Alla cortese attenzione di Tashtego

i materiali tissotropici diventano più fluidi se sottoposti a una sollecitazione meccanica, come piccole scosse o vibrazioni, tornando allo stato precedente se lasciati indisturbati.
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Un esempio di questa proprietà è la salsa ketchup che si può mostrare in uno stato quasi solido finché, scossa, non diventa improvvisamente molto più liquida.
Tre scienziati italiani, Garlaschelli, Ramaccini e Della Sala hanno riprodotto una sospensione avente un comportamento tissotropico molto simile al fluido contenuto nella teca di San Gennaro. Il loro lavoro è stato pubblicato su Nature (A Thixotropic mixture like the blood of Saint Januarius, "Nature", vol.353, 10 oct 1991).
Ognuno può stupire gli amici con il trucco dei tre ricercatori (che peraltro hanno usato sostanze reperibili all'epoca, fine XIV sec.). Con cloruro ferrico (sotto forma di molisite, un minerale tipico delle zone vulcaniche e quindi presente anche sul Vesuvio), carbonato di calcio (i gusci d'uovo sono fatti per circa il 94% di carbonato di calcio), cloruro di sodio (il comune sale da cucina) e acqua, è possibile ottenere una soluzione colloidale di colore rosso che ha proprietà tissotropiche.
La banale domanda del perché il sangue alcune volte non si sia liquefatto è rigettata dalle proprietà stesse dei materiali tissotropici: basta agitare la soluzione delicatamente e non c'è liquefazione (del resto, il sangue di San Gennaro si è liquefatto anche al di fuori dei periodi previsti, probabilmente a causa di manipolazioni non delicate).
Un'obiezione più sensata si basa sulla diffusione della notizia secondo la quale il gel dei tre ricercatori non avrebbe più proprietà tissotropiche dopo 2 anni. La scarsa consistenza logica dei sostenitori del miracolo ha fatto gridare che questa sarebbe la prova più lampante che di miracolo trattasi (il solito errore: non so spiegarmi un fenomeno, allora è sicuramente un miracolo divino). Come ha rilevato Garlaschelli, alcuni campioni del suo gel durano dieci anni, altri molto meno:

Ma del resto, mi sono anche preoccupato poco, addirittura, di sigillare in modo perfetto i miei boccettini. Immagino che i gel tissotropici siano intrinsecamente instabili, e che piccole variazioni nelle condizioni di preparazione possano influire sul risultato finale. Penso alle concentrazioni dei reagenti, al tempo impiegato per mescolarli, alla dialisi, ecc. Forse, preparando cento campioni in condizioni lievemente diverse per ognuno, e poi essendo moooolto pazienti, si capirebbe quali campioni siano più duraturi.

Il punto è che la spiegazione scientifica del miracolo di San Gennaro esiste e si chiama tissotropia. Come giustamente ha osservato Garlaschelli, è del tutto inutile perdere anni di studi per trovare un gel che resista 100, 1.000 anni anziché 10. Per convincersene basta ricordare i celebri violini di Stradivari o Guarneri: nessuno ragionevolmente sostiene che sono opera di Dio solo perché non si conosce perfettamente il processo di lavorazione e le sostanze utilizzate per proteggere il legno (alcune indicazioni furono date da Nagyvary nel 2009).
 
Dieta diabete
ALIMENTI DA EVITARE: zucchero, miele, prodotti dolciari raffinati ad alto contenuto glucidico e lipidico (biscotti, snack, merendine, gelati, dolci preconfezionati, cornetti, paste), cioccolato, marmellata; primi piatti elaborati preparati con condimenti grassi (lasagne, tortellini, cannelloni, risotti ecc.); pizze elaborate, sostituti del pane con grassi aggiunti e sale (crackers, grissini, panini all'olio, focacce); frutta secca (pinoli, castagne, mandorle, noci, arachidi, datteri ecc.), avocado, frutta sciroppata, banane, mandarini, uva, melograno, fichi, cachi o loti; evitare i succhi di frutta e le bevande zuccherate in genere

ALIMENTI CONSIGLIATI: primi piatti semplici; pasta e riso meglio integrali abbinati per esempio a pomodoro, tonno e verdure; non esagerare con le dosi di pasta e riso; non consumare mai insieme nello stesso pasto due alimenti amidacei come pane e pasta, oppure pane e riso, pizza e pasta ecc.; utilizzare dolcificanti acalorici e moderare polialcoli e fruttosio; bevande non zuccherate, bevande light; frutta e verdura ad eccezione di quella presente nella lista degli alimenti sconsigliati; le carote, al contrario di quanto molti credono, possono essere consumate tranquillamente


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"Magica Roma! I giallorossi 2-0. In cima alla classifica a punteggio pieno. Lazio, espulso Diaz per un fallo su Totti. Grande Totti!!!" (Tweet di Paola Binetti, in estasi mistica alla fine del derby)
 
Rimedi naturali e tisane per il diabete
Prima di parlare dei rimedi naturali che possono aiutare nel trattamento della patologia diabetica occorre specificare e sottolineare che questa è una malattia grave che, come tale, dev'ssere trattata in maniera efficace con un'adeguata terapia farmacologica e con uno stile di vita corretto.
Essendo il diabete una malattia legata al metabolismo glucidico, il primo fattore che dev'essere corretto nei soggetti affetti è l'alimentazione: occorre moderare il consumo di carboidrati senza eliminarli del tutto, ma riducendone l'apporto giornaliero ed evitando l'assunzione degli zuccheri semplici (che rappresentano una forma immediata di glucosio). Inoltre, per persone predisposte a forme di iperglicemia ci sono alcune regole che devono essere assolutamente rispettate: evitare il sovrappeso e consumare pasti regolari durante l'arco della giornata. Per evitare un consumo eccessivo di carboidrati bisogna: aumentare l'assunzione di cereali integrali ed alimenti amidacei ricchi di fibra; consumare verdura e frutta fresca (evitare frutta secca e molto zuccherata come l'uva ed i fichi), ma anche uova, pesce e carni bianche per garantire un adeguato apporto proteico; eliminare o ridurre in maniera drastica il consumo di alcol e limitare il consumo di sale ed alimenti salati.
Dopo aver corretto l'alimentazione si deve agire sul piano dell'esercizio fisico (quando altre patologie non lo vietano), in modo da prevenire il rischio di patologie cardiovascolari.

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Tisane contro il diabete
erapia trovano impiego tutte le droghe vegetali che hanno effetto ipoglicemizzanti.
Piante medicinali con effetti ipoglicemizzanti usate nella terapia del diabete

Aglio (Alluim sativum) bulbo Aloe (Aloe vera) succo Bardana (Arctium lappa L.) radici Carciofo (Cynara scolymus L.) foglie Cardo mariano (Silybum marianum) frutti Cipolla (Allium cepa) bulbo Coccinia (Coccinia indica) foglie Eucalipto (Eucalyptus globulus) foglie Fieno greco (Trigonella foenum-graecum) semi Galega (Galega officinalis) foglie Gelso nero (Norus nigra) foglie Gimnema (Gymnema sylvestre) foglie Lupino (Lupinus albus) semi Mirtillo nero (Vaccinum myrtillus) foglie Noce (Juglans regia) foglie Opunzia (Opuntia streptacantha) cladodi Ortica (Urtica dioica) foglie Pino marittimo francese (Pinus pinaster) corteccia Psillo (Plantago psyllium) semi Salvia (Salvia officinalis) foglie Verga d'oro (Solidago canadensis) sommità fiorite Verga d'oro Europea (Solidago virgaurea) sommità fiorite

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"Super cibi per la mente": Neal D. Barnard e il menù vegetariano che fa bene al cervello (FOTO)

Laura Eduati, L'Huffington Post | Pubblicato: 29/09/2013 18:11 CEST | Aggiornato: 29/09/2013 18:32 CEST





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Alzheimer, demenza, disturbi cognitivi. Invecchiare può riservare amare sorprese al nostro cervello, che improvvisamente perde colpi e dimentica volti, nomi, eventi fondamentali. Questo può accadere anche alle persone giovani a causa di una alimentazione scorretta. Esistono infatti cibi che danneggiano i percorsi neuronali e cibi che invece aiutano la mente a rimanere in forma.
Neal D. Barnard, docente alla George Washington University of Medicine, è un esperto statunitense di medicina preventiva che negli anni ha maturato prove scientifiche sull'importanza del mangiare bene per prevenire l'invecchiamento precoce del cervello. “Super cibi per la mente” (Sonda edizioni, 18 euro, a cura di Luciana Baroni) spiega che la dieta migliore per le nostre sinapsi è la scelta vegetariana: i grassi animali, infatti, vanno a braccetto con i metalli pesanti come rame, ferro e zinco che per i ricercatori potrebbero essere la causa dell'inceppamento della memoria. Un alimentazione accorta può non soltanto prevenire la demenza ma anche aiutare a sbarazzarci dei farmaci per il colesterolo e la pressione alta.


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Super cibi per la mente di Neal D. Barnard, Macrlibrarsi
Per il suo impegno a favore di una dieta vegetariana – ormai entrata nelle abitudini di quasi 4 milioni di italiani - il prossimo 5 ottobre al palazzo Marino di Milano Barnard riceverà il premio animalista “Empty Cages”, nell'ambito della Settimana Internazionale Vegetariana che comprende il 4 ottobre la Notte Veg: cento ristoranti italiani proporranno una cena vegana.
I metalli: attenzione all'integratore multivitaminico
I ricercatori hanno scoperto che nelle persone affette da Alzheimer si formano dei grovigli, simili a placche, nel tessuto cerebrale. Tali filamenti contengono la proteina beta-amiloide e metalli come ferro, rame e zinco. I metalli sono preziosi per l'organismo ma se presenti in grosse quantità possono danneggiare i neuroni: per esempio se assumiamo troppo rame potremo avere problemi di memoria e una mente meno elastica. Spesso mangiamo ferro, rame e zinco ingoiando integratori vitaminici senza averne davvero la necessità. E alcune pentole in ghisa potrebbero rilasciare troppo ferro nei cibi che cuciniamo. Ma è soprattutto la carne la responsabile dell'eccesso di metalli pesanti nel nostro corpo. Secondo Barnard è molto meglio consumare legumi e proteine vegetali: contengono ferro che il corpo assimila soltanto se ne ha bisogno. E per avere una giusta quantità di rame e zinco basta introdurre nella dieta frutta secca, cereali integrali, funghi, arachidi, semi di sesamo.
Scegli il deodorante giusto...
Gli esseri umani non necessitano di alluminio. Eppure questo metallo si annida nel cervello dei malati di Alzheimer, sebbene non sia stato ancora stabilito il nesso tra alluminio e processo degenerativo. Da dove viene? Spesso dall'acqua che beviamo: nei processi depurativi le centrali utilizzano proprio l'alluminio per eliminare le particelle in sospensione. Ma anche dagli emulsionanti e dai conservanti utilizzati dall'industria alimentare. Pesce e crostacei poi, sono miniere di alluminio inutile. L'atteggiamento migliore, senza cadere nell'ansia, è quello di consumare cibi semplici evitando gli alimenti confezionati, il lievito industriale, il sale in bustine (contiene un anti-agglomerante a base di alluminio), alcuni sottaceti e, sorprendentemente, gli antitraspiranti per il sudore: a differenza dei normali deodoranti, è ricco di alluminio.

Mangia come gli abitanti delle “zone blu”
Si chiamano Blue Zones e sono territori dove gli abitanti campano molto più a lungo della media. Le Blue Zones sono Okinawa, la Sardegna, Loma Linda, l'isola greca Icaria e la penisola Nicoya in Costarica. Nei piatti di queste zone raramente entrano alimenti di origine animale. Vengono privilegiati invece cereali e verdure. Secondo studi ormai consolidati, i consumatori di carne hanno un terzo di probabilità in più di sviluppare l'Alzheimer.

