Call center e primi chiarimenti Banche, avanti piano con il Fir
Domande di rimborso, risolti alcuni dubbi. Ma i comitati attendono il vertice a Roma
- Corriere del Veneto (Treviso e Belluno)
- 3 Sep 2019
- Federico Nicoletti
VENEZIA Fondo indennizzo risparmiatori, ci sono il call center e le prime risposte ai dubbi che stanno tenendo bloccate le domande. Qualcosa si smuove nella partita degli indennizzi ai soci di Popolare di Vicenza e Veneto Banca con lo schema del 30% del valore storico delle azioni e il tetto di centomila euro di rimborso messo a punto dal Fondo indennizzo risparmiatori. Qualcosa si smuove, nel rapporto tra associazioni e Consap, la società del Tesoro messa in trincea ad affrontare la grana rimborsi, pur se appare ormai chiaro che la partita finale dei rimborsi sarà tutt’altro che rapida e in discesa. Partita da dieci giorni la presentazione delle domande di rimborso, la procedura si è di fatto subito arenata tra difficoltà informatiche e dubbi operativi irrisolti.
Da ieri Consap ha fatto partire il call center telefonico, attivo dalle 9 alle 17 dal lunedì al venerdì al numero 02 49525830 per assistere risparmiatori e associazioni. Servizio che ha risolto intanto alcuni dei dubbi delle associazioni alle prese con le domande, in attesa che si concretizzi la convocazione a Roma da parte della Commissione dei nove del Tesoro che sovrintenderà ai rimborsi, che probabilmente arriverà dopo il 5 settembre, quando è annunciata la prima riunione operativa dei nove.
Intanto si sciolgono i primi dubbi sulle domande. «Via call center ci è stato chiarito che per valore nominale residuo delle azioni s’intende il prezzo prima della liquidazione, cioé 10 centesimi di euro», spiega il leader di Noi che credevamo nella Bpvi, Luigi Ugone. Le procedure informatiche hanno poi stabilito che sia l’autodichiarazione del reddito imponibile 2018 sotto i 35 mila euro o il patrimonio mobiliare sotto i centomila (in alternativa l’una all’altra) a classificare la domanda tra quelle nel binario semplificato; chi non barra nulla, fa classificare la domanda nel binario che dovrà dimostrare le violazioni individuali o massive degli obblighi di correttezza delle banche. «Ma la finestra che si apre per caricare i documenti ha uno spazio di memoria troppo stretto: hanno promesso che lo amplieranno - aggiunge Ugone -. Qui consigliamo di caricare tutti i documenti disponibili per dimostrare la truffa. Ad esempio le lettere dei presidenti che giungevano a fine anno o in prossimità delle assemblee che sostenevano come le banche fossero solide». Quindi riprende la presentazione delle domande? «Al momento no aggiunge Ugone -. Abbiamo dubbi, come quello sulla situazione di chi ha pagato l’affrancamento, che ci fanno sconsigliare di procedere senza chiarimenti. Ci sono poi ulteriori problemi, come i documenti di attestazione del possesso bancario da chiedere a Intesa: situazione complicata specie per chi abbia effettuato acquisti multipli in passato. Per noi al momento può procedere chi ha acquistato i pacchetti di cento azioni Bpvi in anni recenti ed ha tutti i documenti a disposizione».
Così come resta aperta, per Adiconsum, l’associazione dei consumatori Cisl, che proprio ieri ha lanciato con il sindacato l’iniziativa nel Trevigiano che vedrà dal 9 settembre le sedi del sindacato a Treviso, Montebelluna, Conegliano e Castelfranco aperte per una prima attività di consulenza, la questione dell’autentica delle firme per chi delega altri con la procura speciale a presentare la domanda di rimborso. «Dopo che la stessa Consap ha confermato ed escluso in due quesiti diversi che sia sufficiente l’avvocato che presenta la domanda ad autenticare la firma del risparmiatore, abbiamo interessato i parlamentari per avere una interpretazione autentica - dice il leader regionale, Valter Rigobon -. Ma ci stiamo già orientando a ricorrendo ad un’autentica del notaio. Altre spese, mentre la legge vieta, con una previsione che non sta né in cielo né in terra, la possibilità dei compensi».