10 perplessità ( sarò impopolare!)

Voi che ne pensate?

PREGO VIVAMENTE ASTENERSI chi ha dimostrato qui o altrove di non rendersi nemmeno conto che il problema di discriminazione di genere esista o chi sostenga che la permanente discriminazione di genere sia in qualche modo "giustificata e/o giustificabile".
La richiesta di astensione, se nn d'accordo, è fortemente discriminatoria partendo da queste basi...si indebolisce tutto il discorso a seguire.:down:

1. Legge per il congedo obbligatorio condiviso. Introduzione del concetto di paternità obbligatoria.
Le leggi devono essere fonte di libera scelta e nn obbligo per individui che nn fanno ciò che nn sentono...io mi chiedo come si possa sentire un uomo obbligato per legge voluta dalle donne ad una situazione simile...:down:

2. Legge per la maternità universale. Ovvero ogni donna che sceglie di diventare madre, sia essa single, sposata, lavoratrice dipendente o precaria, deve aver diritto al sussidio di maternità.
Ma da quando la libera scelta di una donna di diventare madre è una questione di Stato?:down:

3. Legge per la realizzazione di una reale democrazia paritaria. Una legge elettorale che preveda la doppia preferenza di genere e una presenza al 50 per cento nelle liste.
Mio dio no!...Ma perchè nn lasciare le donne libere di prevalere per meriti e nn per legge che le tratti come categorie protette?:down::down::down: siamo individui tutti con le stesse potenzialità.

4. Legge contro le dimissioni in bianco e incentivi per una maggiore partecipazione delle donne nel mondo del lavoro e delle professioni (dal part time al telelavoro). Obiettivo: la parità dovunque. Nelle qualifiche e nei salari.
Le leggi nel mondo del lavoro devono cambiare tutte... a partire dai costi del lavoro, solo in questo modo si è più liberi di assumere chiunque esso sia in base ai meriti e sono ovviamente da condannare le dimissioni in bianco sia per uomini che per donne...occorre favorire gli imprenditori e nn oblbigarli a stupidi escamotage...!!!

5. Educazione sessuale e di identità di genere fin dalla scuola primaria. Istituzione di una Commissionie che vigili sull'uso dell'immagine femminile nel mondo dei media.
Si parte dalla cultura e nn dalle leggi, infatti!!!
...per il resto ogni censura chiesta per legge è mortificante e detrattiva della responsabilità individuale di giudicare ciò che è abuso o meno...si lasci la libertà di giudizio e la possibilità di crescere...solo al pensiero di una Commisisone che vigili mi viene una pelle d'oca tanto quanta quella che ogni volta mi viene leggendo i cartelli con su scritto: Polizia di Stato! brrrrrrrr

6. Una legge quadro contro la violenza sessuale che comprenda dalla prevenzione alla costituzione di centri di accoglienza delle vittime, fino all'assistenza legale, la punizione e recupero di chi opera violenza. La violenza intesa in tutte le sue manifestazioni, inserendo quindi aggravanti penali contro le ingiurie a sfondo sessista compreso l'uso inappropriato e sessista dell'immagine femminile nei mass media.
Nessun recupero dei violentatori, ma totale inoffensività del soggetto. Tutto il resto è estremamente pericoloso ed un'arma a doppio taglio che inibisce, alla sola lettura, l'espressione naturale dell'uomo. Sto pover'uomo rendiamolo anche più trasgressivo con la voglia di vedersi giornaletti porno al cesso e magari di esprimersi a voce,quando la moglie è a fare la spesa, parlandosi allo specchio...reprimere obbligare punire....tt ciò lo trovo soffocante e innaturale.

7. Leggi per pianificare un sistema di strutture integrate, dai nidi alle ludoteche, che siano di aiuto ai diversi tempi delle famiglie. Che siano compresi quindi nidi e asili di varie dimensioni, aziendali, condominiali e\o di quartiere. Un sistema integrato con orari flessibili e presenza capillare nel territorio.
Ma tutto questo per permettere alla donna di lavorare fuori casa? ...ma nn sarebbe meglio una campagna di sensibilizzazione??? e non è un pò contro alla pdl nr 1 dove si OBBLIGA un padre alla condivisione della conduzione familiare?

