Charles M. Cottle (2 lettori)

Imar

Forumer attivo
Beh, visto che si parla di libri, ricordo a tutti che è in uscita a giorni la tradizione italiana dell'8^ edizione del testo di Hull "Opzioni futures e altri derivati" (da non confondersi con i "Fondamenti" che è una versione semplificata e sostanzialmente priva dell'analisi infinitesimale)

Sul sito del Prof Barone, come al solito è disponibile del materiale integrativo e le diapositive riassuntive dei capitoli:

Opzioni - Emilio Barone - LUISS Guido Carli

Per quel poco che ho visto, lo trovo un poco scolastico, ma francamente se si è confinati alla lingua italiana è quasi impossibile pensare a qualcosa di meglio (to the very least, studiando Hull è quasi impossibile cadere vittima degli imbonitori... di quelli che passano i giorni pensando a come stupirci con effetti ultra-speciali :eek:).


PS anche Sun Tzu ha un suo perchè.... ma riguarda la vita o se vogliamo il trading in generale più che le opzioni in particolare.
Per esempio, qualche giorno fa' ho consultato la lista degli ETF shortabili su IB .... ed ho visto che il VXX aveva la quantità disponibile di .... ben 800.000 titoli :eek::D.
Mi è venuto subito in mente Sun Tzu..... poi mi è venuto in mente Russel Crowe e la battuta inziale de "Il gladiatore" ...:D:D: "al mio segnale... scatenate l'inferno...". Ma si sa... io sono notoriamente malfidato :D
 

GiuliaP

The Dark Side
...(to the very least, studiando Hull è quasi impossibile cadere vittima degli imbonitori... di quelli che passano i giorni pensando a come stupirci con effetti ultra-speciali :eek:)...

:no: Il capitolo 35 (della 7a edizione), intitolato "Open Interest, Volumi e Santo Graal", poi riportato anche nel noto manuale "Invenzioni per polli", parla chiaro! (se ricordo bene lo stesso manuale parlava anche di alcuni ETF :D)

A parte questo direi che in topic i capitoli 20, 21 e 22, ed infine il 34 (sempre 7a edizione) possono dare un piccolo aiuto :D
 
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Pek

Forumer storico
Quello che però mi interessa è il procedimento.
Intendo dire... posso pensare che per me i numeri che ho esposto sopra vadano moltiplicati per 10 per dare una misura di rischio globale, ma sono comunque sempre una funzione del calcolo di partenza, e non di un procedimento di calcolo diverso.

I margini,se non ricordo male,non tengono conto di variazioni di volatilità implicita e d'altra parte i parametri possono essere variati da un momento all'altro.
Quindi difficilmente possono tener conto del rischio reale di una posizione in leva.
Aggiungendo poi,come accennavi ieri,il rischio connesso alla difesa degli strike con tecniche ed esposizioni varie,il poblema diventa molto complesso.

Forse con un altro approccio potremmo semplificare.

Se trattassimo una posizione supponendola con
capitale "sufficiente" (GiuliaP dixit) come un ETF strutturato senza leva (al più aggiungendo call 100% DOTM a copertura dell'infinito :D),certamente nella massima semplificazione,almeno in prima analisi, si perderebbero alcune caratteristiche, ma il problema tornerebbe trattabile e i confronti tra figure
sarebbero omogenei
 

GiuliaP

The Dark Side
I margini,se non ricordo male,non tengono conto di variazioni di volatilità implicita e d'altra parte i parametri possono essere variati da un momento all'altro.
Quindi difficilmente possono tener conto del rischio reale di una posizione in leva...

I margini tengono conto di un orizzonte temporale estremamente limitato, inutile nel caso le nostre strategie ne abbiano uno ben più ampio (ovvero sempre).

La loro dinamica può essere devastante per chi non ne abbia tenuto conto in precedenza con un calcolo del rischio ben diverso.

Io, ancora ferita e sanguinante, nelle già elencate ipotesi di partenza, insisto a basarmi sul payoff (in barba alla definizione ufficiale di rischio), che è finalmente sommabile (anche quando non lo sembra) :D

Ora diamo addio tutti insieme al contratto H12 del VIX, che da stasera può riposare in pace! :V
 
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Imar

Forumer attivo
Tuttavia, anche se è un discorso inutile è puramente formale, se fosse come dici vendendo un'opzione del sottostante A e comprando l'equivalente del sottostante B i margini dovrebbero quasi annullarsi. Ma ovviamente ciò non succede, semplicemente perchè la correlazione non viene affatto stimata, ma piuttosto viene completamente ignorata.

Riprendo una riflessione fatta in privato, perchè credo che le distinzioni di PGiulia da pprllo sul punto qui sopra evidenziato siano più di semantica che di sostanza.

Infatti, nella formula che segue

sigmaA^2 + sigmaB^2 + 2*ro*sigmaA*sigmaB = sigmaA^2 + sigmaB^2 + 2*sigmaA*sigmaB

non cambia nulla se "ro" è posto uguale ad 1 oppure è completamente assente.

Il punto su cui io oggi ho trovato pprllo illuminate (da lì il mio chapeau che magari non tutti hanno compreso) è che la sua struttura matematica ha spiegato al buon Cren (il quale non deve scusarsi, stiamo discutendo di cose complesse, è normale non capirsi al primo colpo) che già chiedendo la somma dei margini la clearing house adotta una politica altamente prudenziale..... (in rapporto a quanto richiesto sulle posizioni singole).

