Affari e scoperte: mercatini, negozi, aste, eredità ...

...eppoi mi considerate Gino Paolo Gori un pittore locale? Mah...diciamo che non lo conoscevate o che ancora non è assurto a fama...guardate quello che c’è sul web...forse Renato Natali è un pittore ‘locale’...ma non Gino Paolo Gori...!
"Mi considerate ...", beh, credo che qui ciascuno abbia diverse idee, non credo ci sia una massa informe di ululatori all'unisono cui contrapporsi :rosa:

Peraltro, sono andato a vedermi la paginata di Gori su Guglimmag. Niente da dire, buon pittore un po' seriale, con alcuni acuti e molte cose non particolarmente "forti". Credo, tuttavia, ora a maggior ragione, di doverlo considerare un pittore locale, esattamente nel senso in cui considero locale un altro buon artista che a lui si potrebbe accostare per livello, pregi e difetti. Accostare, dunque, qualitativamente, ché il mio è un veneto, e rappresenta certa pittura veneta così come Gori può degnamente rappresentare quella toscana. Si tratta di Neno Mori, di cui ti invito a guardare la paginata: credo che ci troverai un discreto livello, con alcune pretese di "arte", ma sostanzialmente con un buon livello di sola "pittura". Mori ha, indubitabilmente, un bacino di acquirenti solo locale, magari può succedere di venderlo a Napoli, e certoa minor prezzo, ma solo perché uno lo prende per poi rivenderlo nel Veneto, o perché è un veneto che vive o passa per di là.
Dirò di più: fin da bambino ho visto in casa un vaso di fiori di Neno Mori, era un po' l'orgoglio dei miei. Una volta divenuto mio, perché la vita scorre, l'ho venduto dopo pochi anni di meditazioni e, alla fine, senza rimorsi. E devo dire che, considerando anche la rivalutazione monetaria, oggi varrebbe un po' di meno che allora. Il suo mercato tiene, ma non solo non decolla: prezzi stabili, alla lunga, equivale a prezzi calanti.
Anni dopo, infine, vidi al mercatino questo quadro in stile sostanzialmente identico a quello di Neno Mori, e lo presi per la miseria di 40 € (di più non avrei pagato), anche in ricordo di quello che avevo - che non era certo superiore. Si tratta di un ceco (ovviamente speravo in un veneto, ma pazienza), certo Adamek, non c'è da sperare in rivalutazioni, però è ancora esposto in alto nella mia cucina/tinello/chiamala come vuoi. Questo per dire che non sono certo prevenuto verso i pittori locali, ma illudersi è sbagliato, credo.

Adàmek (Ferdinand).JPG
 
Sinceramente...non mi puoi paragonare Neno Mori...del quale su Wikipedia c’è a malapena mezza riga...che ha vinto un 1o premio a Vallombrosa...con Gino Paolo Gori...è come paragonare il culo con le quarantore...e qui mi tacqui!
 
Oggi giro nel mercato sotto casa, niente di potabile, quindi fatto un salto al mercato della pesata, pensando per l'ora tarda di non trovarci niente, invece ho trovato un tappeto persiano dorè, naturalmente da ripulire e con qualche segno di usura, ma ottimo da mettere in cucina
Cosa intendi per persiano dore',un nain?
 
Sinceramente...non mi puoi paragonare Neno Mori...del quale su Wikipedia c’è a malapena mezza riga...che ha vinto un 1o premio a Vallombrosa...con Gino Paolo Gori...è come paragonare il culo con le quarantore...e qui mi tacqui!
Sono costretto a correggerti, anche se non ho niente contro Gori, anzi lo considero una piccola scoperta dovuta a te.
Gino Paolo Gori: presente al Museo Nazionale di Cracovia (ci sono stato ma non l'ho visto, vabbè). Mostre a Palazzo Vecchio e nel Chiostro di S. Marco
Neno Mori: Premio alla Biennale di Venezia nel 1934, Biennale di Venezia 1940 Premio "A.Fradeletto" alla Biennale di Venezia nel 1948 Premio Rotary alla Biennale di Venezia nel 1954

Ora, sappiamo tutti che alla Biennale, sino al dopoguerra, c'era spazio per molti, e c'era anche un padiglione Venezia. Ma se era così facile andarci, perché Gori no? Certo, probabilmente perché veniva dalla Toscana :mmmm: . Appunto questo mi conferma che l'Italia è divisa in culture locali, e che sia Gori che Mori non ne hanno superato i confini.
Peraltro, una regione italiana come queste (e altre "pesanti") equivale culturalmente ad un piccolo stato come la Svizzera o l'Ungheria, dove qualche grosso personaggio può ben emergere.

