Zignago (IZ) Zignago industrie (2 lettori)

arseniolupin

Forumer storico
ti cerco qualcosa :)


del 17 giugno 2004

Dopo il riassetto azionario che ha visto l'uscita di Pietro Marzotto e dei suoi familiari dall'azionariato del gruppo di Valdagno, Piazza Affari raccoglie a piene mani i titoli della società. Le azioni Marzotto ieri sono state protagoniste indiscusse con un progresso finale del 7,12% a 10,35 euro per azione. Anche il volume degli scambi è stato di molto superiore alla media con oltre 150mila titoli passati di mano.

E proprio ieri, in serata, è stato ufficializzato lo scioglimento anticipato del patto di sindacato sul 32,41% del capitale della Zignago, su cui qualche tempo fa la Marzotto lanciò e poi l'assemblea bocciò un'Opa. In buona sostanza la Borsa crede nell'annuncio di qualche operazione straordinaria. Domani si riunisce il cda che dovrà nominare il nuovo presidente e in pole position c'è l'amministratore delegato, Antonio Favrin, anche se qualche chanches di successo lo conserva ancora l'outsider Andrea Donà delle Rose. Ma non è questo ad aver messo le ali ai titoli della Marzotto.

A sentire il tamtam di Piazza Affari l'uscita di Pietro Marzotto, avvenuta lunedì, potrebbe dare il via libera a una ristrutturazione dell'azienda. Le ipotesi sono molteplici: c'è chi scommette che la società di Valdagno possa fondersi con la controllata tedesca Hugo Boss o chi ritiene che possa tornare in auge anche la fusione con Zignago.
 

arseniolupin

Forumer storico
La saga dei Marzotto gira attorno all’oro di Zignago.

