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mototopo

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Secondo estratto del testo "Un saggio di "verità" sull'Europa e sull'euro. 1.1.1999 il colpo di Stato, 1.1.2014 rinascita!?" di Giuseppe Guarino, professore emerito della facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Roma “La Sapienza”

Dopo la disciplina formale della moneta unica, il passo successivo consistette nel prevedere una fase transitoria diretta a creare condizioni di sufficiente omogeneità tra i Paesi membri ammessi all’euro ad evitare che, avvenuto il passaggio alla terza fase, quella “a regime”, i più forti prevalessero sui più deboli. La disciplina della fase transitoria della omogeneizzazione è contenuta nel prot. n. 6.

LE CONDIZIONI DI EQUILIBRIO
Furono assunte a riferimento le medie attinenti ai due aspetti più rilevanti (tassi di inflazione, tassi dei titoli a lungo termine) dei tre Stati migliori. Sarebbero stati consentiti divari dal modello entro margini prestabiliti (1.5 punti per il tasso di inflazione; 2 punti nel tasso di interesse a lungo termine). Anteriormente al 1° luglio 1998 si sarebbe tenuto uno scrutinio con il quale, nel rispetto di una apposita procedura, si sarebbero valutati i risultati raggiunti e sarebbero stati ammessi allo “euro” i Paesi che avessero soddisfatto le condizioni prescritte.

L’ATTESA DELLA SPAGNA
Lo scrutinio si tenne il 3 maggio 1998. Undici Stati superarono lo scrutinio. Il dodicesimo (la Spagna) fu inquadrato tra gli Stati con deroga. Sarebbe stato ammesso tra quelli senza deroga l’anno successivo.

UN COLPO DI STATO?
L’espressione “colpo di Stato” viene usata quando si modifica in aspetti fondamentali il sistema costituzionale di uno Stato, con violazione delle norme costituzionali vigenti.
Il colpo di Stato viene attuato con maggiore frequenza con la forza. Nei tempi più antichi uccidendo, anche con il veleno, il sovrano.
Il 1.1.1999 un colpo di Stato è stato effettuato in danno degli Stati membri, dei loro cittadini, e dell’Unione. Il “golpe” è stato realizzato non con la forza, ma con fraudolenta astuzia. L’affermazione può apparire “stupefacente”. Obiettivamente lo è. La assoluta incredulità è una reazione del tutto naturale e comprensibile.

LA DIMOSTRAZIONE DI UN ESPROPRIO
Per la dimostrazione occorre indicare:
a) quali sono i poteri costituzionali degli Stati membri e quali gli aspetti fondamentali del diritto dell’Unione che hanno formato oggetto del “golpe”; b) con quali atti il “golpe” è stato realizzato e quali ne sono stati gli autori; c) in cosa sono consistite le astuzie fraudolente, alle quali si è fatto riferimento.

a1) Si risponde separatamente per gli Stati membri e per l’Unione. Il TUE non contempla alcuna procedura specifica per le sue variazioni. In quanto Trattato multilaterale di diritto internazionale, sarebbe stato un dovere dell’Unione che i suoi organi competenti lo rispettassero e lo facessero rispettare. Non avrebbero dovuto consentire che modifiche di aspetti fondamentali del sistema si producessero in assenza di un nuovo Trattato. La disciplina introdotta con fraudolenza formò invece oggetto di un regolamento previsto dal Trattato in funzione di un unico e specifico compito. Adottare indirizzi di massima al fine del coordinamento delle “politiche economiche” degli Stati membri (artt. 102 A, 103, TUE). Il diritto costituzionale degli Stati membri è stato violato perché non sono state osservate le norme costituzionali interne da osservarsi nella ratifica dei Trattati. La sovranità degli Stati membri è stata vulnerata perché è stata loro sottratta la funzione “esclusiva” da esercitarsi, singolarmente e come gruppo, di promuovere lo sviluppo dell’UE e della zona euro con le proprie “politiche economiche”. La costituzione degli Stati è stata violata perché sono stati imposti ai loro organi interni obblighi e condotte che i rispettivi ordinamenti costituzionali non contemplano.

b1) Il golpe è stato attuato a mezzo del reg. 1466/97. Per la formazione del regolamento, come si è detto, si è fatto ricorso alla procedura di cui agli artt. 103, n. 5 e 189 c) TUE che, nello stesso momento in cui è stata utilizzata, è stata anche violata perché ce se ne è avvalsi per uno scopo diverso dall’unico previsto.
La procedura di cui agli artt. 103, n. 5 e 189 c) TUE in nessun modo avrebbe potuto essere impiegata per modificare norme fondamentali del Trattato. L’essersene avvalsi configura una ipotesi non di semplice illegittimità, bensì di incompetenza assoluta. Gli atti adottati sono di conseguenza non illegittimi, ma nulli/inesistenti.

b2) Le persone fisiche, alle quali far risalire l’attuazione del golpe e dei mezzi fraudolenti per realizzarlo sono ignote. Non si conosce né chi ne sia stato l’ideatore, né il nome dell’estensore materiale del testo del regolamento. Una inchiesta del Parlamento europeo potrebbe ancora identificarli. La responsabilità formale del “golpe” è dei membri della Commissione e dei titolari degli organi dell’Unione e dei governi dei Paesi membri della che parteciparono in ciascuna delle fasi alla procedura di formazione del reg. 1466/97.