Quanto al numero di mostre in gallerie varie, Gori ne ha un sacco e una sporta, converrai non essere parametro particolarmente significativo. Peraltro, io contesto abitualmente proprio coloro che vedono nella presenza in musei o nella reputazione dei critici un supporto sufficiente a garantire la qualità di un artista. Pertanto il discorso è nullo da parte mia, cioè premi e presenze di Mori non significano quasi nulla per indicare una sua maggiore o minore qualità. Era solo per precisare l'assunto del primo Premio a Vallombrosa.
Qui mica siamo campanilistici, o sbaglio?
 
Aggiungiamo una consueta annotazione. Si produce pittura da secoli. Le opere permangono, quelle che vengono distrutte nel tempo sono solo una percentuale (che non conosco) sicuramente inferiore a quanto viene ad aggiungersi nel tempo ad opera dei pittori successivi. Ergo, il numero di opere (offerta) aumenta di continuo. Parallelamente è pure aumentato il numero di abitanti in tutto il mondo e con esso, teoricamente, il numero dei collezionisti. Ma ho l'impressione che siamo ad un punto in cui l'offerta sta soffocando la domanda, sia per la iperproduzione da una parte, sia per l'arresto demografico nei paesi occidentali e pure per l'aumento del disinteresse dall'altra (evito di entrare nella ricerca delle cause).
Di conseguenza i prezzi calano, la concorrenza "tra oggetti" cresce, ed uscire da un ambito provinciale o locale diviene sempre più difficile. Anzi, la perdita progressiva del senso di appartenenza ad un territorio, o tradizione, o cultura sta andando pian piano ad avvelenare i pozzi dei pittori locali, quantomeno affiancati da un internazionalismo globalizzante che si esprime con altri mezzi che non la pittura vecchio stile. Dall'altra parte, nell'ignoranza il "popolo" si attacca proprio agli artisti di cui ha sentito parlare in sede locale: ma è una guerra difensiva, e senza grandi prospettive culturali (sempre contando eccezioni, che esistono).
Molti anni fa un Segantini eniva considerato praticamente come un pittore locale: sono un po' orgoglioso di avere sempre pensato il contrario. E tanto per non far la figura dell'io l'avevo detto (a posteriori), sono convinto che un Cesare Maggi sia un grande a livello nazionale-internazionale, e che avrà a tempo debito un corposo rilancio in questo senso.
 
Non mi è chiaro se si parla di importanza storica o di prospettive economiche: in entrambi i casi mi sento piuttosto sicuro, è un no :D
Teniamo solo l'ambito figurativo: quanti autori ci sono più importanti degli ultimi citati? decine? centinaia? quanti di questi sono tra il fermo e la picchiata nelle quotazioni? il 95%?
Secondo me non bisogna confondere la passione e la capacità di trovare la qualità in un opera d'arte con le prospettive di mercato:se i Gentilini, Sassu, Migneco, Cantatore e compagnia cantante, che comunque di Biennali e mostre ne hanno fatte a frotte, ma anche i Soffici o un Carena non capolavori li porti a casa con qualche migliaio di euro...vi pare che tutti gli altri possano mai tornare ai fasti di 30 anni fa?
A me spiace che sia così, non per gli autori (che oscillano tra le buone/ottime capacità tecniche e il nulla di nuovo detto nella storia dell'arte) ma perchè conosco tanti a cui piacciono, che sono appassionati e hanno realmente la capacità di discernere con competenza la qualità delle opere (cosa che io per esempio non sono in grado di fare).
Giusto per non equivocare: tra 30/40 anni sarò pure io per mercatini a raccattare una grafica di Isgrò o della Lai a 30 euro o una tela di poesia visiva a 100; semplicemente perchè sarà rimasto poco di tutto ciò nel mercato (per fortuna, mica possono tutti costare tanto...sarebbe una buffonata :D); e mi chiederò come sia possibile che un Walter Valentini non costi tanto, che a me par tanto bravo ;)
 
Cosa intendi per persiano dore',un nain?

Devo ammettere che dei tappeti posso discernere poco, distinguo solo se sono fatti a mano o a macchina, visto la vastità delle manifatture.
Posto una foto di un particolare, magari tu li sai distinguere, il tappeto diciamo è beige/marrone, ha qualche difetto, ma non è troppo consumato, molto sporco, ma al costo di una pesata, non posso essere troppo smorfioso.

Metto anche la foto del piatto, che la :moglie: ha già bocciato, anche perchè sembra di stile troppo moderno.

