Alla cortese attenzione di Tashtego

"Non amo gli assalti. eccetera. Sono sotto pressione, Nichi, una pressione che è crescente...Ma io non ci penso proprio, tanto per essere chiaro, ma proprio proprio!". Un finto Nichi Vendola beffa così l'ex ministro del Pd Fabrizio Barca, che durante lo scherzo architettato da La Zanzara su Radio 24 rivela di aver detto un "no secco" all'ipotesi di fare il ministro dell'Economia, ma di subire pressioni continue per fare il ministro dell'Economia da Carlo de Benedetti, proprietario del gruppo Espresso.
Fabrizio Barca arriva alla sezione di via dei Giubbonari "Capirai - dice Barca al finto Vendola - che mi costa, visto come sono fatto. Ho parlato con Graziano (Del Rio, ndr) e pensavo 48 ore fa di averla stoppata questa cosa...se fallisce anche questa è un disastro, però non possono pretendere che le persone facciano violenza ai propri metodi, ai propri pensieri, alla propria cultura. Quindi...sono stato proprio chiarissimo...evitiamo che nasca una cosa alla quale vengo forzato".
"Poi - prosegue Barca - è iniziata la sarabanda del paron della Repubblica che continua...Lui non si rende conto che io più vedo un imprenditore dietro un'operazione politica più ho conferma di tutte le mie preoccupazioni. Un imprenditore che si fa sentire....".
Ma di chi parli, chiede il finto Vendola: "Del padrone della Repubblica, con un forcing diretto di sms, attraverso un suo giornalista, con una cosa che hanno lanciato sul sito ‘chi vorresti come ministro dell'Economia' dove ho metà dei consensi'. Questi sono i metodi. Legittimi, per carità. Questo è il modo di forzare, di scegliere, di discutere. Non una volta chiedendomi: ma se lo fai cosa fai?. Se io dico che voglio fare una patrimoniale da 400 miliardi di euro, cosa che secondo me va fatta, tu cosa rispondi? Mi dici che va bene?". Mi sembra fantapolitica, dice ancora il finto Vendola.
GIUSEPPE CRUCIANI E AMICO BARBUDO FOTO ZABEO "Nichi - dice ancora Barca - è una cosa che è priva...non c'è un'idea, c'è un livello di avventurismo. Non essendoci un'idea, siamo agli slogan...Questo mi rattrista, sto male, sono preoccupatissimo perché vedo uno sfarinamento veramente impressionante, Nichi". Dunque hai rifiutato, insiste il finto Vendola, interpretato da Andro Merkù: "Ho rifiutato secco, ma secco in un modo...Ieri ho dovuto scrivere un messaggio..attraverso la Annunziata mi è arrivato un messaggio: ma se ti chiama il presidente? Ho dovuto mandare un sms scritto così:...vi prego di non farmi arrivare nessuna telefonata".
CARLO DE BENEDETTI E CORRADO PASSERA"Sono colpito - dice ancora Barca - dall'insistenza, il segno della loro confusione e disperazione... e poi in tutto questo ovviamente io dovrei essere quello tuo...e ovviamente c'è pure la copertura a sinistra...sono fuori, sono fuori, sono fuori di testa!". Ma Matteo ti ha detto qualcosa in particolare?, chiede "Vendola": "No, lui no. Tutto questo non capendo, Nichi, neanche le persone. Se mi chiami, vengo, ci vediamo mezz'ora, ti spiego in cinque minuti e ti do anche qualche consiglio perché io sono fatto così. No, invece tutto questo attraverso terzi, quarti, quinti, un imprenditore...".
RENZI-VENDOLA Il finto Vendola dice: poi questo governo con i diversamente berlusconiani ...E Barca: "Certo, certo, cosa è cambiato?". "E poi non si ha idea entrando dentro cosa fai. C'è anche una questione di rapporti di fiducia".
Enrico Letta Graziano Delrio In che senso, incalza Vendola. "C'è una cosa - dice Barca - che si chiama umanità. Io penso che in tutta questa vicenda oltre alla irresponsabilità politica, ci sia anche un elemento disumanizzante. Cioè, il metodo è contenuto...Tutto questo è avvenuto con irresponsabilità e dei modi, con un livello di personalismo, con un passaggio all'io....". E poi i due si salutano.
 