c1) Gli assetti fondamentali, modificati illegalmente dal reg. 1466/97, sono diversi per l’Unione e per gli Stati membri.
Quanto all’Unione è stato modificato, in modo radicale ed irreversibile, l’obiettivo principale, consistente (artt. 2 e 3 TUE) nel conseguimento di uno sviluppo dalle caratteristiche e secondo le modalità previste nei suddetti articoli e nell’aver abrogato, per avere regolato in modo diverso la intera materia, l’art. 104 c) TUE, contenente la disciplina dei mezzi di cui gli Stati si sarebbero potuti avvalere per l’adempimento all’obbligo di promuovere sviluppo.
Quanto agli Stati la illecita variazione consiste nell’averli privati, con l’abrogazione degli artt. 102 A, 103, 104 c) TUE, nonché di altri connessi, a mezzo di norme (quelle del reg. 1466/97) regolanti in modo diverso l’intera materia, degli unici poteri politici ad essa attribuiti in funzione alla conduzione economica dell’Unione.

c2) Il reg. 1466/97 malgrado la sua apparente innocenza, oltre a modificare la disciplina di vertice dell’Unione e degli Stati, ha inciso sul carattere fondamentale dell’Unione, in assenza del quale gli Stati non sarebbero stati legittimati a parteciparvi, quello della “democraticità”. È l’affermazione che tra tutte genera la massima incredulità.

DATI TRUCCATI?
Tutto ha origine dal sospetto di alcuni degli Stati più forti che qualcuno dei più deboli, per superare lo scrutinio, si sarebbe avvalso di dati non veritieri.
È ipotizzabile che a ciò si debba l’origine del reg. 1466/97. Sarebbe stato il rimedio ove effettivamente qualcuno degli Stati membri fosse riuscito a superare lo scrutinio senza averne il diritto. Il rimedio non avrebbe condotto alla guarigione. Avrebbe prodotto danni gravi. Dimostratisi poi irreversibili.
Va aggiunto che a fine 1996 gli andamenti delle economie degli Stati membri suscitavano preoccupazioni. Il rapporto debito/PIL negli Stati principali era cresciuto ad un livello e con rapidità non previsti. Il debito francese dall’iniziale 35% era passato al 58.7%, quello tedesco dal 40% al 59.8%, quello italiano dal 100.8% al 116.8%. Era stato preventivato che nella fase transitoria vi sarebbe stato un rallentamento del PIL. Ma si registrava un deterioramento superiore alle previsioni. Si dubitò della effettiva capacità delle norme a realizzare gli obiettivi assegnati, in particolare sulla effettiva corrispondenza della nuova moneta al vecchio marco. Si pensò di superare ogni incertezza, rafforzando la “stabilità”, assumendola ad oggetto di un vincolo di carattere generale.
A maggior ragione la dimostrazione della soppressione del regime democratico dovrà essere analitica e precisa nei dettagli. Riceverà conferma dagli effetti concretamente prodottisi.

UN DISEGNO “FRAUDOLENTO”?
In cosa è consistito il disegno “fraudolento” che ha portato alla approvazione del reg. 1466/97?
La procedura utilizzata non era stata mai impiegata e non avrebbe mai più potuto esserlo nella sua portata originaria in quanto con il reg. 1466/97 sono state cancellate le “politiche economiche” degli Stati che della disciplina degli artt. 102 A e 103 del TUE costituivano il presupposto.
La procedura del regolamento era iniziata nel novembre 1996. Il primo atto pubblicato è apparso sulla G.U. del 6 dicembre di quell’anno. A quel tempo l’attenzione degli Stati membri era concentrata sullo scrutinio di ammissione all’euro, che avrebbe dovuto tenersi entro il 31 dicembre 1996 (art. 109 J). Era stato poi rinviato al 1998. La nuova moneta suscitava grandi speranze. Non si prestò attenzione al reg. 1466/97. Era un atto che non incideva sullo scrutinio. Riguardava il periodo successivo. Il testo ne prevedeva l’entrata in vigore al 1° luglio 1998. Ce se ne sarebbe occupati quando fosse venuto il suo tempo, sempre che si fosse superato lo scrutinio.
Il testo del regolamento era scritto in modo rassicurante. Prometteva (art. 3, n. 1) una crescita vigorosa, sostenibile e favorevole alla creazione di posti di lavoro. A voler essere pignoli, il vigore era qualcosa di più e di diverso di quanto l’art. 2 TUE esigeva e prometteva.

LA SCELTA DELLE DATE
La procedura del reg. 1466/97 si è chiusa con la deliberazione del Consiglio del 7 luglio 1997. Gli Stati partecipavano al Consiglio con un rappresentante a livello ministeriale abilitato ad impegnare il rispettivo governo (art. 146 TUE). Gli Stati se potevano essere giustificati per non avere prestato sufficiente attenzione al testo del regolamento alla data, anteriore al novembre 1996, della prima delibera del Consiglio, nel 1997 non avrebbero potuto disinteressarsi della sorte che li attendeva una volta superato lo scrutinio. Non è avvenuto. È lecito il sospetto che vi abbia influito la sapiente scelta delle date.
L’adozione del regolamento avvenne il 7 luglio 1997. Era il tempo in cui la Commissione avrebbe cominciato ad esaminare la documentazione presentata dagli Stati ai fini dello scrutinio. Il 25 marzo 1998 la Commissione formulò la proposta per l’ammissione di undici Stati sui dodici aspiranti. La Spagna sarebbe stata rinviata all’anno successivo. Il Consiglio, nella composizione di Capi di Stato o di governo, fece sua la proposta della Commissione. Il reg. 1466/97 fissava (art. 13) esso stesso la data della sua entrata in vigore al 1° luglio 1998. Per quale ragione se ne era richiesta l’adozione da parte degli Stati prima che venisse effettuato lo scrutinio e se ne conoscesse l’esito se il regolamento avrebbe dovuto e potuto applicarsi solo agli Stati ammessi?
“Caro Stato membro” (sembra sentire che la richiesta di adesione quasi sussurrasse), “se non firmi subito, il consenso all’ingresso nell’euro potrebbe essere problematico”. Un ricatto frutto della casualità delle date o intenzionale?