Non ho invece ancora capito dove PGiulia è stata colta imprecisa (nonostante me lo abbiano spiegato con pazienza più di una volta :D), ma evidentemente è un mio limite, ... nobody's perfect.


Per il resto, vedo che la questione appassiona ancora in entrambi i rami (*) dell'oceano (Pek, una parte del margine è composto dal prezzo di riacquisto dell'opzione corta al valore del settlement.... quindi la volatilità implicita entra eccome nel calcolo) ma io per oggi stacco, sennò diventate non solo un lavoro a tempo pieno, ma anche con gli straordinari :sad::D.

Buona serata a tutti.

(*) divertente vedere il sostenitore e/o inventore del "NewVar" dichiararsi digiuno di Var.... :D:D
 
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pprllo

Nuovo forumer
Riprendo una riflessione fatta in privato, perchè credo che le distinzioni di PGiulia da pprllo sul punto qui sopra evidenziato siano più di semantica che di sostanza.

Infatti, nella formula che segue



non cambia nulla se "ro" è posto uguale ad 1 oppure è completamente assente.

Il punto su cui io oggi ho trovato pprllo illuminate (da lì il mio chapeau che magari non tutti hanno compreso) è che la sua struttura matematica ha spiegato al buon Cren (il quale non deve scusarsi, stiamo discutendo di cose complesse, è normale non capirsi al primo colpo) che già chiedendo la somma dei margini la clearing house adotta una politica altamente prudenziale..... (in rapporto a quanto richiesto sulle posizioni singole).

Non ho invece ancora capito dove PGiulia è stata colta imprecisa (nonostante me lo abbiano spiegato con pazienza più di una volta :D), ma evidentemente è un mio limite, ... nobody's perfect.


Per il resto, vedo che la questione appassiona ancora in entrambi i rami (*) dell'oceano (Pek, una parte del margine è composto dal prezzo di riacquisto dell'opzione corta al valore del settlement.... quindi la volatilità implicita entra eccome nel calcolo) ma io per oggi stacco, sennò diventate non solo un lavoro a tempo pieno, ma anche con gli straordinari :sad::D.

Buona serata a tutti.

(*) divertente vedere il sostenitore e/o inventore del "NewVar" dichiararsi digiuno di Var.... :D:D

Stavo giusto (dopo una riflessione "a freddo" mentre pensavo a tutt'altro) andando a ripescare i messaggi di PGiulia, dopo aver capito effettivamente cosa voleva dire. :D

L'equivoco credo sia nato qui:
Scusa, forse ora la gamba tesa è la mia, ma perchè sommare i margini nel caso suddetto dovrebbe equivalere a stimare una correlazione pari a 1 tra i sottostanti? :-?

Non si parla sempre di worst case scenario?
E credo giri intorno al concetto di "stimare". :D
Di fatto quello che e' scritto qui:
Alla fine è una questione puramente formale: ma secondo me stai facendo overfitting formale :D

Non credo che le casse di compensazione si mettano a fare discorsi di stima di correlazione: semplicemente la ignorano.


Ma visto che siete tre contro una, così è (se vi pare) (giusto per ribadire come si scrive "qual'è") :D
Mi trova completamente d'accordo, e sono ragionevolmente sicuro che la cassa di compensazione faccia un discorso molto piu' semplice, del tipo:
- Sicuramente la diversificazione diminuisce il rischio.
- Allora trascura la diversificazione, cosi' sto stimando conservativamente il rischio.

Il superpippone matematico serviva semplicemente a mostrare che "ignorare la correlazione" (come dice PGiulia) e "porre la correlazione pari a 1" (molto meglio di "stimare", perche' non e' una stima, e' una fissazione di valore) sono la stessa cosa, diciamo per raccordare il mondo delle copule gaussiane ed il mondo reale. :D

PS: Non siate cattivi con noi ingegneri, e' che dopo N anni che veniamo martellati con numeri numeri numeri numeri, sviluppiamo una specie di sindrome di Stoccolma. :D
 
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pprllo

Nuovo forumer
I margini tengono conto di un orizzonte temporale estremamente limitato, inutile nel caso le nostre strategie ne abbiano uno ben più ampio (ovvero sempre).

La loro dinamica può essere devastante per chi non ne abbia tenuto conto in precedenza con un calcolo del rischio ben diverso.

Io, ancora ferita e sanguinante, nelle già elencate ipotesi di partenza, insisto a basarmi sul payoff (in barba alla definizione ufficiale di rischio), che è finalmente sommabile (anche quando non lo sembra) :D

Ora diamo addio tutti insieme al contratto H12 del VIX, che da stasera può riposare in pace! :V
Giusto per continuare sulla linea "options for dummies", chiedo un livello di disclosure troppo eccessivo se chiedo un esempio pratico ?

Es. Short Put MIBO a 17000 come lo quantifichi il "rischio" ? Ti costruisci una curva perdita - probabilita' e la chiami "rischio" ? O tiri fuori uno scalare ? E se e' uno scalare cos'e' ? Una specie di VAR, o ancora l'area sottesa alla curva probabilita'/perdita, o altro ancora ?

Come risposta va bene anche "altro ancora" :D (per chi se lo chiedesse, non e' comprensione ma rassegnazione :D)
 
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