il bello è che girano anche queste voci sulla rivalutazione del reminbi per cui i bonds dovrebbero farsela nei pantaloni invece di correre allegramente sul prato dei 115
CAMBI: VOCI RIVALUTAZIONE YUAN METTONO LE ALI ALLO YEN
(ANSA) - ROMA, 29 apr - Le voci, peraltro autorevoli,
relative ad un' imminente decisione da parte delle autorità
cinesi di rivalutare la moneta locale, cioé lo yuan, hanno
messo oggi le ali allo yen, scambiato contro dollaro fino ad un
minimo di 104,86 che rappresenta il valore più basso dal 22
marzo scorso. Al tempo stesso, la quotazione dell' euro contro
dollaro è leggermente risalita, con un massimo di giornata a
1,2980 (attualmente, la valuta unica scambia attorno a 1,2910).
La notizia del giorno è in ogni caso appunto la possibile
svolta da parte di Pechino sul versante della flessibilità del
rapporto di cambio dello yuan, che dal 1985 è ancorato ad un
cambio fisso rispetto al dollaro (a 8,3). Ad annunciare questa
novità, peraltro da tempo attesa dal mercato dei cambi, è
stato il China Securities Journal, giornale che è affiliato con
l' agenzia ufficiale di Pechino, la Xinhua. Ad aggiungere carne
al fuoco su questo versante è stato inoltre il capo economista
per la Cina di JPMorgan Chase, Frank Gong, secondo cui la
decisione delle autorità cinesi è attesa per la settimana
prossima.
Peraltro, va detto che un comunicato ufficiale emesso dal
competente ufficio cambi di Pechino ha precisato che la Cina non
ha modificato il suo atteggiamento, che è quello di un graduale
avanzamento lungo la strada che porta alla completa
convertibilità della valuta nazionale.
Sta di fatto che i 'rumors' riguardanti la rivalutazione
dello yuan si stanno intensificando e la conseguenza è stato
appunto un oggi deciso rialzo dello yen, in una giornata in cui
peraltro il mercato nipponico è rimasto chiuso per festività
(lo sarà anche dal 3 al 5 maggio prossimi).
Per il resto, i dati congiunturali comunicati oggi dagli Usa
(reddito e spesa personale, indice di fiducia dei consumatori
elaborato dall' università del Michigan e indice dei
responsabili per gli acquisti dell' area di Chicago) non hanno
avuto riflessi significativi sul mercato delle valute.
L' attesa - yuan a parte - è ora per le prossime mosse della
Federal Reserve, che il 3 maggio prossimo dovrebbe alzare
ulteriormente il costo del denaro negli Usa al livello del 3,0%.
Una decisione ampiamente scontata dagli operatori, che fino ad
oggi non hanno però puntato sul dollaro, a sua volta gravato
dai noti problemi strutturali dei deficit paralleli
statunitensi.
(ANSA).