1 pò di dati..

ho aperto questo thread perkè vedo ke oggi l'istat si è scatenata e sta fornendo 1 serie di dati interessanti.. :) :up:
ki ne ha da aggiungere ne metta pure,ma evitiamo commenti politici di qualsiasi natura,così sto post resta di pura informazione come piace a me.. :) :D :P poi ognuno legga e tragga le conclusioni ke vuole.. :love: :ciao:
 
CONTI PUBBLICI:DEFICIT, SPESA E TASSE DAL 2001 A OGGI/SCHEDA

(ANSA) - ROMA, 1 mar - Ecco i dati sui conti delle

amministrazioni pubbliche dal 2001 ad oggi. Tutti i dati sono

espressi in percentuale del prodotto interno lordo.

Indebitamento Avanzo Pressione Uscite

netto Pa primario fiscale correnti

Anno

2001 -3,1% 3,2% 41,2% 43,9%

2002 -2,9% 2,7% 40,7% 43,8%

2003 -3,4% 1,7% 41,3% 44,2%

2004 -3,4% 1,3% 40,6% 44,1%

2005 -4,1% 0,5% 40,5% 44,5%

(ANSA).
 
PENSIONI: 1,3 MILIONI ISCRITTI A CASSE PRIVATIZZATE (+2,1%)

(ANSA) - ROMA, 1 MAR - Un universo di quasi 1,3 milioni di

iscritti e oltre 352.000 prestazioni erogate nel 2004: le casse

privatizzate rappresentano ormai il 5,6% dell'occupazione

complessiva con saldi quasi esclusivamente in nero (a esclusione

dell'Enasarco) tra le entrate contributive (4.854 milioni di

euro nel complesso) e le uscite previdenziali (3.200 milioni di

euro in totale). E' quanto emerge dal Rapporto 2005 sulle casse

di previdenza professionali privatizzate a cura del

sottosegretario Alberto Brambilla presentato oggi a palazzo

Giustiniani.

Secondo il Rapporto sulle casse dei professionisti risultano

iscritti alle casse privatizzate a fine 2004 1.281.430

contribuenti con un aumento del 2,4% rispetto al 2003 mentre le

prestazioni erogate nell'anno sono state 352.147 (+2,9%). Se

pure le prestazioni crescono più velocemente delle iscrizioni

il rapporto tra assicurati e numero di trattamenti resta molto

positivo (a 3,64) mentre quello tra entrate contributive e

prestazioni è stato pari a 1,5 per il complesso delle casse

(con differenze molto elevate tra i diversi regimi). A fronte

dello 0,87 registrato dall'Enasarco (l'unica cassa che segna un

rapporto negativo tra entrate e uscite) si segnala un rapporto

per i medici dell'1,65 e per i commercialisti del 2,4. Per i

giornalisti le entrate e le uscite quasi si equivalgono con un

rapporto a favore delle entrate di 1,13.

La ricerca segnala come la cassa con il maggior numero di

iscritti sia quella dei medici (Enpam) con 320.199 contribuenti

(+1,8%) e 131.990 prestazioni mentre la cassa con il numero di

iscritti più basso è quella dei periti agrari (4.132

contribuenti e appena 131 pensioni) seguita da quella dei notai

(5.312 iscritti e 2.348 pensionati). I giornalisti iscritti

all'Inpgi sono 15.779 (5.421 i trattamenti pensionistici) mentre

gli avvocati iscritti alla cassa privatizzata della categoria

sono 111.873 a fronte di 22.190 pensioni in essere. I

rappresentanti di commercio sono la professione più "vecchia"

insieme ai medici con 311.827 iscritti e 108.562 trattamenti

pensionistici. Quella dei rappresentanti di commercio, secondo

l'indagine, è l'unica cassa che nel 2004 ha registrato entrate

inferiori alle prestazioni (613 milioni di euro a fronte di

703,8 milioni di euro per prestazioni).

"Nonostante la innegabile positività della situazione

attuale - sottolinea Brambilla - le prospettive di medio lungo

termine delle casse restano condizionate dalle concrete riforme

che gli organi di gestione decideranno in base alla loro

autonomia per promuovere la sostenibilità finanziaria di lungo

termine". (ANSA).
 
PIL: ISTAT, NEL 2005 ITALIA AL PALO, PERSI POSTI LAVORO/ANSA

(ANSA) - ROMA, 1 mar - L' Italia non cresce. Il Pil nel 2005

si è fermato sullo zero, così come nel 2003. E questo ha

comportato anche un tributo sul fronte del lavoro. L'

occupazione è scesa dello 0,4%: tradotto in concreto significa

che si sono persi 102.000 posti "standard" di lavoro a tempo

pieno (definiti dall'Istat unità di lavoro). E i consumi delle

famiglie sono rimasti inchiodati ai valori dell' anno

precedente.

