baleng
Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
Nella noia obbligata dei lunghi coprifuoco ho ripreso a guardare la TV cubana. Molti conosceranno quel gioco chiamato calcetto, o calcio Balilla, in cui 22 figurine sono infilzate in 4 sbarre a tirare una pallina relativamente anarchica. Bene, ho visto in TV alcune partite di un gioco simile, a me ignoto, nel quale le figurine sono uomini vivi assolutamente non infilzati che corrono per un prato come forsennati. Pare si tratti di un torneo spagnolo chiamato Liga, forse fondato da Bossi. A differenza che nel calcetto, però, qui i giocatori sono 23, ce n'è uno vestito diversamente che sta ora con una, ora con l'altra squadra, però se una delle due si chiama Real Bandit, o qualcosa del genere, allora sta sempre dalla sua parte.
Come nel calcetto c'è una palla, e pare che chi ce l'ha tra i piedi possa essere aggredito con la massima violenza: pertanto ogni 2 minuti c'è un giocatore che crolla a terra tenendosi una gamba, un braccio o la testa e lamentandosi tra atroci tormenti.
Vince chi abbatte più avversari. Però curiosamente chi lo fa alza le mani al cielo, certo per condividere il merito con tutta la squadra col dire "non sono stato io.
Dimenticavo: due galeotti in prova stanno alle due estremità del campo in un'area limitata. Se ne escono perdono il diritto alle licenze temporanee, e qualche volta fanno inferocire il 23esimo giocatore, che non sa più per chi sta giocando.
Ogni tanto qualcuno esce a fare pipí e viene temporaneamente sostituito, ma di fatto quello è così stufo di essere menato che col cavolo che rientra in quell'inferno.
Alla fine quelli che hanno perso si abbracciano e baciano ambiguamente, mentre i vincitori si isolano virilmente e piangono di gioia.
Quello che vince sempre è ovviamente il 23esimo, che si porta via il pallone e se ne va da solo. Infatti i due compari che correvano su e giù all'esterno agitando una bandierina, peraltro di paese sconosciuto, nessuno li vede più, saranno rientrati nella loro ignota patria.
Come nel calcetto c'è una palla, e pare che chi ce l'ha tra i piedi possa essere aggredito con la massima violenza: pertanto ogni 2 minuti c'è un giocatore che crolla a terra tenendosi una gamba, un braccio o la testa e lamentandosi tra atroci tormenti.
Vince chi abbatte più avversari. Però curiosamente chi lo fa alza le mani al cielo, certo per condividere il merito con tutta la squadra col dire "non sono stato io.
Dimenticavo: due galeotti in prova stanno alle due estremità del campo in un'area limitata. Se ne escono perdono il diritto alle licenze temporanee, e qualche volta fanno inferocire il 23esimo giocatore, che non sa più per chi sta giocando.
Ogni tanto qualcuno esce a fare pipí e viene temporaneamente sostituito, ma di fatto quello è così stufo di essere menato che col cavolo che rientra in quell'inferno.
Alla fine quelli che hanno perso si abbracciano e baciano ambiguamente, mentre i vincitori si isolano virilmente e piangono di gioia.
Quello che vince sempre è ovviamente il 23esimo, che si porta via il pallone e se ne va da solo. Infatti i due compari che correvano su e giù all'esterno agitando una bandierina, peraltro di paese sconosciuto, nessuno li vede più, saranno rientrati nella loro ignota patria.
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