"Afonia" Dal Nuovo Mondo

Nella noia obbligata dei lunghi coprifuoco ho ripreso a guardare la TV cubana. Molti conosceranno quel gioco chiamato calcetto, o calcio Balilla, in cui 22 figurine sono infilzate in 4 sbarre a tirare una pallina relativamente anarchica. Bene, ho visto in TV alcune partite di un gioco simile, a me ignoto, nel quale le figurine sono uomini vivi assolutamente non infilzati che corrono per un prato come forsennati. Pare si tratti di un torneo spagnolo chiamato Liga, forse fondato da Bossi. A differenza che nel calcetto, però, qui i giocatori sono 23, ce n'è uno vestito diversamente che sta ora con una, ora con l'altra squadra, però se una delle due si chiama Real Bandit, o qualcosa del genere, allora sta sempre dalla sua parte.
Come nel calcetto c'è una palla, e pare che chi ce l'ha tra i piedi possa essere aggredito con la massima violenza: pertanto ogni 2 minuti c'è un giocatore che crolla a terra tenendosi una gamba, un braccio o la testa e lamentandosi tra atroci tormenti.

Vince chi abbatte più avversari. Però curiosamente chi lo fa alza le mani al cielo, certo per condividere il merito con tutta la squadra col dire "non sono stato io.
Dimenticavo: due galeotti in prova stanno alle due estremità del campo in un'area limitata. Se ne escono perdono il diritto alle licenze temporanee, e qualche volta fanno inferocire il 23esimo giocatore, che non sa più per chi sta giocando.
Ogni tanto qualcuno esce a fare pipí e viene temporaneamente sostituito, ma di fatto quello è così stufo di essere menato che col cavolo che rientra in quell'inferno.

Alla fine quelli che hanno perso si abbracciano e baciano ambiguamente, mentre i vincitori si isolano virilmente e piangono di gioia.

Quello che vince sempre è ovviamente il 23esimo, che si porta via il pallone e se ne va da solo. Infatti i due compari che correvano su e giù all'esterno agitando una bandierina, peraltro di paese sconosciuto, nessuno li vede più, saranno rientrati nella loro ignota patria.
 
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Caro Baleng. Come già saprai, il tuo amico avvocato del popolo non emetterà più DPCM per cui puoi tornare. La nazione di attende.
 
Poco più di un mese dopo si stanno realizzando facili profezie (v. pag. prec.)
Il cambio ufficiale resta 24 pesos per un dollaro, cioè circa 29 per un euro. Ma il cambio nero per un euro è salito ogni giorno, dai 38,4 iniziali a 40, 42, 48,ed ora all'Avana 50 è già poco, ti fermano per offrire 60.
Chi cambiasse così, verrebbe a pagare la camera o l'appartamentino la metà rispetto a un anno fa. Invece per i cubani il costo della vita è raddoppiato in pochi mesi.
Va detto che I salari sono stati raddoppiati o triplicati d'imperio: facile stampando quantità beluine di nuova moneta.
Tutto come prima dunque? Non certo per i disoccupati. o. viceversa, per chi avesse da parte molti liquidi che, appunto in quanto tali, stanno evaporando.
 
Non molti sanno che un centinaio d'anni fa L'Avana era una delle capitali più all'avanguardia nel mondo. Teatri, cinema, trasporti e novità tecnologiche arrivavano prima qua che a Roma o anche Parigi.
Il benessere era notevole per i benestanti, e questo si vede ancora dalle centinaia di ville fuori centro (non conosciute quanto l'Habana Vieja).
Pertanto ho facilmente raccolto testimonianze fotografiche, che spero di pubblicare la prossima settimana. Si vedono notevoli (talora grotteschi) edifici +o- in rovina, ma anche restaurati (in tal caso appartengono a qualche impresa o società statale). Ho aggiunto un po' di vecchie automobili, che non sono le solite lustre per i turisti e la pubblicità.
Hasta luego
 
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Inizio a postare (a caso) edifici dell'Avana. Alcuni in rovina, o semirovina, altri restaurati (di solito appartenenti allo stato o cooperative). L'Avana era una delle capitali del mondo. Magari investire in tali edifici potrebbe rivelarsi un affare. Certamente l'affare lo fecero quelli che li occuparono nel 1959 mandando via i legittimi proprietari. Il cui pluridecennale rancore, dunque, può facilmente comprendersi.

La prima, a dire il vero, è una chiesa, impone la sua presenza in calle Infanta.

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Edifici che, se ristrutturati correttamente mantenendone le caratteristiche originarie, sono e sarebbero meravigliosi
 

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