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snapo

the greater the truth, the greater the libel
Come non condividere quello che scrivi con l'aggiunta che questo genere di errori è molto comune oltre che nell'autore del post che è stato commentato anche negli altri appartenenti alla categoria degli illustri sconosciuti che non hanno mai scritto un articolo su rivista scientifica e che come dal nulla sono apparsi sulla scena con un libro di banalità e imprecisioni se non errori.

Ormai ho una cartella intera di questi presunti esperti invitati nei talk show che sono liberi di dire castronerie in sequenza infinita.

Spiace segnalare che anche nell'opposizione all'attuale governo, oltre che in illustri esponenti dello stesso, e nei giornalisti vi è una continua confusione sull'ABC delle regole di formazione delle istituzioni UE, a partire dalla Commissione per finire con la UE. Conoscenza che potrebbe essere acquisita anche con la banale lettura delle pagine relative di wikipedia ...


Purtroppo rispondere a questi post, serve a poco. L'importante per chi posta queste (pseudo)informazioni è disinformare (sia nell'accezione inglese disinformation che misinformation).

Chiunque potrebbe verificare la massa di stupidaggini che si dicono sulla UE con un manualetto elementare o con la lettura degli stessi trattati. (Troppa fatica ...)

condivido l'invito ad informarsi...

e infatti

la commissione europea è il braccio esecutivo dell'unione europea...
Commissione europea

ergo nn è un organo nè eletto nè tantomeno espressione di un partito e/o una coalizione che abbia vinto le elezioni

i commissari provengono da disparate esperienze politiche e o diverse esperienze lavorative

moscovici è un socialista...la moscerini una piddina...juncker un popolare...

al tempo Prodi...trombato in italia... fu proposto a capo della commissione proprio dal suo acerrimo nemico berlusconi...

l'unico organo eletto in europa è il parlamento e infatti non conta nulla...nn da fiducie...nn fa leggi autonome...nn cassa i comportamenti e le decisioni della commissione in contrasto con la volontà parlamentare/elettorale

bene informarsi...
e se nn lo si è sarebbe bene tacere perchè è facile incontrare qlc1 + informato

inoltre
nn mi risulta che chi si occupa o interviene su temi politici sia mai stato attore di pubblicazioni "scientifiche"...
se c'è qualcosa sul pianeta che è la negazione della scienza questa è la politica...

da lettore di science mi prodigherò affinchè ciò nn avvenga mai!