Forse non aveva a portata di mano il numero di Telefono Azzurro. O forse, a forza di vedere in tv le fiction sui carabinieri, aveva deciso che i militi della gloriosa Arma, «usi obbedir tacendo», calzavano alla perfezione al caso suo. Chissà quante volte sul web si era imbattuto in storie di bambini maltrattati in famiglia. C’erano anche i numeri di telefono, ricordava, quelli gratuiti a cui chiedere aiuto. E allora via, senza alcuna esitazione, alla faccia dei suoi 9 anni. «Aiuto, mia mamma mi picchia e mi maltratta, venite subito, vi prego!».

La voce, piagnucolante al punto giusto e impastata di disperazione, fa subito scattare l’allarme all’altro capo del filo: non un posto qualsiasi, ma il reparto operativo della compagnia dei carabinieri di Novafeltria. È infatti dal paese dell’Alta Valmarecchia, 7 mila anime passate qualche anno fa con referendum sotto l’ombrello della provincia di Rimini, che il ragazzino di 9 anni chiama. «Venite, venite, mi picchia...». E via a fornire, lucido e puntuale, nome, cognome, indirizzo.
Il carabiniere di turno non ha esitazioni. Scatta come una molla. Avverte i superiori. Assolutamente credibile il tono e la denuncia del bambino. A nessuno passa per la testa che potrebbe essere tutta una messinscena. E che all’altro capo del telefono non c’è un bimbo piegato su se stesso dalla violenza di un genitore, ma una sorta di Gianburrasca in versione romagnola, intraprendente quanto discolo, e per di più animato da un’inaspettata e precoce consapevolezza dei propri diritti e di come farli rispettare: anche quando, come in questo caso, non ve ne sarebbe alcuna ragione. In un attimo la pattuglia dei carabinieri giunge a sirene spiegate nell’abitazione. La madre, alla loro vista, cade dalle nuvole. I militari raccontano della telefonata, domandano, si guardano in giro, giustamente diffidenti, avendone viste di tutti i colori. Bastano pochi minuti per risolvere il mistero. «Sì - racconta la donna -, gli ho dato uno schiaffo. Sono due giorni che non va a scuola, ogni volta ne inventa una nuova, sì, ho perso la pazienza, ma non credevo che fosse così grave...». Non è dato sapere in quale angolo si sia rifugiato il piccolo Gianburrasca mentre la madre parlava con i carabinieri. Di sicuro non ha passato una buona serata. E oggi a scuola ci andrà. Gliel’ha ordinato l’Arma.
 
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Il demonio per quanto negli indemoniati sia furioso resta sempre uno spirito finché dura l'impero romano. All'invasione barbara si barbarizza e prende corpo, così bene da divertirsi a spaccare a sassate la campana del convento di san Benedetto. Sempre di più si dà corpo al diavolo per spaventare i violenti invasori dei beni ecclesiastici, si inculca quest'idea che lui tormenterà i peccatori non soltanto nell'anima ma nella carne del loro corpo, che soffriranno supplizi materiali, fiamme reali, i carboni ardenti, la graticola, lo spiedo rovente nel cu.lo. L'idea dei diavoli torturatori che infliggono alle anime dei morti torture fisiche fu per la Chiesa una miniera d'oro. Finché era Dio a punire l'orrore era minore: l'angelo bruciò Sodoma ma ne uscì subito. I diavoli restano e l'inferno che portano è una Sodoma spaventosa dove questi esseri più luridi dei peccatori che loro affidano traggono dalle torture odiosi godimenti. E' l'insegnamento delle sculture esposte alle porte delle chiese. Concezione immorale di una pretesa giustizia che favorisce il peggiore, peggiora la sua perversità, corrompe lo stesso demonio.
 
