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[FONT=arial,elvetica]Wall Street torna a tremare. La minaccia della recessione manda a fondo i listini [/FONT]
[FONT=arial,helvetica]Dopo essersi mantenuta sostanzialmente a galla nella sessione di ieri, quest'oggi la piazza azionaria americana è ricaduta pesantemente nelle mani dei ribassisti, vivendo un'altra giornata di grande tensione. Gli indici hanno mostrato da subito una grande vulnerabilità, per nulla aiuta dalla notizia relativa all'approvazione da parte del Senato del piano di salvataggio da 700 miliardi di dollari. Il provvedimento passerà domani all'esame della Camera, dove ci sarà la prova più difficile, anche alla luce della bocciatura di lunedì scorso. Sia la Casa bianca che diversi esponenti del mondo politico americano si sono detti fiduciosi sul via libera al piano, ma questo non è bastato a risollevare le sorti dei listini che hanno concluso gli scambi in forte calo. Ad appesantire l'umore degli investitori hanno contribuito anche le cattive notizie arrivate dal fronte macro, con le nuove richieste di sussidi di disoccupazione salite a 497mila unità. Da segnalare anche il crollo degli ordini alle fabbriche che ad agosto hanno mostrato una flessione del 4%, mentre la comunità finanziaria si aspettava un calo decisamente più contenuto dell'1%.
Indicazioni che di fanno hanno riacceso i timori di una recessione, che secondo alcuni sarà inevitabile, con toni anche piuttosto accentuati, nel caso in cui non sarà approvato il provvedimento salva-finanza.
A nulla è servito il ritracciamento dei prezzi del petrolio che si sono allontanati ancor più dalla soglia dei 100 dollari al barile, sfruttando anche il rafforzamento del biglietto verde rispetto alla moneta unica.
A fine giornata così le vendite hanno avuto la meglio, portando gli indici a registrare pesanti flessioni, a non molta distanza dai minimi toccati nell'intraday. Il Dow Jones e l'S&P500 hanno ceduto rispettivamente il 3,22% e il 4,03%, mentre il Nasdaq Composite (NASDAQ: notizie) ha lasciato sul parterre il 4,48% a 1.976,72 punti, dopo aver segnato un minimo a 1.975 e un massimo a 2.056 punti.
Tra i titoli del Dow Jones (notizie) , si salva Jp Morgan che chiude in rialzo dello 0,44%, mentre nello stesso settore Citigroup (NYSE: C - notizie) è sceso del 2,17%, preceduto da Bank of America (NYSE: IKJ - notizie) e da American Express (NYSE: AXP - notizie) che hanno accusato un ribasso del 4,62% e del 9,05%.
In positivo Kraft Foods (NYSE: KFT - notizie) e Procter & Gamble (NYSE: PG - notizie) , in frazionale ascesa dello 0,27% e dello 0,24%, mentre Exxon Mobil (NYSE: XOM - notizie) e Chevron (NYSE: CVX - notizie) hanno perso rispettivamente l'1,37% e il 3,21% sulla scia della correzione dei prezzi del greggio.
Sotto pressione Alcoa (NYSE: AA - notizie) che ha chiuso in flessione dell'8,89%, penalizzato dalla bocciatura di Goldman Sachs (NYSE: GS - notizie) che ha modificato il giudizio sul titolo da “buy” a “neutral”. Giornata nera per General Electric (NYSE: GE - notizie) che ha ceduto il 9,59%, per nulla aiutato dall'investimento annunciato ieri da Warren Buffett che comprerà titoli del gruppo per 3 miliardi di euro. Il titolo però ha pagato pegno sulla scia dell'aumento di capitale che sarà realizzato a 22,25 dollari per azione.
Sul tabellone elettronico del Nasdaq Composite, in rosso di quasi due punti Oracle che è riuscito a limitare i danni grazie all'ottimismo di Goldman Sachs che ha inserito il titolo nella sua conviction buy list. Torna a perdere terreno Google (NASDAQ: GOOG - notizie) che dopo il timido rimbalzo della vigilia è arretrato di oltre il 5%, ma è andata ancora peggio a Yahoo (NASDAQ: YHOO - notizie) che ha perso oltre l'8%.
Sorte simile per eBay che ha accusato un ribasso dell'8,15%, complice la bocciatura di Morgan Stanley (NYSE: MS - notizie) la cui raccomandazione passa da “overweight” a “equalweight”. Sotto pressione anche Apple (NASDAQ: AAPL - notizie) , in rosso dell'8,27% e nelle ultime posizioni troviamo Nvidia che ha performato decisamente peggio dell'indice Soxx, con un tonfo di oltre il 10%. Nello stesso settore sotto scacco anche Intel (NASDAQ: INTC - notizie) che ha ceduto poco più del 7%, muovendosi quasi di pari passo con Research in Motion che ha annullato interamente il balzo in avanti realizzati non più tardi di due sessioni fa.