IMG_20190413_111625 (2).jpg


IMG-20190413-WA0007.jpeg
 
Sono costretto a correggerti, anche se non ho niente contro Gori, anzi lo considero una piccola scoperta dovuta a te.
Gino Paolo Gori: presente al Museo Nazionale di Cracovia (ci sono stato ma non l'ho visto, vabbè). Mostre a Palazzo Vecchio e nel Chiostro di S. Marco
Neno Mori: Premio alla Biennale di Venezia nel 1934, Biennale di Venezia 1940 Premio "A.Fradeletto" alla Biennale di Venezia nel 1948 Premio Rotary alla Biennale di Venezia nel 1954

Ora, sappiamo tutti che alla Biennale, sino al dopoguerra, c'era spazio per molti, e c'era anche un padiglione Venezia. Ma se era così facile andarci, perché Gori no? Certo, probabilmente perché veniva dalla Toscana :mmmm: . Appunto questo mi conferma che l'Italia è divisa in culture locali, e che sia Gori che Mori non ne hanno superato i confini.
Peraltro, una regione italiana come queste (e altre "pesanti") equivale culturalmente ad un piccolo stato come la Svizzera o l'Ungheria, dove qualche grosso personaggio può ben emergere.

Quanto al numero di mostre in gallerie varie, Gori ne ha un sacco e una sporta, converrai non essere parametro particolarmente significativo. Peraltro, io contesto abitualmente proprio coloro che vedono nella presenza in musei o nella reputazione dei critici un supporto sufficiente a garantire la qualità di un artista. Pertanto il discorso è nullo da parte mia, cioè premi e presenze di Mori non significano quasi nulla per indicare una sua maggiore o minore qualità. Era solo per precisare l'assunto del primo Premio a Vallombrosa.
Qui mica siamo campanilistici, o sbaglio?

io invece convengo che proprio le mostre sono un parametro significativo...ma ti rendi conto che Vallombrosa nel 2001 aveva 28 abitanti???
 
Ultima modifica:
io invece convengo che proprio le mostre sono un parametro significativo...ma ti rendi conto che Vallombrosa nel 2001 aveva 28 abitanti???
Ma la Biennale era forse l'avvenimento artistico più importante al mondo.
Poi, Vallombrosa, càpita, anche gli angeli ogni tanto possono mangiare fagioli ... :eplus:

In realtà si sta a spaccare il capello su quanto non siamo certo noi a decidere :(
 
Aggiungiamo una consueta annotazione. Si produce pittura da secoli. Le opere permangono, quelle che vengono distrutte nel tempo sono solo una percentuale (che non conosco) sicuramente inferiore a quanto viene ad aggiungersi nel tempo ad opera dei pittori successivi. Ergo, il numero di opere (offerta) aumenta di continuo. Parallelamente è pure aumentato il numero di abitanti in tutto il mondo e con esso, teoricamente, il numero dei collezionisti. Ma ho l'impressione che siamo ad un punto in cui l'offerta sta soffocando la domanda, sia per la iperproduzione da una parte, sia per l'arresto demografico nei paesi occidentali e pure per l'aumento del disinteresse dall'altra (evito di entrare nella ricerca delle cause).
Di conseguenza i prezzi calano, la concorrenza "tra oggetti" cresce, ed uscire da un ambito provinciale o locale diviene sempre più difficile. Anzi, la perdita progressiva del senso di appartenenza ad un territorio, o tradizione, o cultura sta andando pian piano ad avvelenare i pozzi dei pittori locali, quantomeno affiancati da un internazionalismo globalizzante che si esprime con altri mezzi che non la pittura vecchio stile. Dall'altra parte, nell'ignoranza il "popolo" si attacca proprio agli artisti di cui ha sentito parlare in sede locale: ma è una guerra difensiva, e senza grandi prospettive culturali (sempre contando eccezioni, che esistono).
Molti anni fa un Segantini eniva considerato praticamente come un pittore locale: sono un po' orgoglioso di avere sempre pensato il contrario. E tanto per non far la figura dell'io l'avevo detto (a posteriori), sono convinto che un Cesare Maggi sia un grande a livello nazionale-internazionale, e che avrà a tempo debito un corposo rilancio in questo senso.
Questo è il cuore del problema. Però non bisogna trascurare l'aspetto principale. Facciamo uno forzo per ricordare come era il mondo prima dell'avvento di internet. Il gallerista aveva un monopolio informativo locale che gli consentiva di vendere a certi prezzi e molti, anzi praticamente tutti, si fidavano che stavano facendo un investimento. L'acquisto iniziava e finiva lì.
Oggi il web ha permesso di riversare nel mercato dell'arte milioni di opere nei siti web di vendita, nei siti delle gallerie, nei siti delle case d'aste. Di conseguenza l'aumento esponenziale dell'offerta, rispetto a cui non ci sarà mai un aumento proporzionale della domanda, ha spinto verso il basso i prezzi.
Sono stato di recente presso una casa d'aste portando alcune grafiche che ritenevo valide ma vendibili e mi hanno spiegato che, pur belle, avrebbero fatto solo pochissime decine di euro perchè i collezionisti per un centinaio di euro in più preferiscono comprare l'opera unica, e non scherzo mi hanno detto che avrei ricavato di più a vendermele da solo. A quel punto me le sono riprese.
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto