E' la regola delle distanze giuste. Una che da lontano ti pare bona, da vicino magari fa tristezzaHo provato anch'io...ma non sono Pink Cat...si sgrana tutto![]()
Meglio di così non credo proprio di riuscire, posto anche un segmento di scritto /firma residuo sul retro tarlato. Poi c'è un'etichetta adesiva con msn o ms4 m54, forse traccia di inventario.
Tornando " seri "...nel campo della identificazione delle firme dei vari artisti, soprattutto quelli che si trovano nei mercatini, va considerata anche l'abitudine, molto diffusa, di usare pseudonimi per quei lavori che l' artista stesso considera " minori " o comunque diversi dai lavori " ufficiali"..per esempio se io dovessi mettermi a produrre lavori commerciali "in serie"...magari paesaggini lacustri per turisti...roba da vendere a 30 euro, per capirci,... non userei la mia firma " vera" ma userei uno pseudonimo...per non sputt..mi i lavori " ufficiali"...poco simpatico, ma è così che molti fanno...
In questo caso però dalla carta mangiata e la "coda" nel cognome non mi pare un lavoro troppo recente, già da tempo è in essere questa prassi?
Se ricordate la faccenda di D'amico e delle grafiche di Milano di poco tempo fa, vedete come la prassi, almeno in grafica, sia già più o meno centenaria. Ma, pur se ora non mi vengono in mente episodi specifici, so che anche in pittura c'è stato chi cambiava cognome a seconda dei criteri che hai indicato, e non è affatto fenomeno recente. Direi che risale almeno a fine 800Ciao Lory, non mi riferivo specificatamente al tuo quadro...anche a me sembra vecchiotto, e probabilmente la firma è giusta...comunque saranno una ventina di anni e più che sento di questa abitudine...ed ecco perchè, forse, talvolta non se ne viene a capo...