saluti
 

mototopo

Forumer storico
Francia terrorista: fa strage a Strasburgo e protegge Battisti

16/12 •

Francia terrorista: i servizi segreti di Parigi hanno organizzato la strage di Strasburgo per aiutare Macron, messo in difficoltà dai Gilet Gialli, mentre in Brasile hanno reso improvvisamente irreperibile Cesare Battisti, un attimo prima che venisse arrestato. Perché la Francia dovrebbe proteggere Battisti, evitandogli di essere estradato in Italia, dove lo attenderebbe l’ergastolo per omicidio? Semplice: «All’epoca degli anni di piombo, sospetto che Battisti sia stato infiltrato dai francesi nel sottobosco dell’eversione italiana». Sono di questo tenore le dichiarazioni rilasciate il 16 dicembre dall’avvocato Gianfranco Pecoraro, alias Carpeoro, in diretta web-streaming su YouTube con Fabio Frabetti di “Border Nights”. «Adesso basta», si sfoga Carpeoro: «Se qualcuno a Roma ha le palle, convochi l’ambasciatore francese e gli chieda conto dell’operato dei servizi segreti di Parigi. L’Italia ne ha titolo, anche perché a Strasburgo è morto un ragazzo italiano di 28 anni», Antonio Megalizzi, colpito dai proiettili esplosi all’impazzata, l’11 dicembre, dal giovane Cherif Chekatt, noto pregiudicato, con 27 condanne già rimediate in tre diversi paesi. Classificato “islamico radicalizzato” dalla polizia francese, Chekatt ha ucciso sul colpo 3 persone (salite a 4, con Megalizzi) ferendone altre 16. Carpeoro accusa Parigi: il killer è stato appositamente reclutato attraverso le brigate Al-Nusra, eredi di Al-Qaeda in Siria, stanziate a Idlib e segretamente protette dalla Francia.
Giornalista e scrittore, studioso di simbologia e già a capo della più tradizionale obbedienza massonica italiana del Rito Scozzese, non è la prima volta che Carpeoro fornisce clamorose rivelazioni. Di recente, tramite suoi rapporti con logge tedesche, ha svelato l’imbarazzante retroscena dietro alla prima bocciatura di Marcello Foa alla guida della Rai, ottenuta su pressione di Jacques Attali, “king maker” di Macron, che si sarebbe rivolto a Giorgio Napolitano e quindi ad Antonio Tajani per premere su Berlusconi affinché revocasse il consenso sulla nomina di Foa che in prima battuta il Cavaliere aveva già assicurato a Salvini. Non è escluso che la retromarcia di Berlusconi, grazie a cui oggi Foa ha raggiunto la presidenza Rai, sia dovuta anche alle scomode rivelazioni di Carpeoro. Fuoriuscito dalla massoneria, nel 2016 l’avvocato ha pubblicato il saggio “Dalla massoneria al terrorismo”, che denuncia la regia occidentale (non islamica) del “neoterrorismo” europeo targato Isis: opera di manovalanza islamista reclutata da servizi segreti Nato al soldo della “sovragestione” di potere, che interseca trasversalmente governi e apparti di polizia tramite superlogge internazionali come la “Hathor Pentalpha”. Schema classico: strategia della tensione, alimentata da attentati “false flag”, sotto falsa bandiera (attribuiti all’Isis). «Così come già Al-Qaeda, anche l’Isis è il prodotto della medesima sovragestione occidentale», sottolinea Carpeoro. «E l’ultimo attentato, quello di Strasburgo, ne è un esempio perfetto». Obiettivo? «Politico: aiutare Macron a resistere all’assedio dei Gilet Gialli, depistando l’opinione pubblica e indirizzandola verso un nemico esterno».
Mai come nel caso di Strasburgo, dichiara Carpeoro in video-chat con Frabetti, è apparso chiaro il carattere artificioso della strage, progettata dai servizi segreti a poche ore dalla clamorosa “resa” televisiva di Macron, messo in croce dai Gilet Gialli. L’attentatore è stato presentato come “islamico radicalizzato”, ma testimoni raccontano di averlo visto ubriaco fradicio, qualche sera prima, in una birreria. «Il sindaco di Strasburgo ha dichiarato di non riuscire a spiegarsi come Cherif Chekatt, pregiudicato e schedato dalla polizia come sospetto terrorista islamico, possa essere riuscito a inoltrarsi – armato – nel perimetro super-vigilato del centro di Strasburgo, giungendo indisturbato fino al mercatino di Natale dove poi ha compiuto la strage». Ma peggio: «Poco prima – aggiunge Carpeoro – Chekatt era sfuggito all’arresto. Strano, che qualcuno compia una strage (anziché sparire) poco dopo esser sfuggito all’arresto. E ancora più strano è che la polizia non si attivi per braccarlo, non diffonda foto segnaletiche, non disponga posti di blocco». Attenzione: «Chi c’era, a proteggere il centro di Strasburgo? Le forze speciali antiterrorismo». In altre parole: qualcuno che, il killer, “doveva” lasciarlo passare – armato – evitando di perquisirlo?
