SINIBALDO
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FINANZA............D'ASSALTO !!!!!!!!!!!!!!
L 'operazione Britannia garantì alle multinazionali anglo-americane di mettere le mani su quasi il 50% (precisamente il 48%: 34 agli americani e 14 ai britannici) delle aziende italiane finite in mano straniera.
Sul finire degli anni '90 sarebbe invece stata la volta dei francesi a fare il mega shopping nei settori strategici della grande distribuzione, della gestione delle acque, e dell'alta moda, mentre la stampa libera, democratica e antifascista............ dormiva !!!!!!!!!!!!!!!!!
Ma sarebbe meglio dire che prestava bellamente il fianco al nemico. Infatti, in quel periodo di colonizzazione mascherato dall'incipiente cosiddetta "rivoluzione" di Mani Pulite, il trombonismo mediatico giocò un ruolo fondamentale.
Nel luglio '92, appena la Goldman Sachs annunciò che la lira era pericolosamente sopravvalutata, ad agitare il "rischio Italia" cominciò subito - guarda caso - il Financial Times, proprietà di Samuel Brittan, e continuò l'Economist, proprietà di Evelyn De Rotschild, ed il Washington Post (della Salomon Brothers e dei Lazard) diede man forte.
In Italia, l'allarme mediatico del "trio" anglo-americano, fu amplificato a dismisura dai giornali di Agnelli, di De Benedetti e della Confindustria.
Cavalli di "Troi@" in casa.
Nell'agosto del 1993, Nicola Mancino, ministro degli Interni, a seguito dell'ondata di attacchi terroristici che colpirono il paese, dichiarò: "Non escludo un ruolo della finanza internazionale".
Tre mesi dopo, il 5 novembre, fu il "venerdì nero" della lira anche a seguito di voci londinesi su un possibile avviso di garanzia nei confronti del presidente Oscar Luigi Scalfaro, oggi noto girotondino.
Il 6 novembre, è la volta di Ciampi.
Allora, da bravo presidente del Consiglio, scrisse una lettera a Vittorio Mele, procuratore capo della Repubblica di Roma, affinché "avviasse le procedure relative al delitto previsto all'art. 501 del codice penale, considerato nell'ipotesi delle aggravanti in esso contenute".
Ciò che è incredibile è che proprio lui, questo grande lavoratore nella manipolazione di capitali, chiedeva di indagare su un possibile reato di aggiotaggio da parte di chi aveva operato contro la lira e i titoli quotati in Borsa.
Nel dicembre 1993 l'Italia era divenuto un paese a completa sovranità limitata, e gli esperti del FMI (Fondo Monetario Internazionale) vennero dunque a Roma per correggere il bilancio stilato dal governo Ciampi, e dissero: "Benino, ma bisogna fare di più". Per il FMI, ridurre il deficit pubblico non bastava. Occorreva ottenere un avanzo primario del 4-5% entro il 1994-'95.
E come fare?
Semplce!
Attraverso "ulteriori azioni fiscali"!!!!!!!!! Pensarono subito alle pensioni ...... ricordate ?????????
E chi poteva fare ciò? Chi poteva accollarsi il peso politico di una simile responsabilità in un momento in cui le sedute della Camera si tenevano a Palazzo di Giustizia?
Dopo le elezioni amministrative del novembre 1993, la Dc scomparve. E ciò favorì la grande affermazione della coalizione di sinistra, guidata dall'allora Pds, mentre la Borsa festeggiava la vittoria degli "ex" compagni!
Ma come!!!! Fino a pochi anni prima, la vittoria elettorale di un partito di sinistra avrebbe significato il crollo delle Borse!!!!!! Invece allora, subito dopo la vittoria della Quercia, la Borsa di Milano guadagnò 2,5 punti.
E per di più, i primi entusiasti acquirenti furono investitori stranieri. Come mai? Stranamente tra il primo e il secondo turno delle amministrative, Financial Times e Le Monde, i due giornali dell'establishment che non hanno mai digerito la discesa in politica di Berlusconi, si precipitarono a Roma per intervistare, deferenti, Achille Occhetto.