da Finanza&Mercati del 15-07-2004

C’è un’azienda, a Portogruaro, nel veneziano, che fa luccicare gli occhi ad Antonio Favrin. Sarà perché l’attuale presidente di Marzotto apprezza il buon vino bianco, sarà perché si tratta di un gioiello di azienda tra le meno valorizzate (e conosciute) in Piazza Affari e dintorni, sarà perché Favrin ne mantiene la presidenza. O, forse, perché tutto è cominciato a Portogruaro, e tutto a Portogruaro potrebbe chiudersi. A fine luglio, infatti, sono in programma in rapida successione (nell’ordine, il 29 e il 30 luglio) i consigli di amministrazione del gruppo Marzotto e delle Industrie Zignago Santa Margherita, di Portogruaro appunto. In quei giorni Favrin, il doppio presidente, potrebbe estrarre dal cilindro la formula magica che chiuderà il riassetto di Valdagno. Un ridisegno che potrebbe portare, è stato scritto da F&M e non è stato smentito, all’aggregazione di Marzotto con la controllata tedesca Hugo Boss e all’alleggerimento dal comparto tessile.
Che c’entra questo con la Zignago? Per tentare una risposta occorre risalire all’assemblea del 30 ottobre 2002. Fino a quel momento, Zignago era semplicemente una macchina da profitto per i soci, la terza società di Piazza Affari per risorse distribuite negli ultimi 15 anni (dietro solo a un paio di concessionari autostradali). Il grande problema era lo scarso flottante, per il resto Zignago garantiva rendite di posizione da leader. Nel vetro, che vale oltre il 50% del fatturato, ambito in cui l’azienda è tra i primi cinque produttori al mondo con la capacità di creare bottiglie e vasellame d’élite. Nel vino, con i marchi Santa Margherita e Ca’ del Bosco, che rendono il gruppo tra i primi cinque produttori italiani. In più, con la peculiarità di aver valorizzato al massimo il bianco, cosa che consente minor investimenti in terreni e meno immobilizzazioni nell’invecchiamento: l’azienda vende un pinot grigio che risulta tra i vini più venduti nella ristorazione americana. E poi c’è l’attività nel lino, roba ciclica, è vero, ma senza troppi scossoni sulla bottom line negli ultimi dieci anni. Insomma, Zignago era un titolo per pochi, appassionati intenditori. Qualche analista che seguiva il gruppo c’era. E chi ne racconta l’andamento («una bella storia di Borsa»), parla di un’azione da coltivare, di un management corretto al punto da sembrare fuori luogo, nella Piazza Affari anni Novanta.
Ma di fuori luogo c’era qualcos’altro. L’enorme liquidità di Zignago. È vero, la società è una cash cow, ma nel 2000 si ritrovava 66 milioni di liquidi su un fatturato di 228. Gli appelli di gestori e analisti (perché non reinvestire nel business che assicurava alti rendimenti?) andarono nel vuoto. Gli investimenti, semmai, deviarono in un fondo specializzato nella telefonia. Strano. Poi s’è capito. Zignago aveva bisogno della cassa per favorire la spettacolare Opa su Marzotto. La scalata al colosso veneto semplificava gli asset industriali delle due famiglie Marzotto e Donà delle Rose, tra le cui file si frazionava il controllo di Valdagno e di Zignago. Consentendo nel contempo a chi voleva monetizzare di lasciare la nave. Peccato per le minoranze di Zignago, che videro il titolo crollare del 40% in un giorno, visto che l’Opa dava un premio dell’80% alle azioni Marzotto. I conti si regolarono nell’assemblea Zignago del 30 ottobre, dove si presentarono familiari con oltre l’80% delle azioni. E andando oggi a rifare i conti, emerge che, allargando a fiduciarie, parenti vari e ai Notarbartolo di Villarosa, nobili siciliani legati via matrimonio con la famiglia di Paolo, si arrivava al 94% del capitale Zignago. Le minoranze erano pronte a studiare azioni legali. Ma a fare dietrofront furono due rami della famiglia, quello guidato dal conte Pietro, e quello dei figli di Umberto (uno dei fratelli di Pietro). In totale, allora, significava il 30% del capitale, il 34% dei votanti, sufficiente per far saltare tutto.
Fu un colpo di scena. Per Zignago, fu un colpo e basta. Da allora il titolo resta un titolo da acquistare, ma che nessuno consiglia. Guardare Bloomberg per credere: copertura, zero. E chi ce l’ha in portafoglio, ora trema. Ma sembra difficile, dicono gli analisti «traditi» (quelli che amavano Zignago e che ora non si fidano), che si ripeta l’operazione del 2002. Il delisting, invece, potrebbe essere un affare, potrebbe fruttare 19 euro a titolo nel caso l’azienda venga fatta a pezzi e ceduta. Nell’ipotesi l’Opa avvenga a 15 euro (oggi l’azione gira attorno ai 13,5), l’esborso sarebbe di 375 milioni. Una quota accessibile, per un gruppo che crea 25 milioni di cassa l’anno, e che potrebbe garantirsi 200 milioni di indebitamento. Già, ma lo garantiva anche due anni fa. Solo che, quel 30 ottobre, è scoppiata la guerra tra le famiglie. E alla guida di Valdagno sono saliti quelli che erano i fautori dell’Opa Zignago, la corrente improntata alla massimizzazione del valore e all’uscita dai business meno strategici. Mentre a Valdagno è stato chiuso l’ufficio del conte Pietro. Fuori dal board e dall’azionariato, oggi cerca un altro ufficio. Alla sua cordata che fermò l’Opa, per ottenere il 70% circa mancante a 15 euro, «bastano» 255 milioni.
Il Conte e soci hanno incassato in due anni 26 milioni di dividendi da Zignago, cui si aggiungono i 105 milioni ricevuti da Pietro per uscire da Marzotto. La differenza da 255 non è abissale. Certo, Valdagno e Portogruaro, che a monte hanno la stessa saga familiare, sono legati a valle nel Linificio e Canapificio, azienda quotata di cui Marzotto e Zignago possiedono un 34% a testa. Tra gli osservatori delle vicende venete c’è chi scommette in una scalata sul Linificio: il titolo oggi capitalizza appena il 70% dei ricavi. Un altro gioiello da dividere tra gli eredi, insomma. O da consegnare al conte Pietro. A fine luglio, Favrin potrebbe decidere. Sarà per questo, quel luccichio negli occhi.
 