Il tentato arresto, aggiunge Carpeoro, è chiaramente un alibi per allontanare i sospetti dalle forze di sicurezza. E non è tutto: «Da una perquisizione domiciliare, il killer è risultato essere in possesso di un’altra pistola, diversa da quella usata per la strage, e addirittura di una granata». Domanda: «Se voleva fare una carneficina, perché non ha portato con sé anche le altre armi?». E soprattutto: «Perché ancora oggi non sappiamo che tipo di pistola fosse, quella usata per sparare sulla folla?». Stranezze su stranezze: subito, era corsa voce che Chekatt si fosse rifugiato in Germania. Invece, stranamente, non si era allontanato da Strasburgo. Nessuno si stupisce più che sia stato ucciso, alla fine, come tutti gli altri killer che negli ultimi anni hanno insanguinato l’Europa: nessun magistrato ha mai potuto interrogarli, sono tutti stati messi a tacere dai cecchini. Carpeoro insiste sull’arma della strage: «Dato che non è stata fatta circolare nessuna informazione, su quella pistola, è altamente probabile che sia di importanza decisiva per risalire alla verità». Un’arma fornita al killer direttamente dai servizi segreti francesi?
Dopo la strage della redazione di Charlie Hebdo, l’Eliseo insabbiò le indagini – apponendo il segreto di Stato (segreto militare) – nel momento in cui un magistrato aveva scoperto che le armi del commando kamizake erano state acquistate, in Belgio, da agenti della Dgse, l’intelligence di Parigi. Uno degli 007 era in contatto con la fidanzata di uno dei giovani attentatori (anch’essi poi freddati dai cecchini, esattamente come Cherif Chekatt). Per Carpeoro, ormai il gioco è spudorato: non si era mai vista tanta tempestività nel fare ricorso al terrorismo per motivi di stringente necessità politica. «Temo che all’attentato di Strasburgo ne possano seguire altri», aggiunge Carpeoro, secondo cui – intanto – un risultato è stato ottenuto: è vero che il Gilet Gialli sono tornati in piazza, ma intanto si sono divisi politicamente. «L’attentato ha prodotto questo effetto: ha costretto i manifestanti a dividersi». Da una parte quelli intenzionati a protestare a oltranza, e dall’altra chi pensa sia meglio una pausa di riflessione, un gesto di solidarietà nazionale. Carpeoro è indignato: i cittadini francesi, dice, dovrebbero sapere che il loro governo protegge in Siria le milizie terroristiche di Al-Nusra, asserragliate a Idlib. «Al-Nusra è la filiazione diretta di Al-Qaeda, e il governo di Damasco vorrebbe cacciarla da Idlib. Ma non ci riesce, perché Al-Nusra è protetta dalla Francia».
Non è un caso che il killer di Strasburgo abbia rivendicato la strage facendo riferimento ai “caduti siriani”. E, dato che tra le vittime c’è anche un italiano, si rivolge direttamente agli inquirenti italiani: proprio la pistola “fantasma” di Chekatt, sparita nel nulla, potrebbe essere la chiave per collegare l’esecutore ai mandanti. Servizi-colabrodo, alle prese con relazioni pericolose? Dipende: «E’ normale che i servizi segreti infiltrino loro uomini anche nelle strutture terroristiche, è il loro mestiere. L’importante è il fine: un conto è se collaborano per evitarli, gli attentati (come avvenuto in Italia in questi anni), e un altro è se invece collaborano per farli». Quanto all’Italia, appunto, forse è giunta l’ora di ribellarsi ai soprusi dell’intelligence “sovragestita” di Parigi: «Non è accettabile che la Francia protegga sottobanco un suo ex agente come Battisti, mentre da noi Alberto Torregiani ha trascorso la vita su una sedia a rotelle, reso paraplegico durante la rapina in cui Battisti uccise suo padre, Pierluigi, a Milano, il 16 febbraio 1979». Insiste, Carpeoro: «Mi assumo la piena responsabilità di quello che dico. E insisto: Roma dovrebbe richiamare l’ambasciatore francese e chiedergli spiegazioni sull’operato dei servizi segreti transalpini, anche a costo di incrinare le relazioni diplomatiche con la Francia».
Francia terrorista: i servizi segreti di Parigi hanno organizzato la strage di Strasburgo per aiutare Macron, messo in difficoltà dai Gilet Gialli, mentre in Brasile hanno reso improvvisamente irreperibile Cesare Battisti, un attimo prima che venisse arrestato. Perché la Francia dovrebbe proteggere Battisti, evitandogli di essere estradato in Italia, dove lo attenderebbe l’ergastolo per omicidio? Semplice: «Sono convinto che, all’epoca degli anni di piombo, Battisti sia stato infiltrato dai francesi nel sottobosco dell’eversione italiana». Sono di questo tenore le dichiarazioni rilasciate il 16 dicembre dall’avvocato Gianfranco Pecoraro, alias Carpeoro, in diretta web-streaming su YouTube con Fabio Frabetti di “Border Nights”. «Adesso basta», si sfoga Carpeoro: «Se qualcuno a Roma ha le palle, convochi l’ambasciatore francese e gli chieda conto dell’operato dei servizi segreti di Parigi. L’Italia ne ha titolo, anche perché a Strasburgo è morto un ragazzo italiano di 28 anni», Antonio Megalizzi, colpito dai proiettili esplosi all’impazzata, l’11 dicembre, dal giovane Cherif Chekatt, noto pregiudicato, con 27 condanne già rimediate in tre diversi paesi. Classificato “islamico radicalizzato” dalla polizia francese, Chekatt ha ucciso sul colpo 3 persone (salite a 4, con Megalizzi) ferendone altre 16. Carpeoro accusa Parigi: il killer è stato appositamente reclutato attraverso le brigate Al-Nusra, eredi di Al-Qaeda in Siria, stanziate a Idlib e segretamente protette dalla Francia.
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16/12 •

