Addio Silvio

imho, a prescindere da tutto,
tutti ma proprio tutti i desolanti figuri che non provano rispetto verso una persona defunta,
CHIUNQUE ESSA SIA
sono semplicemente indegni di essere chiamati esseri umani.
Qualunque insulto del dizionario è inadeguato a definire questa autentica feccia dell'intero Universo.
Anche un nemico, il più acerrimo nemico, quando muore, soprattutto se lo fa in un letto di ospedale da malato
LO SI RISPETTA
Di fronte alla morte di chicchessia, quantomeno si deve restare silenti, non pronunciare parola, se non si desidera esprimere cordoglio
Una persona malata che muore, la si deve rispettare sempre e comunque, a prescindere dalla sua storia personale
Questa cosa è basilare ed essenziale da praticare come l'aria che si respira, quindi chi non lo fa mi fa più schifo della melma delle fogne...
perché non conosce il significato della parola empatia e non provare empatia verso una persona morta squalifica più di ogni condanna giudiziaria.
Chi ironizza o addirittura festeggia per la morte di un altro essere umano, dimostra che non ha capito un emerito cazzo del senso della vita...
Punto.

Su sta cosa devo dire la verità: non riesco a stare da una parte o dall'altra. Io personalmente di fronte alla morte di uno che ho odiato me ne starei zitto e basta. Ma in effetti, se una persona ti fa del male da viva, perchè quando muore dovresti far finta di dispiacerti? Non è un po' ipocrita o incoerente?

Diciamo che uno non ha avuto pietà di te, mancandoti di rispetto e/o facendoti soffrire.
E ora tu non hai pietà della sua morte, anche se ormai neanche ti sente più.
Chi ha causato il maggior dolore a chi?
 
Diciamo che uno non ha avuto pietà di te, mancandoti di rispetto e/o facendoti soffrire.
E ora tu non hai pietà della sua morte, anche se ormai neanche ti sente più.
Chi ha causato il maggior dolore a chi?

Bè non lo so...! prendiamo una Rosi Bindi, bullizzata , perculata umiliata fino al midollo, ... dovrebbe oggi strapparsi i capelli cone una prefica?non credo... Idem per il povero Enzo Biagi cui ha rovinato la vita, o anche un Luttazzi, o quel poveretto cui ha rubato le frequenze per canale 5... diciamo che almeno questi possono essere "esentati"! ? :) lA verità è che il male che fai, sotto qualche forma, sia pure tardiva, ti ritorna. Inclusi tutti gli italiani che ha più volte offeso chiamandoli "coglioni", e rappresentandoli da macchietta al resto del mondo contro il loro volere.
 
Su sta cosa devo dire la verità: non riesco a stare da una parte o dall'altra. Io personalmente di fronte alla morte di uno che ho odiato me ne starei zitto e basta. Ma in effetti, se una persona ti fa del male da viva, perchè quando muore dovresti far finta di dispiacerti? Non è un po' ipocrita o incoerente?

Diciamo che uno non ha avuto pietà di te, mancandoti di rispetto e/o facendoti soffrire.
E ora tu non hai pietà della sua morte, anche se ormai neanche ti sente più.
Chi ha causato il maggior dolore a chi?
concordo con ciò che hai scritto @Liabel ^^
anche io, di fronte alla morte di uno che ho odiato, me ne starei zitto...completamente silente
Fingere dispiacere sarebbe da ipocriti ma penso che la morte, anche di un nostro nemico, meriti comunque il rispetto del nostro silenzio.
Di fronte alla morte di chicchessia imho occorre avere un istintivo rispetto, non bisogna mai infierire godendo della sofferenza altrui
Anche se una persona mi ha causato sofferenza, nel momento in cui muore malata in un letto di ospedale, per me occorre sempre rispettarla
quantomeno restando silente di fronte alla sua morte perché gioire per la morte di qualcuno è come oltraggiare l'essenza stessa della vita.
In quanto all'odio...ti confesso che nel mio passato sono stato un grandissimo odiatore...è facilissimo odiare qualcuno, a cominciare da se stessi
ma nel tempo ho imparato finalmente che l'odio abituale è come un veleno, assai più nocivo per chi lo prova che per chi lo riceve
mentre la grata gioia di vivere è come un elisir quotidiano che rende davvero inscalfibili a qualsiasi contesto esogeno
E' come un allenamento sportivo...l'imparare ad essere abitualmente gioiosi ma il farlo è davvero impagabile, anche se il contesto è orrido
Una persona abitualmente gioiosa emana energia positiva benefica in primis per se stessa e poi pure per il suo prossimo
e visto che di sofferenza su questo meraviglioso pianeta ce ne sta fin troppa...ce ne sta un vero oceano di dolore per troppi suoi abitanti...
imho i donatori di gioia sono preziosi come lo sono i nobili donatori di sangue, perchè donare la nostra gioia lenisce la sofferenza al prossimo
Ovviamente mi riferisco alla grata gioia di vivere generata provando sempre rispettosa empatia per la sofferenza del nostro prossimo
sentimento che quindi sta davvero agli antipodi di chi gode vergognosamente per l'altrui sofferenza, arrivando persino a gioire per la morte di un altro essere umano, trascendendo l'infamia e avvelenando se stessa con l'odio abituale che ripeto è più nocivo per le nostre cellule di un veleno.
 
