!!!! Forza Luigi forza Dibba siete tutti NOI”, è il primo messaggio.
“Lo so che sono fuori tema ma ti prego Luigi… Fate andare a processo Salvini”, è quello che lo segue.

Sono le due facce della stessa pancia, quella grillina che commenta, su Fb, la diretta del duo Di Maio-Di Battista
che arringa la folla, come se non ci fosse domani, come se non ci fosse governo…

La base dei grillini è in fermento, i capi lo sanno, la decisione di proteggere Salvini sul caso Diciotti,
unita alle “provocazioni” del ministro leghista sui cantieri della Tav da riaprire, hanno di fatto scoperchiato un calderone di veleni,
rancori e incazzature che i militanti, lontani dai palazzi, non cercano più neanche di nascondere.

La gente a Cinque stelle è arrabbiata con la sua parte di governo, costretta a trattare con Salvini sul no alla Tav
e anche a difenderlo in Parlamento su una linea, quella dei porti chiusi, su cui la sinistra grillina
che fa capo a Fico vive profondissimi mal di pancia.

Ecco perché da questa mattina i toni di Di Maio, sulla Tav, si sono improvvisamente alzati:
“Fino a quando ci sarà il M5S al governo la Tav non ci sarà, quella è un’opera che vuole la peggiore lobby di questo paese
ma il Movimento Cinque Stelle sta dall’altra parte”, ha detto in Abruzzo durante un comizio.

E il dossier sui costi-benefici? E la decisione da condividere con la Lega?

Povero Conte, costretto ad affidare alle agenzia una breve nota per gettare acqua sul fuoco, anzi, sulle rotaie.
“Sulla Tav ho preso un impegno a nome del Governo: di procedere alla decisione finale non sulla base di sensibilità personali
o di una singola forza politica. Il contratto di governo prevede una ”revisione” del progetto”, dice.

E Salvini? Forse annusa le tensioni, a giudicare dai toni stranamente soft, concilianti:
”Troveremo come sempre una soluzione con i 5stelle. Io non vedo spaccature nel governo:
non mi interessano inutili polemiche o retroscena. Ci siederemo attorno a un tavolo e faremo
la scelta di buon senso che serve agli italiani, all’economia e all’ambiente.
Se l’opera riduce i tempi, l’inquinamento ed è conveniente perché non farla?
Questa è la domanda alla quale tutti, senza pregiudizi, dobbiamo rispondere”.

Intanto, però, la pentola grillina bolle e rischia di esplodere sotto il governo.
La fiamma, come per un perfetto ragù, la tiene viva, lenta e costante, Alessandro Di Battista,
che sulla Tav sembra recitare il ruolo del guastatore:
“Noi siamo favorevolissimi alle infrastrutture, ma a quelle che servono davvero, magari ai pendolari.
Se la Lega intende andare avanti, continuando a scavare un buco inutile che costa 20 mld e che non serve ai cittadini,
tornasse da Berlusconi e smettesse di rompere i coglioni”.
 

Val

Torniamo alla LIRA
E di là c'è uno che ride...o come ride ......

Donald Trump gongola in queste ore dopo la diffusione dei dati positivi dell’economia Usa.

Poche ore fa il dipartimento americano del Lavoro ha comunicato che nel mese di gennaio sono stati creati
304 mila nuovi posti di lavoro nei settori non agricoli statunitensi, un dato superiore alle aspettative (ferme a 158.000 unità).

Il tasso di disoccupazione è salito al 4% dal 3,9% di dicembre,
complice in parte il rialzo del tasso di partecipazione (passato al 63,2%, massimi dal 2014) e in parte lo shutdown.

Le revisioni hanno visto il dato di novembre passare a 196.000 unità (da 176.000),
mentre quello di dicembre è sceso a 222.000 unità (da 312.000 mila).

Nel complesso le revisioni hanno ridotto di 70 mila posti di lavoro i dati dei due mesi precedenti.
La crescita dei salari, sempre a gennaio, è rimasta al 3,2% su base annua.

Secondo gli analisti internazionali, comunque, l’economia statunitense continua a rimanere forte.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Finiamo così...in allegria.

Lo scarica.
Il viceministro dell’Economia, Laura Castelli, grillina doc, licenzia il fedele collaboratore Luca Pasquaretta,
ex portavoce della sindaca di Torino, Chiara Appendino.

La scelta arriva dopo poche ore dalla perquisizione della casa del giornalista di origini lucane,
accusato di turbativa d’asta e di estorsione alla Appendino.

«A seguito dell’inchiesta che coinvolge Luca Pasquaretta e le accuse a lui rivolte – spiega il viceministro –
ritengo sia necessario interrompere immediatamente il nostro rapporto di collaborazione.
La magistratura farà il suo corso, e ribadisco rispetto e fiducia per il lavoro che svolgono i magistrati».

Troppi guai giudiziari per l’ex portove della sindaca di Torino, deus ex manchina della giuntas Appendino che oggi si trova “senza lavoro”.

Nel correre ai ripari prima che si scateni un caso, la Castelli nega che fosse il suo portavoce: «Scriveva solo comunicati».
 

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