fo64

Forumer storico
Re: Zignado industrie

Ladysole ha scritto:
qualcuno sà informazioni sulla società?

grazie mille :love:

Se intendi informazioni generali, queste sono quelli che riporta Yahoo Finanza:

Website: www.zignago.com
Settore: Chimici
Indirizzo Via: Via Ita Marzotto, 8
Città: Venezia
C.A.P.: 30025
Telefono: ++39 0421 246111
Fax: ++39 0421 246246
Borsa Italia
Codice alfanumerico ZIGI.MI
Indice Mibtel
Mercato Mibtel
Data ultima rilevazione: 09/05/2003
Presidente Paolo Marzotto
Amministratore Delegato Antonio Favrin


Descrizione

Industrie Zignago Santa Margherita SpA e' una societa' che gestisce un portafoglio differenziato di aziende attive nella produzione e distribuzione di contenitori di vetro, contenitori per il cibo, vini, cosmetici e filati di tela. Anche se molto differenti, queste attivita' sono guidate da una filosofia di gestione comune, che richiede l'identificazione di nicchie ad alto valore aggiunto strategico in cui il gruppo può essere un market leader. L'azionista di riferimento e' Marzotto con una quota dell'8.2%. Le principali controllate del gruppo sono Zignago Tessile SpA (99.98%), Zignago Vetro SPA (99.98%) e S. Margherita SpA (99.96%). Circa il 56% dei ricavi della societa' deriva dai contenitori in vetro, il vino conta per il 22%, il tessile per il 20% e altre attivita' per il 2%.


Se intendevi qualcosa di più preciso o "news" sul titolo non ho trovato niente di rilevante in giro :) , meglio di me ha fatto Arsenio qua sopra

Fo64
 

arseniolupin

Forumer storico
Zignago

visto le ultime "passioni azionarie" di Marzotto e Zignago (uscita di Pietro Marzotto e scioglimento anticipato del patto di sindacato di Zignago), notizie che sono apparse sul ng di finanza.

Sembra che Todisco (presidente AVIR) sia diventato azionista di Zignago (ndr. a che titolo?). La Owens (proprietaria AVIR) deve cedere uno stabilimento in seguito all'acquisizione di un gruppo inglese di vetrerie. Sembra che lo stabilimento verrà acquistato proprio da Zignago


la Owens (proprietaria del gruppo AVIR) deve cedere uno stabilimento nel nord Italia. Questo perche' ha acquistato un concorrente francese, non inglese.

A chi lo vendera' non e' ovviamente specificato nel sito della Comunità europea.
 

arseniolupin

Forumer storico
Zignago, sciolto in anticipo patto su 32,41% capitale

MILANO, 16 giugno (Reuters) - E' stato sciolto anticipatamente il patto parasociale costituito sul 32,31% del capitale di Industrie Zignago Santa Margherita da alcuni membri delle famiglie Marzotto e Donà dalle Rose.
Lo rende noto un comunicato della società che ha ricevuto oggi la comunicazione dello scioglimento anticipato del patto, in scadenza il 31 dicembre, con decorrenza dal 22 giugno.
Prosegue quindi il fermento all'interno della famiglia Marzotto dopo che lunedì è stato annunciato un cambiamento dell'assetto azionario del gruppo Marzotto, con l'uscita del capostipite e consigliere Pietro Marzotto e la creazione di un nuovo patto di sindacato sul 28% del capitale che è andato ad affiancarsi a quello stipulato nel maggio dello scorso anno sul 27%.


Zignago, utile netto gruppo primo trimestre a 3,5 mln da 4 mln

MILANO, 11 maggio (Reuters) - Industrie Zignago Santa Margherita archivia il primo trimestre 2004 con un utile netto consolidato di 3,5 milioni di euro da 4 milioni nello stesso periodo 2003.
Lo dice una nota diffusa dal gruppo, precisando che l'utile operativo è livemente salito a 7 milioni di euro da 6,9 milioni del primo trimestre 2003. Il margine operativo lordo è pari a 14,9 milioni, da 15 milioni rilevati a marzo 2003.



altro non trovo :)
 

arseniolupin

Forumer storico
finance.php
 

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