In entrambe le interviste Occhetto si disse fermamente intenzionato - ovviamente - a proseguire sulla linea politica di Carlo Azeglio Ciampi.
Non male caro Achille.......ricordi quando nell'estate del 1963 sfilavi in corteo accanto ad Ingrao cantando "bandiera rossa e l'internazionale"
circondato dai lavoratori.......?????????
E oplà: la rivoluzione di cui la finanza internazionale aveva bisogno fu nel '93 già delineata: la sinistra avrebbe lasciato che capitali e aziende fuggissero all'estero come chiedevano le leggi del libero mercato, nuovo dogma dei post-comunisti.
In compenso i nuovi leader dell'Italia dalle "mani pulite" avrebbero avuto mano libera per esercitare in patria tutto l'antifascismo che volevano.
Oltre ai suoi colossali debiti, questo fu il vero motivo che fece decidere nel 1994 Silvio Berlusconi a scendere in campo, cosa che causò poi un ulteriore crollo della lira il 25 maggio 1994, quando la Borsa perse il 2,6% in poche ore, a seguito di voci - sempre londinesi, guarda caso - su un presunto avviso di garanzia contro il nuovo presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.
E, ovviamente, l'avviso arrivò "puntualmente" qualche settimana dopo, recapitato a mezzo stampa dal quotidiano della Fiat.
Oggi, nel secondo decennio, dopo che i camerieri dei banchieri hanno ramazzato tutto e sono stati smascherati, i banchieri sono rimasti allo scoperto.
Siamo perciò ora all'osso dell'oramai putrefatto organismo sociale.
E adesso - dopo i fatti di FIAT, Cirio, e Parmalat - si incomincia ad avvertire da lontano un pallido clima dialettico sulla riforma della magistratura.
Il presidente dell'ANM (Associazione Nazionale Magistrati) Edmondo Bruti Liberati propone oggi la rimozione dei magistrati arraffoni. Ovviamente, nella sua relazione introduttiva al Congresso ANM di Venezia del 5-8/02/04 intitolata "Giustizia più efficiente e Indipendenza della magistratura a garanzia dei cittadini".
Egli non si esprime in questi termini, e si riferisce a quei magistrati inadatti a superare i controlli sulla loro professionalità e sulla "qualità" e quantità del lavoro svolto.
Parla soprattutto di "qualità": di "impegno per la qualità del servizio giustizia", di leggi che hanno inciso solo negativamente "sulla qualità e sulla funzionalità del servizio giustizia", di lesioni gravi dei diritti dei cittadini che ricadono pesantemente "sul sistema economico e di impresa e sulla stessa tenuta della civile convivenza.
Insomma è un problema centrale per la qualità della nostra democrazia", di impegno sempre maggiore "in qualità e quantità di decisioni di giustizia" per contribuire al "miglioramento della qualità del servizio, attraverso gli strumenti della formazione e della verifica della professionalità dei magistrati", dell'attuale impossibilità di "rendere un servizio giustizia di qualità in tempi accettabili", ecc. ecc........
Devo dire che tutto questo lungo discorso di Liberati palesa una certa ingenuità, e come studioso del linguaggio mi sembra che la parola "qualità", collocata nel contesto di un regno della quantità di moneta ramazzata faccia rabbrividire.
Infatti oggi, al fine di disfarsi dei magistrati inidonei, bisognerebbe rimuoverli tutti. E mi spiego.
La questione è alquanto problematica. Secondo la cultura del diritto ci sarebbe infatti un solo caso in cui emerge chiaramente la necessità di rimozione del magistrato.
Questo caso è quando il reato consiste in un fatto notorio. Ciò però comporta il seguente problema: se il fatto notorio nessuno lo nota, è ugualmente un fatto notorio? Se la risposta è affermativa, allora bisognerebbe stabilire per quale motivo tutti i magistrati sono ciechi volontari oppure perché fanno tutti gli gnorri.
Si arriverebbe allora a scoprire che abbiamo dei magistrati completamente subumani, insomma molto più vicini all'animale che all'umano. E probabilmente è così. I magistrati sono....... esattamente come i politici.
Occorre allora spiegare il contenuto del concetto di "notorio": si intende per "notorio" tutto ciò che per avere rilevanza giuridica non necessità di prova alcuna, né di accertamento giudiziale.
