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giamaica2005

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Italia, deficit/Pil vicino a 3% in 2008 - rapporto Bce

FRANCOFORTE (Reuters) - Il deficit pubblico dell'Italia sarà vicino al 3% del Pil nel 2008 e l'aggiustamento strutturale sarà inferiore allo 0,5% del Pil.


E' quanto si legge nel rapporto annuale della Bce.


"Non ci attendiamo che Irlanda, Grecia, Francia e Italia raggiungano (l'obiettivo di medio termine) entro il 2010, e l'aggiustamento strutturale nel 2008 sarà inferiore allo 0,5% del Pil in Belgio, Francia, Italia e Austria", argomenta la Bce.


"Questi sviluppi sono ancor più deludenti alla luce del fatto che alcuni Paesi continuano a beneficiare di entrate eccezionalmente sostenute che migliorano i bilanci strutturali, sebbene il loro permanere sia lontano dall'essere certo", aggiunge il rapporto.


Nel 2007 il deficit/Pil italiano si è attestato all'1,9%.
 

giamaica2005

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articolo di sabato scorso ma interessante

Crisi,spread Euribor/Eonia dice non finirà presto- Papadia(Bce)

STRESA (Reuters) - Le previsioni che il mercato monetario sta esprimendo circa lo svilupparsi della crisi e la sua conclusione non sono molto incoraggianti.


Lo ha detto Francesco Papadia, direttore generale della Banca centrale europea, responsabile delle operazioni di finanziamento, partecipando a 'Liquidity 2008', il meeting annuale dei professionisti dei mercati monetari europei.


Parlando della crisi e delle turbolenze finanziarie internazionali e dei tempi della sua conclusione, Papadia ha detto: "Dall'andamento di questa crisi ho imparato a non fare previsioni sui tempi della sua conclusione. Ma se guardiamo lo spread tra tasso euribor e l'Ois vediamo che è ancora molto ampio. Io non faccio previsioni, ma quelle del mercato non sono molto incoraggianti. Lo spread ci sta dicendo che la situazione non sparirà a breve".


Lo spread tra tasso euribor, sui depositi interbancari, e tasso Ois [overnight index swap], altrimenti detto Eonia swap, sulle aspettative sui tassi di interesse ufficiali, che viene visto come una cartina al tornasole del grado di fiducia delle banche circa il mercato del credito, si è vistosamente allargato da quando è iniziata la crisi e desta preoccupazione sia dal sistema bancario, sia dalla Bce.


Se l'Eonia swap quota in questi giorni poco sopra il tasso di riferimento della Bce del 4%, il tasso euribor - sulle scadenze dal 3 mesi all'anno - quota attorno al 4,80%.


Tale spread rappresenta il costo aggiuntivo che le banche applicano ai prestiti interbancari e in sostanza il costo per assicurarsi contro il caso in cui i fondi prestati a una certa scadenza a una banca non vengano restituiti. Come è emerso da un analisi condotta da Reuters ieri [nL17870972].


Tanto più è ampio lo spread-fiducia, tanto più è grande il timore di non vedersi restituire i fondi. E se tale spread in questo giorni registra livelli molto elevati sui mesi futuri, ciò significa che le banche prevedono altre difficoltà sul mercato del credito e si tutelano vendendo a caro prezzo i fondi.


Ieri lo spread quotava quasi 80 punti base, contro livelli pre-crisi sotto i 10 pb.


"Difficile dire quale può essere un equo livello da considerare", dice ancora Papadia. "Forse il livello di spread di 7-9 punti base che si vedevano prima della crisi era fin troppo basso. E nemmeno si sa se un livello più adeguato è quello attorno ai 20 pb".


La Bce, per cercare di attenuare le tensioni sui mesi futuri, a fine marzo ha annunciato un programma di quattro emissioni a lunga per un totale di 150 miliardi di euro, due a tre mesi e due a 6 mesi con le quali coprirà un periodo che andrà fino a gennaio prossimo. Tuttavia lo spread non si è ristretto. "Noi stiamo facendo tutto il possibile. Forse occorrerà valutare qualche altro fattore. Lo spread forse non riferisce solo di un rischio di controparte, ma forse indica anche un malfunzionamento del mercato", dice ancora Papadia.


Il problema del rialzo del tasso euribor ha ripercussioni anche sulla clientela poiché è ad esso che sono indicizzati la gran parte dei mutui e dei finanziamenti a tasso variabile, il che fa ricadere su privati e aziende le conseguenze dei timori delle banche.


Tenendo come riferimento la scadenza a sei mesi, a fine marzo 2007 il differenziale tra tasso Euribor e tasso swap era a 11 punti base e a fine giugno a 15-16 pb, indicano i tesorieri.