L' Istat scatta una fotografia a tinte fosche dell' economia

del 2005. Ma non sul fronte dei conti pubblici. Il deficit, che

il governo prevedeva salire fino al picco del 4,3%, si ferma

invece al 4,1%, un valore sempre alto ma inferiore alle

aspettative di un anno difficile. Un dato, questo, che porta il

ministro dell'Economia Giulio Tremonti a commentare: "é

oggettivamente positivo e onestamente ha sorpreso anche me in

modo positivo. Sarei stato contento già del 4,3%. Vuol dire che

la cura ha funzionato".

Il male dell' Italia, appare chiaro dai dati Istat, è la

mancanza di crescita. E questo diventa evidente nel confronto

con altri Paesi: la Germania cresciuta dello 0,9%, il Regno

Unito dell' 1,8%, la Spagna del 3,4% e gli Usa del 3,5%. Il dato

del Pil italiano, pur confermando quanto ancora scritto

ufficialmente dal Tesoro nell' ultimo Dpef, sorprende i

principali osservatori: dal Fondo Monetario all' Ue fino all'

Isae scommettevano su una crescita dello 0,1-0,2%. E anche il

ministero dell' Economia, negli ultimi documenti, parlava

genericamente di possibile crescita sopra lo zero.

- PIL NON CRESCE. Le tabelle statistiche segnalano nel 2005

uno 0,0% "segnando una netta decelerazione" rispetto all'1,1%

del 2004, rivisto comunque al ribasso, come anche nel 2002 e

2003. Diminuiscono soprattutto gli investimenti fissi lordi

(-0,6%), mentre risulta sostenuto il livello di importazioni e

esportazioni.

- CONSUMI FAMIGLIE FERMI. La spesa delle famiglie rispetto al

2004 è cresciuta lo scorso anno di appena un decimale di punto

ma a conti fatti il contributo della spesa delle famiglie (la

voce più consistente nella formazione del prodotto interno

lordo) lo scorso anno è stato pari a "zero".

- DEFICIT, MEGLIO DI PREVISIONI GOVERNO. Cresce il rapporto

tra indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche e Pil:

si passa dal 3,4% del 2004 al 4,1% del 2005, in lieve

miglioramento però rispetto alle stime del governo che

attestavano il deficit 2005 al 4,3%. A migliorare il peso degli

interessi sul debito, ma anche l' indebitamento, è stato anche

il ricorso a swap per circa 2.092 milioni (migliorando di circa

un decimo il deficit). L' impatto positivo, e la migliore tenuta

dei conti, si spiega in parte anche con la revisione decennale

del Pil (che rappresenta il denominatore del rapporto del

deficit) che porta a valutare meglio il peso dei servizi bancari

e quello degli 'ammortamenti'.

- OCCUPAZIONE, PERSE 102.000 UNITA'. In un anno è questa in

valori assoluti la perdita di posti di lavoro a tempo pieno. In

termini percentuali il calo è dello 0,4% con un aumento

dell'1,3% delle unità di lavoro dipendenti e una diminuzione

del 4,5% di quelle indipendenti. Dal punto di vista settoriale

si registra un crollo nell'agricoltura (-8%) e una diminuzione

nell'industria (-1,6%) mentre cresce l'occupazione nelle

costruzioni (+2,3%) e nei servizi (+0,3%). I redditi da lavoro

dipendente sono aumentati del 4,3% e le retribuzioni lorde del

4,4%.

- PRESSIONE FISCALE IN CALO MA AUMENTA PESO TASSE. Lieve

riduzione della pressione tributaria nel 2005. Il peso del fisco

é passato dal 40,6% del 2004, al 40,5 del 2005. In crescita

però, anche se a ritmi più lenti del 2004, il peso delle

tasse. Le imposte dirette hanno segnato un aumento del 2% e

quelle indirette del 3,3%. Il calo della pressione fiscale è

dovuto soprattutto al venir meno dei condoni. Crollano del 77%,

infatti, le imposte in conto capitale, che misurano anche il

gettito dei condoni. Nel 2005 infa
 
INDUSTRIA: ISTAT, PRODUZIONE GENNAIO -0,3% MESE, +4,1% ANNO

(ANSA) - ROMA, 13 mar - La produzione industriale a gennaio

é cresciuta del 4,1% rispetto a gennaio 2005. Lo comunica

l'Istat precisando che rispetto a dicembre 2005 (dati

destagionalizzati) si è verificato un calo dello 0,3%. (ANSA).
 
INDUSTRIA: ISTAT, PRODUZIONE GENNAIO -0,3% MESE, +4,1% ANNO (2)

(ANSA) - ROMA, 13 mar - L'Istat precisa che se si considera

il dato corretto per i giorni lavorativi l'aumento tendenziale a

gennaio si riduce a un +1% (21 giorni lavorativi a gennaio 2006

a fronte dei 20 del gennaio 2005).

Per i beni di consumo si registra (sempre considerando il

dato tendenziale corretto per i giorni lavorativi) un calo della

produzione dello 0,7% (-1% invece rispetto a dicembre) mentre

per i beni intermedi il calo è dell'1,5% (-1,2%) rispetto a

dicembre 2005). Per i beni strumentali si è registrato un

aumento tendenziale dello 0,2% (-0,9% invece rispetto a

dicembre) mentre per l'energia si è registrato un aumento della

produzione del 9,3% (-0,8% rispetto a dicembre).(ANSA).
 
