"Super cibi per la mente": Neal D. Barnard e il menù vegetariano che fa bene al cervello (FOTO)
Laura Eduati, L'Huffington Post | Pubblicato: 29/09/2013 18:11 CEST | Aggiornato: 29/09/2013 18:32 CEST
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Alzheimer, demenza, disturbi cognitivi. Invecchiare può riservare amare sorprese al nostro cervello, che improvvisamente perde colpi e dimentica volti, nomi, eventi fondamentali. Questo può accadere anche alle persone giovani a causa di una alimentazione scorretta. Esistono infatti cibi che danneggiano i percorsi neuronali e cibi che invece aiutano la mente a rimanere in forma.
Neal D. Barnard, docente alla
George Washington University of Medicine, è un esperto statunitense di medicina preventiva che negli anni ha maturato prove scientifiche sull'importanza del mangiare bene per prevenire l'invecchiamento precoce del cervello. “
Super cibi per la mente” (Sonda edizioni, 18 euro, a cura di Luciana Baroni) spiega che la dieta migliore per le nostre sinapsi è la scelta vegetariana: i grassi animali, infatti, vanno a braccetto con i metalli pesanti come rame, ferro e zinco che per i ricercatori potrebbero essere la causa dell'inceppamento della memoria. Un alimentazione accorta può non soltanto prevenire la demenza ma anche aiutare a sbarazzarci dei farmaci per il colesterolo e la pressione alta.
Super cibi per la mente di Neal D. Barnard, Macrlibrarsi
Per il suo impegno a favore di una dieta vegetariana – ormai entrata nelle abitudini di quasi 4 milioni di italiani - il prossimo 5 ottobre al palazzo Marino di Milano
Barnard riceverà il premio animalista “Empty Cages”, nell'ambito della
Settimana Internazionale Vegetariana che comprende il 4 ottobre la
Notte Veg: cento ristoranti italiani proporranno una cena vegana.
I metalli: attenzione all'integratore multivitaminico
I ricercatori hanno scoperto che nelle persone affette da Alzheimer si formano dei grovigli, simili a placche, nel tessuto cerebrale. Tali filamenti contengono la
proteina beta-amiloide e metalli come ferro, rame e zinco. I metalli sono preziosi per l'organismo ma se presenti in grosse quantità possono danneggiare i neuroni: per esempio se assumiamo troppo rame potremo avere problemi di memoria e una mente meno elastica. Spesso mangiamo ferro, rame e zinco ingoiando integratori vitaminici senza averne davvero la necessità. E alcune
pentole in ghisa potrebbero rilasciare troppo ferro nei cibi che cuciniamo. Ma è soprattutto la carne la responsabile dell'eccesso di metalli pesanti nel nostro corpo. Secondo Barnard è molto meglio consumare legumi e proteine vegetali: contengono ferro che il corpo assimila soltanto se ne ha bisogno. E per avere una giusta quantità di rame e zinco basta introdurre nella dieta frutta secca, cereali integrali, funghi, arachidi, semi di sesamo.
Scegli il deodorante giusto...
Gli esseri umani non necessitano di alluminio. Eppure questo metallo si annida nel cervello dei malati di Alzheimer, sebbene non sia stato ancora stabilito il nesso tra alluminio e processo degenerativo. Da dove viene? Spesso
dall'acqua che beviamo: nei processi depurativi le centrali utilizzano proprio l'alluminio per eliminare le particelle in sospensione. Ma anche dagli emulsionanti e dai conservanti utilizzati dall'industria alimentare. Pesce e crostacei poi, sono miniere di alluminio inutile. L'atteggiamento migliore, senza cadere nell'ansia, è quello di consumare cibi semplici evitando gli alimenti confezionati, il lievito industriale, il sale in bustine (contiene un anti-agglomerante a base di alluminio), alcuni sottaceti e, sorprendentemente, gli antitraspiranti per il sudore: a differenza dei normali deodoranti, è ricco di alluminio.
Mangia come gli abitanti delle “zone blu”
Si chiamano
Blue Zones e sono territori dove gli abitanti campano molto più a lungo della media. Le Blue Zones sono Okinawa, la Sardegna, Loma Linda, l'isola greca Icaria e la penisola Nicoya in Costarica. Nei piatti di queste zone raramente entrano alimenti di origine animale. Vengono privilegiati invece cereali e verdure. Secondo studi ormai consolidati, i consumatori di carne hanno un terzo di probabilità in più di sviluppare l'Alzheimer.