Con lo scoppio della crisi nell'agosto scorso lo spread è balzato a 63 punti base e, con qualche storno, si è portato a 90 punti base a cavallo di fine anno, quando il mercato temeva una crisi di liquidità. Lo spread si è poi stretto a 25-30 punti riallargandosi oltre 70 pb a cavallo di fine marzo e da lì non si è più ripreso. Il dato di ieri era 78 pb.
 

giamaica2005

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petrolio

Petrolio: i prezzi volano sempre più in alto. Gli investitori temono carenza di offerta
Di Alberto Susic


Seguendo un copione cui ormai stiamo assistendo da diverse settimane, anche quest'oggi non sono mancate le tensioni sul circuito del Nymex a New York. Le quotazioni del petrolio hanno continuato a muoversi lungo la via dei guadagni, superando per la prima volta in mattinata la soglia dei 117 dollari al barile. Nel pomeriggio si è avuto un ripiegamento che ha portato a segnare un minimo nell'intraday a 115,65 dollari, da cui però sono ripartiti puntualmente gli acquisti. Proprio nelle battute finali le quotazioni sono arrivate a toccare un nuovo record storico a 117,76 dollari, con un lieve ritracciamento nel finale che ha portato il future con scadenza maggio a chiudere gli scambi a quota 117,44 dollari, con un progresso dello 0,6% rispetto ai valori di venerdì scorso.

A fare da padrona ancora una volta è stata la speculazione, legata alle preoccupazioni degli operatori per i possibili cali sul fronte dell'offerta. Oltre alla riduzione delle scorte strategiche americane, si registrano problemi di produzione, alimentati quest'oggi da uno sciopero in una raffineria britannica e in una francese.
 

veilfast

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sempre su amplifon x aleale

Amplifon: utile netto 2007 cala a 15,5 mln, dividendo di 0,04 euro

Amplifon ha reso noto di avere chiuso il 2007 con ricavi pari a 667,9 mln di euro, in aumento del 10% circa rispetto ai 613,1 mln del 2006. L’ebitda è calato a 92,2 mln da 105,1 mln e l’ebit a 41,6 mln (58,5 mln senza considerare le operazioni non ricorrenti) da 79,6 mln. L’utile netto si è attestato a 15,5 mln (29,1 mln senza considerare le operazioni non ricorrenti), in deciso calo rispetto ai 52,6 mln del 2006. Sui risultati hanno pesato il decremento dell’ebitda, che ha risentito della performance della recente acquisizione di Ulravox in UK, i maggiori ammortamenti consuntivati a seguito della politica di rebranding posta in atto nel Regno Unito e ulteriori ammortamenti dovuti ad acquisizioni effettuate nel secondo semestre 2006. L’indebitamento finanziario netto al 31 dicembre 2007 era pari a 241 mln (204 mln a fine 2006) a fronte di un patrimonio netto di gruppo di 221,4 mln (265,4 mln a fine 2006). Nell’intero 2007 il gruppo ha generato un free cash flow di 47 mln, in crescita rispetto ai 38,3 mln del 2006. Il cda ha proposto la distribuzione di un dividendo di 0,04 euro per azione. La cedola verrà staccata il 12 maggio 2008. “Il 2007 è stato un anno particolarmente impegnativo caratterizzato dall’impatto negativo dell’acquisizione UK in larga parte determinato dall’imprevisto cambiamento della politica sanitaria del paese nel nostro settore e nel 2008 lavoreremo affinché Ultravox raggiunga il punto di pareggio. Siamo comunque ottimisti per il futuro del Gruppo grazie alla immutata solidità della nostra società e alle ottime prospettive di crescita del mercato degli apparecchi acustici, e siamo fiduciosi che il lavoro di fondo di riorganizzazione strutturale posto in atto nei diversi paesi in cui siamo presenti ci consentirà di recuperare gli abituali livelli di redditività” ha affermato Franco Moscetti, amministratore delegato di Amplifon.
 

veilfast

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Bernabè Accordo siglato tra Telecom e Apple

L'IPhone sta per sbarcare in Italia. Dovrebbe approdare al massimo tra qualche settimana e da subito in versione Umts. L'indiscrezione arriva dalle pagine di "Repubblica Affari&Finanza" dove si parla di un accordo rivoluzionario tra la Telecom e Apple siglato direttamente dai due numeri uno, Franco Bernabè e Steve Jobs, a Cupertino, quartier generale della Mela.



L'a.d. di Telecom Italia, in occasione del suo roadshow negli Usa tenutosi a fine marzo, si è personalmente recato nella sede del gruppo guidato da Steve Jobs per suggellare l'accordo, a conclusione di mesi e mesi di trattative che, secondo il quotidiano, hanno convinto Apple a cambiare strategia: non ci sarà "revenue sharing" e neanche l'esclusiva. Per il gruppo guidato da Bernabè un vantaggio di almeno sei mesi.