A questo punto, ecco un esempio clamoroso di fatto notorio: è notorio che la banca centrale emette moneta prestandola.
A conferma e salvaguardia di questo prestito, essa vanta sulla moneta il diritto inestinguibile di signoraggio, che è analogo al vincolo ipotecario sugli immobili.
È altresì notorio - in quanto fatto storico - che la banca centrale poteva affermare di essere proprietaria della moneta quando la moteta era concepita come titolo di credito rappresentativo della sua relativa riserva aurea, per cui era convertibile in oro a richiesta del portatore.
Poi - altro fatto notorio - venne però abolita la convertibilità (1912). E - di nuovo un altro fatto notorio - venne abolita - con la fine degli accordi di Bretton Woods (1971) addirittura anche la riserva stessa. La moneta diventò perciò simile ad un francobollo di antiquariato, avente valore per convenzione, senza bisogno di riserva aurea e, come ogni bene mobile, è proprietà del possessore in buonafede.
In base a tutti questi fatti notori, risulta che il valore della moneta viene creato non solo dal cittadino che la stampa, ma parimenti dal cittadino che l'accetta. Infatti il valore sorge - e sempre sorgerà - attraverso il rapporto fra una cosa e l'altra o fra una persona e l'altra.
Ne consegue - se fosse notato ma evidentemente non lo è perché il pensare umano è carente - che all'atto dell'emissione la moneta dovrebbe essere accreditata, non prestata.
Altra cosa che dovrebbe essere notoria ma che non lo è, consiste nel fatto che le banche centrali, pur avendo cessato di essere proprietarie, per i fatti sopra citati, continuano a comportarsi come tali, vale a dire: continuano ad emettere moneta prestandola, ma così facendo prestano ciò che non appartiene loro, prestano il dovuto, e conservano il diritto di signoraggio, che in tal modo diventa ipoteca non sul debito del debitore, ma sul credito del creditore, una vera e propria pazzia.
Se ciò che dovrebbe essere notorio...
... non viene notato ...
...l'essere umano, anche se è un magistrato...
...è spacciato.
E se nessuna norma stabilisce chi è il proprietario della moneta all'atto dell'emissione, non si potrà mai sapere chi - nella fase della circolazione monetaria - è creditore, e chi è debitore, perché manca la certezza del diritto.
Considerando che i fatti notori qui evidenziati costituiscono fattispecie criminose di truffa, associazione a delinquere, falso in bilancio, usura, e di istigazione al suicidio da insolvenza, i magistrati dovrebbero essere tenuti a promuovere immediatamente i relativi procedimenti penali come adempimento di atto dovuto.
Pertanto, per salvaguardare la "buona qualità" dei provvedimenti giudiziari, i magistrati sani, a tutela delle vittime dei suddetti reati - auspicata da Edmondo Bruti Liberati - dovranno:
1. concedere la moratoria dei debiti;
2. concedere la sospensione di tutti i procedimenti fallimentari, di esproprio, ed esecutivi;
3. consentire l'emissione di una moneta alternativa di proprietà del portatore, senza riserva aurea (come già è), e libera dal debito non dovuto del signoraggio;
4. confiscare e distribuire al popolo gli oltre 4 milioni di miliardi di vecchie lire del capitale monetario di Bankitalia, essendo illegittime le sue emissioni monetarie a debito - e poiché tali miliardi non esistono come liquidità:
-espropriare tutte le proprietà delle Società per Azioni (S.p.A. private con scopo di lucro) socie di Bankitalia, fino alla concorrenza del credito pubblico.
Una volta constatato che la banca centrale, prestando il dovuto, carica il costo del denaro del 200% oltre gli interessi, rendendo impossibile la puntualità dei pagamenti, e causando il suicidio da insolvenza (malattia sociale che non ha precedenti nella storia), la relativa responsabilità dovrebbe dunque ricadere - proprio grazie ad un'ANM capace di osservare i propri provvedimenti sulla "qualità" della giustizia - non solo sui banchieri, ma anche sull'ordine dei magistrati per aver ignorato il "notorio".
Se dunque queste premesse - incontestabili per un essere umano sano di mente - non saranno notate dai magistrati, si avrà come conseguenza che, per legge, esse non potranno rientrare nei fatti "notori", e che la proposta di Liberati a "rimozione" dei magistrati inidonei - non potendo riferirsi anche a coloro che la propongono, vale a dire alla totalità della Magistratura - avrà un solo modo per essere attuata: "rimuovere" gli altri, cioè le persone che per il loro pensiero non conforme a quello democraticamente dominante saranno considerate alienate.
Come è stato per Pound, che fu rinchiuso in manicomio per il suo pensiero anti usurocratico, così continuerà ad avvenire per ogni cittadino "colpevole" di pensare in modo diverso rispetto alla maggioranza democratica?
A seguito delle note vicende Cirio e Parmalat, e a seguito di tutti gli altri fatti notori che non si vogliono notare, la sfiducia dei cittadini verso gli istituti finanziari e verso il risparmio è destinata a crescere sempre più, e ciò porterà al tracollo di questo falso sistema creditizio italiano e mondiale: falso in quanto è un sistema di debito sociale, mentre dovrebbe essere un reale sistema di credito sociale.
In tempi di moneta unica e di Europa a 25 nazioni, il sistema bancario, anziché essere ciò che avrebbe dovuto, e cioè il massimo ganglo vitale per la sovranità nazionale e per il popolo sovrano, è stato trasformato in sistema usurocratico mondiale in cui la sfida tra finanza e risparmio esprime la massima alienazione in cui il genere umano è caduto, col rischio di una terza guerra mondiale.
La sfida tra una ripresa di fiducia legata all'economia reale e quindi a un sistema creditizio, funzionale all'imprenditoria, e il perpetuarsi di un sistema di economia finanziarizzata dove le imprese sono concentrate più che sui profitti da produzione, sui tavoli da gioco del grande casinò........
finanziario mondiale, deve cessare, in quanto è la sfida stessa al sano pensare umano imposta dal subumano e da tutti coloro che non ne vogliono sapere di giudicare criticamente ciò che è iniquo.
(continua)
SINIBALDO
FINANZA............D'ASSALTO !!!!!!!!!!!!!!
L 'operazione Britannia garantì alle multinazionali anglo-americane di mettere le mani su quasi il 50% (precisamente il 48%: 34 agli americani e 14 ai britannici) delle aziende italiane finite in mano straniera.
Sul finire degli anni '90 sarebbe invece stata la volta dei francesi a fare il mega shopping nei settori strategici della grande distribuzione, della gestione delle acque, e dell'alta moda, mentre la stampa libera, democratica e antifascista............ dormiva !!!!!!!!!!!!!!!!!
Ma sarebbe meglio dire che prestava bellamente il fianco al nemico. Infatti, in quel periodo di colonizzazione mascherato dall'incipiente cosiddetta "rivoluzione" di Mani Pulite, il trombonismo mediatico giocò un ruolo fondamentale.
Nel luglio '92, appena la Goldman Sachs annunciò che la lira era pericolosamente sopravvalutata, ad agitare il "rischio Italia" cominciò subito - guarda caso - il Financial Times, proprietà di Samuel Brittan, e continuò l'Economist, proprietà di Evelyn De Rotschild, ed il Washington Post (della Salomon Brothers e dei Lazard) diede man forte.
In Italia, l'allarme mediatico del "trio" anglo-americano, fu amplificato a dismisura dai giornali di Agnelli, di De Benedetti e della Confindustria.
Cavalli di "Troi@" in casa.
Nell'agosto del 1993, Nicola Mancino, ministro degli Interni, a seguito dell'ondata di attacchi terroristici che colpirono il paese, dichiarò: "Non escludo un ruolo della finanza internazionale".
Tre mesi dopo, il 5 novembre, fu il "venerdì nero" della lira anche a seguito di voci londinesi su un possibile avviso di garanzia nei confronti del presidente Oscar Luigi Scalfaro, oggi noto girotondino.
Il 6 novembre, è la volta di Ciampi.
Allora, da bravo presidente del Consiglio, scrisse una lettera a Vittorio Mele, procuratore capo della Repubblica di Roma, affinché "avviasse le procedure relative al delitto previsto all'art. 501 del codice penale, considerato nell'ipotesi delle aggravanti in esso contenute".
Ciò che è incredibile è che proprio lui, questo grande lavoratore nella manipolazione di capitali, chiedeva di indagare su un possibile reato di aggiotaggio da parte di chi aveva operato contro la lira e i titoli quotati in Borsa.
Nel dicembre 1993 l'Italia era divenuto un paese a completa sovranità limitata, e gli esperti del FMI (Fondo Monetario Internazionale) vennero dunque a Roma per correggere il bilancio stilato dal governo Ciampi, e dissero: "Benino, ma bisogna fare di più". Per il FMI, ridurre il deficit pubblico non bastava. Occorreva ottenere un avanzo primario del 4-5% entro il 1994-'95.
E come fare?
Semplce!
Attraverso "ulteriori azioni fiscali"!!!!!!!!! Pensarono subito alle pensioni ...... ricordate ?????????
E chi poteva fare ciò? Chi poteva accollarsi il peso politico di una simile responsabilità in un momento in cui le sedute della Camera si tenevano a Palazzo di Giustizia?
Dopo le elezioni amministrative del novembre 1993, la Dc scomparve. E ciò favorì la grande affermazione della coalizione di sinistra, guidata dall'allora Pds, mentre la Borsa festeggiava la vittoria degli "ex" compagni!
Ma come!!!! Fino a pochi anni prima, la vittoria elettorale di un partito di sinistra avrebbe significato il crollo delle Borse!!!!!! Invece allora, subito dopo la vittoria della Quercia, la Borsa di Milano guadagnò 2,5 punti.
E per di più, i primi entusiasti acquirenti furono investitori stranieri. Come mai? Stranamente tra il primo e il secondo turno delle amministrative, Financial Times e Le Monde, i due giornali dell'establishment che non hanno mai digerito la discesa in politica di Berlusconi, si precipitarono a Roma per intervistare, deferenti, Achille Occhetto.
In entrambe le interviste Occhetto si disse fermamente intenzionato - ovviamente - a proseguire sulla linea politica di Carlo Azeglio Ciampi.
Non male caro Achille.......ricordi quando nell'estate del 1963 sfilavi in corteo accanto ad Ingrao cantando "bandiera rossa e l'internazionale"
circondato dai lavoratori.......?????????
E oplà: la rivoluzione di cui la finanza internazionale aveva bisogno fu nel '93 già delineata: la sinistra avrebbe lasciato che capitali e aziende fuggissero all'estero come chiedevano le leggi del libero mercato, nuovo dogma dei post-comunisti.
In compenso i nuovi leader dell'Italia dalle "mani pulite" avrebbero avuto mano libera per esercitare in patria tutto l'antifascismo che volevano.
Oltre ai suoi colossali debiti, questo fu il vero motivo che fece decidere nel 1994 Silvio Berlusconi a scendere in campo, cosa che causò poi un ulteriore crollo della lira il 25 maggio 1994, quando la Borsa perse il 2,6% in poche ore, a seguito di voci - sempre londinesi, guarda caso - su un presunto avviso di garanzia contro il nuovo presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.
E, ovviamente, l'avviso arrivò "puntualmente" qualche settimana dopo, recapitato a mezzo stampa dal quotidiano della Fiat.
Oggi, nel secondo decennio, dopo che i camerieri dei banchieri hanno ramazzato tutto e sono stati smascherati, i banchieri sono rimasti allo scoperto.
Siamo perciò ora all'osso dell'oramai putrefatto organismo sociale.
E adesso - dopo i fatti di FIAT, Cirio, e Parmalat - si incomincia ad avvertire da lontano un pallido clima dialettico sulla riforma della magistratura.
Il presidente dell'ANM (Associazione Nazionale Magistrati) Edmondo Bruti Liberati propone oggi la rimozione dei magistrati arraffoni. Ovviamente, nella sua relazione introduttiva al Congresso ANM di Venezia del 5-8/02/04 intitolata "Giustizia più efficiente e Indipendenza della magistratura a garanzia dei cittadini".
Egli non si esprime in questi termini, e si riferisce a quei magistrati inadatti a superare i controlli sulla loro professionalità e sulla "qualità" e quantità del lavoro svolto.
Parla soprattutto di "qualità": di "impegno per la qualità del servizio giustizia", di leggi che hanno inciso solo negativamente "sulla qualità e sulla funzionalità del servizio giustizia", di lesioni gravi dei diritti dei cittadini che ricadono pesantemente "sul sistema economico e di impresa e sulla stessa tenuta della civile convivenza.
Insomma è un problema centrale per la qualità della nostra democrazia", di impegno sempre maggiore "in qualità e quantità di decisioni di giustizia" per contribuire al "miglioramento della qualità del servizio, attraverso gli strumenti della formazione e della verifica della professionalità dei magistrati", dell'attuale impossibilità di "rendere un servizio giustizia di qualità in tempi accettabili", ecc. ecc........
Devo dire che tutto questo lungo discorso di Liberati palesa una certa ingenuità, e come studioso del linguaggio mi sembra che la parola "qualità", collocata nel contesto di un regno della quantità di moneta ramazzata faccia rabbrividire.
Infatti oggi, al fine di disfarsi dei magistrati inidonei, bisognerebbe rimuoverli tutti. E mi spiego.
La questione è alquanto problematica. Secondo la cultura del diritto ci sarebbe infatti un solo caso in cui emerge chiaramente la necessità di rimozione del magistrato.
Questo caso è quando il reato consiste in un fatto notorio. Ciò però comporta il seguente problema: se il fatto notorio nessuno lo nota, è ugualmente un fatto notorio? Se la risposta è affermativa, allora bisognerebbe stabilire per quale motivo tutti i magistrati sono ciechi volontari oppure perché fanno tutti gli gnorri.
Si arriverebbe allora a scoprire che abbiamo dei magistrati completamente subumani, insomma molto più vicini all'animale che all'umano. E probabilmente è così. I magistrati sono....... esattamente come i politici.
Occorre allora spiegare il contenuto del concetto di "notorio": si intende per "notorio" tutto ciò che per avere rilevanza giuridica non necessità di prova alcuna, né di accertamento giudiziale.
A questo punto, ecco un esempio clamoroso di fatto notorio: è notorio che la banca centrale emette moneta prestandola.
A conferma e salvaguardia di questo prestito, essa vanta sulla moneta il diritto inestinguibile di signoraggio, che è analogo al vincolo ipotecario sugli immobili.
È altresì notorio - in quanto fatto storico - che la banca centrale poteva affermare di essere proprietaria della moneta quando la moteta era concepita come titolo di credito rappresentativo della sua relativa riserva aurea, per cui era convertibile in oro a richiesta del portatore.
Poi - altro fatto notorio - venne però abolita la convertibilità (1912). E - di nuovo un altro fatto notorio - venne abolita - con la fine degli accordi di Bretton Woods (1971) addirittura anche la riserva stessa. La moneta diventò perciò simile ad un francobollo di antiquariato, avente valore per convenzione, senza bisogno di riserva aurea e, come ogni bene mobile, è proprietà del possessore in buonafede.
In base a tutti questi fatti notori, risulta che il valore della moneta viene creato non solo dal cittadino che la stampa, ma parimenti dal cittadino che l'accetta. Infatti il valore sorge - e sempre sorgerà - attraverso il rapporto fra una cosa e l'altra o fra una persona e l'altra.
Ne consegue - se fosse notato ma evidentemente non lo è perché il pensare umano è carente - che all'atto dell'emissione la moneta dovrebbe essere accreditata, non prestata.
Altra cosa che dovrebbe essere notoria ma che non lo è, consiste nel fatto che le banche centrali, pur avendo cessato di essere proprietarie, per i fatti sopra citati, continuano a comportarsi come tali, vale a dire: continuano ad emettere moneta prestandola, ma così facendo prestano ciò che non appartiene loro, prestano il dovuto, e conservano il diritto di signoraggio, che in tal modo diventa ipoteca non sul debito del debitore, ma sul credito del creditore, una vera e propria pazzia.
Se ciò che dovrebbe essere notorio...
... non viene notato ...
...l'essere umano, anche se è un magistrato...
...è spacciato.
E se nessuna norma stabilisce chi è il proprietario della moneta all'atto dell'emissione, non si potrà mai sapere chi - nella fase della circolazione monetaria - è creditore, e chi è debitore, perché manca la certezza del diritto.
Considerando che i fatti notori qui evidenziati costituiscono fattispecie criminose di truffa, associazione a delinquere, falso in bilancio, usura, e di istigazione al suicidio da insolvenza, i magistrati dovrebbero essere tenuti a promuovere immediatamente i relativi procedimenti penali come adempimento di atto dovuto.
Pertanto, per salvaguardare la "buona qualità" dei provvedimenti giudiziari, i magistrati sani, a tutela delle vittime dei suddetti reati - auspicata da Edmondo Bruti Liberati - dovranno:
1. concedere la moratoria dei debiti;
2. concedere la sospensione di tutti i procedimenti fallimentari, di esproprio, ed esecutivi;
3. consentire l'emissione di una moneta alternativa di proprietà del portatore, senza riserva aurea (come già è), e libera dal debito non dovuto del signoraggio;
4. confiscare e distribuire al popolo gli oltre 4 milioni di miliardi di vecchie lire del capitale monetario di Bankitalia, essendo illegittime le sue emissioni monetarie a debito - e poiché tali miliardi non esistono come liquidità:
-espropriare tutte le proprietà delle Società per Azioni (S.p.A. private con scopo di lucro) socie di Bankitalia, fino alla concorrenza del credito pubblico.
Una volta constatato che la banca centrale, prestando il dovuto, carica il costo del denaro del 200% oltre gli interessi, rendendo impossibile la puntualità dei pagamenti, e causando il suicidio da insolvenza (malattia sociale che non ha precedenti nella storia), la relativa responsabilità dovrebbe dunque ricadere - proprio grazie ad un'ANM capace di osservare i propri provvedimenti sulla "qualità" della giustizia - non solo sui banchieri, ma anche sull'ordine dei magistrati per aver ignorato il "notorio".
Se dunque queste premesse - incontestabili per un essere umano sano di mente - non saranno notate dai magistrati, si avrà come conseguenza che, per legge, esse non potranno rientrare nei fatti "notori", e che la proposta di Liberati a "rimozione" dei magistrati inidonei - non potendo riferirsi anche a coloro che la propongono, vale a dire alla totalità della Magistratura - avrà un solo modo per essere attuata: "rimuovere" gli altri, cioè le persone che per il loro pensiero non conforme a quello democraticamente dominante saranno considerate alienate.
Come è stato per Pound, che fu rinchiuso in manicomio per il suo pensiero anti usurocratico, così continuerà ad avvenire per ogni cittadino "colpevole" di pensare in modo diverso rispetto alla maggioranza democratica?
A seguito delle note vicende Cirio e Parmalat, e a seguito di tutti gli altri fatti notori che non si vogliono notare, la sfiducia dei cittadini verso gli istituti finanziari e verso il risparmio è destinata a crescere sempre più, e ciò porterà al tracollo di questo falso sistema creditizio italiano e mondiale: falso in quanto è un sistema di debito sociale, mentre dovrebbe essere un reale sistema di credito sociale.
In tempi di moneta unica e di Europa a 25 nazioni, il sistema bancario, anziché essere ciò che avrebbe dovuto, e cioè il massimo ganglo vitale per la sovranità nazionale e per il popolo sovrano, è stato trasformato in sistema usurocratico mondiale in cui la sfida tra finanza e risparmio esprime la massima alienazione in cui il genere umano è caduto, col rischio di una terza guerra mondiale.
La sfida tra una ripresa di fiducia legata all'economia reale e quindi a un sistema creditizio, funzionale all'imprenditoria, e il perpetuarsi di un sistema di economia finanziarizzata dove le imprese sono concentrate più che sui profitti da produzione, sui tavoli da gioco del grande casinò........
finanziario mondiale, deve cessare, in quanto è la sfida stessa al sano pensare umano imposta dal subumano e da tutti coloro che non ne vogliono sapere di giudicare criticamente ciò che è iniquo.
(continua)
SINIBALDO