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Salmone

È uno dei pesci più ricchi di vitamina D. In 100 grammi di salmone cotto ce sono circa 360 Unità internazionali. Fonte: Banca dati di composizione degli alimenti per studi epidiemologici in Italia - Ieo

Tonno

80 grammi di tonno “light” in scatola senza condimenti contengono 154 UI di vitamina D. In quello sott’olio, c’è più vitamina D (200 UI) ma anche più grassi. Fonte: Banca dati di composizione degli alimenti per studi epidiemologici in Italia - Ieo

Sardine

50 grammi di sardine conservate sotto’olio in scatola, forniscono 250 UI di vitamina D. Fonte: Banca dati di composizione degli alimenti per studi epidiemologici in Italia - Ieo

Sgombro

Come il salmone, anche questo pesce grasso è ricco di vitamina D. In 100 grammi di sgombro, infatti, ce ne sono 345 UI. Fonte: Banca dati di composizione degli alimenti per studi epidiemologici in Italia - Ieo

Fegato

100 grammi di fegato di manzo forniscono appena 15 UI di vitamina D. Per aumentare l’introito, aggiungere come contorno i funghi e bere un succo d’arancia arricchito di vitamina D. Fonte: Banca dati di composizione degli alimenti per studi epidiemologici in Italia - Ieo

Funghi

100 grammi di funghi porcini freschi contengono 3 UI di vitamina D. Ci sono, però, alcune varietà di funghi, quelli che sono esposti al sole o alla luce artificiale ad ultravioletti, che possono contenere un maggior livello di questa vitamina. Fonte: Banca dati di composizione degli alimenti per studi epidiemologici in Italia - Ieo

Uova

Uno intero (la vitamina D si trova nel tuorlo) apporta 20 UI (cioè 4,94 microgrammi di vitamina D ogni 100 grammi). Se si vuole aumentare l’apporto, meglio le uova d’anatra che forniscono 6,52 microgrammi di vitamina D ogni 100 grammi. Fonte: Banca dati di composizione degli alimenti per studi epidiemologici in Italia - Ieo

Formaggio

30 grammi di quello svizzero apportano 12 UI. La ricotta ne contiene un po’ di più, ma è anche più ricca di grassi. Fonte: Banca dati di composizione degli alimenti per studi epidiemologici in Italia - Ieo

Olio

In commercio ci sono degli oli extra-vergini arricchiti di vitamina D. Sono sufficienti due cucchiai da cucina, corrispondenti a 20 grammi, per soddisfare la Razione Giornaliera Raccomandata per un adulto. Fonte: Banca dati di composizione degli alimenti per studi epidiemologici in Italia - Ieo

Latte

In commercio ci sono i latti arricchiti con calcio e vitamina D. Con 100 ml. di questo latte (che equivale ad una tazza) si assumono 160 milligrammi di calcio e 1 microgramma di vitamina D. Se ne trova appena un po’di più (1,3 microgrammi), nel latte di soia per bambini e ben 420 UI in quello in polvere che, però, possiamo bere tutti. Fonte: Banca dati di composizione degli alimenti per studi epidiemologici in Italia - Ieo