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Salmone
È uno dei pesci più ricchi di vitamina D. In 100 grammi di salmone cotto ce sono circa 360 Unità internazionali. Fonte: Banca dati di composizione degli alimenti per studi epidiemologici in Italia - Ieo
Tonno
80 grammi di tonno “light” in scatola senza condimenti contengono 154 UI di vitamina D. In quello sott’olio, c’è più vitamina D (200 UI) ma anche più grassi. Fonte: Banca dati di composizione degli alimenti per studi epidiemologici in Italia - Ieo
Sardine
50 grammi di sardine conservate sotto’olio in scatola, forniscono 250 UI di vitamina D. Fonte: Banca dati di composizione degli alimenti per studi epidiemologici in Italia - Ieo
Sgombro
Come il salmone, anche questo pesce grasso è ricco di vitamina D. In 100 grammi di sgombro, infatti, ce ne sono 345 UI. Fonte: Banca dati di composizione degli alimenti per studi epidiemologici in Italia - Ieo
Fegato
100 grammi di fegato di manzo forniscono appena 15 UI di vitamina D. Per aumentare l’introito, aggiungere come contorno i funghi e bere un succo d’arancia arricchito di vitamina D. Fonte: Banca dati di composizione degli alimenti per studi epidiemologici in Italia - Ieo
Funghi
100 grammi di funghi porcini freschi contengono 3 UI di vitamina D. Ci sono, però, alcune varietà di funghi, quelli che sono esposti al sole o alla luce artificiale ad ultravioletti, che possono contenere un maggior livello di questa vitamina. Fonte: Banca dati di composizione degli alimenti per studi epidiemologici in Italia - Ieo
Uova
Uno intero (la vitamina D si trova nel tuorlo) apporta 20 UI (cioè 4,94 microgrammi di vitamina D ogni 100 grammi). Se si vuole aumentare l’apporto, meglio le uova d’anatra che forniscono 6,52 microgrammi di vitamina D ogni 100 grammi. Fonte: Banca dati di composizione degli alimenti per studi epidiemologici in Italia - Ieo
Formaggio
30 grammi di quello svizzero apportano 12 UI. La ricotta ne contiene un po’ di più, ma è anche più ricca di grassi. Fonte: Banca dati di composizione degli alimenti per studi epidiemologici in Italia - Ieo
Olio
In commercio ci sono degli oli extra-vergini arricchiti di vitamina D. Sono sufficienti due cucchiai da cucina, corrispondenti a 20 grammi, per soddisfare la Razione Giornaliera Raccomandata per un adulto. Fonte: Banca dati di composizione degli alimenti per studi epidiemologici in Italia - Ieo
Latte
In commercio ci sono i latti arricchiti con calcio e vitamina D. Con 100 ml. di questo latte (che equivale ad una tazza) si assumono 160 milligrammi di calcio e 1 microgramma di vitamina D. Se ne trova appena un po’di più (1,3 microgrammi), nel latte di soia per bambini e ben 420 UI in quello in polvere che, però, possiamo bere tutti. Fonte: Banca dati di composizione degli alimenti per studi epidiemologici in Italia - Ieo
Quello snack pieno di grassi trans
Il rame è specialmente pericoloso se viene legato ai
grassi saturi e agli
oli parzialmente idrogenati. I grassi saturi sono presenti soprattutto nei
latticini (burro, formaggi, latte) ma anche nelle parti grasse della carne: lardo, prosciutto. L'industria alimentare poi è ricca di grassi trans, particolarmente nocivi: sono i grassi sottoposti a idrogenazione per poi finire in snack, pasticcini e patatine. Basta dare un'occhiata all'etichetta e stare alla larga dagli ingredienti poco salutari.
Colesterolo nemico del cervello
Un alto livello di colesterolo è dannoso per il cuore ma anche per il cervello poiché stimola la produzione di
beta-amiloide e conduce a una maggiore probabilità di sviluppare l'Alzheimer. Secondo uno studio, il livello quotidiano nocivo di grassi saturi è 25 grammi. Per stare bene occorre scegliere cibi che contengono i cosiddetti “
grassi buoni” come omega-3 e omega-6 contenuti prevalentemente nei broccoli, nei semi di lino, nelle noci. Anche il pesce è ricco di omega-3 ma comporta un maggiore accumulo di grassi e metalli nocivi.
Spinaci e insalata per migliorare l'udito
Le
vitamine che proteggono i neuroni dai radicali liberi sono quattro: la
vitamina E,
l'acido folico, la
vitamina B6 e
B12. La vitamina E si trova in grandi quantità nei semi, mandorle, nocciole, pinoli, avocado, mango, spinaci, broccoli. Basterebbero anche solo 30 grammi di frutta secca al giorno per avere il 25% di probabilità in meno di sviluppare l'Alzheimer e le demenze. L'acido folico migliora anche l'udito e si trova in tutte le verdure a foglia, ma anche nel melone. La vitamina B6: cereali integrali, banane, patate dolci e frutta secca. La vitamina B12, normalmente contenuta nei prodotti di origine animale, si trova in integratori specifici obbligatori per coloro che scelgono un'alimentazione vegetariana.
Il caffé e il vino sono amici del cervello
Nel 2010 uno studio ha scoperto che gli amanti della caffeina
riducono di moltissimo il rischio di sviluppare l'Alzheimer. Esiste però l'altro lato della medaglia: bere molto caffé non favorisce il sonno, e il poco riposo danneggia le connessioni neuronali. Analogamente un consumo moderato di vino protegge non soltanto il cuore ma anche il cervello. L'importante è la moderazione.
La ginnastica che aiuta l'intelligenza
Uno studio della
Columbia University ha sottoposto dei volontari a sessioni di ginnastica seguite da test cognitivi. Il risultato: fare sport contribuiva a migliorare i risultati. Ciò accade perché la ginnastica aerobica aumenta la quantità di
Brain-Derived Neurotrophic Factor (BDNF) nelle cellule cerebrali, e questa sostanza aiuta a esorcizzare l'invecchiamento cerebrale.
Un piatto di pasta e sonno alle 22
Il sonno aiuta la memoria, consente al cervello di fissare i ricordi e le informazioni, ma soprattutto
interrompe la produzione di amiloide, sostanza che può causare danni alla memoria se viene accumulata durante lunghe ore di veglia. Per favorire il sonno è meglio
evitare di bere alcol poco prima di coricarsi, ma soprattutto è meglio cenare con carboidrati (pasta, riso, pane). Le proteine infatti contengono aminoacidi che inibiscono la serotonina. Secondo il dottor Barnard, l'orario migliore per addormentarsi è le 22.