Per entrare nel mercato italiano Jobs abbandonerebbe quindi la formula sulla quale, fino a questo momento, ha costruito il successo del suo supertelefono: gli accordi in escusiva (uno per ogni mercato) e il meccanismo della "revenue sharing" in base al quale la Apple incassa una percentuale vicino al 30% sul traffico generato da ogni utente che utilizza l'apparecchio.

Secondo il quotidiano sul mercato italiano arriverà direttamente l'IPhone Umts, ma il prezzo di vendita sarà decisamente più alto rispetto a quello degli altri Paesi.


In Europa l'IPhone è arrivato solo da pochi mesi. A novembre scorso in Germania e in Gran Bretagna, a dicembre in Francia e appena un mese fa in Austria e Irlanda. Ma finora non ha riscosso lo stesso successo registrato negli States, anche se le vendite sono in rapida ascesa. Il colosso Usa non rilascia cifre precise. Ma secondo quanto riportato da Repubblica, a fine 2007 ne sarebbero stati venduti 190mila in Gran Bretagna, circa 70mila in Germania. In Francia a fine marzo 100mila. Numeri che non possono essere neppure paragonati ai 3 milioni di terminali venduti da At&t.
 

veilfast

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Borsa Tokyo in ribasso

L'indice Nikkei è calato dell'1,09%, guidato da importanti esportatori come Honda Motor Co Ltd, con gli investitori sollecitati da uno yen più forte, che realizzano i profitti dopo cinque giorni di rialzi.

Nomura Holdings Inc ha perso quasi il 4% dopo un'indagine su alcuni dipendenti sospettati di insider trading.

Il Nikkei aveva guadagnato il 6% nei cinque giorni precedenti, in un mercato meno pessimista sulle ricadute della crisi del credito.

"Il peggio sembra essere passato. Ma ci sono pochi elementi in grado di spingere la borsa al rialzo e questo ha spinto gli investitori a prendere profitto", dice Mitsushige Akino, responsabile dei gestori di Ichiyoshi Investment Management.

L'indice benchmark Nikkei <N225> ha chiuso a 13.547,82 punti, il Topix <TOPX> l'1,5% a 1.311,46.
 

veilfast

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Borse Europa viste contrastate

Le borse europee sono attese contrastate, dopo i ribassi di ieri e in vista di aggiornamenti sui conti di una serie di società tra cui Alfa Laval (ALFA.ST: Quotazione, Profilo) e Norsk Hydro (NHY.OL: Quotazione, Profilo).

Gli investitori guardano anche alla sessione Usa dei risultati, con AT&T (T.N: Quotazione, Profilo), Lockheed Martin (LMT.N: Quotazione, Profilo), McDonald's (MCD.N: Quotazione, Profilo) e Yahoo! (YHOO.O: Quotazione, Profilo) in evidenza.

I titoli europei delle società che producono chip sentiranno l'impatto dell'annuncio di prospettive deboli da parte di Texas Instruments Inc (TXN.N: Quotazione, Profilo). La società ha diffuso risultati inferiori alle previsioni degli analisti.

I bookmakers finanziari a Londra attendono un indice FTSE 100 (.FTSE: Quotazione, Profilo) in calo di 4-7 punti, il DAX <GDAXI> in rialzo di 14-15 punti, il CAC 40 <FCHI> in calo di 3-6 punti.

L'indice FTSEurofirst 300 <FTEU3> ieri ha perso l'1,1%.
 

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Future S&P/Mib :Strategia operativa intraday

Questa la strategia operativa odierna per il derivato sullo S&P/Mib degli analisti di Mf che sottolineano come "l'S&P/Mib future, dopo un'apertura a 32.955 punti, si e' appoggiato a quota 32.850 prima di effettuare un forte balzo in avanti che ha condotto i prezzi fino a un massimo intraday di 33.110 punti. Da quest'ultimo livello e' poi iniziata una pericolosa flessione che ha riportato il derivato in area 32.750-32.730 punti. Per il resto della giornata i prezzi hanno poi oscillato attorno a 32.800 senza fornire particolari indicazioni operative. Nonostante questa flessione la situazione tecnica di breve periodo rimane positiva anche se il forte ipercomprato potrebbe ostacolare un nuovo recupero. Positivo comunque il superamento di 33.050 punti con un primo target a 33.160-33.180 punti e un secondo verso 33.300. Soltanto una discesa sotto 32.730 potrebbe innescare una nuova correzione verso 32.600-32.580 prima e in area 32.500-32.470 successivamente.
 
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