Ormai per riuscire a comprare qualcosa a prezzo stracciato devono accadere le cose più strane, o comunque ci si deve adattare alle maggiori stranezze.
Oggi a Piazzola la storia ha appunto seguito un tale corso.
Da Nicola, venditore noto ad appassionati e mercanti, ho voluto rischiare un poco. Aveva due belle silografie giapponesi, carta sottilissima, quindi si presume 800. Nella scia di
@RedArrow mi sono buttato a prenderne una (l'unica rimasta, l'altra con fanciulle, quindi più commerciale, se la presero mentre io giravo il mercato per far passare le ore e calare i prezzi). Poi aveva un grande lavoro grafico di David Shapiro. Non è proprio nei miei gusti, pare ormeggiare sul fiume di Bernard Buffet, comunque anche controllando, un peso ce l'ha. Terzo, una litografia grande di un certo Gilbert Corsia, francese, prima volta che lo sentivo nominare. E pure una litografia che mi colpì subito, firmata Toledo, diciamo picassiana (ricorda anche lo scultore Lobo), ma con molto maggior gusto che Corsia. Solo che il disgraziato, non valutandola un ette, l'aveva piegata per trasportare le stampe giapponesi

, cosicché si vedrà se il ferro da stiro riuscirà a ridarle una dignità o se il litograficidio sarà da considerarsi definitivo.
Pagato 80 euro per le quattro, così divise nei miei conti mentali: la giapponese (che poi è Kunisada) 45 €, Shapiro 25, Toledo 5 e Corsia 5.
Foto e notizie in un secondo tempo.
Altre cose non usuali furono la piccola icona dipinta a mano in tempi moderni, ma secondo le regole canoniche, rappresentante San Gabriele, 15 €
E pure la piccola acquaforte di Riccardo Mannelli, cornice a giorno, 5 €. Mannelli lo si conosce anche come disegnatore per Linus o Repubblica.
Tuttavia, come sempre ormai accade in questi veri e propri racconti gialli che sono le visite ai mercatini, dulcis in fundo o in cauda veneni, mentre andavo via passai davanti a un banco di stampe piuttosto commerciali. Ci conosciamo con l'espositore da decenni. Vedo dei pezzi esposti, acqueforti, e sfoggio "Sono dei Lobel-Riche, no?".
Mi guarda attonito come avesse visto la Madonna, si alza dal seggiolino, mi chiama, viene lui concitato da me, "ti faccio un prezzo per te, un prezzo eccezionale, prendili tu che almeno li conosci, in tutti questi anni nessuno li ha mai guardati " ecc. ecc. Ora quello sorpreso ero io. Per 7 Lobel-Riche, pensavo, mi chiederà almeno 100, sarà difficile calare ecc. ecc. Macché: lui, come fosse sul punto di picchiare la testa sull'asfalto, o piangere lacrime trattenute da una vita, di umiliarsi di fronte ad un mercato divenuto ormai incomprensibile, o buttare nei liquami una vita ormai irrimediabiolmente deragliata, mi fa "Dammi 50 di tutte e sette. Io le ho pagate di più".
Ci credo - dissi in un soffio, porgendogli il biglietto rosarancio: questo avrebbe reso meno amara una domenica passata sotto gli occhi di sua moglie a rotear pollici e vendere qualche banalità ad un pubblico più adatto allo zoo che ad un mercato.
Prese il denaro e tornò a sedersi come il gorilla in gabbia siede a godersi la banana gentilmente concessagli dall'ostile oltresbarre. Non detti più alle stampe (che avevano ciascuna propria descrizione e passepartout - "con quei soldi non paghi neanche il pass!") nemmeno un'occhiata. Le ho guardate solo a casa. Forse nemmeno il Terzo Reich, cadendo, dette una tale impressione di immane tristezza.

A dopo per foto e info.