Eh beh, qui i casi sono due (non si scappa mai da questo dubbio amletico) o erano scemi prima
o sono scemi ora ....
Roberto Cota è stato assolto nel processo "rimborsopoli" sulle presunte "spese pazze" della Regione Piemonte che vedeva imputate 25 persone, 24 consiglieri regionali e una dipendente di un gruppo consiliare.
Intanto, a distanza di anni, viene fuori che la maxi inchiesta sui rimborsi regionali era tutta una montatura, almeno per quanto riguarda l'ex governatore leghista.
"Il fatto non sussiste", ha infatti ammesso oggi il tribunale di Torino. Per Cota i pm avevano chiesto ben 2 anni e 4 mesi.
Il leghista, avevano scritto i pubblici ministeri Enrica Gabetta, Giancarlo Avenati Bassi e l’aggiunto Andrea Beconi nella richiesta di rinvio a giudizio
depositata presso la cancelleria del gip, avrebbe dovuto essere il "beneficiario della indebita destinazione del denaro pubblico".
Sempre Cota, avevano scritto ancora i pm, si sarebbe appropriato "degli importi di cui oltre utilizzandoli per finalità personali e comunque estranee alla finalità normativa".
Secondo i pm torinesi, Cota "usava i contributi per effettuare: rimborsi spese per ristoranti, bar, generi alimentari, per un totale di 21.112 euro.
Spese per pernottamenti e alberghi e missioni per 645 euro e rimborsi per spese varie".
In quest’ultima voce i giudici avevano fatto rientrare persino i pagamenti delle ormai note "mutande verdi".