Middlesboro, KY, Usa. "E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno. (Marco 16:17-18)". A volte sperimentare il Vangelo sulla propria pelle (è proprio il caso di dirlo), non è molto salutare. Il Pastore Pentecostale della congregazione 'Full Gospel Tabernacle in Jesus Name', usava maneggiare dei 'Crotalus Atrox' nelle sue funzioni religiose. Probabilmente il nostro predicatore non ha considerato che il nome scientifico dei serpenti a sonagli non promette niente di buono, visto che uno di questi l'ha morso ad una mano. Il nostro, si è fatto accompagnare a casa e ha aspettato la morte rifiutando le cure.
Ultime parole:
"Se questa è la volontà di Dio, così sia"
Non è ben chiaro, se la volontà dell'Altissimo fosse stata quella di farlo schiattare o di permettere di iniettargli il siero. Comunque. alla fine il libero arbitrio ha trionfato e noi abbiamo preparato il necrologio.
Egli fu arrestato nel 2008 perchè sorpreso ad attraversare il confine tra Kentucky e Tennessee con 74 serpenti.
Il sacerdote aveva venduto i diritti delle sue funzioni al 'National Geographic', che ne aveva fatto un documentario chiamato 'Snake salvation'. Il Pastore, infatti, non è l'unico che maneggia serpenti tra i bifolchi delle zone rurali.

 
"Sono uno dei pochi che ha potuto ascoltare le telefonate tra Napolitano e Mancino. Mancino dice a Napolitano: ‘sai, vorrei che fosse Grasso ad occuparsi di me e non Ingroia'. A quel punto il Capo dello Stato risponde: ‘caro Nicola, Ingroia è una testa di *****, uno *******'. Per questo non ha voluto che fossero rese note. Non c'entra niente con la trattativa".
Napolitano Sgarbi Carla Fendi Lo dice a La Zanzara su Radio 24 Vittorio Sgarbi. "Il presidente della Repubblica - dice ancora Sgarbi - non può permettersi di essere come me, quelle telefonate non nascondono nulla ma non sono potabili dal punto di vista del galateo politico. E comunque Napolitano ha diritto alla riservatezza".
NAPOLITANO MANCINO E GIORGIO SANTACROCE "Quindi la parolaccia al telefono con Mancino è perfettamente lecita - aggiunge Sgarbi - ma pubblicandola verrebbe fuori che il Presidente della Repubblica ha una certa animosità contro Antonio Ingroia. E questi sono cazzi suoi". Ma quali sono le parole esatte pronunciate su Ingroia, chiedono i conduttori?: "Testa di *****. Uno *******. Tutte e due le parole"
 





Stamattina nella ricorrenza della Giornata nazionale del Braille è stata intitolata all’inventore dell’alfabeto per i non vedenti, Louis Braille, una via del quartiere Besurica: la prima traversa a destra di via Perfetti, per chi proviene da via Turati o via della Besurica. All’evento hanno preso parte il sindaco Paolo Dosi e i rappresentanti dell’Unione italiana Ciechi.


Come fa presente, però, una nota Ansa, "la scelta della location è destinata a suscitare quanto meno un po’ di ironia: la strada all’interno del quartiere è infatti un vicolo cieco (nella foto)".
 
Un settantenne, ex imprenditore di Legnaro, è stato denunciato dai carabinieri per atti osceni in luogo pubblico e maltrattamento di animali. L’anziano era stato beccato circa una decina di giorni fa nel pollaio della vicina di casa mentre consumava un rapporto sessuale con una delle sei galline di proprietà della donna. Quando la donna, che osservava la scena dalla finestra e non si spiegava che cosa facesse l'anziano nel pollaio con una gallina in mano, ha capito che cosa stava accadendo, si è precipitata nel pollaio e ha preso a male parole l’uomo. Tragico il futuro della galline: ai carabinieri la donna ha detto che vuole ucciderle tutte. Il settantenne, single e con ogni probabilità incapace di controllare le sue pulsioni sessuali, era stato pizzicato altre volte ad esibirsi per il paese e dallo scorso settembre ha collezionato altre denunce per atti osceni. A queste si somma un precedente del 2007 quando era stato visto con i pantaloni abbassati mentre si toccava nelle parti intime, vicino ad un gruppo di anziane vedove che stavano visitando il cimitero di Legnaro. Il caso è all’attenzione della procura di Padova.
 

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