INDUSTRIA: ISTAT, PRODUZIONE GENNAIO -0,3% MESE, +4,1% ANNO (3)

(ANSA) - ROMA, 13 mar - A gennaio hanno registrato un calo

della produzione le industrie tessili, con un -9,6% tendenziale

(dato corretto per giorni lavorativi) e un -3,7% rispetto a

dicembre, e quella del legno (-5,5% tendenziale, -1,1% sul mese)

ma anche quella dei metalli (-4,5% tendenziale, -2,5% su

dicembre) e degli apparecchi meccanici (-2,1% tendenziale, -0,4%

su dicembre). In ripresa la produzione di apparecchi elettrici

(+3,5% tendenziale, +0,7% sul mese), mentre per la produzione

dei mezzi di trasporto c'é un dato molto negativo sul mese

(-5,3%) e uno in progresso sull'anno (+1,8%).

Nel complesso il calo tendenziale dello 0,7% della produzione

dei beni di consumo a gennaio (sempre considerando il dato

corretto per i giorni lavorativi) risulta da un aumento della

produzione dei beni durevoli dell'1,7%, e da un calo di quelli

non durevoli dell'1,3%. Per l'industria alimentare, tra i beni

non durevoli, si è registrato un aumento tendenziale a gennaio

dell'1,2% e un calo rispetto a dicembre dell'1,4%. (ANSA).
 
ENERGIA: ISTAT, PRODUZIONE GENNAIO -0,8% MESE, +9,3% ANNO

(ANSA) - ROMA, 13 mar - L'aumento della produzione

industriale a gennaio (+1% tendenziale il dato corretto per i

giorni lavorativi) è dovuto quasi interamente all'aumento della

produzione energetica (e questo dato risente soprattutto

dell'aumento dei prezzi più che dei volumi). A fronte di cali

della produzione dei beni di consumo (-0,7% il dato tendenziale

corretto per i giorni lavorativi) e dei beni intermedi (-1,5%)

si registra un lievissimo incremento della produzione dei beni

strumentali (+0,2%) e un aumento significativo della produzione

di energia (+9,3%). Rispetto a dicembre si è invece registrato

un calo della produzione energetica dello 0,8%.

L'aumento tendenziale corretto per i giorni lavorativi

riguarda soprattutto la produzione di energia elettrica, gas e

acqua (+12,1% a gennaio 2006 rispetto a allo stesso mese del

2005) mentre la produzione delle raffinerie di petrolio registra

un -0,2%. (ANSA).
 
LAVORO: ISTAT, RETRIBUZIONI LORDE 2005 +2,8%

(ANSA) - ROMA, 14 mar - Le retribuzioni lorde di fatto per

unità di lavoro equivalenti a tempo pieno (Ula) nell'industria

e nei servizi sono cresciute nel 2005 del 2,8% rispetto al 2004.

Lo rivela l'Istat precisando che nel quarto trimestre 2005 le

retribuzioni sono aumentate del 3% a livello tendenziale e

dell'1% rispetto al terzo trimestre dell'anno.(ANSA).
 
LAVORO: ISTAT, RETRIBUZIONI LORDE 2005 +2,8% (2)

(ANSA) - ROMA, 14 mar - L'Istat segnala che sempre in media

2005 gli oneri sociali per unità di lavoro a tempo pieno sono

aumentati del 3,4% rispetto al 2004 mentre il costo del lavoro

per Ula è cresciuto del 3%. Nel quarto trimestre 2005 gli oneri

sociali sono cresciuti del 3,4% rispetto al quarto trimestre

2004 mentre il costo del lavoro è cresciuto a livello

tendenziale del 3,1%. Su base congiunturale nel quarto trimestre

2005 le retribuzioni lorde sono cresciute dell'1%, gli oneri

sociali dell'1,1% e il costo del lavoro dell'1,1%.

In media annua sono cresciute soprattutto le retribuzioni

lorde nei servizi (+3,1%) mentre l'industria ha segnato un

aumento del 2,3%. Progresso più sostenuto per le retribuzioni

dei servizi anche su base tendenziale con un aumento del 3,6%

rispetto al 2,4% delle retribuzioni lorde dell'industria. Nel

quarto trimestre 2005 le retribuzioni dell'industria sono invece

cresciute rispetto al terzo trimestre dell'anno dello 0,7%

mentre quelle dei servizi hanno segnato un +1%. All'interno dei

diversi settori hanno segnato un aumento consistente soprattutto

le retribuzioni del credito con un +5% in media annua mentre per

gli alberghi e ristoranti il progresso è stato solo dell'1,6%.

Per le attività manifatturiere l'aumento sempre in media annua

é stato del 2,4% mentre per l'estrazione di minerali l'aumento

nel 2005 rispetto al 2004 è stato del 3,9%. Su base

congiunturale ' sempre il credito che ha segnato l'incremento

più elevato (+5,4%) nel quarto trimestre 2005 rispetto al

quarto trimestre 2004 soprattutto grazie alla firma del nuovo

contratto di lavoro. (ANSA).
 

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