8. Legge riforma del sistema fiscale che sostenga e agevoli tutti le tipologie di nuclei familiari con figli o con anziani a carico. Rivedere anche la leggi sulle pensioni di reversiblità che ha danneggiato soprattutto le donne.
Perchè penalizzare chi nn ha famiglia o i single? Ma gli anziani nn sarebbero già soggetti con una pensione? Perchè non insegnare a ciascuno a mantenere la propria autonomia economica anche all'interno di un inutile matrimonio???? senza dover ricorrere a pensioni di reversabilità augurate di vedovanza????anche qui è una questione di diffusione culturale contro i danni delle consuetudini, degli schemi sociali...nn ci sarà mai legge equa senza cultura dell'importanza di essere individuo!

9. Una legge sul futuro. Provvedimenti per dare maggiore autonomia economica ai giovani e alle giovani. Regolamentare e monitorare, fino al divieto degli stage gratuiti, i contratti d'ingresso dei giovani e delle giovani troppo spesso occasione di sfruttamento.
Guai a toccare il lavoro dei genitori a favore di qualsiasi legge a favore dei giovani. Apocalittico togliere equilibri ad un genitore. Cosa che la legge fa già abbondantemente con leggi che penalizzano tutti :imprenditori, giovani e padri.
Ridurre i costi del lavoro!!!
Gli stage li ho sempre visti come un'opportunità di insegnamento-apprendimento...deve essere scelta di un giovane frequentare...

10. Promuovere a tutti i livelli istituzionali, dai Comuni allo Stato Centrale, il Bilancio di Genere, che consente di ripartire in modo equo e più controllato le risorse a disposizione.
Dio che tristezza!
Il bilancio di Genere....autodiscriminante da morire!

C'é solo l'operazione culturale che può far crescere e rendere responsabili e nn la legiferazione selvaggia che indica solo il livello di inadeguatezza di un popolo di furbi irresponsabili ed incapaci, un popolo che ha bisogno di leggi per essere quello che dovrebbe INVECE essere per consapevolezza e spontanea responsabile libera scelta!


Il problema in Italia sono le donne in quanto tali , innanzitutto perchè vittime di se stesse e dei loro retaggi culturali di angeli del focolare , piccole donne crescono, indifese, troppo sensibili, troppo tutto a loro dire per sentirsi una spanna al di sopra degli uomini. il che mi fa sorgere la domanda per quale cavolo di motivo poi ci vanno insieme se li reputano sto agglomerato di insensibilità, maschilismo , machismo, inadeguatezza e chi più ne ha più ne metta.
aggiungici poi che nn c'è cosa più discriminatoria che sancire per legge qualcosa che dovrebbe nascere prima di tutto dal buonsenso del singolo. sono assolutamente contro queste forme di legittimazione forzata di quel che mi spetta o spetterebbe in quanto insindacabile diritto di un libero cittadino in un libero stato democratico.


ps a quelle donne che vogliono per legge la paternità obbligatoria imporrei sempre per legge il dovere a nn procreare , visto che nessuno è obbligato a sentirsi qualcosa che nn è, soprattutto laddove è dato di fatto che molti uomini fungono solo da inseminatori per donne con la smania di procreare.
 
Innanzitutto, ciao:)
Provo a rispondere a quello che hai scritto...
vediamo se riesco a dire qualcosa di sensato.

Il problema non sono le donne e nemmeno gli uomini, il problema è, come si diceva EDUCATIVO. Il sistema educativo/culturale di una società è il risultato della storia, del passato, del background culturale, della mentalità.
Ma se le donne, molte donne, per tanti versi, sono cambiate, gli uomini sono cambiati meno. Meno velocemente e in minor misura.
Ci sono certamente ancora donne vittime di se stesse, come dici tu, vittime del retaggio culturale. Così come ci sono donne che nemmeno si accorgono della discriminazione ancora esistente e così come ci sono donne che a parole e a fatti portano avanti ancora, nel loro ambiente, la discriminazione.

Frequento un ambiente particolare. Diciamo che ho un giro di amicizie e di conoscenze che, invece, si batte, chi nel piccolo, chi nel "grande" perché le cose cambino. Ognuna di noi lo fa in modo diverso. Ci sono le ragazze organizzate, in rete, in gruppo, ci sono quelle che si limitano alla propria famiglia, ci sono quelle che ne hanno fatto un lavoro, con modalità e azioni diverse.

Sono tutte donne.

Di uomini veramente interessati al cambiamento, così interessati a muoversi in prima persona perché le cose migliorino ne conosco davvero pochissimi.