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[FONT=arial,helvetica]Dopo essersi mantenuta sostanzialmente a galla nella sessione di ieri, quest'oggi la piazza azionaria americana è ricaduta pesantemente nelle mani dei ribassisti, vivendo un'altra giornata di grande tensione. Gli indici hanno mostrato da subito una grande vulnerabilità, per nulla aiuta dalla notizia relativa all'approvazione da parte del Senato del piano di salvataggio da 700 miliardi di dollari. Il provvedimento passerà domani all'esame della Camera, dove ci sarà la prova più difficile, anche alla luce della bocciatura di lunedì scorso. Sia la Casa bianca che diversi esponenti del mondo politico americano si sono detti fiduciosi sul via libera al piano, ma questo non è bastato a risollevare le sorti dei listini che hanno concluso gli scambi in forte calo. Ad appesantire l'umore degli investitori hanno contribuito anche le cattive notizie arrivate dal fronte macro, con le nuove richieste di sussidi di disoccupazione salite a 497mila unità. Da segnalare anche il crollo degli ordini alle fabbriche che ad agosto hanno mostrato una flessione del 4%, mentre la comunità finanziaria si aspettava un calo decisamente più contenuto dell'1%.
Indicazioni che di fanno hanno riacceso i timori di una recessione, che secondo alcuni sarà inevitabile, con toni anche piuttosto accentuati, nel caso in cui non sarà approvato il provvedimento salva-finanza.
A nulla è servito il ritracciamento dei prezzi del petrolio che si sono allontanati ancor più dalla soglia dei 100 dollari al barile, sfruttando anche il rafforzamento del biglietto verde rispetto alla moneta unica.
A fine giornata così le vendite hanno avuto la meglio, portando gli indici a registrare pesanti flessioni, a non molta distanza dai minimi toccati nell'intraday. Il Dow Jones e l'S&P500 hanno ceduto rispettivamente il 3,22% e il 4,03%, mentre il Nasdaq Composite (NASDAQ: notizie) ha lasciato sul parterre il 4,48% a 1.976,72 punti, dopo aver segnato un minimo a 1.975 e un massimo a 2.056 punti.
Tra i titoli del Dow Jones (notizie) , si salva Jp Morgan che chiude in rialzo dello 0,44%, mentre nello stesso settore Citigroup (NYSE: C - notizie) è sceso del 2,17%, preceduto da Bank of America (NYSE: IKJ - notizie) e da American Express (NYSE: AXP - notizie) che hanno accusato un ribasso del 4,62% e del 9,05%.
In positivo Kraft Foods (NYSE: KFT - notizie) e Procter & Gamble (NYSE: PG - notizie) , in frazionale ascesa dello 0,27% e dello 0,24%, mentre Exxon Mobil (NYSE: XOM - notizie) e Chevron (NYSE: CVX - notizie) hanno perso rispettivamente l'1,37% e il 3,21% sulla scia della correzione dei prezzi del greggio.
Sotto pressione Alcoa (NYSE: AA - notizie) che ha chiuso in flessione dell'8,89%, penalizzato dalla bocciatura di Goldman Sachs (NYSE: GS - notizie) che ha modificato il giudizio sul titolo da “buy” a “neutral”. Giornata nera per General Electric (NYSE: GE - notizie) che ha ceduto il 9,59%, per nulla aiutato dall'investimento annunciato ieri da Warren Buffett che comprerà titoli del gruppo per 3 miliardi di euro. Il titolo però ha pagato pegno sulla scia dell'aumento di capitale che sarà realizzato a 22,25 dollari per azione.
Sul tabellone elettronico del Nasdaq Composite, in rosso di quasi due punti Oracle che è riuscito a limitare i danni grazie all'ottimismo di Goldman Sachs che ha inserito il titolo nella sua conviction buy list. Torna a perdere terreno Google (NASDAQ: GOOG - notizie) che dopo il timido rimbalzo della vigilia è arretrato di oltre il 5%, ma è andata ancora peggio a Yahoo (NASDAQ: YHOO - notizie) che ha perso oltre l'8%.
Sorte simile per eBay che ha accusato un ribasso dell'8,15%, complice la bocciatura di Morgan Stanley (NYSE: MS - notizie) la cui raccomandazione passa da “overweight” a “equalweight”. Sotto pressione anche Apple (NASDAQ: AAPL - notizie) , in rosso dell'8,27% e nelle ultime posizioni troviamo Nvidia che ha performato decisamente peggio dell'indice Soxx, con un tonfo di oltre il 10%. Nello stesso settore sotto scacco anche Intel (NASDAQ: INTC - notizie) che ha ceduto poco più del 7%, muovendosi quasi di pari passo con Research in Motion che ha annullato interamente il balzo in avanti realizzati non più tardi di due sessioni fa.
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