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Giornalista e scrittore, studioso di simbologia e già a capo della più tradizionale obbedienza massonica italiana del Rito Scozzese, non è la prima volta che Carpeoro fornisce clamorose rivelazioni. Di recente, tramite suoi rapporti con logge tedesche, ha svelato l’imbarazzante retroscena dietro alla prima bocciatura di Marcello Foa alla guida della Rai, ottenuta su pressione di Jacques Attali, “king maker” di Macron, che si sarebbe rivolto a Giorgio Napolitano e quindi ad Antonio Tajani per premere su Berlusconi affinché revocasse il consenso sulla nomina di Foa che in prima battuta il Cavaliere aveva già assicurato a Salvini. Non è escluso che la retromarcia di Berlusconi, grazie a cui oggi Foa ha raggiunto la presidenza Rai, sia dovuta anche alle scomode rivelazioni di Carpeoro. Fuoriuscito dalla massoneria, nel 2016 l’avvocato ha pubblicato il saggio “Dalla massoneria al terrorismo”, che denuncia la regia occidentale (non islamica) del “neoterrorismo” europeo targato Isis: opera di manovalanza islamista reclutata da servizi segreti Nato al soldo della “sovragestione” di potere, che interseca trasversalmente governi e apparti di polizia tramite superlogge internazionali come la “Hathor Pentalpha”. Schema classico: strategia della tensione, alimentata da attentati “false flag”, sotto falsa bandiera (attribuiti all’Isis). «Così come già Al-Qaeda, anche l’Isis è il prodotto della medesima sovragestione occidentale», sottolinea Carpeoro. «E l’ultimo attentato, quello di Strasburgo, ne è un esempio perfetto». Obiettivo? «Politico: aiutare Macron a resistere all’assedio dei Gilet Gialli, depistando l’opinione pubblica e indirizzandola verso un nemico esterno».
Mai come nel caso di Strasburgo, dichiara Carpeoro in video-chat con Frabetti, è apparso chiaro il carattere artificioso della strage, progettata dai servizi segreti a poche ore dalla clamorosa “resa” televisiva di Macron, messo in croce dai Gilet Gialli. L’attentatore è stato presentato come “islamico radicalizzato”, ma testimoni raccontano di averlo visto ubriaco fradicio, qualche sera prima, in una birreria. «Il sindaco di Strasburgo ha dichiarato di non riuscire a spiegarsi come Cherif Chekatt, pregiudicato e schedato dalla polizia come sospetto terrorista islamico, possa essere riuscito a inoltrarsi – armato – nel perimetro super-vigilato del centro di Strasburgo, giungendo indisturbato fino al mercatino di Natale dove poi ha compiuto la strage». Ma peggio: «Poco prima – aggiunge Carpeoro – Chekatt era sfuggito all’arresto. Strano, che qualcuno compia una strage (anziché sparire) poco dopo esser sfuggito all’arresto. E ancora più strano è che la polizia non si attivi per braccarlo, non diffonda foto segnaletiche, non disponga posti di blocco». Attenzione: «Chi c’era, a proteggere il centro di Strasburgo? Le forze speciali antiterrorismo». In altre parole: qualcuno che, il killer, “doveva” lasciarlo passare – armato – evitando di perquisirlo?
Il tentato arresto, aggiunge Carpeoro, è chiaramente un alibi per allontanare i sospetti dalle forze di sicurezza. E non è tutto: «Da una perquisizione domiciliare, il killer è risultato essere in possesso di un’altra pistola, diversa da quella usata per la strage, e addirittura di una granata». Domanda: «Se voleva fare una carneficina, perché non ha portato con sé anche le altre armi?». E soprattutto: «Perché ancora oggi non sappiamo che tipo di pistola fosse, quella usata per sparare sulla folla?». Stranezze su stranezze: subito, era corsa voce che Chekatt si fosse rifugiato in Germania. Invece, stranamente, non si era allontanato da Strasburgo. Nessuno si stupisce più che sia stato ucciso, alla fine, come tutti gli altri killer che negli ultimi anni hanno insanguinato l’Europa: nessun magistrato ha mai potuto interrogarli, sono tutti stati messi a tacere dai cecchini. Carpeoro insiste sull’arma della strage: «Dato che non è stata fatta circolare nessuna informazione, su quella pistola, è altamente probabile che sia di importanza decisiva per risalire alla verità». Un’arma fornita al killer direttamente dai servizi segreti francesi?
Dopo la strage della redazione di Charlie Hebdo, l’Eliseo insabbiò le indagini – apponendo il segreto di Stato (segreto militare) – nel momento in cui un magistrato aveva scoperto che le armi del commando kamizake erano state acquistate, in Belgio, da agenti della Dgse, l’intelligence di Parigi. Uno degli 007 era in contatto con la fidanzata di uno dei giovani attentatori (anch’essi poi freddati dai cecchini, esattamente come Cherif Chekatt). Per Carpeoro, ormai il gioco è spudorato: non si era mai vista tanta tempestività nel fare ricorso al terrorismo per motivi di stringente necessità politica. «Temo che all’attentato di Strasburgo ne possano seguire altri», aggiunge Carpeoro, secondo cui – intanto – un risultato è stato ottenuto: è vero che il Gilet Gialli sono tornati in piazza, ma intanto si sono divisi politicamente. «L’attentato ha prodotto questo effetto: ha costretto i manifestanti a dividersi». Da una parte quelli intenzionati a protestare a oltranza, e dall’altra chi pensa sia meglio una pausa di riflessione, un gesto di solidarietà nazionale. Carpeoro è indignato: i cittadini francesi, dice, dovrebbero sapere che il loro governo protegge in Siria le milizie terroristiche di Al-Nusra, asserragliate a Idlib. «Al-Nusra è la filiazione diretta di Al-Qaeda, e il governo di Damasco vorrebbe cacciarla da Idlib. Ma non ci riesce, perché Al-Nusra è protetta dalla Francia».
Non è un caso che il killer di Strasburgo abbia rivendicato la strage facendo riferimento ai “caduti siriani”. E, dato che tra le vittime c’è anche un italiano, si rivolge direttamente agli inquirenti italiani: proprio la pistola “fantasma” di Chekatt, sparita nel nulla, potrebbe essere la chiave per collegare l’esecutore ai mandanti. Servizi-colabrodo, alle prese con relazioni pericolose? Dipende: «E’ normale che i servizi segreti infiltrino loro uomini anche nelle strutture terroristiche, è il loro mestiere. L’importante è il fine: un conto è se collaborano per evitarli, gli attentati (come avvenuto in Italia in questi anni), e un altro è se invece collaborano per farli». Quanto all’Italia, appunto, forse è giunta l’ora di ribellarsi ai soprusi dell’intelligence “sovragestita” di Parigi: «Non è accettabile che la Francia protegga sottobanco un suo ex agente come Battisti, mentre da noi Alberto Torregiani ha trascorso la vita su una sedia a rotelle, reso paraplegico durante la rapina in cui Battisti uccise suo padre, Pierluigi, a Milano, il 16 febbraio 1979». Insiste, Carpeoro: «Mi assumo la piena responsabilità di quello che dico. E insisto: Roma dovrebbe richiamare l’ambasciatore francese e chiedergli spiegazioni sull’operato dei servizi segreti transalpini, anche a costo di incrinare le relazioni diplomatiche con la Francia».
Francia terrorista: i servizi segreti di Parigi hanno organizzato la strage di Strasburgo per aiutare Macron, messo in difficoltà dai Gilet Gialli, mentre in Brasile hanno reso improvvisamente irreperibile Cesare Battisti, un attimo prima che venisse arrestato. Perché la Francia dovrebbe proteggere Battisti, evitandogli di essere estradato in Italia, dove lo attenderebbe l’ergastolo per omicidio? Semplice: «Sono convinto che, all’epoca degli anni di piombo, Battisti sia stato infiltrato dai francesi nel sottobosco dell’eversione italiana». Sono di questo tenore le dichiarazioni rilasciate il 16 dicembre dall’avvocato Gianfranco Pecoraro, alias Carpeoro, in diretta web-streaming su YouTube con Fabio Frabetti di “Border Nights”. «Adesso basta», si sfoga Carpeoro: «Se qualcuno a Roma ha le palle, convochi l’ambasciatore francese e gli chieda conto dell’operato dei servizi segreti di Parigi. L’Italia ne ha titolo, anche perché a Strasburgo è morto un ragazzo italiano di 28 anni», Antonio Megalizzi, colpito dai proiettili esplosi all’impazzata, l’11 dicembre, dal giovane Cherif Chekatt, noto pregiudicato, con 27 condanne già rimediate in tre diversi paesi. Classificato “islamico radicalizzato” dalla polizia francese, Chekatt ha ucciso sul colpo 3 persone (salite a 4, con Megalizzi) ferendone altre 16. Carpeoro accusa Parigi: il killer è stato appositamente reclutato attraverso le brigate Al-Nusra, eredi di Al-Qaeda in Siria, stanziate a Idlib e segretamente protette dalla Francia.
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sono oltre 30 anni che lo proteggono...
tutto parte con Mitterand e la volontà di fare della francia il centro dei terroristi rifugiati per proteggersi dal terrorismo stesso nel mentre questo insanguinava l'italia...
fu scelta voluta e a quell'indirizzo parigino ci stavano proprio tutti...carlos incluso(questa è storia documentata)
 