E a livello istituzionale, ancora non ne ho visti e le cose non cambiano.

Io non credo che tutti gli uomini siano insensibili e maschilisti, machi, inadeguati o altro. Penso che molti di loro siano a loro volta vittime di stereotipi che li vogliono così, solo che gli stereotipi maschili permettono maggiori opportunità rispetto agli stereotipi di cui sono vittime le donne.

Credo, soprattutto, nel valore dell'esempio, dell'azione e dell'educazione.

Sul sancire per legge quel che dovrebbe "nascere spontaneo" rispondo quotandomi e suggerendo, se sei interessata, di leggere un intervento non ricordo se di Patatina o Conte Rosso che parla in modo, a mio giudizio, condivisibile dell'intervento Statale nelle questioni sociali.

Invece sulla questione della paternità obbligatoria e sul fatto che, secondo te, molti uomini fungono solo da inseminatori per donne con smania di maternità, dico solo che le persone sono in grado di ragionare e che mi rifiuto di credere che esistano MOLTI uomini che si limitano a quel ruolo, vittime di donne con smania di maternità.
Il desiderio di avere un figlio non può essere ridotto a "smania", peraltro detto in modo negativo, come mi pare di aver capito.
La maggior parte delle persone forma una famiglia con coscienza e amore, perché ha un progetto di vita comune.
I padri che fanno figli pur non volendoli affatto, hanno problemi con la propria partner e anche con se stessi, se non sono capaci di opporsi ad essere usati come banche di sperma, evidentemente.
E poi, siccome il figlio, il bambino, è una ricchezza per il futuro, occorre impegnarsi, padri e madri, affinché il futuro per quel figlio sia il migliore possibile e perché quel figlio assuma un ruolo attivo e positivo per il suo futuro.
Cosa c'è di meglio, dunque, di offrire al bambino la possibilità di avere intorno un modello di famiglia collaborativa e presente, nella quale i due genitori partecipano alla sua educazione e al suo processo di crescita?
E' un regalo che si fa al bambino. Se il padre, pur non volendo essere padre, ha finito per sottostare alla "smania" della madre, il bambino non ha colpa.
Ha un padre e il padre lo deve educare.
Quel bambino avrà nel DNA la consapevolezza che non solo le madri stanno a casa e si prendono cura della casa e dei bambini, ma che lo fanno anche i padri, che è la norma e che, quindi, non ha ragion d'essere la discriminazione sul posto del lavoro in caso di maternità, nei confronti delle donne, perché stanno a casa anche i padri.

In ogni modo, io non ho certezze su quali siano le "mosse giuste" per cambiare.
Mi pare di vedere che si sia immobili da almeno 30 anni.
Mi pongo domande, mi chiedo se, vista l'immobilità e l'evidente incapacità, senza "interventi dall'alto", non si possano tentare altre vie.

E mi quoto, sul problema dell'intervento legislativo nelle questioni di cui sopra

Una premessa: ho sempre sostenuto che il problema vero in Italia sia legato alla cultura, intesa in senso lato.

Siamo immersi in una rete di stereotipi di genere vecchi come il mondo.

Condivido, dunque, l'idea di base di Amber, ovvero che le leggi in realtà sarebbero inutili perché la prima azione deve essere quella educativa.
Condivido in linea di massima, l'assunto di Amber: in alcuni ambiti privati e personali della gente, lo Stato non dovrebbe intervenire, non dovrebbe aver motivi di intervento.

So anche che troppe leggi, troppe imposizioni, troppi lacci, portano ad effetti paradossali, anche totalmente contrari a quelli voluti dalla legge stessa.

Ma se, come oggi, famiglia e scuola non hanno mezzi adeguati per svolgere al meglio il loro ruolo educativo, non potrebbe un intervento legislativo (magari anche limitato nel tempo), provare a incidere sulla cultura, tanto da innescare un cambiamento di mentalità tale che possa poi, una volta diventato condiviso e comune, proseguire nella sua strada? Non potrebbe ingenerare pratiche positive che prima di questo ipotetico intervento legislativo non venivano applicate? Pratiche che "sblocchino" in una certa direzione i tanti lucchetti che esistono ancora nelle reali pari opportunità tra uomo e donna?
 
troppo generico, cioè

se pensi allo stato che ci controlla a tutti come il grande fratello mi trovi daccordissimo nel senso che uno stato parta dal presupposto che i suoi cittadini sono potenzialmente colpevoli anzichè potenzialemnte innocenti beh ecco...no comment

se pensi ad uno stato che si occupa della famiglia come ad esempio fa la Francia che da oltre 20 anni investe in tal senso ed ha la media di natalità più alta fra i paesi industrializzati, voglio dire mica è uno stato che si fa i fatti anche se giocoforza entra nelle nostre sfere private.

a quale stato pensavi?


Ecco l'intervento che dicevo, di Patatina.
:)

Spero di aver risposto in modo completo.
 
Sull'immobilità delle donne che rimangono vittime silenziose degli stereotipi c'è anche da dire che lottare per cambiare le cose non è facile.
Serve tempo e le donne ne hanno poco.
Servono mezzi e ce ne sono pochi
Serve un clima accogliente e predisposto all'ascolto o che, almeno, dia rilievo al problema, riconoscendolo degno di attenzione. E anche questo manca.

Conosci Lorella Zanardo?
Se hai un pochino di pazienza ti linko un paio di video... devo cercarli...
 
E questo un riassunto di un intervento cui ho assistito in prima persona due mesi abbondanti fa a Torino, sempre di Lorella Zanardo.

Evidenzio le parti più rilevanti per l'assunto di cicomendez sull'immobilità femminile e il loro portare avanti le discriminazioni con il vittimismo.

"Torino, 29 novembre 2010

Ed ecco l'intervento di Lorella Zanardo, terminato poco dopo le 20, con grande presenza di pubblico.

un intervento ottimista, positivo, pieno di speranza.

La Zanardo non ha proiettato il suo documentario, visto che dava per scontato, a ragione, che l'avessimo visto tutte (nota: il documentario si trova in rete, semplicemente googlando "Il corpo delle donne", ma qui ha poco rilievo)

Ha parlato un po' della genesi del suo documentario e del perché sia utile raccontare anche questo. Ha detto che in due anni e mezzo che è in rete, ha avuto 4.000.000 di visualizzazioni, ma nessuno ha ma fatto nulla di simile, nemmeno su altri temi e quindi, raccontare le ragioni che l'hanno spinta a realizzarlo e le sensazioni che provava può essere la spinta giusta per spingere all'emulazione.

Ha detto che anche sottolineare che i due collaboratori sono uomini, più giovani di lei, è una carta vincente, perché sdogana il tema, rendendolo interessante per tutti e facendolo uscire dalla nicchia, sbagliata, che lo vorrebbe relegato a mero interesse di femministe, detto in senso negativo.

Ha puntato, per il suo documentario, su un linguaggio maieutico, partecipato, usando un "noi", senza puntare il dito, senza accuse a nessuno, si percepisce che lei è addolorata perché lei si sente lì, al posto delle persone svilite mostrate nel documentario.

Lei e i collaboratori hanno realizzato un vide che mostra che cosa hanno fatto, dopo il documentario. "Il corpo delle donne"ha suscitato grande interesse all'estero ed è stato tradotto e sottotitolato in sei lingue. La cosa interessante è che la traduzione è stata fatta gratuitamente da gente che ha trovato in rete il documentario e l'ha trovato tanto interessante da volerlo proporre anche nel suo paese.

Le scuole chiedono di poter proiettare il documentario e chiedono strumenti per decodificare la TV. I ragazzi delle medie e delle superiori chiedono la proiezione del video, durante le autogestioni.

Da tutto questo emerge che i ragazzi chiedono ALTRI modelli, e altri strumenti per liberare l'immaginario.

La Zanardo ha poi introdotto il concetto di "Media education". In pratica la media education è l'insieme di strumenti utili a decodificare la TV.

Ci sono due azioni messe in atto, dopo "Il corpo delle donne", una che prevede il lavoro con gli studenti, l'altra con gli insegnanti.
Per gli insegnanti è nata l'iniziativa "Nuovi occhi per la TV" che prevede 8 ore di corso sulla Media education.

La Regione Toscana si è dimostrata un terreno fertilissimo, concedendo al progetto un finanziamento che, sebbene modesto, ha permesso la proiezione del documentario in modo capillare in tutti i capoluoghi di provincia e la creazione di un corso per formatori per promuovere, presso gli insegnanti, la media education.
Questo corso per formatori è formato da 64 ore di lezioni.

Questo permette di aiutare la Zanardo e il suo progetto perché rende la diffusione del documentario e la media education più veloce, visto che il know-how è stato passato e permette che lo stesso know how rimanga sul territorio.

Ci sono centinaia di professori entusiasti e interessati.

La Zanardo ha poi detto che, purtroppo, lei è attrezzata per lavorare con ragazzi dai 14 anni in su, perché per la comunicazione con i bambini più piccoli, occorre una preparazione diversa e adeguata all'età, visto che le immagini proposte sono quasi "pornografiche".
E ciò è un peccato perché i bambini sono indifesi e sono prede facilissime di un certo tipo di comunicazione e ci ha detto di andare a vedere cosa si dice nel sito della IULM sul kidmarketing (rabbrividiva al pensiero).

Un altro sistema per divulgare la media il messaggio del suo documentario è stato quello di coinvolgere le donne pensionate della CGIL, che lei ha definito agguerritissime e le vere artefici del Welfare, non solo le donne della CGIL, ovvio, ma le pensionate di ogni tipo. Ha detto che spesso, queste nonne, si occupano dei nipotini e che guardano la TV con loro.
Allora lei ha suggerito di NON parlare male dei miti dei ragazzi che è controproducente, ma di agire, instillando dubbi.
Esempio: nonna che guarda "Striscia" con la nipote di 15 anni che venera le veline.
La nonna dice: "Sì, belle le veline, brave, ma ti sembra giusto che due ragazze giovani stiano sempre in ginocchio davanti a due uomini più anziani?" e frasi simili?

Ha mostrato un video che usa per fare media education ai ragazzi, tramite il quale destruttura le immagini, le rallenta e le commenta, sempre nel solito modo: ponendo domande e stimolando la riflessione.

Un altro sistema che è stato utilizzato per penetrare nei comuni meno virtuosi e sensibili, stato proiettare il documentario al sabato, nei centri commerciali. E' stato, per esempio, fatto a Empoli.

La Zanardo ha poi detto una cosa molto bella, per me, luminosa.
Ha detto che i giovani maschi Italiani sono meravigliosi, che i ragazzi tra i 14 e i 18 anni hanno, in confronto agli uomini della generazione precedente, una marcia in più: sono disposti a raccontarsi, a guardarsi dentro, a parlare di questi argomenti.
Ha mostrato lo spezzone di un video in cui un ragazzo fa un intervento davvero intelligente al riguardo.

Purtroppo, ha sottolineato, in Italia, questo è un tema che ha ancora poco appeal, non è considerato degno di entrare nell'agenda politica.
Dice che il tema è ancora percepito come di interesse solo femminile e di donne connotare in modo negativo. Un uomo interessato è visto come gay, tanto è vero c
he Gad Lerner, che l'ha invitata a parlare varie volte, ogni volta si è sentito in dovere di specificare alle telecamere che a lui piacciono le donne.

E ha portato alcuni esempi di quanto ho appena riportato, accaduti al Senato Italiano in cui si è sentita non rispettata per l'atteggiamento della maggior parte dei Senatori.

Ha citato, infine, un libro interessante di Chiara Volpato: "Deumanizzazione".
E l'ha fatto perché ci ha mostrato, destrutturalizzandole e analizzandole, alcune immagini di una trasmissione TV, in cui alla fine, le giovani donne che seguono la trasmissione, si sentono ridotte ad una sola parte anatomica, riducendosi, di fatto ad oggetti.
 
E infine: se una ha pazienza e voglia di interessarsi al tema, in rete si trovano moltissimi blog, gruppi, iniziative ecc ecc proposte e portate avanti, per cambiare le cose. Non è vero che le donne sono "immobili".

E mi chiedo: ma se è vero che è un dato di fatto che gli uomini sono quasi sempre semplici fecondatori per donne con smanie di maternità, tutti i numeri e i fatti, i casi e i racconti che il nostro amico ci narra e mostra, al Caffè, parlando di "Nel nome dei figli?" sono falsi?
:mmmm:

Non credo.

Ci sono molti uomini che vogliono fare i padri.
Purtroppo (e qui colpisce crudele lo stereotipo culturale degli Italiani) non sempre sono messi in grado di farlo, o per loro mancanze culturali o per carenze strutturali, o per interventi sbagliati dei tribunali, o perché anche loro, come le donne, si scontrano con la mentalità dominante italiana, che vuole i bambini e la casa come ambiti "femminili". Cosicché un uomo che vuole fare il padre si sente discriminato.

