AMARE E' GUARDARE INSIEME NELLA STESSA DIREZiONE E ASCOLTARE LE PAROLE:

Sai cosa? Più che leggere notizie da commentare, da incazzarsi, da analizzare, sarebbe più bello discutere su qualcosa che riguarda noi, qualcosa da fare di tangibile per cambiare realmente le cose.
Io non posso cambiare politica, leggi, tasse, non ne ho la forza nè la capacità, ma posso cambiare me stesso, semplicemente cambiando luogo.
Allora valutare dove poter andare a vivere, lavorare, valutare che business possono esserci, valutare dove poter stare meglio, valutare come cambiare lo stato delle cose.

Uno degli aforismi che preferisco è quello di Albert Einstein
"Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose."

Io mi sto impegnando anima e corpo a farle cambiare queste cose, non solo per me ma per la mia famiglia, i miei figli... in fondo glielo devo.
E sto incontrando non 1000 difficoltà, ma un milione. Ma ho una determinazione che mi fa continuare. Solo la morte potrà farmi desistere.

Ecco mi piacerebbe parlare di queste cose, se no il resto mi procura solo incazzatura e mi toglie forze per lottare.

Gianni, mi spiace non poterti aiutare. Sia perchè non ho più l'età per l'avventura, sia perchè sono - diciamo - "tradizionalista".
Abbiamo qui una persona molto esperta che ti potrà essere d'aiuto, credo meglio e di più di chiunque noi altri.

Però la scorsa settimana ho messo un articolo sul Costarica. Nessun commento.

Io vorrei fare qualcosa di tangibile per cambiare lo Stato, qui. In Italia.
E credo, penso, che lo si possa fare solo confrontandosi, incazzandosi, perdendo tempo, con tanta volontà. Io, i cojoni, li rompo spesso ai politici locali.
Qaulcuno mi ha proposto di fare un partito, un movimento.
Ma un movimento vero, fatto da persone un tantino preparate, che abbiano tempo, non è facile imbastirlo. E non può essre a livello locale, altrimenti altro non è che una lista civica.

Però rompere i cojoni ai politici, possiamo farlo.
Scrivere loro, possiamo farlo.

si possono fare tutte e due le cose insieme... alla fine si deve sempre avere una ruota di scorta...

io sono pronto a discutere su cosa fare per levare le tende ..alla fine non è importante il luogo dove si vive ma come si vive...

Val se è riuscito un comico a fare + 22 % chi e cosa ci impedisce a fare lo stesso o anche meglio ?

si stilano al max 20 punti di un programma ..qualche firma per fare un movimento e poi si trovano persone valide in ogni paese che credono nel progetto...

ci vuole impegno e passione... un unione tra "vecchie" e "nuove" generazioni... il mix perfetto di entusiasmo ed esperienza ... per qualsiasi obiettivo...
 
Però pensare posso.
Prima di tutto. Il tipo di attività. E questo dipende dai capitali a disposizione.

Un lavoro autonomo, professionale oppure un'attività, un esercizio pubblico.

2 fattori. Il Paese e "cosa cerca il paese che ho scelto".

So - ad esempio - di 2 veterinari che sono andati in Danimarca - come alloggio residenziale - per lavorare in Svezia. Oppure di chi ha aperto un pub in Nuova Zelanda.

Dove - mi sembrerebbe - l'impegno di capitale è al minimo, è un'attività professionale.
Oppure un'attività a livello familiare. Una gelateria. Una focacceria. Un negozio di dolci. Una cioccolateria.

E soprattutto, credo che una visita al Paese prescelto sia il miglior viatico per poi prendere una decisione.
Ormai un'attività commercialie tradizionale ha spese troppo alte (soprattutto di magazzino) e un bacino limitato (il territorio attorno).
Bisogna pensare in grande. Una sorta di Amazon che vende in tutto il mondo e si fornisce direttamente da magazzini in outsourcing (naturalmente non sui best sellers. Quelli li ha in magazzino lei, ma su tutti quei libri e adesso anche ogettistica con meno richiesta)
 
Allora stai partendo non dal Paese in senso fisico, ma stai cercando quello che ti fa pagare meno tasse. E può anche essere un "paese di *****". :cool:
Per quel tipo di attività, sono tagliato fuori. Non ci arrivo.
 
Comunque quel tipo di attività artigianale che ti ho indicato, non necessita di particolare magazzino. Solo la gelateria può avere dei costi di impianto superiori alle altre.
 
Allora stai partendo non dal Paese in senso fisico, ma stai cercando quello che ti fa pagare meno tasse. E può anche essere un "paese di *****". :cool:
Per quel tipo di attività, sono tagliato fuori. Non ci arrivo.
No, io un'attività commerciale tradizionale non l'aprirei in nessun posto del mondo.
Non si tratta di tasse, ma di un business che ormai è vecchio.
 
Questa piccola storia ci descrive una situazione più complessa.
1. Quelli dell'Agenzia delle entrate si comportano spesso da furbetti. Statisticamente sanno che i contribuenti cedono anche di fronte alle sopraffazioni. Il funzionario dello Stato di diritto si comporta come un playboy al Billionaire: ci prova con tutti. Questo è uno dei motivi principali per i quali fare impresa in Italia è diventato impossibile. Lo Stato continua con le sue pretese (grandi o piccole) fino alla morte (spesso dell'impresa o del contribuente), tanto a pagare in ogni caso sono sempre gli stessi (l'impresa e il contribuente). Il paradosso è infatti che l'amministrazione centrale ha dovuto versare una cifra cinque volte superiore al preteso.
2. Quando leggete delle mirabolanti imprese delle nostre forze dell'ordine (specializzata è la Guardia di finanza) nel combattere l'evasione fiscale, dubitate. Quando si sparano numeri sugli accertamenti, si spara nel vuoto. Una buona parte finisce nel nulla, poiché si tratta di operazioni fatte su aziende fallite. Ma questo è fisiologico. Una buona parte subisce invece il trattamento che abbiamo appena descritto. Secondo gli ultimi dati del ministero dell'Economia, nei primi tre mesi di quest'anno i privati hanno vinto contenziosi fiscali per 3,6 miliardi. Gli uffici pubblici per 3,5 miliardi. Il che vuol dire che più di un euro ogni due preteso dalle agenzie pubbliche è non dovuto. Se non temessimo di ricevere una querela, potremmo definire questo comportamento da parte dello Stato, al pari di un tentativo di estorsione.
 
Te l'ho scritto che sono "tradizionalista". :lol::lol::lol:
Non si tratta di essere tradizionalisti, ma di essere imprenditori.
Io quando entro in una libreria o vado in biblioteca sono estasiato, ma non aprirei mai una libreria. E' da pazzi perchè venderei solo a quelli della mia città, dovrei spendere una fortuna per i locali e per riempirli di libri, e poi avrei i vari Amazon o Ibs che mi ruberebbero l'80% dei clienti.
Non si tratta di essere tradizionalisti. Si tratta di non essere cojoni.
 

Users who are viewing this thread

Back
Alto