Berlusconi è stato una manna dal cielo, una benedizione per magistrati, giornalisti, scrittori, attori, cantanti, guitti di ogni ordine e grado. C’è stato un periodo in cui fare professione di antiberlusconismo era il modo più sicuro per lanciare o rilanciare una carriera. Non era soltanto questione di volgare opportunismo. Berlusconi, per molti, era qualcosa di più di un nemico politico. Era un’ossessione, il termine di paragone per ogni cosa, il centro di ogni pensiero, preoccupazione, delirio, odio. Forniva, a una parte d’Italia, sappiamo quale, l’alibi per sentirsi migliore degli «altri», gli elettori rozzi e ignoranti del centrodestra. Da quelli bravi, come Umberto Eco, a quelli inutili, la maggior parte.






L’elettorato di centrodestra si divide in due categorie. C’è quello «Motivato» di cui fanno parte «il leghista delirante», «l’ex fascista», e i malviventi reali o aspiranti, cioè tutti coloro i quali «avendo avuto contenziosi con la magistratura, vedono nel Polo un’alleanza che porrà freno all’indipendenza dei pubblici ministeri». Poi c’è l’elettorato «Affascinato». Vi appartiene chi «non ha un’opinione politica definita, ma ha fondato il proprio sistema di valori sull’educazione strisciante impartita da decenni dalle televisioni, e non solo da quelle di Berlusconi. Per costoro valgono ideali di benessere materiale e una visione mitica della vita». Caratteristica comune ai due gruppi è l’ignoranza: tutti quanti leggono «pochi quotidiani e pochissimi libri». Massimo D’Alema esultò: «Raccogliamo voti tra i più acculturati!». Sì, ma avete perso le elezioni.


Capito Eco, si capisce tutto. La volgarità pura e semplice di Dario Fo, premio Nobel per la letteratura: «Io non capisco le persone che credono che con o senza Berlusconi sia la stessa cosa e non gli interessa. A loro dico co***ni». Capisci Sabina Guzzanti, che parlava di clima ormai «eversivo», di aria «da colpo di Stato», di media «sotto controllo» e di «Paese della censura». Il tutto mentre presentava al Festival di Cannes il film Draquila, critico col governo, e lanciato in prima serata su Raidue. Capisci Maurizio Crozza che si presenta mascherato da Silvio a Sanremo, e alla prima contestazione va in confusione. Capisci perché le battute dell’asilo di «Lucianina» Littizzetto abbiano avuto la ribalta della Rai per un tempo infinito. Capisci perché Michele Santoro abbia imperversato sulle reti Rai, fedele all’antiberlusconismo come il compagno (di prediche) Marco Travaglio. Quando Silvio accettò l’invito di Annozero si impadronì della trasmissione in qualche minuto, col famoso gesto di spazzolare la seggiola, ridicolizzando Santoro e Travaglio. Capisci i film assurdi come Il caimano, metafora del cavaliere, che finisce con il palazzo di giustizia in fiamme, come se Berlusconi stesse preparando la rivoluzione. Capisci Gustavo Zagrebelsky, che coglieva, nella società italiana, il segno di una «malattia degenerativa della vita pubblica». I mezzi di comunicazione (sempre berlusconiani, per definizione) avrebbero creato una «neolingua» in stile 1984. Dietro termini solo all’apparenza innocui si nasconderebbe una pericolosa «idea provvidenziale, di salvezza della società». A esempio, il contratto con gli italiani, firmato in tivù da Bruno Vespa, era «la sanzione dell’avvenuto riconoscimento del salvatore da parte dei salvati, da parte del suo popolo» e ha una funzione «mistica» in quanto «tavola fondativa di un patto indistruttibile e sacro» completamente «al di fuori della logica della democrazia rappresentativa». Firmato: Gustavo Zagrebelsky, autore Einaudi, casa editrice proprietà di Silvio Berlusconi.

Capisci che valore dare a tutte le voci critiche: Corrado Augias (Mondadori), Pietro Citati (Mondadori), Federico Rampini (Mondadori), Roberto Saviano (Mondadori), Michela Marzano (Mondadori), Concita De Gregorio (Mondadori) Eugenio Scalfari (Einaudi) e perfino l’avversario di sempre, il nemico giurato, Carlo De Benedetti (Mondadori). Capisci Alberto Asor Rosa che sosteneva: «Il governo Berlusconi rappresenta senza ombra di dubbio il punto più basso nella storia d’Italia dall’Unità in poi. Più del fascismo? Inclino a pensarlo». Dopo di che inclinò a chiedere l’intervento dei carabinieri, come un fascistello o un golpista nero qualunque. Capisci il moralismo di Gad Lerner, la mancanza di equilibrio di Lilli Gruber, i comizi elettorali per interposto comico, tipo Roberto Benigni, il giustizialismo dei girotondi, i documentari a senso unico come Videocracy, le vignette ripetitive di Vauro, gli appelli ridicoli e le promesse mai mantenute di abbandonare l’Italia in caso di vittoria di Silvio, le trasmissioni Rai usate come pulpiti dai quali scomunicare gli abbonati di serie B, quelli che votavano Berlusconi. Visto il clima di odio, capisci infine perché un uomo qualsiasi si senta legittimato a prendere una statuetta per turisti e a spaccarla in faccia a Berlusconi.
 
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Santo sùbito!
 
quel Davide Schifo deve essere un pivellino del web e della politica o giornalismo per chiamare MAESTOSO Buttafuoco, per dire cose scontate.
buongiorno
 

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