Sempre se interessa, nel suo libro "Ma le donne no", Caterina Soffici parla anche di questo: di un padre italiano che in Italia, ha scelto di prendere il congedo di paternità trovandosi di fronte a critiche, prese in giro crudeli e difficoltà di ogni tipo.
 
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Innanzitutto, ciao:)
Provo a rispondere a quello che hai scritto...
vediamo se riesco a dire qualcosa di sensato.

Il problema non sono le donne e nemmeno gli uomini, il problema è, come si diceva EDUCATIVO. Il sistema educativo/culturale di una società è il risultato della storia, del passato, del background culturale, della mentalità.
Ma se le donne, molte donne, per tanti versi, sono cambiate, gli uomini sono cambiati meno. Meno velocemente e in minor misura.
Ci sono certamente ancora donne vittime di se stesse, come dici tu, vittime del retaggio culturale. Così come ci sono donne che nemmeno si accorgono della discriminazione ancora esistente e così come ci sono donne che a parole e a fatti portano avanti ancora, nel loro ambiente, la discriminazione.

Frequento un ambiente particolare. Diciamo che ho un giro di amicizie e di conoscenze che, invece, si batte, chi nel piccolo, chi nel "grande" perché le cose cambino. Ognuna di noi lo fa in modo diverso. Ci sono le ragazze organizzate, in rete, in gruppo, ci sono quelle che si limitano alla propria famiglia, ci sono quelle che ne hanno fatto un lavoro, con modalità e azioni diverse.

Sono tutte donne.

Di uomini veramente interessati al cambiamento, così interessati a muoversi in prima persona perché le cose migliorino ne conosco davvero pochissimi.

E a livello istituzionale, ancora non ne ho visti e le cose non cambiano.

Io non credo che tutti gli uomini siano insensibili e maschilisti, machi, inadeguati o altro. Penso che molti di loro siano a loro volta vittime di stereotipi che li vogliono così, solo che gli stereotipi maschili permettono maggiori opportunità rispetto agli stereotipi di cui sono vittime le donne.

Credo, soprattutto, nel valore dell'esempio, dell'azione e dell'educazione.

Sul sancire per legge quel che dovrebbe "nascere spontaneo" rispondo quotandomi e suggerendo, se sei interessata, di leggere un intervento non ricordo se di Patatina o Conte Rosso che parla in modo, a mio giudizio, condivisibile dell'intervento Statale nelle questioni sociali.

Invece sulla questione della paternità obbligatoria e sul fatto che, secondo te, molti uomini fungono solo da inseminatori per donne con smania di maternità, dico solo che le persone sono in grado di ragionare e che mi rifiuto di credere che esistano MOLTI uomini che si limitano a quel ruolo, vittime di donne con smania di maternità.
Il desiderio di avere un figlio non può essere ridotto a "smania", peraltro detto in modo negativo, come mi pare di aver capito.
La maggior parte delle persone forma una famiglia con coscienza e amore, perché ha un progetto di vita comune.
I padri che fanno figli pur non volendoli affatto, hanno problemi con la propria partner e anche con se stessi, se non sono capaci di opporsi ad essere usati come banche di sperma, evidentemente.
E poi, siccome il figlio, il bambino, è una ricchezza per il futuro, occorre impegnarsi, padri e madri, affinché il futuro per quel figlio sia il migliore possibile e perché quel figlio assuma un ruolo attivo e positivo per il suo futuro.
Cosa c'è di meglio, dunque, di offrire al bambino la possibilità di avere intorno un modello di famiglia collaborativa e presente, nella quale i due genitori partecipano alla sua educazione e al suo processo di crescita?
E' un regalo che si fa al bambino. Se il padre, pur non volendo essere padre, ha finito per sottostare alla "smania" della madre, il bambino non ha colpa.
Ha un padre e il padre lo deve educare.
Quel bambino avrà nel DNA la consapevolezza che non solo le madri stanno a casa e si prendono cura della casa e dei bambini, ma che lo fanno anche i padri, che è la norma e che, quindi, non ha ragion d'essere la discriminazione sul posto del lavoro in caso di maternità, nei confronti delle donne, perché stanno a casa anche i padri.