Quello snack pieno di grassi trans
Il rame è specialmente pericoloso se viene legato ai grassi saturi e agli oli parzialmente idrogenati. I grassi saturi sono presenti soprattutto nei latticini (burro, formaggi, latte) ma anche nelle parti grasse della carne: lardo, prosciutto. L'industria alimentare poi è ricca di grassi trans, particolarmente nocivi: sono i grassi sottoposti a idrogenazione per poi finire in snack, pasticcini e patatine. Basta dare un'occhiata all'etichetta e stare alla larga dagli ingredienti poco salutari.
Colesterolo nemico del cervello
Un alto livello di colesterolo è dannoso per il cuore ma anche per il cervello poiché stimola la produzione di beta-amiloide e conduce a una maggiore probabilità di sviluppare l'Alzheimer. Secondo uno studio, il livello quotidiano nocivo di grassi saturi è 25 grammi. Per stare bene occorre scegliere cibi che contengono i cosiddetti “grassi buoni” come omega-3 e omega-6 contenuti prevalentemente nei broccoli, nei semi di lino, nelle noci. Anche il pesce è ricco di omega-3 ma comporta un maggiore accumulo di grassi e metalli nocivi.
Spinaci e insalata per migliorare l'udito
Le vitamine che proteggono i neuroni dai radicali liberi sono quattro: la vitamina E, l'acido folico, la vitamina B6 e B12. La vitamina E si trova in grandi quantità nei semi, mandorle, nocciole, pinoli, avocado, mango, spinaci, broccoli. Basterebbero anche solo 30 grammi di frutta secca al giorno per avere il 25% di probabilità in meno di sviluppare l'Alzheimer e le demenze. L'acido folico migliora anche l'udito e si trova in tutte le verdure a foglia, ma anche nel melone. La vitamina B6: cereali integrali, banane, patate dolci e frutta secca. La vitamina B12, normalmente contenuta nei prodotti di origine animale, si trova in integratori specifici obbligatori per coloro che scelgono un'alimentazione vegetariana.
Il caffé e il vino sono amici del cervello
Nel 2010 uno studio ha scoperto che gli amanti della caffeina riducono di moltissimo il rischio di sviluppare l'Alzheimer. Esiste però l'altro lato della medaglia: bere molto caffé non favorisce il sonno, e il poco riposo danneggia le connessioni neuronali. Analogamente un consumo moderato di vino protegge non soltanto il cuore ma anche il cervello. L'importante è la moderazione.
La ginnastica che aiuta l'intelligenza
Uno studio della Columbia University ha sottoposto dei volontari a sessioni di ginnastica seguite da test cognitivi. Il risultato: fare sport contribuiva a migliorare i risultati. Ciò accade perché la ginnastica aerobica aumenta la quantità di Brain-Derived Neurotrophic Factor (BDNF) nelle cellule cerebrali, e questa sostanza aiuta a esorcizzare l'invecchiamento cerebrale.
Un piatto di pasta e sonno alle 22
Il sonno aiuta la memoria, consente al cervello di fissare i ricordi e le informazioni, ma soprattutto interrompe la produzione di amiloide, sostanza che può causare danni alla memoria se viene accumulata durante lunghe ore di veglia. Per favorire il sonno è meglio evitare di bere alcol poco prima di coricarsi, ma soprattutto è meglio cenare con carboidrati (pasta, riso, pane). Le proteine infatti contengono aminoacidi che inibiscono la serotonina. Secondo il dottor Barnard, l'orario migliore per addormentarsi è le 22.
 
Specie mediterranea, vive in colonie poco numerose (1000-2000 individui) e non ha casta speciale di operai. Il lavoro della colonia è eseguito da neanidi e ninfe. Gli alati compaiono, di regola, da luglio ad ottobre, sciamando per formare nuove colonie. Questa specie non presenta le operaie vere e proprie, ma delle ninfe lavoratrici.
Queste termiti preferiscono il legno più soffice nella trave ed essendo comunque lucifughe scavano al loro interno senza mai uscirne; le gallerie hanno sezione irregolare e le operaie sono maggiormente attive in primavera per la sciamatura, che dura anche in estate, costruendo il nido nel terreno. Per questi motivi, l'indagine visiva spesso non basta. Inoltre non lasciano residui delle rosure, ma solo le feci che cadono in fondo al tunnel per gravità. Se si è fortunati si possono trovare gli adulti alati, oppure si prova a sondare la trave o l'oggetto in questione con un martello in gomma, per cercare i vuoti. Le feci possono avere carattere tassonomico in quanto di forma a "botte".
Danni

Il Kalotermes flavicollis vive nel legno necrosato degli alberi (olivo, pero, gelso, fico, carrubo, mandorlo, ecc.), ma anche nel legno delle piante vegete (pioppo, querce, carciofo, ecc.) scavando gallerie ed alimentandosi del legno, il che può provocare la morte degli alberi infestati.
Questa specie può attaccate anche il legno messo in opera, ed anche in questo caso il nido si trova abitualmente nel legno stesso, fuori dal terreno, inoltre nell'ambito urbano, attaccano soprattutto viali alberati, i tetti in legno, gli infissi lignei, libri, biblioteche e archivi. Infatti si trovano in muri vuoti, pavimenti e sottotetti su legno secco ma con una minima percentuale di umidità, ad esempio nelle zone di maggior sbalzo termico dove si crea condensa. Un altro punto critico può essere l'alloggiamento delle travi annegate nel muro, ovvero con la testa incassata senza essere isolata del muro stesso, così come per gli armadi, scaffali e mobili attaccati alle pareti e suscettibili di umidità. In ogni caso predilige travi e pavimenti.
 

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