SIpagoAFITU

Forumer attivo
condivido l'invito ad informarsi...

e infatti

la commissione europea è il braccio esecutivo dell'unione europea...
Commissione europea

ergo nn è un organo nè eletto nè tantomeno espressione di un partito e/o una coalizione che abbia vinto le elezioni

i commissari provengono da disparate esperienze politiche e o diverse esperienze lavorative

moscovici è un socialista...la moscerini una piddina...juncker un popolare...

al tempo Prodi...trombato in italia... fu proposto a capo della commissione proprio dal suo acerrimo nemico berlusconi...

l'unico organo eletto in europa è il parlamento e infatti non conta nulla...nn da fiducie...nn fa leggi autonome...nn cassa i comportamenti e le decisioni della commissione in contrasto con la volontà parlamentare/elettorale

bene informarsi...
e se nn lo si è sarebbe bene tacere perchè è facile incontrare qlc1 + informato

inoltre
nn mi risulta che chi si occupa o interviene su temi politici sia mai stato attore di pubblicazioni "scientifiche"...
se c'è qualcosa sul pianeta che è la negazione della scienza questa è la politica...

da lettore di science mi prodigherò affinchè ciò nn avvenga mai!

saluti

Buongiorno. Replico al Suo post in quanto replica di un post di Jolly Roger ad un mio messaggio...indirettamente.

Lei scrive: condivido l'invito ad informarsi...Io rispondo: Egregio Signore, l’invito di informarsi lo condivido ed esorto Lei a fare altrettanto sulla base delle seguenti osservazioni.

Lei scrive: la commissione europea è il braccio esecutivo dell'unione europea...
Io rispondo: Esatto! E quindi?
La Commissione è il braccio esecutivo; volendo fare un semplice paragone (senza malizia) con Cosa Nostra la Commissione è il braccio armato.
Ma chi prende le decisioni e detta le linee strategiche e politiche è la Cupola e cioè il Consiglio europeo e quindi un organo collegiale composto dai Capi di Stato e/o di Governo dei Paesi membri.

Lei scrive: ergo nn è un organo nè eletto nè tantomeno espressione di un partito e/o una coalizione che abbia vinto le elezioni
Io rispondo: Sbagliato! La Commissione è un organo eletto indirettamente come nel caso italiano è eletto indirettamente il Presidente Conte e molti altri ministri non candidati. Inoltre pure coloro che invece hanno preso i voti al Parlamento italiano non li hanno presi direttamente per fare i ministri ma hanno avuto la fiducia dei parlamentari che costituiscono la maggioranza del Parlamento.

I commissari sono espressione dei tre gruppi che hanno preso più voti alle ultime elezioni e cioè la destra del PPE, la sinistra dei S&D e i liberali di ALDE. Purtroppo o per fortuna anche in Europa come in Italia non c’è una coalizione che ha vinto le elezioni (maggioranza assoluta del Parlamento) ma c’è una coalizione tra forze che prima delle elezioni si erano dichiarate alternative (come lo erano M5S e Lega).
Seguendo la Sua logica il nostro Presidente Conte non è stato democraticamente eletto e altrettanto i ministri (commissari) in quanto non espressione di una coalizione che abbia vinto le elezioni (non mi risulta che i due partiti di maggioranza facessero parte di una coalizione).

Lei scrive: i commissari provengono da disparate esperienze politiche e o diverse esperienze lavorative moscovici è un socialista...la moscerini una piddina...juncker un popolare...
Io rispondo: Esatto! E quindi? Dove sta l’anomalia o l’incostituzionalità o la non democraticità di quanto da Lei asserito. Nel governo che osanna c’è un Presidente del Consiglio e ben 5 ministri non eletti alle elezioni del 4 marzo, con esperienze diverse, ma non per questo chi non appoggia il Governo li etichetta come abusivi della democrazia.
Moscovici, Mogherini e Junker sono espressione politica di quelle tre coalizioni che dopo le elezioni hanno formato una maggioranza parlamentare e una di governo (Commissione e commissari).
Del resto il sistema elettorale in Europa è un proporzionale puro; pertanto o uno di questi gruppi conquista la maggioranza assoluta oppure sarà democraticamente obbligato a formare un “contratto di governo” (alias accordo di potere) come accaduto in Italia.

Fortunatamente non accadrà mai che un solo partito possa governare l’Europa: del resto il proporzionale è l’emblema della democrazia e la democrazia ha dei costi e cioè l’inefficienza sempre; e talvolta anche l’inefficacia.


Lei scrive: al tempo Prodi...trombato in italia... fu proposto a capo della commissione proprio dal suo acerrimo nemico berlusconi...
Io rispondo: Non posso dire se sia vero o falso che fu proposto da Berlusconi (non ho le prove). Ma la domanda è la stessa è quindi? Supponiamo che Lei abbia le prove inconfutabili della Sua affermazione. Potrebbe averlo fatto per togliersi un rivale dalle scatole, oppure perché era meglio avere anche nel braccio esecutivo un italiano, o ancora per avere un’opposizione più malleabile o più semplicemente l’allora PSE aveva la maggioranza relativa rispetto a PPE e ALDE e considerato il peso dell’Italia (come Paese fondatore, come potenza economica e come numero dei parlamentari eletti) è stato scelto Prodi. Non vado oltre perché qui si entra nel dibattito politico e nelle opinioni personali (che scambio volentieri con chi non si dimostra essere un ultras).


Lei scrive: l'unico organo eletto in europa è il parlamento e infatti non conta nulla...nn da fiducie...nn fa leggi autonome...nn cassa i comportamenti e le decisioni della commissione in contrasto con la volontà parlamentare/elettorale
Io rispondo: Sbagliato! O meglio è vero che è l’unico organo eletto direttamente in Europa, ma del resto vale lo stesso per l’Italia. Non mi risulta che nella scheda elettorale ci sia indicata la lista dei ministri ed il PdC.

Non conta nulla è un’affermazione banale che non meriterebbe un approfondimento, lo si dice pure del Parlamento italiano ma in tutte e due i casi è falso. I governi senza l’appoggio dei Parlamenti cadono.

Non dà fiducie è falso. Il Parlamento svolge un controllo democratico su tutte le istituzioni dell’UE; elegge il presidente della Commissione e approva la Commissione. Può votare una mozione di censura, obbligando la Commissione a dimettersi (pertanto non solo è eletta a approvata sulla base della volontà elettorale/parlamentare ma addirittura può persino anche essere sfiduciata).

Lei può al massimo sostenere che il Parlamento europeo svolga male le funzioni attribuite, ma sarebbe un’opinione politica più o meno condivisibile (anche nelle Assemblee italiane) e conseguenza degli elettori che hanno deciso la composizione del Parlamento recandosi o meno alle urne ed effettuando una libera scelta democratica.
Tra le differenze rispetto alle legislature nazionali, né il Parlamento europeo né il Consiglio europeo hanno il potere di iniziativa legislativa (quello che Lei definisce “non fa leggi autonome”), che è riservato esclusivamente alla Commissione europea, organo esecutivo dell'Unione.

Ma questo non significa che la Commissione può fare ciò che vuole perché deve sempre riferire del suo operato al Parlamento (oltre che al Consiglio).

Del resto sarebbe inimmaginabile che Parlamentari provenienti da 27 Paesi e pertanto con istanze e leggi nazionali, altamente disomogenee avessero pure l’iniziativa legislativa diretta. Già ci si lamenta in Italia ed in Europa che ci sono troppe leggi ed i governi sono bloccati (da qui l’uso frequente della delegazione legislativa e della decretazione di urgenza), si figuri se ogni parlamentare con differenti competenze, interessi, e conoscenze giuridiche si svegliasse la mattina e facesse la sua proposta di legge.
Pertanto, mentre il Parlamento può modificare o respingere una proposta di legge (quello che Lei erroneamente definisce “non cassa i comportamenti e le ….”), quest'ultima deve essere prima elaborata dalla Commissione.

Pur tuttavia nonostante non abbia l’iniziativa legislativa ha la responsabilità di rivedere il programma di lavoro della Commissione e di chiedere di presentare proposte legislative su argomenti ritenuti utili e/o necessari. E Lei pensa davvero che la Commissione che rischierebbe di essere sfiduciata se ne freghi dei suggerimenti del Parlamento?


Lei scrive: Sui compiti del Parlamento europeo La invito a informarsi meglio
Io rispondo: Direi che è il caso che si informi meglio pure Lei in merito all’invito fatto ad altre persone.

Lei scrive: bene informarsi...e se nn lo si è sarebbe bene tacere perchè è facile incontrare qlc1 + informato
Io rispondo: Lo ha scritto Lei e pertanto, per umiltà, non aggiungo altro.


Infine, come dice Jolly Roger non bisogna essere fini giuristi per conoscere i fatti ma è sufficiente quando si leggono determinati articoli di propaganda andare a verificare le fonti, che, fino a prova contraria, in democrazia coincidono in larga parte con le leggi.

Di opinionisti, giornalisti, economisti, tuttologi che per interesse personale abbracciano una causa cercando di manipolare l’informazione è pieno il mondo. E’ sempre stato così e sempre lo sarà.

Comunque per quelli che non hanno molto tempo da perdere sulle fonti, i siti istituzionali possono essere già sufficienti. In basso una estrema sintesi dell’assetto istituzionale europeo ed un link.


L'UE ha una struttura istituzionale unica nel suo genere conseguenza del fatto che si tratta di una comunità di Stati.

· le priorità generali dell'UE sono fissate dal Consiglio europeo, che riunisce i leader politici a livello nazionale (eletti più o meno direttamente dalle rispettive assemblee nazionali con le elezioni politiche; chi comanda davvero perché può modificare i Trattati)

· i deputati europei, eletti direttamente, rappresentano i cittadini nel Parlamento europeo (non hanno iniziativa legislativa ma possono suggerire argomenti alla Commissione e comunque votano con il Consiglio secondo diversi iter procedurali le leggi scritte dalla Commissione)

· gli interessi globali dell'UE sono promossi dalla Commissione europea, i cui membri sono nominati dai governi nazionali (ed approvati dal Parlamento europeo mentre il Presidente è eletto da quest’ultimo)

· i governi difendono i rispettivi interessi nazionali in seno al Consiglio dell'Unione europea.

Istituzioni e altri organi dell'UE - Unione Europea - European Commission

Distinti saluti
 

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