In ogni modo, io non ho certezze su quali siano le "mosse giuste" per cambiare.
Mi pare di vedere che si sia immobili da almeno 30 anni.
Mi pongo domande, mi chiedo se, vista l'immobilità e l'evidente incapacità, senza "interventi dall'alto", non si possano tentare altre vie.

E mi quoto, sul problema dell'intervento legislativo nelle questioni di cui sopra

ciao a te. :)

da donna che si è sempre battuta in prima persona per ottenere quel che le competeva in quanto individuo, che ha vissuto in paesi dove la condizione della donna è davvero sottomessa nn solo a parole ma nei fatti più concreti, che vede la maternità per quello che oggigiorno realmente è per la maggior parte delle donne, ovvero come la realizzazione del proprio ego prima che un progetto di famiglia o altro, ed in assenza della quale sono le altre donne, guarda caso, le prime a dare delle frustrate a tutte quelle che per i più svariati motivi nn mettono al mondo i figli, pur nn condividendo la stragrande maggioranza di quel che hai scritto lo rispetto.

forse hai un'idea molto edulcorata del mondo , di quello che attiene al gentil sesso in particolare, che spesso è gentile a chiacchiere ma che nei fatti è più spietato di quanto nn si possa immaginare.

nn mi va di entrare troppo nel merito, rischierei di essere più sgradevole di quanto nn lo sia già di mio a fronte di certe tematiche che sono lontanissime da me, nn per i contenuti ma per le modalità che nn sono affatto consone alla mia natura mascolina e soprattutto alle mie esperienze di vita.

è un mio limite forse, ma tant'è.
:)
 
Il problema in Italia sono le donne in quanto tali , innanzitutto perchè vittime di se stesse e dei loro retaggi culturali di angeli del focolare , piccole donne crescono, indifese, troppo sensibili, troppo tutto a loro dire per sentirsi una spanna al di sopra degli uomini.

Tu sei una donna Cico. Ti metti nel gruppo? Ti senti un problema? Ti senti vittima di te stessa, immobile?

Spero di no. Lo spero per te.

E allora, posso chiedere, oltre che incolpare le donne della situazione e trattare da poveracci gli uomini, ridotti al ruolo di fecondatori, hai un'idea, una proposta per modificare le cose?

Lasciamo stare le cause del problema. Cerchiamo soluzioni.

Che soluzioni vedi possibili?

Lasciare che gli individui maturino?
Quando lo faranno?

Siamo immobili da decenni e, anzi, negli ultimi 20 anni siamo quasi regrediti.

Le leggi no. E allora?
L'educazione? Ok. Con quali mezzi? Con quali risorse? In quale ambiente?
Abbiamo mezzi, risorse e ambiente adeguati? No? Come possiamo averli?

Amber e tu?
Tu cosa proponi?

Fino ad ora ho solo letto dichiarazioni "contro".
Legittime e condivisibili.

Ma idee concrete?

Non voglio dire che le dieci proposte che ho postato siano per forza le migliori possibili. Ma sono progetti, idee, modalità per "smuovere le acque".
Sono sbagliate? Non piacciono?
Abbiamo capito e abbiamo capito il perché. E le alternative?
 
ciao a te. :)

da donna che si è sempre battuta in prima persona per ottenere quel che le competeva in quanto individuo, che ha vissuto in paesi dove la condizione della donna è davvero sottomessa nn solo a parole ma nei fatti più concreti, che vede la maternità per quello che oggigiorno realmente è per la maggior parte delle donne, ovvero come la realizzazione del proprio ego prima che un progetto di famiglia o altro, ed in assenza della quale sono le altre donne, guarda caso, le prime a dare delle frustrate a tutte quelle che per i più svariati motivi nn mettono al mondo i figli, pur nn condividendo la stragrande maggioranza di quel che hai scritto lo rispetto.

forse hai un'idea molto edulcorata del mondo , di quello che attiene al gentil sesso in particolare, che spesso è gentile a chiacchiere ma che nei fatti è più spietato di quanto nn si possa immaginare.

nn mi va di entrare troppo nel merito, rischierei di essere più sgradevole di quanto nn lo sia già di mio a fronte di certe tematiche che sono lontanissime da me, nn per i contenuti ma per le modalità che nn sono affatto consone alla mia natura mascolina e soprattutto alle mie esperienze di vita.

è un mio limite forse, ma tant'è.
:)

Ho letto dopo questo.
Niente. Lascia stare, allora.
Il tema è lontanissimo da te, come dici tu.
 

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