Isao Hosoe (
Tokyo,
8 marzo 1942 –
Milano,
3 ottobre 2015) è stato un
ingegnere e
designer giapponese.
Nacque a Tokyo e compì i suoi studi alla
Nihon University di
Tokyo, dove si laureò nel 1965 in
Ingegneria aerospaziale[1] con una tesi su un aereo a
propulsione umana, conseguendo poi il
Master of Science nel 1967. Nello stesso anno si trasferì in Italia, a
Milano, per collaborare con
Gio Ponti e
Alberto Rosselli dello Studio Ponti-Fornaroli-Rosselli dal 1967 al 1974.
[1][2] Nel 1985 fondò il proprio studio Isao Hosoe Design.
[1][2]
Membro dell'ADI (
Associazione per il disegno industriale), della SIE (
Società italiana di ergonomia), del Japan Design Committee e del Japan Inter-Design Forum, fu docente di
Industrial design al
Politecnico di Milano, alla
Sapienza - Università di Roma, alla
Facoltà di architettura ad Alghero, alla
Domus Academy, all'
Università di Siena, all'
ISIA di
Firenze, all'Istituto di Design di
Cagliari,
[2] alla scuola Les Ateliers di
Parigi, all'Elisava di
Barcellona, alla
RISD di
Providence, all'
Università di Lisbona.
[1]
Diversi suoi progetti sono in esposizione permanente presso il
Centro Georges Pompidou di Parigi, il
Victoria and Albert Museum di
Londra, ma anche a Milano e
Chicago.
[1] Gli furono conferiti numerosi premi, anche in ambito internazionale, per i progetti nel campo del product design e del
design di interni, dei trasporti, delle telecomunicazioni e dell'elettronica:
[2] tra questi figurano il
Compasso d'Oro con l'
autobus Iveco Spazio per la
Carrozzeria Orlandi (Modena), il
Good Design Award Tokyo e la
Medaglia d'Oro della
Triennale di Milano.
[1]
Ha vinto numero premi tra i quali Il
Compasso d'oro, il Premio SMAU, il
Good Design Award del Chicago Athenaeum, il premio
Red Dot, il
Good Design Award in Giappone
[3]. Durante la sua carriera ha collaborato con
Arflex, Belli e Forti,
Bisazza,
Bosch,
Telecom,
Cassina,
Fiat,
Fujitsu, Isa, Itoki, Loccioni, Luxit,
Mitsubishi,
Palazzoli,
Philips,
Piaggio, Sacea,
Sacmi, Segis, SNCF, Steelcase Strafor,
Tiffany, Tonelli, Valenti e
Zanussi.
[3]
È stato l'ideatore del gioco Play 40, facente parte del progetto
Play Factory in collaborazione col gruppo Loccioni ed edito nel
2008 da
Corraini Edizioni. Play 40 è un gioco, ma anche uno strumento di lavoro
[4], costituito da due mazzi di carte per la stimolazione creativa, la creazione di nuove idee e la
serendipità.
[5][4]
Morì il 3 ottobre
2015 a
Milano. È sepolto presso il cimitero di
Appiano Gentile (
Como), cittadina nella quale andava in
villeggiatura.